Scrivo in questa sezione e riporto miei testi da altrove perché dire dei limiti di scienze e relativi studi aggiungendovi affermazioni ulteriori è pur sempre un atto in un certo senso esoterico per chi della realtà affermata non ne fosse a parte. Inoltre dicendo del Mistero ovvero di Dio si usa indicazione universale e riferimento metaforico e non metafora, in ciò il linguaggio diventa esoterico... Eppure trattasi di esoterismo affatto relativo: credenti e non credenti, iniziati o non iniziati, stanno gli uni e gli altri divisi da una barriera inesplicabile per entrambi. D'altronde lo studio scientifico che si occupa di persone, menti che si misurano col Mistero ovvero Dio, all'opposto è atto essoterico (si notino le due esse), ed in quanto tale non contrario ad alcun esoterismo ma... restando pur sempre l'opposto!

Premessa necessaria.
Per ragioni di sicurezza scrivo per lo più su un "tablet", ed i tablet hanno tastiera troppo raffinata per alcuni, per altri troppo rozza, io sono pianista e lo schermo del tablet non registra la pressione delle mie dita con la precisione giusta per me e non voglio diventarci abile. Non c'è la separazione dei tasti a garantirlo, ma solo le zone e la tensione dello schermo, che sotto le mie mani reagisce come quando una porta scricchiola con un montanaro perché si sta in pianura. A quelli che vogliono fare i test d'intelligenza oppure fare illazioni sull'altrui salute e che lo fanno prendendo a scusa le maniglie delle porte o le tastiere, andrebbero negate le attività mediche, terapeutiche, psicologiche. Io metto l'impegno sufficiente per assecondare la stupidaggine della mia tastiera in ragione della importanza o ininfluenza dell'errore... e dunque non sono un criminale! Inoltre un principio generale ed anche ovvio per gli studiosi della mente è senza dubbio quello di concentrarsi soltanto sull'oggetto di studio. Se uno scritto è stato prodotto su un piano irregolare dove il foglio era poggiato, il falso studioso della mente sentenzia ugualmente di mente "disturbata"... E se uno ha fatto una grande mangiata, il falso studioso farnetica di mente "alterata"... Mi è capitato di notare che molti falsi terapeuti e falsi psicoanalisti si mettono al proprio servizio anche poliziotti e carabinieri i quali a volte vorrebbero togliere una patente solo per non pensare anche loro ad una scrivania con i buchi oppure non perfettamente ferma e alla fretta di doverci scrivere sopra! Queste rassegne di idiozie purtroppo non contengono solo rarità: in alcuni ambienti c'è una prassi fatta proprio di queste idiozie, e dietro ci sono i burattinai che ponendo ostacoli all'altrui vita e libertà in un modo o nell'altro hanno già fatto milioni di morti e più subdolamente di Hitler, Mussolini e Stalin. Un ritardo ad un appuntamento potrebbe esser mortale e non c'è dovere prima di arrivare di farsi studiare la mente per giunta da imbecilli o falsari o direttamente da mortiferi esponenti della malasanità. Chi è abituato a lasciarsi togliere le occasioni dalle fissazioni sugli idoli, stia lontano dagli scritti: un esempio lo scambia per sintesi, una frase per ordine... Non mi riferisco con ciò direttamente ai lettori indegni. (Fine della premessa necessaria.)
Pauca paucis... Poche le cose, ma se ci son pochi... Poche cose per pochi... allora tante per tanti...:


RELIGIONE E CRISTIANESIMO ENTRO ED OLTRE LE APPARENZE

Per identificare una religione basta considerare quale sia il senso del sacro, nozione questa antropologica ma anche del solo umanesimo (la scienza non può intender tutto, talvolta neppure individuare) e comunque anche le semplici intuizioni bastano se autentiche.

Nel considerare la religione altrui non si tratta di ascoltare dichiarazioni, ma di comprendere il manifestarsi del sacro negli atti personali oppure collettivi. A dispetto di tante dichiarazioni fallaci o mendaci o false o falsificanti, il sacro del cristianesimo non è costituito da un onore da tributare ad una umanità particolare, neppure a quella del tal Gesù di Nazareth, fosse reale figura storica o solo personaggio inventato e di successo. Quale monoteismo, il cristianesimo non consiste in un confronto coi misteri ultimi nella natura, bensì nel confronto col mistero ultimo della vita, quale evento con un significato. Verissimo che tale mistero, ed anche quegli altri misteri, esistono anche senza l'esistenza della religione e possono esser pensati sia irreligiosamente che religiosamente, sia con l'ateismo che col teismo.

In particolare il cristianesimo considera il mistero della vita in dati aspetti differenti, che appunto ne fanno una religione distinta tra altre distinte: mentre l'ebraismo si fonda sull'idea della Creazione e l'islamismo sull'idea della Imperscrutabilità, il cristianesimo si basa sulle idee di Preservazione ed Enigma. Ognuno poi potrebbe trovare modi diversi di esprimere queste differenze. Ovviamente non faccio proselitismo nell'affermare che la fede cristiana si avvale di un simbolo, detto il Cristo ma anche Logos o Verbo o Parola, il quale è una idea di divinità ed umanità, umanità da realizzare contemplando la divinità, il che è diverso che dire: contemplandoNe la divinità, perché non si tratta di meditare su eroi divini.
L'eroismo tipico annoverato dai cristiani è ancora quello contenuto nelle saghe medioevali dei cosiddetti cicli carolingio e brèttone: Carlo Magno ed i suoi Paladini, Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda ne sono l'umanità, storicamente esistita ma simbolicamente riferita nei versi dei poemi che celebrano quelle saghe.
Per ciò che riguarda le figure di culto, il cristianesimo, appunto il monoteismo cristiano, non si avvale di veri ritratti storici, fatto questo precisato dalle stesse dottrine cristiane e non solo dall'ortodossia cristiana, bensì di icone che possono essere opere di artigianato (comunemente nel cattolicesimo) o di arte (comunemente nell'ortodossia) o di spontanea inventiva (comunemente nell'evangelismo), e che rappresentano antropomorficamente la Rivelazione, dunque la Trinità illustrata dai teologi è suggerita dalle figure della cosiddetta Sacra Famiglia, che non sono dei veri riferimenti storici sebbene abbiano una propria storia, di circa duemila anni, alla quale contribuirono vari religiosi, tra i quali a quanto pare tali Gesù, Giuseppe e Maria, non però quali modelli per ritratti, ma quali predicatori, illustratori, mimi... ma ovviamente questi sono particolari storici in realtà del tutto secondari o irrilevanti.
Infine i contenuti della fede cristiana, ovvero ciò che è creduto, il Dio come è pensato, il Mistero avvertito emotivamente, sono descrizioni contenute nei cosiddetti dogmi, i quali non descrivono il mondo o l'universo, ma ciò che del Mistero comunica il senso del sacro e dunque vanno interpretati secondo analogie, non omologamente. Tali dogmi sono espressi differentemente secondo i vari tipi di cristianesimo ma non sono mai spiegazioni intorno alla iconografia, bensì intorno al Dio creduto, che il cristianesimo definisce essenzialmente e linguisticamente ricorrendo al concetto di eternità ed alla metafora di paternità: Padre Eterno, Padreterno, Padre di tutte le cose, Padre di ciascun vivente... Oltre il linguaggio il Dio cristiano reca quale significato fondamentale quello inerente alla Salvezza e secondariamente alla Redenzione.

Per notare tutto ciò della religione cristiana, alla antropologia o, meglio, all'umanesimo, andrebbe aggiunta la psicologia o, meglio, la considerazione sull'anima, infatti le scienze e gli studi ad esse correlati non sono a volte sufficienti neppure per una individuazione. La antropologia esiste quale scienza empirica basata sullo spostamento oltre che sulla osservazione, ovvero sulla osservazione condotta sull'umanità stessa considerata nei suoi aspetti diversi... Spostare pensieri, spostarsi... non sperimentando, ma conducendo una esperienza di mutamento delle prospettive intellettuali empiricamente verificabile e verificata. La psicologia scientifica si fonda su interazioni intellettuali, colloqui, o impressioni necessarie, o scambi di messaggi, empiricamente verificati e verificabili ma senza esperimento. Questi studi hanno i loro limiti nell'individuare, tuttavia individuando mostrano che le religioni sono atti ed azioni utili per la vita e positivi per il suo vigore. La psicologia empirica studia il cosiddetto potere del numinoso, ovvero ciò che l'istintualità percepisce e ciò che ne è azione quando tutto è estremamente indefinibile ed arcano. L'antropologia studia il cosiddetto senso del sacro, ovvero ciò che una umanità o l'umanità stabilisce quale limite entro cui agire o divieto contro cui non agire, il che non consiste in regole, norme, leggi, non è etica o morale, ma consuetudine spontanea o abitudine ricercata, cui il rito fa da illustrazione-iniziazione ma che non consiste neppure nel rito ma in un modo di stare al mondo, in una maniera di affrontare la vita, insomma in ritrovati utili per vivere.
Le superstizioni religiose, ovvero le sciocchezze dei religiosi pensate sulla religione, sono inganni, illusioni, o errori, ma non sono malattie né malesseri né malanni. La psicologia empirica lo attesta, nonostante il tentativo di alcuni applicatori del metodo psicologico detto psicoanalisi abbiano tentato di dimostrare il contrario senza successo. Per esempio il noto libro di Sigmund Freud "Sull'avvenire di una illusione", dove l'autore tratta la religione come se fosse una follia più piccola, non è un trattato di scienza, è una formulazione inconsapevole e distorta del noto principio osservato e studiato dagli psicologi empirici e quindi precisato in veri trattati scientifici psicoanalitici, sia freudiani (Jones analizzando la figura psicologica di Amleto...) che postfreudiani (Fromm descrivendo la storia di credenze e superstizioni...) che junghiani o postjunghiani (Jacobi, Neumann, Hillman, Bernhard...): la religione è un sistema positivo che viene attuato per la vita in assenza di possibilità di ulteriori strategie vitali e che ha reali vantaggi per la vita, assumendo anche valore terapeutico.
L'antropologia ha studiato quindi il potere limitante del cristianesimo sulla violenza estrema del crimine di falsificazione di meriti e capacità e uccisione e morte di chi ne possiede senza paragoni. Gli studi principali a riguardo furono condotti da R. Girard che purtroppo li corredò di personali inconcludenti o velleitarie meditazioni filosofiche e filosofico-religiose rendendone più ardua la comprensione delle reali conclusioni scientifiche. Alcuni studi, purtroppo pressoché ignorati attualmente, furono condotti da E. De Martino sulla religione e illustrano le modalità della resa ultima e fatale della violenza alla propria medesima distruttività e il potere del cristianesimo di renderne la sconfitta totale nella considerazione dei mutamenti che accompagnano quella violenza senza cagionarla e senza esserne coinvolti; ciò che il cristianesimo biblico definisce col termine greco "Apocalisse".

Vengo però ad altri esempi.
Nonostante tutto per la psicologia e per la antropologia non sarebbe possibile alcuno studio esauriente del cristianesimo arabo, che si basa sul medesimo concetto di vita e quindi per lo studioso passa inosservato come se fosse ateismo o indistinzione religiosa. La psicologia riesce a comprendere quali siano i simboli autentici dei culti cristiani, per esempio la croce distinta dal crocifisso, cioè priva di riferimenti umani ma non priva di allusioni estetiche ma non figurative alle ristrettezze e difficoltà dell'esistenza; riesce a trovarne il corrispettivo nella meno definibile immaginazione umana, tuttavia non ha a disposizione strumenti adeguati per svelare compiutamente i sensi delle allegorie poetiche religiose pur riuscendo a valutarne le funzioni, siano allegorie cristiane o di altri monoteismi. Infine l'antropologia inquadrando le abitudini non può inquadrare parimenti le semplici consuetudini che gli restano incomprensibili anche se note, per cui resta limitata agli aspetti meno intimi della interiorità religiosa (interiorità, non mentalità dicevo).

MAURO PASTORE