In un altro thread pomo-pèro ha proposto che nel caso un partito indipendentista ottenga la maggioranza dei seggi in una Regione questi dovrebbero costituirsi in assemblea costituente e proclamare l'indipendenza.
Io sono assolutamente d'accordo con questo modo di procedere. Che chiamo "via irlandese" - perché è quello che il Sinn Fein fece nel 1918.
Oggi si parla molto di tenere referendum sull'indipendenza, ma penso sia un approccio sbagliato, sia come metodo che come teoria. Nel senso che o le nazioni Lombarda, Veneta etc. esistono e quindi nessun referendum può certificare la loro esistenza - perché una Nazione è un soggetto ultragenerazionale, ed una particolare generazione non può disporne - oppure non esistono e quindi un referendum sarebbe illogico. Mentre vincere le elezioni è potenzialmente più facile che vincere un referendum visto che si potrebbe indire solo dopo aver vinto le elezioni.
Naturalmente per approvare la nuova Costituzione sì che dovrebbe tenere un referendum.
Attenzione però che senza quanto avvenne nel 1916 probabilmente il Sinn Fein nel '18 non avrebbe ottenuto tutti quei voti... Senza poi considerare anche la situazione internazionale del momento (non a caso quasi tutti i processi indipendentisti più recenti sono post-evento bellico, quindi con situazione internazionale in mutamento e stato occupante non certo al massimo delle forze)...
È l'approccio che sembra andare per la maggiore, ma anche a me non pare quello ideale. Per certi versi ha più senso la strategia degli autogoverni, il cui più grosso difetto per me non è quello di essere autoreferenziali, non rappresentativi e litigiosi (ce ne sono 3 o 4 nelle Venezie), ma quello di non governare (se pretendi di essere un governo legittimo allora comportati in tal modo. Esempio prendi una strada disastrata gestita dall'ANAS e asfaltala; avrai rogne ma avvicinerai il consenso alla tua causa).Oggi si parla molto di tenere referendum sull'indipendenza, ma penso sia un approccio sbagliato, sia come metodo che come teoria. Nel senso che o le nazioni Lombarda, Veneta etc. esistono e quindi nessun referendum può certificare la loro esistenza - perché una Nazione è un soggetto ultragenerazionale, ed una particolare generazione non può disporne - oppure non esistono e quindi un referendum sarebbe illogico. Mentre vincere le elezioni è potenzialmente più facile che vincere un referendum visto che si potrebbe indire solo dopo aver vinto le elezioni.
Volevo fare una riflessione sulle Forze di Difesa. A mio avviso ogni Nazione, costitutiva della Confederazione, dovrebbe conservare delle proprie autonome forze di difesa, pagale e reclutarle secondo i criteri che autonomamente deciderà. Attenendosi però ai criteri di qualità e quantità decisi dal Direttorio Federale, che in caso di guerra, assume anche il comando comune.
Come ha scritto Insubre73 le Forze di Difesa devono essere potenti, perlomeno qualitativamente - armamenti ed addestramento - perchè ovviament enumericamente non potranno mai essere troppo numerose. Cmq solo chi è armato può vivere libero.
Ceramente non saremo in grado di sconfiggere l'aggressione di una grande potenza, ma potremmo fargli subire così tante perdite da fungere da deterrente all'aggressione stessa.
Credo sia necessario dotarsi anche di armamento NBCR.
In linea di principio concorderei. Che ne facciamo delle attuali basi? Riconversione ad altri usi? O restano a disposizione dell'esercito?
Se ci aggredissero, ce le spariamo addosso? Ovviamente no, le spareremmo nel paese aggressore (servirebbe un equipaggiamento missilistico adeguato, però), ma a quel punto diventerebbe aggressione verso l'esterno (anche se a scopo difensivo) più che difesa vera e propria (sarebbe di fatto un contro-attacco).Gli armamenti NBCR finora hanno tutelato gli Stati che li possiedono da aggressioni esterne, mi pare.
Ad ogni modo da chi dovremmo difenderci? Gli stati che potrebbero attaccarci ne hanno a bizzeffe di quel tipo di armamenti e se colpiscono per primi siamo fritti lo stesso.
Naturalmente parliamo di uno scenario futuribile, considerato che il nostro Stato al momento neppure esiste. Quindi ovviamente bisognerebbe avere dei vettori adeguati, magari su satellite. In ogni caso lo scopo primario di armamenti del genere è far sapere che li si possiede e si è disposti ad utilizzarli, provocando gravi danni all'aggressore. Ovviamente se l'aggressore è uan grande potenza vincerebbe la guerra, ma potrebbe essere dissuaso dall'intraprenderla temendo ritorsioni estremamente gravi. Cioè se, ad esempio, gli USA possono polverizzarci noi però potremmo distruggere New York, ed in tal caso non sarebbe una vittoria neppure per gli statunitensi.
Inoltre considera che volano tecnologico ed economico sarebbe lo sviluppo di armamenti ad alta tecnologia.
Riguardo al sistema elettorale (non ricordo se ne avete già scritto) premesso che ogni Regione costitutiva della Confederazione dovrebbe darsi il sistema elettorale che preferisce - garantendo un reale pluralismo politico ovviamente - penso che per la Lombardia andrebbe bene un sistema elettorale "alla spagnola", se avete presente il modello. Che garantisce una rappresentanza per tutti i partiti che non siano proprio piccoli, ma che in situazioni normali dà ad un partito la maggioranza assoluta, o quasi. Naturalmente è probabile che la I legislatura sia relativamente frammentata, ma poi le forse politiche dovrebbero compattarsi abbastanza agevolmente.