Originariamente Scritto da
PhyroSphera
La mancata premessa che tal "testadiprazzo" ha lamentato è soltanto relativa ad una questione filosofica medioevale risolta nel Rinascimento coi Dialoghi Filosofici Italiani di Giordano Bruno. Fu questo filosofo a definire compiutamente il concetto di infinito, quale semplice idea già descritto dai filosofi antichi. Senonché parte della modernità intellettuale avviata dalla pubblicazione dei suddetti Dialoghi evolse variamente e la sua corrente di pensiero dominante nelle università, scuole ed accademie smarrì l'esauriente conoscenza del pensiero antico, riaprendo la medesima questione chiusa nel Rinascimento. Stavolta non era la necessità del concetto, ma dell'idea, la quale caduta in oblio impediva alle altre correnti di pensiero di potersi affermare come meritavano. Alla perdita della interezza delle tradizioni antiche da parte di un intero ambiente in Occidente si aggiunse lo smarrimento del senso delle ricerche intellettuali medioevali che teologicamente coinvolgevano la stessa filosofia. La cultura romantica ritrovò nuovamente l'idea dell'infinito, scontrandosi però anche con l'ostinata volontà di evitare il confronto col passato, per cui la cultura filosofica occidentale in larga parte (ma non tutta) non seppe ritrovare l'antica idea e quindi neanche confrontarla con la nuova. Durante il Romanticismo però il poeta, come si soleva anche dire, era innamorato delle tombe, ovvero depositario ultimo dei destini culturali occidentali, filosofici e non! Anche per questo la filosofia non fu rinnovata interamente, d'altronde fatica assurda sarebbe stata ed a rischio fallimento, ora possibilità venuta anche meno per le masse, per cui un reinizio sarebbe una tragedia, per tempi ed occasioni... Inoltre bussa alle porte la mano misteriosa dell'Occidente perduto assieme a quello sconosciuto dalle culture ufficiali occidentali. Ma questa ultima è la vicenda più vasta, che si comprende assumendo nella propria prospettiva non solo la considerazione della diversità e delle differenze ma anche il confronto con l'alterità. Senza questa assunzione, non si può comprendere nulla della vicenda.
I filosofi medioevali ebrei si erano trovati nell'imbarazzante còmpito di mostrare l'inesistenza del contrasto naturale tra anima e corpo e l'esistenza dell'armonia naturale psicofisica. Il cristianesimo non era già coinvolto dalle manchevolezze culturali che muovevano i filosofi ebrei in Europa a filosofare. Nella modernità il cartesianesimo, senza poter avvalersi delle riflessioni ebraiche restanti, si ritrovò impigliato nelle stesse questioni. A realizzare la liberazione fu la filosofia assieme alla psicologia, poi scienza empirica (il che è diverso che sperimentale) col tedesco Wundt, nel secolo decimo nono (1800-1900). In tal senso fu detto che Cartesio, iniziatore della psicologia filosofica, si era fatto anche anticartesiano, dopo un primo pedissequo e tragico... intontimento!
Ugualmente è accaduto che la nozione (che non è l'informazione...) di infinito fosse al centro di errori e smarrimenti. In principio furono la cultura e la filosofia ebraiche, eredi del misticismo religioso della "Cabala", a doversi occupare di questi problemi non ancora presenti in altri ambienti, poi ci pensarono i matematici a risolverlo dopo che era diventato un serio guaio e la storia già iniziata farebbe il resto. Nei fatti molti insegnanti tra secolo decimo settimo e decimo ottavo rimostravano finanche contro le presenti, passate e future lingue, pur di non sentir dire dell'infinito... Motivo? Prepotenza religiosa, invadenza idolatrica, che interpretava l'idea della circolarità per rappresentazione della totalità. Un illuminista fece notare che questi fanatici pensavano durante le loro imprese anche alle rotondità erotiche ed in particolare quelle dei glutei coinvolgendo gli altri con comunicazioni subliminali ed imposizioni indegne anche dei bordelli. Quando la matematica si dotò degli studi sul cosiddetto infinito potenziale, ovvero quello dei cosiddetti "limiti" del calcolo infinitesimale (Leibniz, Newton), la rimostranza inclinò dalla cultura verso la subcultura, attaccandosi disperatamente all'idea che studi ulteriori non ve ne potessero essere. Tuttavia con la tecnica geometrica delle cosiddette "matrici" alle definizioni precise dei "limiti" si aggiunsero quelle più rigorose delle "derivate" e poi con l'insiemistica (Cantor) la matematica pervenne alla definizione esaustiva dell'infinito cosiddetto "attuale", ovvero 'in atto, dell'atto', con la risoluzione degli enigmi restanti relativi ai calcoli "integrali" ed alle operazioni relative a tali cosiddetti 'integrali'. Quindi quella rimostranza facendosi per necessità e testardaggine subculturale si rese anche più fanatica... ed infine integralista! Per intenderci, essa è quella degli alunni che sentendo 'attuale' pensano alla cronaca rosa o nera ed è quella stessa dei loro devoti professori loro complici che voglion celare le proprie ristrettezze gravi. La tattica criminale che più usano questi campioni della subcultura, siano in parte od in tutto dentro di essa, è fatta di false affermazioni di comunanza, volte a confondere ignoranti e non!
Invece per l'Altro Occidente, quello che possiede ancora la chiave della sapienza, questo mondo soggetto a tali e tanti erranti ed errori è almeno in parte... errabondo! Invero questa parola, 'errabondo', non indica nella fattispecie la mancanza di premesse adeguate, né indica i filosofemi senza fondamenti, neppure, per dirla col postmoderno, l'inadeguatezza psicologica ai pur utili cosiddetti ragionamenti senza capo né coda, bensì mostra l'inizio di una vicenda che non doveva iniziare proprio.
Allora io dall'Altro Occidente, che può o potrebbe esser pure un altrove vicino e impensato non solo della mentalità, farei notare che alcuni alunni e professori mentono sul senso della propria presenza, per esempio mentre fingono di volersi accingere a studiare matematici integrali, matrici, insiemi, in realtà scommettono troppo sulla vista dell'orizzonte che confondono con la percezione dell'orbe. Quando a scuola ed all'università lo protestai, dovetti tutte e due le volte difendermi la vista dagli "oculisti", andandomene a riguardare il cielo da sottacqua, in mare, anche in inverno. Una bella esperienza davvero, quest'ultima nella natura! Nell'Occidente convenzionato fino a morire di convenzioni la violenza della malasanità resta incomprensibile criminologicamente; dall'Altro, essa appare per esempio potendo adeguatamente considerare l'ipocrisia che milioni di persone ancora usano con vini, distillati, droghe, stupefacenti, anestetici, sedativi: non solo ci sono incapaci troppo pretenziosi, ci sono anche i completi distratti... Da ciò deriva la possibilità di incontri nefasti quali quelli con individui che fingono che le macellerie e gli ospedali debbano essere uguali. E sempre da ciò conseguono indefiniti e sterminati problemi sempre meno culturali e sempre più subculturali.
Si badi. 'Memento'... (Dico ai miei veri lettori.)
MAURO PASTORE