Questo allarme è davvero grave e dimostra che l'Italia di RenziE è quasi a livello di Paesi come la Turchia di Erdogan

Da Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio; allarme dell'ambasciatrice Cristina Ravaglia, direttrice generale della Farnesina per gli Italiani all'estero. Lo stesso avverrebbe con il referendum di dicembre.

Nel referendum sugli stabilimenti petroliferi sarebbero state truccate le schede inviate per posta per favorire RenziE. Qui saremmo davanti a comportamenti criminali e da colpo di stato.


Ieri il Fatto ha pubblicato un documento ufficiale e inedito che avanza seri dubbi sulla regolarità delle ultime elezioni politiche del 2013 e dell’imminente referendum costituzionale. L’autore non è un complottista malato di dietrologia: è l’ambasciatrice Cristina Ravaglia, direttore generale della Farnesina per gli italiani all’estero. All’indomani delle Politiche del 2013, madri dell’attuale Parlamento che sorregge il governo Renzi, ha rieletto Napolitano e poi eletto Mattarella, la Ravaglia scrisse una lettera a tre destinatari: il ministero degli Esteri, il Quirinale e Palazzo Chigi. La missiva, come rivela il nostro Carlo Tecce, denuncia “gli effetti potenzialmente distorsivi” di un sistema elettorale “totalmente inadeguato, se non contrario ai principi costituzionali che sanciscono il voto personale, segreto e libero”: quello previsto dalla legge Tremaglia 2001 che fa votare i nostri emigranti per corrispondenza.

“Come principale responsabile delle operazioni elettorali all’estero – spiega la Ravaglia – mi corre l’obbligo di richiamare l’attenzione, nel superiore interesse dello Stato e della tutela di un diritto fondamentale, su modalità di attuazione che, ancora una volta, si sono dimostrate, alla prova dei fatti, tali da mettere a rischio… un ordinato svolgimento del voto… Quello per corrispondenza è soggetto, come evidente, a una serie di variabili e incertezze (quali l’affidamento ai sistemi postali locali, il pericolo di furti, incette, pressioni, compravendite, sostituzioni del votante, ma non solo)”. Per esempio l’abnorme percentuale di schede nulle (10%) e l’affluenza inspiegabilmente bassa (32%), che fanno sospettare l’annullamento o la cancellazione di schede sgradite a chi controlla le operazioni di voto: cioè il governo del momento, tramite il Viminale. Scena che – la funzionaria non poteva ancora saperlo – s’è ripetuta lo scorso aprile al referendum sulle trivelle: 8,6% di schede nulle (dato assurdo, visto che si trattava semplicemente di barrare il Sì o il No, infatti in Italia le nulle furono appena lo 0,68%) e 20% di affluenza.

Al posto del capo dello Stato, del premier e del ministro degli Esteri, se ricevessimo un allarme tanto grave, faremmo un balzo sulla sedia, disporremmo un’indagine amministrativa, invieremmo un esposto in Procura per gli eventuali reati e prepareremmo a un decreto per correggere le pesanti distorsioni che mettono a repentaglio il fondamento della democrazia parlamentare. Invece che han fatto in tre anni Napolitano e Mattarella, Monti e Terzi, Letta e Bonino, Renzi, Mogherini e Gentiloni?

Niente, nada, zero. E così il mese prossimo le sorti della nostra Costituzione saranno decise dai 4 milioni di italiani all’estero con lo stesso sistema “potenzialmente distorsivo” e “totalmente inadeguato, se non contrario ai principi costituzionali che sanciscono che il voto sia personale, segreto e libero”. Nei suoi 10 anni di funzionamento, il voto estero ha deciso per ben due volte il colore del governo: nel 2006 regalò all’Unione di Prodi una risicata maggioranza al Senato che, col voto italiano, non avrebbe avuto; e nel 2013 consentì al Pd di superare i 5Stelle, più votati su scala nazionale. Ora che la sfida tra Sì e No potrebbe risolversi per una manciata di schede, la regolarità o meno del voto estero è ancor più decisiva: stavolta non è in gioco questo o quel governo pro tempore, ma la Costituzione destinata a durare decenni. E chi può garantire che le schede che gli italiani all’estero riceveranno per posta per essere compilate e rispedite ai consolati e infine trasmesse al Viminale per lo scrutinio finale nel mega-hangar di 10mila metri quadri della Protezione civile a Castelnuovo di Porto (Roma) corrisponderanno davvero al numero e alla volontà degli elettori, senza aggiunte, trucchi, inganni, manipolazioni o annullamenti illegali? Nessuno, a meno che Mattarella, Renzi e Gentiloni non dicano chiaramente che cosa intendono fare per porre fine agli abusi denunciati dall’ambasciatrice (che suggeriva anche una serie di correttivi) e non dimostrino di averlo fatto.

Se invece pretendono che ci fidiamo sulla parola, sappiano che no, non ci fidiamo, per via delle infinite scorrettezze di Renzi e del suo governo proprio oltre confine: ambasciatori arruolati nel tour della Boschi in Sud America; corrieri postali privati arruolati in tutto il mondo per alzare l’affluenza, dopo il sabotaggio del referendum sulle trivelle, quando fu vietata la consegna delle schede a interi paesi popolati da italiani; posticipo di un mese della scadenza per diventare elettori “temporanei” all’estero; 160 milioni stanziati nella legge di stabilità (il quadruplo dei risparmi del nuovo Senato) per le associazioni dei nostri emigrati; l’incredibile lettera di autopropaganda inviata da Renzi ai 4 milioni di nostri connazionali fuori sede con tanto di simbolo tricolore, logo “BastaunSì” e foto di lui con Obama, Merkel e Hollande, in contemporanea con la spedizione delle schede per votare. Siccome nessuno, a parte il governo, possiede nomi e indirizzi postali degli elettori, anche quest’ultima è una violazione della privacy e dei principi costituzionali sul voto personale, segreto e libero e sull’imparzialità della Pubblica Amministrazione.
Gentile presidente Mattarella, noi speriamo che lei, arrivato due anni dopo la lettera dell’ambasciatrice, ne ignorasse l’esistenza. Ora però la conosce e sa che tutti gli elettori, in Italia e all’estero, attendono da lei una parola chiara e tempestiva, possibilmente prima che il referendum costituzionale si risolva con uno scarto minimo, innescando ricorsi infiniti. Altrimenti, ci rivolgeremo ai caschi blu.