Originariamente Scritto da
cireno
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da Huffington Post
L’inchiesta su AAMPS coinvolge circa 15 persone, tra cui anche alcuni esponenti della giunta PD che in passato ha guidato la città. Tra gli altri sono indagati l’ex sindaco Alessandro Cosimi e due ex assessori, l’ex vicesindaco Bruno Picchi e l’ex assessore al Bilancio Valter Nebbiai. L’inchiesta è iniziata circa un anno fa e ha avuto un’accelerazione negli ultimi mesi. Il 5 aprile la Guardia di Finanza è entrata in comune per sequestrare vari documenti e file dai computer dell’amministrazione comunale e dell’AAMPS. Lo scorso 18 aprile sono stati inviati i primi avvisi di garanzia, tra cui quelli a Lemetti del M5S e agli ex amministratori del PD. Secondo i giornali italiani, i reati contestati ai vari indagati sono bancarotta fraudolenta, peculato, falso in bilancio, abuso d’ufficio e indebita induzione a dare o promettere utilità. AAMPS ha più di 250 dipendenti, è al 100 per cento di proprietà del comune ed è in grave crisi da diversi anni. Il bilancio del 2014 è stato chiuso con più di 20 milioni di euro di perdita, mentre la società ha accumulato un totale di 42 milioni di euro di debiti.
Sempre secondo i giornali, l’inchiesta è divisa in due parti: una prima parte che riguarda la gestione del PD all’origine del buco nel bilancio e una seconda che riguarda la giunta del M5S, che si è trovata a gestire una società già in gravissime condizioni. Per affrontare la situazione, a novembre del 2015 Nogarin decise di fare richiesta per far entrare la società in
concordato preventivo, un istituto previsto dalle leggi italiane per le aziende in difficoltà tramite la nomina di un commissario giudiziale, una figura simile al curatore fallimentare.
All’epoca Nogarin assicurò che la procedura non avrebbe causato una perdita di posti di lavoro: i dipendenti non gli credettero e per alcuni giorni lo scorso novembre sospesero la raccolta di rifiuti, causando disagi in tutta la città. La decisione del sindaco causò divisioni anche all’interno del M5S, con tre consiglieri comunali che si rifiutarono di votare il concordato e furono quindi espulsi dal Movimento. Anche i membri del consiglio di amministrazione dell’AAMPS si opposero e per questo motivo nel gennaio del 2016
sono stati rimossi. Nel marzo del 2016 i giudici
hanno approvato la richiesta del Comune di Livorno di porre AAMPS sotto concordato preventivo.
La seconda parte dell’inchiesta riguarda proprio la gestione del M5S. Secondo il
Fatto Quotidiano, all’assessore Lemetti
sono stati contestati tre atti in particolare. La decisione di approvare il bilancio 2014, nonostante il collegio dei sindaci revisori avesse espresso un parere contrario, quella di assumere 33 precari lo scorso gennaio e infine la decisione di rimuovere i membri del CdA, sebbene fossero stati nominati pochi mesi prima dalla stessa giunta Nogarin.