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Discussione: MARXISMO e GIUDAISMO

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    MARXISMO e GIUDAISMO



    di Dagoberto Bellucci



    Libero corrispondente dal Libano per TerraSantaLibera.org

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    "Ogni giorno gli ebrei e la loro banca estendono il loro dominio sull'Europa e sull'illuminismo, su tutta la civiltà, ma soprattutto sul socialismo perchè sarà proprio con il suo aiuto che l'ebreo eliminerà il cristianesimo! Allora non resterà che l'anarchia e l'ebreo - padrone - portà governare il mondo!"

    ( Fëdor Michajlovič Dostoevskij )





    "Tutte le rivoluzioni comuniste sono niente più che rivoluzioni ebraiche. Pensate, organizzate, finanziate e personalmente attuate da elementi ebraici"

    (Henry Ford - "L'Ebreo Internazionale")





    L'apparizione sul palcoscenico della storia mondiale dell'ideologia marxista rappresenta una delle più rilevanti questioni relative ai processi di degenerazione intervenuti nell'Europa del XIXmo secolo ed una ricognizione analitica 'doverosa' per una comprensione più approfondita delle dinamiche sovversive che hanno caratterizzato il Vecchio Continente dall'epoca dei Lumi fino ai giorni nostri.



    Inevitabilmente un'analisi del marxismo dovrà tener conto sia del clima storico sia della prassi ideologica e metodologica proprie di una forza rivoluzionaria che - nel senso anti-tradizionale - si è posta fin dalle sue teorizzazioni quale autentica "contro-Chiesa" attuando un completo ribaltamento dei valori ed operando alla stregua di un virus interno alle società europee.



    Al di là delle fuorvianti derive reazionarie e borghesi tipiche di una mentalità da destra beghina e neoconservatrice occorre sottolineare come l'anti-comunismo , intendendo il comunismo marxista nella sua valenza di forza anti-tradizionale e sovversiva qual'è, appartenga di diritto - e anche de facto - al nostro bagaglio culturale , ideologico e politico nonchè risulti 'coerentemente' conforme alla nostra adesione spirituale all'Islam tradizionale e rivoluzionario del compianto Imam Khomeini (che non casualmente...come 'sempre'...una volta instaurata la Repubblica Islamica in Iran soppresso i traditori e i nemici dello Stato rappresentati 'anche' dai dirigenti e militanti del Partito Comunista Iraniano o Tudeh che dir si voglia (1).... quinte colonne al servizio del Cremlino e di Mosca e nemici spietati dei valori spirituali dell'Islam come i loro padroni moscoviti) ; ciò non modifica 'ovviamente' quanto già più volte sottolineato circa l'inutilità di un'anti-comunismo senza comunismo nel Terzo Millennio e la necessità di fuoriuscire dalle logiche schmittiane della dicotomia Fascismo/Anti-fascismo esistenti nella società italiana dove al mito della "resistenza" 'partigiana' e della "costituzione antifascista" si sono andati parallelamente opponendosi il nazionalismo senza sovranità nazionale e l'anti-comunismo viscerale delle forze della destra reazionaria "a stelle e strisce".



    A completamento di questo triste quadro generale si deve sottolineare infine l'errata interpretazione fatta del marxismo , in tutte le sue varianti ideologiche, da ambienti per i quali era inevitabile (...stava già nelle 'premesse'...) l'adesione più o meno 'sbracata' al moderno 'berlusconismo' imperante.... Per 'intenderci' siamo anti-comunisti prima di , senza di e meglio del "cavaliere" e soprattutto non abbiamo bisogno di 'lezioni' da chicchessia: nè dei 'revisionismi' funzionali alla Pansa e tantomeno dei "kippizzati" mea culpa dei Fini di turno...



    Analizzando l'ideologia, l'esperienza storica ed alcune delle figure principali - teorici e dirigenti - dell'esperienza marxista scrivevamo diciassette anni or sono (2) di un "vero volto del comunismo" ossia dell'influenza giudaica sull'elaborazione dottrinale, la prassi propagandistica, la metodologia rivoluzionaria e la violenza politica applicate nel corso di un secolo e mezzo da tutti i capi comunisti eterodiretti dall'Internazionale Ebraica.



    Dall'esperienza del movimento degli eguali di Gracco Babeuf all'ondata rivoluzionaria borghese (la rivoluzione del Terzo Stato) con Karl Mordechai Marx si passerà alla definizione di un'ideologia sovversiva e rivoluzionaria adatta al Quarto Stato , al proletariato mondiale, che elabora una teoria incentrata sul "mito" della questione sociale creazione tipicamente ebraica che, come spesso è stato ricordato, nasce da crani ebraici. Non sarà la questione sociale a generare il marxismo bensì Marx ed i suoi collaboratori ad generare la questione sociale nel Vecchio Continente dando all'idea socialista una visione messianica e atea della storia su basi economicistiche.



    Marx non è mai stato un economista, tutt'al più si è occupato di merci. Premesso ciò è importante sottolineare le influenze intervenute nella vita del giovane Marx.

    "Inizialmente , il futuro 'inventore' del comunismo moderno, Karl Marx (...) era un fervente cristiano, almeno stando alle sue prime opere scritte. In un tema scolastico di religione, intitolato "Unione dei fedeli con Cristo", annotava quanto segue: "L'unione con Cristo dona elevazione interiore , conforto nel dolore, tranquilla certezza e cuore aperto all'amore del prossimo, ad ogni cosa nobile e grande, non già per ambizione nè brama di gloria, ma solo per amore di Cristo". Altri scritti giovanili contengono simili manifestazioni di elogio verso i temi cristiani. Ma più avanti , durante gli studi superiori, qualcosa di misterioso trasformò il giovane Marx. Questo avvenne molto tempo prima che Moses Hess nel 1841 lo conducesse a far sue le convizioni socialiste. Un carattere fragile, in balia delle correnti di pensiero e di fede? Un avvenimento sconosciuto, un processo trasformativo sfuggito ai biografi pro e contro Marx, aveva indotto lo stesso a divenire uno strenuo nemico della religione. "Voglio vendicarmi di Colui che regna al di sopra di noi" scriveva nel poema "Invocazioni di un disperato". (...) Nel poema appena citato troviamo altre parole significative che se non risolvono l'arcano che sembrano occultare, perlomeno indicano il seme della ritorsione: "E ormai non mi rimane più che la vendetta/ Voglio costruirmi un trono sulle alture...". Sembra che il posto di Dio sia stato preso nel cuore di Marx da un altro dio, un dio di angoscia e terrore, ma ugualmente potente. (...) In un altro poema , "Il Menestrello", Marx ammette: "I vapori infernali mi salgono al cervello/ e lo riempiono finchè io divento pazzo/ E il mio cuore è completamente mutato/ Guarda questa spada/ Il principe delle tenebre me l'ha venduta". E' la confessione di una tragedia reale , interiore? Un indizio per capire meglio l'allucinante mondo 'marxiano' ci viene dal poco noto dramma giovanile intitolato "Oulanem" (che corrisponde all'inversione anagrammata del nome sacro Emanuele, il cui significato biblico è "Dio con noi"): "Egli batte il tempo e dà il segnale/ Sempre più arditamente/ io suono la danza della morte/ Ed anch'essi sono Oulanem, Oulanem/ Questo nome risuona come la morte/ poi si prolunga fino a spegnersi miseramente/ Smettete! L'ho afferrato!/ S'innalza adesso dal mio spirito/ Chiaro come l'aria, consistente come le mie proprie ossa". (3)
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
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    Predefinito Rif: MARXISMO e GIUDAISMO

    Ipotesi demonologiche del marxismo ne sono state apportate diverse, da numerosi autori (4) e in distinte sedi. Realtà storiche relative all'influenza di altri soggetti ebrei nella vita del Marx (anch'egli di origini giudaiche e nipote del rabbino di Treviri) anche; scrivevamo in proposito: "Fra questi colui che, non a torto, è considerato il vero padre del socialismo scientifico è senz'altro Moses Hess colui che influirà più di qualsiasi altro sulle tendenze rivoluzionarie dell'allora giovane Marx. Ebreo come Marx, comunista come Marx, Moses Hess fu - come tutti i componenti delle comunità israelitiche - un convinto razzista, esprimendo nel suo volume "Roma e Gerusalemme" (una requisitoria, serrata contro il paganesimo e il cristianesimo europei) le principali tesi che circa trent'anni più tardi sarebbero state riprese e ampliate da Theodor Herzl e dal movimento sionista. "La lotta di razza è prioritaria, dopo viene quella di classe! Il problema razziale traspare in tutti i problemi di nazionalità e libertà. Tutta la storia del passato è una lotta tra classi e razza!" (5)



    L'influenza di Hess sarà determinante per l'evoluzione del pensiero del giovane Marx il quale, redattore della rivista tedesca "Rheinische Zeitung", fino a quel momento non dava alcun credito alle parole d'ordine del comunismo dell'epoca scrivendo tra l'altro che "tentativi da parte delle masse in vista di promuovere queste idee comuniste devono essere accolti a colpi di cannone non appena diventano un pericolo..." (6)



    "Secondo Hess - scrive Piero Mantero (7) - sarà proprio Marx "a dare il colpo di grazia alla religione e alla politica medievali". Gearg Jung, un amico a quell'epoca di Marx, scrive: "Il dr. Marx, il dr. Bauer e L. Feuerbach s'associano per fondare una rivista teologico-filosofica. Il vecchio buon Dio farà bene , allora, a circondarsi di tutti i suoi angeli e a compassionarsi, perchè questi tre uomini l'espelleranno sicuramente dal suo paradiso e, per giunta, gli intenteranno un processo."





    E' in questo periodo storico che si deve collocare la conversione di Marx al socialismo scientifico che darà i suoi frutti immondi nella compilazione del noto "Capitale" e nel "Manifesto dei Lavoratori Comunisti" i quali per il nipote del rabbino di Treviri nient'altro dovevano rappresentare che un'esca "per attirare proletari e intellettuali a quest'ideale diabolico" come sostiene il pastore protestante Wurmbrand nella sua opera.



    Il socialismo scientifico marxista resta un'utopia. Un'utopia pericolosa. Un vero e proprio grimaldello ideologico e filosofico utilizzato per decenni, a partire dalla metà del XIXmo secolo e fino a pochi decenni or sono, da una casta di intellettuali per manovrare a proprio piacimento e per i propri interessi i lavoratori e le classi disagiate, "il proletariato mondiale", chiamate alla mobilitazione permanente in vista della conquista terrena di un vero e proprio eden (...l'assalto al cielo di marxistica memoria...) presentandosi il marxismo come una sorta di nuova religione, o - per essere più esatti - come la contro-religione per eccellenza. L'ideologia marxista è avversaria di qualunque valore: nega Dio come nega lo Stato, si proclama avversaria di qualsivoglia ordine costitutivo, sul piano ideologico è ostile a qualsiasi istituzione che deve essere abbattuta in quanto espressione della società borghese da abbattere , disintegrare e sostituire da un nuovo ordine mondiale ateo, socialista, comunista.



    "La verità centrale del bolscevismo è : disintegrazione dell'individuo. - scrive Julius Evola (8) - Il nuovo vangelo, che esso proclama, è l'"uomo collettivo", "l'uomo-folla", l'elemento impersonale di un ente plurimo, titanico, poliartico, arimanico, che "non ha nome" come non ha capo. La potenza ed il diritto assoluto spettano a quest'ente: a lui l'impero del futuro. Dichiarato "superiore categoria" , dinanzi a lui il singolo realizzerà lo stesso senso di inanità, che può avere dinanzi alle forze fatali della natura. E vorrà tutto questo. Distruggere dunque al titolo di un male, di un nucleo negativo, tutto ciò che nell'uomo può aver valore di autonomia e di individualità, tutto ciò che può comunque costituire un interesse staccato da questa potenza impersonale - è il compito che il bolscevismo assume come sua missione e che oggi fa oggetto di un metodo preciso, radicale e ragionato, la cui formula è : meccanizzazione, disintellettualizzazione e 'razionalizzazione' di ogni attività , su tutti i piani. (...) L'idea che il progresso possa consistere in una "cultura" in senso classico, cioè nel compito di dignificazione , di superamento interno , di sviluppo dei singoli esseri, viene derisa e respinta come il più pericoloso dei veleni dell'era borghese. Ciò che può condurre ad uno stadio superiore si ritiene invece essere una combinazione sociale esterna, meccanica, puramente cumulativa degli esseri per mezzo dell'organizzazione e del perfezionamento tecnico delle condizioni dell'esistenza materiale. Quando si tolga ogni valore alla personalità ed all'interiorità, le membra si trasformano in parti, e la loro unità deve essere appunto quella estrinseca di un meccanismo. Viceversa, la meccanizzazione è il metodo per cui ogni forma di vita può essere spersonalizzata e collettivizzata: liberata dal "male dell'Io", dall' "inutile ingombro della spiritualità" (espressioni dell'ideologia bolscevica) , essa si ridurrà ad un semplice elemento in fatale dipendenza da tutti gli altri secondo rapporti esteriori collettivi."



    Il bolscevismo sovietico , massima espressione e realizzazione dell'ideologia marxista, dunque come negazione assoluta dell'uomo, dei suoi valori spirituali come della sua stessa natura umana. Nell'esperienza bolscevica russa, o per esser più chiari nel Giudeo-Bolscevismo che instaurerà un autentico Golpe Ebraico nella Russia zarista nel 1917, e nella prassi di sterminio rivoluzionario perpetrata lucidamente e fanaticamente dagli uomini della Ceka (9) e dei servizi di sicurezza sovietici - dai commissari politici comunisti come dai dirigenti del PCUS , dagli ufficiali dell'Armata Rossa come dai loro adulatori nei quattro angoli del pianeta raccolti nell'Internazionale del Comintern - è dunque ravvisabile la forma più bestiale , escrescenza infera per una collettività di sub-umani presi al cappio dai loro dirigenti giudei e dalla propaganda giudaico-marxista, di una società che sprofonda in una anarchia organizzata eretta a sistema di sfruttamento totalitario.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  3. #3
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    "L'anarchia - scrive Evola (10) - sarà l'ultima parola e i popoli diverranno gli strumenti di forze scatenate, fino a quando gli schieramenti irrazionali e materialistici fra "amici" e "nemici" staranno a determinare ogni valore e a dirigere quindi l'azione: tanto che il "nemico" , semplicemente in quanto tale, sarà l'"ingiusto" e l'"amico" il giusto." in quanto il nemico , in questo caso il Bolscevismo, non avrà parole d'ordine di lealtà nè conoscerà l'onore e - come tale - dovrà essere affrontato in tutta la sua crudele realtà ideologica prim'ancora che storica. Analizzando alcuni elementi fondanti l'esperienza giudaico-bolscevica sovietica Evola afferma:

    "La personalità , per il bolscevismo, è un pregiudizio borghese. Il singolo non esiste. La realtà vera è il collettivo. Il collettivo ha il supremo diritto. Esso è politicizzato ed assume il volto dell'ultima delle antiche caste tradizionali, quello dello schiavo da lavoro: è il mondo delle masse come rivoluzione proletaria in marcia. Su questa base il bolscevismo si dichiara anti-liberale e anti-individualista. (...) L'individualismo è sorto attraverso la negazione della tradizione e della realtà sovrannaturale, epperò insieme all'illuminismo, al razionalismo e allo scientismo. Il bolscevismo conduce alle estreme conseguenze tutte queste tendenze. Esso è un umanesimo integrale e solo per questo è anche ateismo. Per il bolscevismo non esiste che la massa umana e la sua evoluzione attraverso processi sociali , economici, tecnici. Il suo Dio è l'umanità, il suo vangelo è il messianismo tecnico. (...) Il bolscevismo è totalitario. E' avversario di ogni cultura pura. Nulla deve cader fuori dallo Stato bolscevico. Le forze dello spirito debbono avere una funzione politico-sociale (naturalmente in funzione del proletariato) ovvero essere estirpate come veleni disgregatori. Con ciò si ha il capovolgimento dei rapporti gerarchici vigenti in ogni Stato normale e quindi una specie di contraffazione diabolica del principio dell'unitarietà. (...) Il bolscevismo si dichiara internazionale. Anche il concetto di patria è da esso relegato fra i pregiudizi borghesi e i fantasmi della soggettività. Di solito, come antitesi a questa attitudine viene posto il concetto di nazione. Alla rivoluzione bolscevica viene opposta la rivoluzione nazionale. Questo è un punto piuttosto delicato , che purtuttavia bisogna chiarire. Se è vero che il bolscevismo nega ogni unità definita dall'idea di nazione, è altrettanto vero che esso tende ad una forma più vasta di unità, definita da un nuovo tipo umano: il proletario comunista. Secondo la costituzione sovietica, se uno straniero è proletario comunista, egli fa parte dell'Unione dei Sovieti e gode di tutti i diritti politici e civili corrispondenti..." (11)
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Predefinito Rif: MARXISMO e GIUDAISMO

    Se queste risulteranno essere le premesse teoretiche e gli obiettivi del marxismo una volta realizzata la rivoluzione ed edificato uno Stato sovietico (che non sarà nient'altro che la piattaforma utilizzata dal bolscevismo per lanciare ovunque la rivoluzione proletaria mondiale) - il che porrà oltretutto il problema a livello giuridico internazionale del riconoscimento di un siffatto strumento di disintegrazione delle altrui entità nazionali - conforme invece alle premesse di sovversione e al programma di degenerazione in senso materialista sarà anche l'attività militante dei rivoluzionari "rossi".



    Avevamo già sottolineato come , per lo stesso Marx e per gli altri teorici del socialismo scientifico, le rivoluzioni dei Lumi e quelle nazionali del 1848 non rappresentassero nient'altro che manifestazioni dello spirito borghese. La Rivoluzione francese e le seguenti attività agitatorio-ribellistiche a tinte patriottiche che si svilupperanno qua e là in tutto il continente europeo rientravano infatti ancora nello schema della conquista del potere da parte del Terzo Stato, nella rivendicazioni di diritti civili, nell'affermazione strumentale delle rivendicazioni su base etnico-nazionalistica dei popoli che , esperti agitatori alla Mazzini e occulti manipolatori delle differenti logge della Frammassoneria internazionale, vennero istigati a rivoltarsi in nome di "risorgimenti" essenzialmente avversi all'ancient regime e alla restaurazione delle monarchie tradizionali.



    La rivoluzione sognata dai marxisti arriverà qualche decennio più tardi con l'esperienza fallimentare ma fondamentale della Comune parigina del 1871. Approfittando del disastro delle armate di Napoleone III a Sedan , sobillati dai discepoli del Marx e dai teorici dell'avvento di una società egualitaria, i ceti più poveri della capitale francese tentarono di rovesciare con un colpo di mano le istituzioni nazionali repubblicane. L'esperienza della Comune rappresentò in effetti un momento decisivo per il movimento radicale marxista in preparazione di quella Grande Rivoluzione che avrebbe trionfato cinquant'anni più tardi in Russia: inserendosi nel solco delle precedenti rivoluzioni borghesi del 1789 e del 1848 l'esperienza della comune rappresenterà la prova generale per quella "rivoluzione proletaria che l'Europa ancora non aveva conosciuto. Nella storia la rivoluzione francese è stata la prima rivoluzione della classe media borghese chiamata Terzo Stato. La Comune doveva essere la prima rivoluzione della classe proletaria (...) del Quarto Stato!" (12)





    Il fallimento dell'esperienza comunarda francese - eterodiretta dalla cricca ebraico-massonica dell'Alleanza Universale Israelitica (primo esperimento "lobbistico" di chiara matrice giudaica promosso fin dal 1860 da Adolphe Cremieux) - non doveva comunque abbassarsi il livello di scontro che il comunismo intendeva portare contro tutti gli Stati e contro ogni istituzioni in particolare contro quelle monarchie assolutistiche che ancora si tenevano attorno ai principii tradizionali in particolare contro l'impero di Russia.



    L'ondata rivoluzionaria (della quale ci ha lasciato un chiaro ritratto lo scrittore Dostoevskij nel suo romanzo "I Demoni") che si abbatterà contro il trono dello Zar a partire dal 1860 sarà eterodiretta da elementi giudei: "sorsero decine di organizzazioni rivoluzionarie fra cui ricordiamo la Zemlijia e Volija ("Terra e Libertà") del 1865, la Molodaja Rossia ("Giovane Russia") del 1867, l'anarchica Narodnaja Rasprava ("Giustizia Popolare") il cui "supervisore" fu il capo-popolo Nechaev. Fra tutte queste organizzazioni si distinse particolarmente la Narodnaja e Volija ("Giustizia e Libertà") creata nel 1879 dall'ebreo Nicolaj Morozov e dal suo correligionario Pavel Askel'rod. Gli ebrei che furono ai vertici di tutte queste organizzazioni (e anche delle successive che sorsero sul finire del secolo) si distinsero anche come i più temibili terroristi e i più audaci esecutori materiali dei tanti episodi di violenza che insanguinarono il paese nell'arco di quasi mezzo secolo. Per comodità ne elenchiamo qui di seguito in ordine cronologico alcuni:

    9/02/1879: il principe Dimitrj Kropotkin, Governatore di Charcov, viene colpito a morte dall'ebreo Grigorij Goldemberg.

    1/03/1881: lo zar Alessandro II cade vittima (dopo sette precedenti tentativi falliti) dell'attentato dell'ebrea Vera Zalusc (autrice di un altro riuscito attentato nel 1878 al governatore generale di Mosca, il generale Trepov).

    La morte dello zar diede "respiro" alle attività sovversive e scatenò feroci pogrom popolari contro gli ebrei (...). La sovversione rossa comunque continuò a procreare nuove organizzazioni e nuovi nuclei armati: è del 1881 la fondazione dell'Hovezei Sion ("Amanti di Sion") , movimento nato ad Odessa, che si rifaceva apertamente all'idea biblica del ritorno in Palestina, vero e proprio precursore del sionismo di Herzl. Nel 1898 venne creato anche il Partito Operaio Social-Democratico (da cui si sarebbe scissa anni dopo l'ala bolscevica) in cui 3 ebrei figuravano fra gli uomini del direttivo (che in totale ne comprendeva 9). Nel 1900 fece la sua apparizione il Partito Social-Rivoluzionario (denominatosi anche Unione dei Socialisti Rivoluzionari), creato a Charcov dall'ebreo Andreij Zeliabov (elaboratore dell'attentato allo zar Alessandro II) del quale faceva parte una sezione combattente nata a Minsk per volere dell'ebreo Grigorij Gersuni. Di Gersuni lo storico Hugh Seton Watson dirà: "Era il massimo propugnatore e professionista del terrorismo, le cui attrattive come metodo d'azione politico furono notevolmente accresciute dopo l'uccisione del ministro dell'istruzione Bogoliepov", attentato quest'ultimo avvenuto il 14/02/1901.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Predefinito Rif: MARXISMO e GIUDAISMO

    Vi è inoltre da menzionare la costituzione a Vilna (Lituania) nel 1897 del movimento-partito "Bund" d'ispirazione socialista ma non "rivoluzionario" almeno secondo la stampa ufficiale, fondato dall'ebreo Julij Martov , ricco borghese, e costituito in prevalenza da elementi di razza israelitica.

    Gli attentati continuarono:

    1/04/1902: il ministro degli interni Sipiagin è assassinato dall'ebreo Balmasciov dell'Unione Social-rivoluzionaria;

    29/07/1902: fallito attentato al principe Obelenski, Governatore di Charcov, ad opera dell'ebreo Kaciura. Due colpi vanno a vuoto, un terzo colpisce mortalmente il capo della polizia di Kiev;

    6/05/1903: cade per mano ebraica il governatore di Ufa, Bogdanovic. Il leader della "Sezione combattente" Gersuni è arrestato. A lui subentrerà un altro ebreo, Evno Filipovic Azev (alias Ivan Nicolaievic alias Valentin Kusmic);

    29/07/1903: una bomba dilania il ministro degli interni, von Pleve. I due attentatori sono gli ebrei Egor Sazonov e Lebib Sikorski.

    Nel 1903 Theodore Herzl (il fondatore del Sionismo) , in visita a San Pietroburgo, incontrò il ministro delle finanze, conte Sergeij Vitte, dal quale si sentì pronunciare le seguenti testuali parole: "Ci sono 7 milioni di ebrei tra i complessivi 136 milioni di cittadini russi eppure, tra gli aderenti ai partiti rivoluzionari, essi hanno ruoli di spicco e sostanzialmente rappresentano il 60% della loro forza!".

    Una rivelatoria dichiarazione che trova conferma anche nella costituzione del Direttivo della stessa "Sezione" del Partito Social-Rivoluzionario: Azev presidente, Dora Billiant, Boris Mossejenko (alias Opanass), Maxmilian Schweitzer collaboratori strettissimi di Azev, Boris Savinkov teorico e successivamente ministro della guerra del foverno Kerensky (1917)." (13)



    E che massiccia, asfittica diremmo, sarà la partecipazione di elementi ebrei alla rivoluzione che si andava preparando e che porterà Lenin alla realizzazione del golpe ebraico del novembre 1917 risulterà chiaro anche dai 'numeri' relativi alla presenza ebraica in seno ai primi organismi direttivi della neonata Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.



    Il socialismo marxista era conosciuto , e bene, in tutta Europa come un autentico virus rivoluzionario da calpestare , bloccandone il contagio prima di una sua possibile estensione (come di fatto avverrà nei confronti dell'URSS immediatamente dopo la prima guerra mondiale quando le potenze europee crearono una sorta di cordone sanitario in funzione anti-sovietica isolando anche diplomaticamente questa creatura demoniaca partorita e fuoriuscita da crani ebraici, progettata e realizzata da altrettanti crani ebraici e vero agente sovversivo in mano all'Internazionale Ebraica).



    Giuseppe Prezzolini scriverà nel 1903 su "Il Regno" parlando del socialismo quale prodotto dello spirito ebraico: "nato, nelle sue teorie, da menti di stranieri per razza e per nazione; da ebrei e da tedeschi...duro, astruso, noioso alle menti italiane..." composto "...da un'armata minoranza , audace di grida e vorace nei suoi desideri, fatta di rifiuti d'uomini e di spostati, di avvocati senza clientele, di persone losche che nulla hanno da perdere." mentre Giovanni Boine, undici anni dopo, gli faceva eco dalle colonne de "Il Resto del Carlino" sottolineando come "Borghese o proletario che sia, banchiere o venditore ambulante di cerini, in fondo ad ogni ebreo fermenta ed è pronto a scoppiare lo sconfinante rivoluzionarismo che gli ha permesso cent'anni fa di uscire dal ghetto.".



    Analisi spregiudicatamente profetica quella del giornalista del quotidiano bolognese che solo tre anni più tardi, in pieno conflitto mondiale, vedrà l'alleanza tra i rivoluzionari bolscevichi e i banchieri ebrei occidentali (14) abbattere il trono dello zar ed instaurare il primo Stato socialista della storia:l' URSS.



    Un'alleanza, quella tra finanza ebraica occidentale e il "capitalismo di Stato" sovietico , che avrebbe retto per oltre settant'anni alle intemperie di un conflitto mondiale ed all'apparente ( ...le 'apparenze' spesso ingannano...) confronto con il centro del capitalismo mondiale (Wall Street) del quale l'URSS diverrà l'alter ego e un concorrente solo apparente: Mosca e Washington si spartiranno le spoglie dilaniate e i resti laceri dell'Europa fuoriuscita a pezzi dall'assalto concentrico del Giudeo-Capitalismo occidentale e dal Giudeo-Bolscevismo orientale. Senza il sostegno tecnico e militare degli statunitensi l'Armata Rossa staliniana sarebbe stata spazzata via dalle truppe dell'Asse nel volgere di una stagione così , analogamente, il capitalismo di stato sovietico non sarebbe sopravvissuto senza i traffici e l'apertura alle multinazionali capitaliste occidentali come nitidamente posto in luce in tutta la sua complessità dal volume di Charles Levinson (15) che , fino alla seconda metà degli anni settanta del secolo scorso, evidenzia la sinergia tra capitale multinazionale d'Europa e di Stati Uniti e dirigenti del Cremlino.



    Alcune considerazioni in merito al presunto anti-ebraismo del Maresciallo Stalin, sovente soggetto di dibattiti revisionistici e peraltro argomento di un'opera (16) di chiara impronta sionista tesa a demonizzare la figura del dittatore sovietico, solo per sottolineare come il capo del Cremlino avesse - durante gli anni Venti/Trenta - contratto tre matrimoni tutti con soggetti femminili di razza ebraica...



    In merito all'influenza esercitata dall'elemento ebraico nella storia dell'URSS - dalla sua costituzione fino alla scomparsa di questo monolitico impero della sovversione mondiale - si consulti il volume/intervista realizzato dall'ebreo Guido Valabrega, recentemente scomparso ed ex docente presso l'Università di Bologna nonchè creatore ed animatore del Gruppo di ricerca sul Medio Oriente contemporaneo di Milano, al Generale ebreo sovietico David Dragunsky nel quale sono rivendicate le conquiste ebraiche nei territori dell'ex URSS , il ruolo agitatorio-terroristico di elementi giudei nella preparazione della "Grande Rivoluzione del '17", la questione dell'enclave giudaica del Birobigian (Birobidzan), il ruolo degli ebrei nella "guerra patriottica" anti-fascista lanciata da Stalin nel '41, la partecipazione politica e culturale nonchè la libertà di culto e di professare la propria fede per le comunità israelitiche nell'ateissima terra dei Soviet.



    Riconosce il Generale Dragunsky che "...nell'Urss ognuno può esprimere liberamente la sua fede e che lo Stato non classifica i cittadini secondo la posizione nei riguardi della religione (...non ovviamente i cittadini di razza o religione ebraica ... ndr), ricorderò che vi sono più di 90 sinagoghe sparse nel Paese con una varietà di partecipazione molto marcata: mentre a Novosibirsk, Kuybiscev, Leningrado o Mosca la percentuale dei credenti sul totale degli ebrei del posto va dall'1 al 3 per cento, in Georgia o a Bukhara nell'Asia centrale la percentuale dei praticanti sale al 18-20 per cento." (17)



    Rivelatoria ammissione di un particolare trattamento di riguardo rispetto al culto ebraico mentre nella stessa Urss i credenti, ortodossi o cattolici o islamici, venivano pesantemente perseguitati, soppressi i loro luoghi di culto e sicuramente non godevano di simili privilegi. Motivo sufficientemente valido per confermare una specialissima relazione tra Giudaismo e Bolscevismo.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Predefinito Rif: MARXISMO e GIUDAISMO

    Infine sottolineiamo quì , a dare ulteriore validità a quanto affermato in merito alla relazione privilegiata tra Giudaismo e Bolscevismo, a conferma di quanto detto sul ruolo preponderante degli elementi ebraici nell'avvento della Rivoluzione sovietica le parole con le quali il futuro Duce d'Italia, Benito Mussolini, allora direttore del quotidiano "Il Popolo d'Italia" commentò l'instaurazione di un regime dei soviet nella Russia:

    "Se Pietrogrado non cade, se Denikin segna il passo gli è che così vogliono i grandi banchieri ebraici di Londra e di New York, legati da vincoli di razza con gli ebrei che a Mosca come a Budapest si prendono una rivincita contro la razza ariana che li ha condannati alla dispersione per tanti secoli. In Russia vi è l'ottanta per cento dei dirigenti dei soviets che sono ebrei...La finanza mondiale è in mano degli ebrei. Chi possiede le casseforti dei popoli, dirige la loro politica. Dietro i fantocci di Parigi, sono i Rothschild, i Warburg, gli Schiff, i Guggenhein i quali hanno lo stesso sangue dei dominatori di Pietrogrado e di Budapest. La razza non tradisce la razza. Il bolscevismo è difeso dalla plutocrazia internazionale. Questa è la verità sostanziale. La plutocrazia internazionale è controllata e dominata dagli ebrei." (18)





    Ora qualcuno tra i 'tanti' , 'soliti' , denigratori potranno chiedersi il motivo per il quale è stato stilato questo articolo sulla natura, le origini dottrinarie e l'evoluzione politica del Marxismo... premesso che l'anti-comunismo senza l'anti-giudaismo non ha alcun 'senso' il che non ci 'arruolerà' ad honorem in alcun Partito delle Libertà nè porrà mai sotto l'ala 'protettrice' di qualche consorteria giornalistica (peraltro controllate tutte, nessuna esclusa, da soggetti giudei o giudaizzanti) ...noi sottolineiamo come - al di là delle legittime, efficaci e 'circostanziate' provocazioni politiche (da Che Guevara a Pol Pot) di lattanziana memoria non abbiamo niente da spartire con alcun 'destro' di qualsivoglia ideologia o colore politico e tantomeno ci potremmo mai riconoscere in una Si(o)nistra storicamente incapace di affrontare 'adeguatamente' la questione 'maledetta'.



    Il marxismo - escrescenza demoniaca e sviluppo dottrinario e politico, sociale ed economico, di affioramenti sovversivi in seno alla società e alla storia europea - rappresenta una delle tante, diverse e difformi, maschere con le quali le forze dell'anti-tradizione hanno colpito il Vecchio Continente nel corso degli ultimi due secoli.



    Ciò non ci impedirà mai , per esempio, di riconoscere la valenza rivoluzionaria ed il 'senso' di vettori "socialisteggianti" nelle esperienze anti-imperialiste di un Patrice Lumumba o dell'eroica resistenza anti-statunitense dei guerriglieri Vietcong. Nè d'altro 'lato' abbiamo 'bisogno' di "stampelle" militaristico-reazionarie "made in USA" ( il Cile di Pinochet, la Grecia dei Colonnelli, le esperienze da repubbliche delle banane delle giunte militar-golpiste sud-americane )o del 'supporto' cinematografico di "Berretti Verdi" per riconoscere nel Marxismo un'ideologia perversa e anti-tradizionale.



    Un'ideologia per la quale , per il solo semplice "culto" della nostra persona (...c'è chi lo chiama egocentrismo...noi 'preferiamo' "dagocentrismo" ovviamente...) , saremmo immediatamente passati per le armi. Un'ideologia ed un'esperienza storica che ha negato i valori fondamentali di Razza, di Nazione e di Spiritualità ai quali abbiamo 'dedicato' una vita.... basterebbero questi 'dati' per smentire qualsivoglia nostra 'fascinazione' , più o meno 'esotica', verso il prodotto sovversivo ebraico meglio 'riuscito' del cosiddetto 'socialismo scientifico'.



    Noi , utilizzando l'evoliana eterogenesi dei fini, identifichiamo nella 'valenza' di un vettore politico la sua realtà in funzione di (pro o contro) una visione metastorica che riflette la radicale dicotomia schmittiana Amico/Nemico estraendone il 'valore' dalla dicotomia Tradizione/Sovversione.



    Questa ricognizione d'analisi non ci impedirà, d'altro canto, di continuare una "tradizione di famiglia" nella frequentazione 'biblica' di "compagne" - in Libano come in Occidente - ricordando quì la figura di nostro nonno paterno, Roberto Bellucci, già ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana in quel di Piacenza (e per questa sua adesione recluso nelle carceri della Repubblica antifascista nell'immediato dopoguerra) dove 'contrarrà' rapporti carnali con una affascinante staffetta partigiana delle Brigate Garibaldi. Onore a lui!



    Nè , per ciò, ci sarà difficile sottolineare la gelida algida personalità ed il rigore politico espressi attualmente dal solo Massimo D'Alema, politico di una 'razza' in via d'estinzione e perfetto esponente di quella scuola quadri del PCI che ha rappresentato per decenni la trasposizione italiana dell'efficiente burocrazia sovietica. In 'questo' - ed 'altro' ancora - i comunisti sono d'esempio....oggi per tutti. Altro che 'berluskones' e partiti-azienda, altro che amalgame tricolor-massoniche o girotondinismi populistici alla Di Pietro.



    Occorrerebbe , e anche urgentemente, in politica un rigoroso ribaltamento delle 'regole' e , soprattutto, un ritorno al passato (...Fini, Casini, Castagnetti, Bertinotti sono pallidi epigoni dei vari Almirante, Andreotti, De Gasperi, Berlinguer, Togliatti, Craxi...mutatis mutandiis l'involuzione della politica italiana è davanti a chiunque confronti gli attuali 'leader' politici con i loro predecessori...che non erano 'cime' ma che - rispetto a 'questi' - assurgono a 'vette' inesplorate di "genialità" e senso della politica...tant'é "così va il mondo/ecco com'è che va il mondo" 'canta' Franco Battiato in una sua canzone dall'omonimo titolo presente nell'album "L'Imboscata" del 1996...).



    Nel film "Scarface" (magistralmente diretto da Brian De Palma e altrettanto realisticamente interpretato da Al Pacino , con una deliziosa Michelle Pfeiffer) il protagonista, Tony Montana , esule cubano anti-comunista e di lì a poco boss della malavita, dichiara:

    "Io un comunista lo ammazzo anche gratis, se poi mi danno la carta verde lo sotterro pure…"

    Noi 'aggiungiamo' "semplicemente"..."se pure è ebreo ci piantiamo anche un 'croce' sopra"....
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Predefinito Rif: MARXISMO e GIUDAISMO

    DAGOBERTO BELLUCCI




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    Note -



    1 - sul ruolo e la funzione contro-rivoluzionario del Tudeh in Iran si consulti "Processo al Partito Comunista Iraniano" - ediz. Centro Culturale Islamico Europeo - Roma 1982;



    2 - si vedano nostri articoli "Il vero volto del comunismo" pubblicati in due parti sul mensile "Avanguardia" di Trapani ( nr. 81 e 84 - Estate/ Novembre 1992 );



    3 - Piero Mantero (a cura di) - "Satana e lo stratagemma della coda" - Ufo , Marxismo e Rock 'n 'roll armi del grande inganno soprannaturale - ediz. "Segno" - Udine 1991;



    4 - si veda in particolare l'interessante volume di Richard Wurmbrand - "Mio caro diavolo - Ipotesi demonologiche su Marx e sul marxismo" - ediz. "Paoline" - Roma 1979;



    5 - nostro articolo "Il vero volto del comunismo" - 2.a parte - "Avanguardia" - Nr 84 - Novembre 1992;



    6 - Karl Marx - "Der Kommunismus und die Augsburger Allgemeine Zeitung" - "Die Rheinische Zeitung" - in MEGA sez. 1, vol. 1, par. 1 , p. 263;



    7 - Piero Mantero - op. cit. ;



    8 - Julius Evola - saggio "Americanismo e Bolscevismo 1929" nel volume "Il Ciclo si chiude - Americanismo e Bolscevismo 1929-1969" - Quaderni di Testi Evoliani nr. 24 - a cura della Fondazione Julius Evola - Roma 1991;



    9 - Istituita in ottemperanza ad un decreto di Lenin del 20 dicembre 1917 la Ceka fu la prima istituzione rivoluzionaria bolscevica sovietica. Per una breve ricostruzione dei diversi organismi repressivi dell'Unione Sovietica di seguito riportiamo istituzioni e nomi dei massimi dirigenti dei servizi di sicurezza sovietici dalla loro costituzione fino alla scomparsa dell'URSS:

    · - Čeka (Abbreviazione di Večeka, a sua volta acronimo del "Comitato Straordinario di tutta la Russia per combattere la Controrivoluzione ed il Sabotaggio") (in russo Всероссийская чрезвычайная комиссия по борьбе с контрреволюцией и саботажем)

    · Feliks Dzeržinskij 1917 - 1918

    · Jakov Peters 1918

    · Feliks Dzeržinskij 1918 - 1922

    6 febbraio 1922 la Čeka diventa Direzione Politica di Stato GPU, una sezione dell'NKVD della RSSF Russa.

    · NKVD - "Commissariato del Popolo per gli Affari Interni"

    · GPU - Direzione Politica di Stato

    · Feliks Dzeržinskij 1922 - 1923

    15 novembre 1923 la GPU si riorganizza nell'OGPU alle dipendenze del Consiglio dei Commissari del Popolo dell'Urss.

    · OGPU - "Direzione Comune Politica di Stato" o "Ufficio Politico di Stato di tutta l'Unione"

    · Feliks Dzeržinskij 1923 - 20 luglio 1926

    · Vjačeslav Menžinskij luglio 1926 - maggio 1934

    10 luglio 1934 l'OGPU diviene la GUGB dell'NKVD dell'URSS; l'NKVD dell'SFSR cessa di esistere.

    · NKVD + GUGB - "Direzione Generale per la Sicurezza dello Stato" (Sia il GUGB sia l'NKVD sono diretti dalla medesima persona.)

    · Genrikh Jagoda 1934 - 1936

    · Nikolaj Ežov 1936 - 1938

    · Lavrentij Berija 1938 - 1945

    Il 3 febbraio 1941 il GUGB e l'NKVD sono per un breve periodo separati, poi riuniti e, nel 1943, separati ancora.

    · NKGB - "Commissariato del Popolo per la Sicurezza dello Stato"

    · Vsevolod Merkulov 3 febbraio - 20 luglio 1941 (l'NKGB torna a far parte dell'NKVD)

    · Vsevolod Merkulov 14 aprile 1943 - 1946 (l'NKGB è di nuovo separato dall'NKVD)

    18 marzo, 1946 tutti i Commissariati del Popolo sono rinominati Ministeri.

    · MGB - "Ministero per la sicurezza di stato"

    · Viktor Abakumov 1946 - 1951

    · Sergej Ogoltsov agosto - dicembre 1951

    · Semën Ignat'ev 1951 - 1953

    · Komitet Informatsii (KI) - "Comitato di Informazione"

    · Peter Fedotov MGB

    · Fedor Kuznetsov GRU

    · Jakov Malik Ministero degli Esteri

    30 maggio 1947: decisione ufficiale con lo scopo dichiarato di "aggiornare il coordinamento dei diversi servizi di intelligence e di concentrarne gli sforzi sui filoni principali". Nell'estate del 1948 il personale militare del KI venne restituito all'esercito sovietico per ricostituire una sezione estera dell'intelligence militare del GRU. Le sezioni del KI che si occupavano del blocco orientale e degli emigrati sovietici vennero riportate sotto l'MGB alla fine del 1948. Nel 1951 il KI ritornò all'MGB.

    5 marzo 1953: MVD e MGB vengono fuse nell'MVD da Lavrentij Berija.

    · MVD - "Ministero degli affari interni"

    · Sergey Kruglov Marzo 1953 - Marzo 1954

    13 marzo 1954: con l'epurazione di Berija, le funzioni di polizia segreta vengono nuovamente separate dal ministero dell'interno (MVD), ma il nuovo organo indipendente non è un ministero (come era il MGB), ma un comitato, sotto il controllo del Consiglio dei Ministri. Questo assetto del KGB resterà stabile sino al 1991.

    · KGB - Comitato per la sicurezza di stato

    · Ivan Serov 13 marzo 1954 - 8 dicembre 1958

    · Aleksandr Šelepin 25 dicembre 1958 - 13 novembre 1961

    · Vladimir Semičastnyj 13 novembre 1961 - 18 maggio 1967

    · Jurij Andropov 18 maggio 1967 - 26 maggio 1982

    · Vitalij Fedorčuk 26 maggio 1982 - 17 dicembre 1982

    · Viktor Čebrikov 17 dicembre 1982 - 1º ottobre 1988

    · Vladimir Krjučkov 1º ottobre 1988 - 22 agosto 1991

    · Leonid Šebaršin 22 agosto 1991 - 23 agosto 1991 (facente funzioni)

    · Vadim Bakatin 23 agosto 1991 - 22 ottobre 1991

    Dopo che il Comitato per l'Emergenza di Stato fallisce nel rovesciare Gorbačëv e Boris El'cin prende il controllo, il generale Vadim Bakatin riceve l'ordine di sciogliere il KGB.



    Per una breve bibliografia sui servizi di sicurezza sovietici si veda:

    a) Le purghe staliniane. I processi di Mosca (1936) e l' eliminazione della vecchia guardia bolscevica.
    EDIZIONI PROMETEO. MILANO. 1997 STRUMENTI DI BATTAGLIA COMUNISTA N¡ 4

    b) ANDREW Christopher GORDIEVSKIJ Oleg
    La storia segreta del KGB.
    RIZZOLI. MILANO. 1991

    c) BECK e GODIN (pseudonimi)
    Confessioni e processi nella Russia sovietica.
    LA NUOVA ITALIA. FIRENZE. 1953

    d) BROSSAT Alain
    Agenti di Mosca. Lo stalinismo e la sua ombra.
    ED DEDALO. BARI. 1991

    e) CACCAVALE Romolo
    Comunisti italiani in Unione Sovietica. Proscritti da Mussolini soppressi da Stalin.
    MURSIA. MILANO. 1995

    f) FRESCAROLI Antonio
    La GPU y la NKVD. La alucinante historia de la represion bolchevique.
    EDITORIAL DE VECCHI. BARCELONA. 1971

    e) HERLING Gustav
    Un mondo a parte.
    LATERZA. BARI. 1958

    h) LEHNER Giancarlo, con Francesco BIGAZZI
    Carnefici e vittime. I crimini del Pci in Unione Sovietica.
    A. MONDADORI. MILANO. 2006

    i) LUCINI Marcello
    Ghepe. Storia della polizia segreta sovietica.
    BIETTI. MILANO. 1974

    l) POLO Max
    Storia delle polizie segrete in URSS.
    EDIZIONE FERNI. GINEVRA. 1972

    m) RAYFIELD Donald
    Stalin e i suoi boia. Una analisi del regime e della psicologia stalinisti.
    GARZANTI. MILANO. 2005

    n) Aa.Vv. - "Il libro nero del comunismo" - ediz. "Mondadori" - Milano 1998;





    10 - Julius Evola - "Fenomenologia della sovversione - L'antitradizione in scritti politici del 1933-70" - ediz. "SeaR" - Borzano (Reggio Emilia) 1993;



    11 - Julius Evola - ibidem;



    12 - Malinsky - "La Guerra Occulta" - ediz. di "Ar" - Padova 1980;



    13 - nostro articolo - "Il vero volto del comunismo" (2.a parte) - "Avanguardia" nr 84 - Novembre 1992;



    14 - in merito ai finanziamenti delle banche ebraiche d'Occidente alla rivoluzione giudeo-bolscevica di Lenin si consulti , tra gli altri, di Pierre de Villemarest - "A l'ombre de Wall Street - Complicitès et financements sovièto-nazis" - ediz. "Godefroy de Bouillon" - Francia 1996;



    15 - Charles Levinson - "Vodka-Cola" - ediz. "Vallecchi" - Firenze 1978;



    16 - Louis Rapoport - "La Guerra di Stalin contro gli ebrei" - ediz. "Rizzoli" - Milano 1991;



    17 - David Dragunsky/Guido Valabrega - "Ebrei e sionismo" - ediz. "Teti" - Milano 1986;



    18 - Articolo di Benito Mussolini apparso su "Il Popolo d'Italia" in data 4 Giugno 1919 e riproposto da Giovanni Preziosi nell'introduzione dal titolo "Il Genio" al suo volume "Come il Giudaismo ha preparato la guerra" - ediz. "Tumminelli" - Roma 1939;
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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  8. #8
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    Predefinito Rif: MARXISMO e GIUDAISMO

    Come mai nessun commento? Tutti marxisti filo-giudaici qui dentro? Allora spostatevi dagli eurasiatisti, dai
    "non è Maurizio Lattanzio a sentirsi Dio, ma è Dio, quando è 'in forma', a sentirsi Maurizio Lattanzio"

  9. #9
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    Predefinito Rif: MARXISMO e GIUDAISMO

    il marxismo non è che l'ala politica del giudaismo mondiale.
    Lo scopo dei judei è creare unn unico governo bolsheviko/massonico che comprenda tutta la terra.
    L'esperienza "russa" insegna.
    I judei hanno "distrutto la madre russia" (cit kaganovic) distruggendo la religione ortodossa e sostituendeola cion un ateismo pubblico e GIUDAISMO PRRIVATO, infatti in urss le sinagoghe (a differenza dellte chiese) rimasero aperte per tutta la durata del regime.
    Gli ebrei hanno distrutto lo spirito nazionale russo sostituendolo ad un imperialismo collettivista multi-razziale e cosmpolita.
    Il governo mondialista sovietico creò uno stato multi-razzale disriminante l'etnia russa/slava infatti vennerro creati gli stati artificiali di ukraina e belarus' (sempre stati parte della madre russia) e degli 8 capi di stato sovietici SOLO UNO era russo/europide sposato con una slava (mikhail gorbachev) il resto erano o caucasici,tataro/mongoli o ebrei sezna contare elstin (chee di certo non era un russo etnico).

    ORA LA NUOVA UE-URSS GIUDAICO/MASSONICA STA ATTUANDO IL PIANO PER DISTRUGGERE LE NAZIONI ERTNICHE DELL'EUROPA PER CREARE UN UNICO STATO MULTI-ETNICO GIACOBINO/TOTALITARIO.

  10. #10
    Tringeadeuroppa
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    Predefinito Rif: MARXISMO e GIUDAISMO

    Una sola chiosa:
    Stalin non si sposò 3 volte, ma solo 2.
    E non con ebree.

 

 
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