La diretta sul referendum costituzionale di Termometro Politico
Diretta Referendum Costituzionale: quando si vota
Inizialmente previsto per la fase iniziale dell’autunno, il referendum ha subito diversi slittamenti. La data definitiva ed ufficiale è il 4 dicembre, come annunciato dal premier Matteo Renzi durante il Consiglio dei Ministri del 26 settembre.
Diretta Referendum Costituzionale: come funziona
La legge di revisione costituzionale richiede un procedimento definito aggravato, in virtù della rigidità della nostra Costituzione. Secondo quanto previsto dall’art. 138 della Carta, tale legge richiede una doppia approvazione da parte di entrambi i rami del Parlamento. Inoltre, in seconda lettura è richiesta la maggioranza assoluta, cioè il 50%+1 degli aventi diritto.
Ma non solo. Se la legge non risulta approvata a maggioranza qualificata – cioè i 2/3 degli aventi diritto – c’è la possibilità di sottoporla entro 3 mesi dal voto della pubblicazione (come avvenuto in questo caso) a referendum. A richiederlo deve essere almeno 1/5 dei componenti di una Camera, 5 Consigli Regionali oppure 500 mila elettori. Scaduti i 3 mesi, la legge entra ufficialmente in vigore.
Il referendum del 4 dicembre si sarebbe tenuto lo stesso su richiesta di deputati e senatori. I due Comitati del “Sì” e del “No” hanno comunque preferito raccogliere le 500mila firme necessarie così da incassare 500mila euro (uno per ogni firma) per finanziare la campagna referendaria. Il fronte del “Sì” ha presentato alla Cassazione tra le 560 e le 580 mila firme, mentre il “No” non è riuscito a raggiungere la soglia necessaria raccogliendone circa 300mila.
A differenza di un referendum abrogativo – che, come dice la parola stessa, è teso ad abrogare (cioè annullare una legge) – quello costituzionale è detto anche confermativo. In sostanza, chi vuole annullare una legge (già in vigore nel caso di referendum abrogativo, pronta a diventare tale invece in quello confermativo) deve votare “sì” al referendum abrogativo e “no” al referendum confermativo e viceversa. Ma c’è un ulteriore grande differenza. A differenza del referendum abrogativo, quello confermativo non richiede alcun quorum: per avallare – o viceversa stoppare – l’entrata in vigore della riforma basterà quindi la maggioranza relativa, ovvero il 50%+1 dei votanti, indipendentemente da quanti essi siano.
Diretta Referendum Costituzionale: la riforma
La Riforma Renzi-Boschi si prefigge, tra le altre cose, l’obiettivo di superare il bicameralismo paritario e perfetto – diversificando compiti, funzioni e modalità di elezione di Camera e Senato – ridurre il numero dei parlamentari e i costi delle istituzioni, abolire il CNEL e modificare il Titolo V della Parte II della Costituzione. Per ulteriori dettagli, consulta il testo completo della riforma e le slides di sintesi pubblicate dal governo.
Diretta Referendum Costituzionale: il quesito
La Corte di Cassazione, nell’ammettere le 4 richieste di referendum costituzionale presentate, ha dichiarato legittimo il seguente quesito:
Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n.88 del 15 aprile 2016?
Diretta Referendum Costituzionale: i sondaggi
Tutti (o quasi) i principali istituti demoscopici stanno monitorando la situazione mediante sondaggi elettorali sulle intenzioni di voto degli italiani. Ecco quale è la situazione attuale, che tiene conto solamente dell’ultimo sondaggio pubblicato da ogni singolo istituto demoscopico. I dati degli istituti con indicati con un (*) sono stati ripercentualizzati, escludendo gli indecisi.
Inoltre, ogni istituto ha utilizzato un campione diverso. Ad esempio:
– Ipsos ed Euromedia comprendono solo coloro che andranno alle urne e sanno già cosa votare
– Demopolis comprende solo gli elettori “propensi a recarsi alle urne” ma i risultati sono ripercentualizzati escludendo chi “andrebbe a votare ma non sa ancora cosa”
– Ixè comprende solo chi “intende andare a votare”
– Demos comprende solo chi “sicuramente andrà a votare”
– Emg esclude solo chi non andrà sicuramente alle urne
– Winpoll esclude chi non andrà a votare ma comprende i “non so se andrò”
– Piepoli esclude chi “non sa cosa votare”
– Index esclude indecisi e chi non andrà a votare
– Eumetra esclude indecisi ed astenuti
Specificato ciò, possiamo notare come al momento tutti gli istituti diano in vantaggio il fronte del “no”.
Diretta Referendum Costituzionale: se vince il Sì
Con la vittoria del sì, l’impianto della riforma verrebbe confermato ed entrerebbe in vigore nella sua interezza. Tra le altre cose, il Senato diventerebbe sede di rappresentanza delle istituzioni regionali e vedrebbe il numero dei suoi membri (che non saranno più eletti direttamente dai cittadini) scendere da 315 a 100.
La Camera dei Deputati rimarrebbe quindi l’unico organo di controllo ed indirizzo politico del governo nonché insignito del potere di concedere o meno la fiducia all’esecutivo.
Inoltre, verrebbero redistribuiti i poteri legislativi tra Stato e Regioni a favore del primo. Per questo, vengono completamente abolite le materie concorrenti e lo Stato riacquista la potestà legislativa su molti temi come la sicurezza sul lavoro o la tutela dei beni culturali. Inoltre viene introdotta la cosiddetta “clausola di supremazia” à la tedesca per cui lo Stato centrale potrà intervenire anche sulle materie esclusive delle Regioni se lo richiede “la tutela dell’interesse nazionale”.
Cambierebbero inoltre i quorum per l’elezione del Presidente della Repubblica – 2/3 dei componenti nei primi 3 scrutini, 3/5 dal quarto al sesto, 3/5 dei votanti dal settimo – e le modalità di nomina dei giudici della Consulta di pertinenza del Parlamento (che non avverrà più in seduta comune, ma con 2 per il Senato e 3 per la Camera).
Oltre alla soppressione del CNEL e all’eliminazione definitiva dalla Carta dell’istituto delle Province, subentrerebbero variazioni anche per i referendum, con la modifica del meccanismo quorum/firme per quello abrogativo – per le consultazioni indette con la raccolta di almeno 800 mila firme basterà un quorum pari alla metà dell’affluenza alle precedenti elezioni politiche – e l’introduzione del referendum propositivo e di indirizzo.
Dal punto di vista politico, invece, Renzi avrebbe la possibilità di sfruttare la vittoria rassegnando le dimissioni al Capo dello Stato chiedendogli di sciogliere le Camere.
Diretta Referendum Costituzionale: se vince il No
Al di là delle possibili conseguenze sul piano squisitamente politico legate alla tenuta del governo Renzi, la vittoria del “no” “stopperebbe” definitivamente l’entrata in vigore della legge. L’impianto costituzionale resterebbe invariato, e con esso quindi – tra le altre cose – la struttura del Senato, del CNEL e le modalità di elezione del Presidente della Repubblica e dei giudici della Consulta, oltre che il complesso del meccanismo referendario.
Quali invece gli effetti sulla legge elettorale? In caso di vittoria del “no”, il Senato resterebbe elettivo ma senza Italicum, la legge elettorale voluta dal governo Renzi che si applica alla sola Camera dei Deputati.
Dal punto di vista politico, il Presidente del Consiglio quasi certamente si dimetterà e Mattarella potrebbe incaricare un esecutivo tecnico guidato da Pier Carlo Padoan o Piero Grasso per approvare rapidamente una nuova legge elettorale e andare al voto in primavera.
Diretta Referendum Costituzionale: comitati e schieramenti
L’Agcom ha pubblicato un documento in cui vengono elencati tutti i “soggetti politici” e i Comitati di entrambi i fronti. Sono in tutto 9 per il “Sì” e ben 22 per il “No”, a dimostrazione di una maggior frammentazione e composizione eterogenea dei contrari alla riforma costituzionale.
Si chiama Basta un sì il comitato ufficiale a sostegno della riforma, corredato da un manifesto sottoscritto da oltre 200 docenti universitari. Dal punto di vista parlamentare, entrambi i fronti sono piuttosto variegati: per il “Sì” sono il PD, ALA, UDC, NCD e IDV. A favore di un “pacato sì” è anche l’appello firmato da più di 300 tra studiosi, docenti, scrittori e registi.
Adesso possiamo dirlo: questo è il referendum degli italiani.Diversi anche i gruppi contrari alla riforma. Oltre al Comitato per il no – presieduto dai costituzionalisti Alessandro Pace e Gustavo Zagrebelsky – tra i principali vi è anche il Comitato promosso dai principali partiti di centrodestra (Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia) schierati in Parlamento all’opposizione del governo Renzi. I gruppi parlamentari che si oppongono alla riforma sono M5S, Lega, FI, SI e la minoranza dem.
Leggi perchè: https://t.co/wKvixzaTwl#bastaunsi pic.twitter.com/rm9X619uAv
— Basta un Sì (@bastaunsi) August 8, 2016
Perché #IoVotoNO pic.twitter.com/9LtKW2zHRVAd essi si aggiunge Io voto NO, la posizione ufficiale di Possibile – la nuova formazione dell’ex PD Pippo Civati – con tanto di proposte alternative su riforma del Senato e legge elettorale.
— Comitato per il NO (@ComitatoDelNO) September 17, 2016
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Scritto da: Redazione
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