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    Predefinito «No straccione», «Sì radical chic»

    «No straccione», «Sì radical chic»
    E torna lo stereotipo antropologico

    Se il popolaccio vota i populisti, allora, per ritorsione polemica, l’establishment, i privilegiati, gli snob, i radical-chic votano per la minoranza che si considera la serie A

    di Pierluigi Battista

    di Pierluigi Battista


    È tornato. Dopo qualche anno di oblio è tornato il formidabile argomento antropologico come chiave per decifrare i fenomeni elettorali e soprattutto per ribadire l’inferiorità appunto antropologica di chi vota in una direzione che non ti aggrada. Luisa Puppato, una neo-pasdaran del Sì un tempo molto di sinistra nel Pd ma che per la sua conversione filo-renziana ha dovuto addirittura subire l’anatema e poi l’espulsione dell’Anpi, nota che il Sì vince all’estero: testimonianza che la «fuga dei cervelli», l’espressione è sua, c’è stata veramente e dunque che i più intelligenti, e non i buzzurri, gli incolti, i rozzi, hanno capito le ragioni della riforma costituzionale clamorosamente bocciata nelle urne


    Chicco Testa

    Poi c’è il pasticcio geo-antropologico di Chicco Testa che su Twitter si è, per così dire, espresso male: «Il Sì fa il risultato migliore a Milano, Bologna e Firenze e il peggiore a Napoli, Bari, Cagliari. C’è altro da aggiungere?». C’è da aggiungere che Chicco Testa è stato interpretato molto malignamente e travolto da un’ondata di insulti dove «razzista» era uno dei più benevoli. Lui poi si è spiegato, ha detto che non aveva niente contro i meridionali ma voleva suggerire l’idea che il No avesse vinto nei capoluoghi dove massimo è il voto di scambio. Precisazione anche questa problematica, perché qualcuno ha fatto notare che due città su tre, Bari e Cagliari, sono rette da giunte di centrosinistra con sindaci che si sono apertamente schierati per il Sì. Ma insomma la frittata era stata fatta.
    Solo che la frittata aveva messo in moto una replica di tipo altrettanto socio-antropologico perché un interlocutore ha chiesto: «A Capalbio chi ha vinto?».

    La risposta

    Ecco il contro-argomento antropologico: se il popolaccio vota i populisti, allora, per ritorsione polemica, l’establishment, i privilegiati, gli snob, i radical-chic votano per la minoranza che si considera la serie A. E dunque Capalbio, ovvio, secondo lo stereotipo più vieto la capitale dello chicchismo benpensante, benestante, aperto (tranne con le quote di profughi), illuminato, progressista. E dunque anche sarcasmi «in Rete» (si dice così) per il fatto che le uniche zone di Roma dove è prevalso il Sì, molto di misura peraltro, siano il centro storico, quello delle terrazze e degli ambienti cool e soprattutto i Parioli, antropologicamente un tempo territorio della destra e dei «fasci» e da un po’ di anni a questa parte tempio dei benestanti benpensanti che votano la sinistra blasonata. Ed ecco l’immediata e velenosa risposta antropologica a chi ha fatto notare che il Sì a Renzi ha la maggioranza nelle zone più avvantaggiate di Milano (mentre l’hinterland ha premiato il No «straccione»): «Consolatevi con un sano happy hour». Ecco non più sezioni, ma apericena: la mutazione antropologica della sinistra bene è tutta in questa dicotomia.

    I precedenti
    Per la verità l’argomento antropologico ha vissuto il suo momento di gloria attorno al ’94, quando la sinistra «chic» rimase traumatizzata dal massiccio voto popolare a favore della Lega ma soprattutto a favore di Berlusconi, il venditore, il tycoon, la maschera che incarnava l’antitesi antropologica del mondo delle buone letture, come quello di Umberto Eco, che diceva di leggere Kant mentre i suoi connazionali guardavano la tv. Ed è singolare e paradossale che il protagonista della scomunica antropologica nei confronti dell’elettorato credulone e populista che si era fatto abbindolare da Berlusconi rispondesse al nome di Gustavo Zagrebelsky, uno dei pesi massimi del No accusato a sua volta di essere espressione di una inferiorità antropologica. Zagrebelsky scrisse infatti un denso libro, Il «Crucifige» e la democrazia in cui si dimostrava che il popolo lasciato a se stesso («il paradigma della massa manovrabile», si espresse dottamente) non avrebbe fatto altro che scegliere Barabba e condannare Gesù. Da qui l’allarme verso quelle che chiamava «le concezioni trionfalistiche e acritiche del potere al popolo». Un’analisi molto più raffinata del rude argomento antropologico adoperato allora da Dario Fo verso l’elettorato leghista: «gente imbecille». E anche dell’invettiva contro la «porca Italia» che Umberto Saba scagliò contro il popolo che alle elezioni del ’48 si era permesso di optare per lo Scudo crociato anziché per il Fronte popolare. Popolare, non «populista», perché allora il termine aveva tutto un altro significato. L’antropologia come arma per screditare chi vota all’opposto dei suoi desideri. Già sentita. Meglio l’happy hour.

    referendum costituzionale 2016 «No straccione», «Sì radical chic» E torna lo stereotipo antropologico - Corriere.it


    e , finalmente, anche sul Corriere, da sempre schierato in modo totale a fare da scendiletto al venditore di pentole renzi, qualcuno esce dal coro del politically correct e comincia a parlare fuori dai denti.

    e fa un articolo che riprende quasi in fotocopia quello che diversi di noi, qui, nel forum, stanno imputando ai servetti piddini. La incredibile loro presunzione, suffragata naturalmente da loro stessi, che li vede "più migliori" ( passatemi il terrificante neologismo) rispetto al volgo incolto ( che sarebbero gli "altri" quelli che non votano come vorrebbero loro, che sono coloro che "sanno" , che "conoscono").

    ritengo , per dirla bonariamente, che tanti, anche qui dentro , dovrebbero aprire finalmente gli occhi .






  2. #2
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    Predefinito Re: «No straccione», «Sì radical chic»

    Citazione Originariamente Scritto da svicolone Visualizza Messaggio
    «No straccione», «Sì radical chic»
    E torna lo stereotipo antropologico

    Se il popolaccio vota i populisti, allora, per ritorsione polemica, l’establishment, i privilegiati, gli snob, i radical-chic votano per la minoranza che si considera la serie A

    di Pierluigi Battista

    di Pierluigi Battista


    È tornato. Dopo qualche anno di oblio è tornato il formidabile argomento antropologico come chiave per decifrare i fenomeni elettorali e soprattutto per ribadire l’inferiorità appunto antropologica di chi vota in una direzione che non ti aggrada. Luisa Puppato, una neo-pasdaran del Sì un tempo molto di sinistra nel Pd ma che per la sua conversione filo-renziana ha dovuto addirittura subire l’anatema e poi l’espulsione dell’Anpi, nota che il Sì vince all’estero: testimonianza che la «fuga dei cervelli», l’espressione è sua, c’è stata veramente e dunque che i più intelligenti, e non i buzzurri, gli incolti, i rozzi, hanno capito le ragioni della riforma costituzionale clamorosamente bocciata nelle urne


    Chicco Testa

    Poi c’è il pasticcio geo-antropologico di Chicco Testa che su Twitter si è, per così dire, espresso male: «Il Sì fa il risultato migliore a Milano, Bologna e Firenze e il peggiore a Napoli, Bari, Cagliari. C’è altro da aggiungere?». C’è da aggiungere che Chicco Testa è stato interpretato molto malignamente e travolto da un’ondata di insulti dove «razzista» era uno dei più benevoli. Lui poi si è spiegato, ha detto che non aveva niente contro i meridionali ma voleva suggerire l’idea che il No avesse vinto nei capoluoghi dove massimo è il voto di scambio. Precisazione anche questa problematica, perché qualcuno ha fatto notare che due città su tre, Bari e Cagliari, sono rette da giunte di centrosinistra con sindaci che si sono apertamente schierati per il Sì. Ma insomma la frittata era stata fatta.
    Solo che la frittata aveva messo in moto una replica di tipo altrettanto socio-antropologico perché un interlocutore ha chiesto: «A Capalbio chi ha vinto?».

    La risposta

    Ecco il contro-argomento antropologico: se il popolaccio vota i populisti, allora, per ritorsione polemica, l’establishment, i privilegiati, gli snob, i radical-chic votano per la minoranza che si considera la serie A. E dunque Capalbio, ovvio, secondo lo stereotipo più vieto la capitale dello chicchismo benpensante, benestante, aperto (tranne con le quote di profughi), illuminato, progressista. E dunque anche sarcasmi «in Rete» (si dice così) per il fatto che le uniche zone di Roma dove è prevalso il Sì, molto di misura peraltro, siano il centro storico, quello delle terrazze e degli ambienti cool e soprattutto i Parioli, antropologicamente un tempo territorio della destra e dei «fasci» e da un po’ di anni a questa parte tempio dei benestanti benpensanti che votano la sinistra blasonata. Ed ecco l’immediata e velenosa risposta antropologica a chi ha fatto notare che il Sì a Renzi ha la maggioranza nelle zone più avvantaggiate di Milano (mentre l’hinterland ha premiato il No «straccione»): «Consolatevi con un sano happy hour». Ecco non più sezioni, ma apericena: la mutazione antropologica della sinistra bene è tutta in questa dicotomia.

    I precedenti
    Per la verità l’argomento antropologico ha vissuto il suo momento di gloria attorno al ’94, quando la sinistra «chic» rimase traumatizzata dal massiccio voto popolare a favore della Lega ma soprattutto a favore di Berlusconi, il venditore, il tycoon, la maschera che incarnava l’antitesi antropologica del mondo delle buone letture, come quello di Umberto Eco, che diceva di leggere Kant mentre i suoi connazionali guardavano la tv. Ed è singolare e paradossale che il protagonista della scomunica antropologica nei confronti dell’elettorato credulone e populista che si era fatto abbindolare da Berlusconi rispondesse al nome di Gustavo Zagrebelsky, uno dei pesi massimi del No accusato a sua volta di essere espressione di una inferiorità antropologica. Zagrebelsky scrisse infatti un denso libro, Il «Crucifige» e la democrazia in cui si dimostrava che il popolo lasciato a se stesso («il paradigma della massa manovrabile», si espresse dottamente) non avrebbe fatto altro che scegliere Barabba e condannare Gesù. Da qui l’allarme verso quelle che chiamava «le concezioni trionfalistiche e acritiche del potere al popolo». Un’analisi molto più raffinata del rude argomento antropologico adoperato allora da Dario Fo verso l’elettorato leghista: «gente imbecille». E anche dell’invettiva contro la «porca Italia» che Umberto Saba scagliò contro il popolo che alle elezioni del ’48 si era permesso di optare per lo Scudo crociato anziché per il Fronte popolare. Popolare, non «populista», perché allora il termine aveva tutto un altro significato. L’antropologia come arma per screditare chi vota all’opposto dei suoi desideri. Già sentita. Meglio l’happy hour.

    referendum costituzionale 2016 «No straccione», «Sì radical chic» E torna lo stereotipo antropologico - Corriere.it


    e , finalmente, anche sul Corriere, da sempre schierato in modo totale a fare da scendiletto al venditore di pentole renzi, qualcuno esce dal coro del politically correct e comincia a parlare fuori dai denti.

    e fa un articolo che riprende quasi in fotocopia quello che diversi di noi, qui, nel forum, stanno imputando ai servetti piddini. La incredibile loro presunzione, suffragata naturalmente da loro stessi, che li vede "più migliori" ( passatemi il terrificante neologismo) rispetto al volgo incolto ( che sarebbero gli "altri" quelli che non votano come vorrebbero loro, che sono coloro che "sanno" , che "conoscono").

    ritengo , per dirla bonariamente, che tanti, anche qui dentro , dovrebbero aprire finalmente gli occhi .





    Battista da sempre si butta dove tira il vento. SE domani renzi vincesse le elezioni preparati ad un articolo intitolato: la rivincita del voto ponderato

  3. #3
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    Predefinito Re: «No straccione», «Sì radical chic»

    Ah, svicolo... magari non te ne sei accorto, ma il coro e' un bel pezzo not politically correct. Il primo in italia ad accorgersene (e a costruirci sopra una carriera) e' stato quel troll di cruciani

  4. #4
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    Predefinito Re: «No straccione», «Sì radical chic»

    Mi chiedo sempre a che titolo parli Chicco Testa

  5. #5
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    Predefinito Re: «No straccione», «Sì radical chic»

    Citazione Originariamente Scritto da Onofrio Visualizza Messaggio
    Mi chiedo sempre a che titolo parli Chicco Testa
    A titolo di cittadino.
    Come te e come me, o come svicolone.

    Infatti nessuno lo prende sul serio: come te, come me e come svicolone, in fondo.

  6. #6
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    Predefinito Re: «No straccione», «Sì radical chic»

    No straccione e radical chic, Sì giusto e civile.

  7. #7
    Tardo
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    Predefinito Re: «No straccione», «Sì radical chic»

    Citazione Originariamente Scritto da Corrado Visualizza Messaggio
    A titolo di cittadino.
    Come te e come me, o come svicolone.

    Infatti nessuno lo prende sul serio: come te, come me e come svicolone, in fondo.
    Ah bene!, mi stavo già preoccupando che qualcuno realmente fosse capace di prenderlo per politico e dirigente pubblico e privato, come dice Wikipedia.

  8. #8
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    Predefinito Re: «No straccione», «Sì radical chic»

    Citazione Originariamente Scritto da Durru Visualizza Messaggio
    Ah, svicolo... magari non te ne sei accorto, ma il coro e' un bel pezzo not politically correct. Il primo in italia ad accorgersene (e a costruirci sopra una carriera) e' stato quel troll di cruciani
    Ma perfavore. Fosse non politicamente corretto i barconi dalla libia sarebbero tutti trainati indietro e i numerosi clandestini sul suolo italico cacciati. Siete così PC che avete perso ogni contatto con la realtà

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  9. #9
    Super Troll
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    Predefinito Re: «No straccione», «Sì radical chic»

    Citazione Originariamente Scritto da Zeratul Visualizza Messaggio
    Ma perfavore. Fosse non politicamente corretto i barconi dalla libia sarebbero tutti trainati indietro e i numerosi clandestini sul suolo italico cacciati. Siete così PC che avete perso ogni contatto con la realtà

    Sent from my SM-G388F using Tapatalk
    Se abbiamo perso ogni contatto con la realta' vuol dire che siamo fuori dal coro...

  10. #10
    Ghibellino
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    Predefinito Re: «No straccione», «Sì radical chic»

    Citazione Originariamente Scritto da Durru Visualizza Messaggio
    Se abbiamo perso ogni contatto con la realta' vuol dire che siamo fuori dal coro...
    Dai Durru non renderti ridicolo, hai visto come hanno lapidato Lulic.
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

 

 
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