Corriere della Sera
«Il più popolare partito politico italiano leader in Europa per false notizie e propaganda del Cremlino». Buzzfeed ci va giù pesante. «I leader del più popolare partito politico italiano, l’anti-establishment Movimento 5 Stelle — scrivono Alberto Nardelli, direttore della sezione Europa e Craig Silverman, fondatore del sito — hanno costruito un network diffuso di siti web e account social che diffondono notizie false, teorie complottiste e storie pro-Cremlino a milioni di persone». È soprattutto l’ultimo punto a preoccupare Buzzfeed, perché, nel mezzo della bufera sulle interferenze di Mosca nei processi democratici occidentali (vedi elezioni americane), «l’Italia sta diventando il prossimo principale campo di battaglia grazie alla raffinatezza e all’ampia audience della macchina di propaganda M5S». Nardelli e Silverman — che citano tra i siti che farebbero capo alla Casaleggio Associati Tze tze, La Cosa e La Fucina («un sito di salute che riporta post su cure miracolose alimentando anche cospirazioni anti-vaccini») —, fanno notare come l’atteggiamento dei Cinquestelle verso Putin abbia avuto una svolta improvvisa. Se ancora nel marzo 2014 il MoVimento accusava Italia e Ue di inerzia nel reagire all’invasione russa in Ucraina, già alla fine di quell’anno, in relazione a una storia di operai salvati dal licenziamento, il blog di Grillo opponeva i «fatti» di Putin agli «slogan» di Renzi. Poi, a giugno 2016, è arrivata la partecipazione del deputato grillino Manlio Di Stefano (già autore, nel luglio 2015, di un post in cui sottolineava che il M5S si è sempre battuto in Parlamento contro le sanzioni) al congresso di Russia Unita, partito di Putin. «BuzzFeed News — concludono Nardelli e Silverman — ha sottoposto una lista di 12 domande al M5S e alla Casaleggio Associati sulla rete di siti che controlla, il loro ruolo nel propagare false notizie e propaganda pro-russa e sulle relazioni del partito con il Cremlino. La Casaleggio Associati ha risposto che non è nella politica dell’azienda rispondere al tipo di domande che ha posto Buzzfeed News».
La replica del M5S: «Una fake news»«L’inchiesta di Buzzfeed è una fake news», replicano laconici i Cinque Stelle dal blog di Beppe Grillo, negando che il Movimento abbia altri siti o account social non ufficiali. «Gli eletti del M5S negli ultimi mesi hanno incontrato centinaia di figure istituzionali di paesi stranieri, tra cui quello russo», sottolineano i grillini, sostenendo che «le accuse di fare propaganda pro Cremlino o di diffondere notizie false è ridicola» e lanciando strali verso i giornali tradizionali: sono loro in Italia, scrivono, gli unici «produttori di bufale» e «l’unica propaganda che fanno è quella pro Renzi e pro Pd». Stando alla replica pubblicata da Grillo, «un’altra bufala riportata da Buzzfeed è che i parlamentari M5S abbiano firmato un contratto con la Casaleggio Associati».
Il Wsj mette in guardia dal populismo (ma non dal No al referendum)E il Movimento 5 Stelle campeggia anche sulla prima pagina del Wall Street Journal, con un articolo intitolato «La prossima tappa della marcia globale del populismo: l’Italia». « I mercati — scrivono Manuela Mesco e Deborah Ball — si sono innervositi alla prospettiva di un voto per il No (al referendum costituzionale, ndr). Il Movimento 5 Stelle chiede tasse più basse, l’abrogazione degli impegni sull’unione fiscale europea, la rinegoziazione di parte dei 2 mila miliardi di euro del debito italiano, persino la stampa di moneta, se necessario. È a favore di un referendum non vincolante sulla permanenza dell’Italia nell’euro». Mesco e Ball spiegano anche come, per i sostenitori del M5S, l’inesperienza dei suoi rappresentanti «è un titolo d’onore», perché, come dice un ex imprenditore del settore mobili rovinato dalla concorrenza cinese, «sono dei dilettanti, ma a differenza dei politici degli altri partiti, sono liberi». Quanto al referendum, una view dello stesso Wsj lo liquida così: «l’Italia ha bisogno di una Margaret Thatcher o di un Ronald Reagan o persino di un Gerhard Schröder, non di qualche nuovo articolo nella Costituzione». Perciò «forse gli elettori decideranno che più obblighi a rispondere delle proprie azioni potrebbero incoraggiare l’emergere del giusto tipo di leader, ma si può scommettere che il mondo non finirà se non lo faranno».