La censura che colpisce gli scritti in difesa della verità sulla Russia ed i russi è sistematica, insensata, violenta, spesso attuata solo per motivi futili o impulsivamente perché i censori non hanno voglia di riflettere né di abbandonare razzismo e inaccettabili odi etnici colmi di ignoranze sulle etnie dell'intera Europa e sulla Europa, che gli stessi censori si rifiutano di riconoscere parte dell'Eurasia.
Qui di sèguito un mio messaggio, aspra critica di una incauta e inaccettabile voce sul compositore P. I. Tchaikovsky, censuratomi su Wikipedia, cancellatomi ovviamente contro la mia volontà e senza consultarmi... Certo non si poteva consultarmi, ma ugualmente non si doveva cancellarlo (il testo è compreso tra le due barre verticali):
| Purtroppo gli autori-compilatori di questa voce hanno assommato un discorso che preso tutto quanto intero non ha senso per nessun essere umano maschio. Tchaikovsky non disse mai nulla riguardo propri eventuali rapporti omosessuali, silenzi e non detti tipici dei luoghi dove si usano vestiti, per esempio i luoghi freddi o freddissimi. Capita di non precisare più frequentemente a chi ha ottimi e stretti rapporti con la vita naturale e dunque non ama le ovvietà e le lungaggini molto civili ed educate. In fondo è ovvio. Si sa invece del matrimonio poi finito male assai presto. Tchaikovsky lasciò scritto della grande passione fisica, sessuale, consumata tra i due, seguìta dall'apatia verso un futuro genitoriale; a quanto pare poi non ebbero voglia di fare figli e ritennero la separazione èsito necessario anche a causa di nuovi futuri amorosi senza più legami matrimoniali tra i due... Certo che se avessero figliato di nascosto per motivi sconosciuti, nessuna falsa scienza e neppure vera avrebbe potere di stabilirlo. Più interessante sarebbe consultare veri biografi, ma io notai e rinoto puntualmente che quelli anglosassoni citati e ricitati a maggioranza (o forse tutti?) non sono attendibili perché ne furono impediti dal loro ambiente di riferimento, praticamente a sua volta inibito alla comprensione dallo stesso Tchaikovsky, che ne riferì in termini di noia, condanna e di severo mònito per il futuro. La pubblicista che si era convinta di lui che fosse stato dèdito tutta la sua vita non solitaria a rapporti omosessuali, era una che scriveva e pensava sotto la sfera d'influenza di ambienti anglosassoni prima, poi americani, dunque vi aggiunse tocchi di completa fantasia intorno alla natura umana, e lui, l'uomo Tchaikovsky, la considerò reietta e condannata, "captiva" per dirla con tradizionale espressione romanza (giustamente al modo che usavano i tradizionali militari americani nel difendere la cultura indiana e nel denunciare i loschi tentativi di imitazione altrui: quelli spesso sui cavalli, coi tre colori del Nord, cappelli scuri non da sceriffo, abili smascheratori di falsi indiani e falsi difensori d'indiani, sui campi di battaglia presenze fantasmatiche come Carlo tra mori e franchi... e Tchaikovsky, al quale piacque affermare non solo in parole che gli ultimi cannoni veramente russi saggi ed innocenti erano stati quelli del 1812!, suppongo non ne sapesse di questi arcani e da pochissimo tempo a questa parte non più del tutto obliati uomini di guerra, pur avendone dedotto l'esistenza per deduzione implicita). Allora, tante belle fotografie assieme a "pareri" né storici né medici ma obbrobriose insensatezze, non vanno bene assieme!! Le cronache vere offrirono un racconto attendibile sulla morte di Tchaikovsky, ma in verità ufficialmente si informò che si trattava di presunta morte e poi che la gente lo aveva ritenuto morto. Ebbene sì, fu questa l'incertezza, non delle circostanze e situazioni vissute negli ultimi presunti giorni di vita attestati dalle stesse cronache non ufficiali, purtroppo anche subissate dalla pubblicazione di dicerie dal triste ed inopportuno successo postumo. Innanzitutto ecco le cose comunicate più o meno pubblicamente da Tchaikovsky: fece capire di passaserla male, in sèguito annunciò di voler far capire qualcosa manifestando forti malori, poi affermò, tramite una frase per l'intendimento esclusivamente razionale, di non esser più sottoposto al rischio di malattie neppure quelle più gravi del colera, infine annunciò di potersi risollevare dai malori (che non sono malattie né sintomi di malattie) scegliendo azioni e comportamenti incomprensibili per chiunque non avesse vissuto quel che aveva vissuto lui e impossibili a replicarsi per chi non ne fosse sopravvissuto con consapevolezza delle strategie adottate. Quindi ecco le cose comunicate da quelli che gli erano stati ed erano vicini: quanto da lui stesso comunicato, ciascuno lo potè comprendere interamente solo poi consultando gli altri testimoni. Tutti questi testimoni affermarono o lasciarono intendere per parte propria di non esser certi in fin dei conti che lui fosse morto, di non aver potuto neppure controllare sul letto di morte con certezza e di non sapersi o volersi spiegare perché. Lo zar Alessandro III celebrò i funerali adeguati per gli scomparsi ritenuti defunti ma senza le prove o per guerrieri partiti per non ritornare più in ogni caso in patria o per i dispersi in mare. Della maschera mortuaria si disse che era nota la data di realizzazione, ma non si volle confermare ufficialmente alcuna data di morte. Il resto sono i racconti anche della gente. I conoscenti o dicevano di un morto senza nome, o dicevano di lui come di un altro troppo diverso dai resti che vedevano, i non conoscenti lasciavano i saluti di rito senza poter identificare alcuna persona dalla salma. Riguardo alla diceria di una accusa di delitto mossa contro Tchaikovsky, non si trattò di discorsi veritieri. Tchaikovsky aveva subìto maledizioni e minacce, che si erano aggiunte alle precedenti ingiurie contro di lui. Alla fine gli offensori espressero idee erronee e fallaci sulle leggi dello Stato russo, idee che purtroppo ebbero diffusione postuma e vario successo anche nei Soviet oltre che in Occidente. In realtà in Russia (come in ogni vero Stato) non si puniva e non si sanzionava nessun genere di rapporto sessuale. Se per fare sesso si facevano torti agli stessi destinatari delle attenzioni sessuali, i torti venivano considerati in base alla situazione. Se il torto era fatto con intenzione di far meglio sesso, era considerabile nel giudizio sul torto una attenuante per l'accusa; nel caso restante cioè non assolutamente opposto (ovviamente), cioè di voler far torto limitando i piaceri sessuali, si considerava invece l'aggravante nell'accusa del torto, che appunto (ovviamente) non era rivolta agli atti sessuali. Gli "atti sessuali con non consenzienti" venivano descritti secondo linguaggio più concreto, tipo "invadenze contro gli altri e limitazioni ai propri danni". In ciò la Russia era ordinata ugualmente agli altri Stati europei dei cosiddetti "Antichi Regimi" e le espressioni meno concrete venivano introdotte col procedere delle concessioni democratiche e il conseguente bisogno di codici non direttamente dipendenti dalla cosiddetta "legge salica". Di tale legge salica attualmente pochi o pochissimi o comunque quasi sempre meno ne intendono consistenza e linguaggio, già sul finire del secolo decimo nono (1800-1900) cominciavano le defezioni intellettuali tra molti.
MAURO PASTORE |