La rivelazione choc: "Mussolini salvò tremila ebrei dai lager" - Tiscali Notizie
La rivelazione choc: "Mussolini salvò tremila ebrei dai lager"
La Nuova Ferrara
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«Mussolini ha salvato circa tremila ebrei durante la seconda guerra mondiale».
Un’affermazione quella fatta da Israel Corrado Debenedetti domenica nel corso del convegno sugli ebrei italiani e il sionismo in Castello, promosso dal Meis, che ha fatto storcere il naso a molti e non è passata inosservata. E' stata immortalata in un video diffuso dal quotidiano la Nuova Ferrara. "Una dichiarazione che accende i riflettori su una vicenda storica su cui ci sono ancora molti spunti da chiarire e verificare con attenzione" scrive il quotidiano. "Cosa intendeva dire e a quali episodi si riferiva Debenedetti con questa sua affermazione nell’ambito di un appuntamento che aveva la finalità di portare alla luce le testimonianze concrete di chi è sfuggito alle persecuzioni razziali, rischiando anche di morire solo perché ebreo? Per sciogliere i dubbi lunedì mattina, prima che partisse per tornare in Israele, dove abita dal 1949, abbiamo chiesto spiegazioni a Debenedetti di questa sua affermazione e lui ha ribadito quanto espresso in sede di convegno" prosegue il quotidiano. "Mussolini ha salvato circa tremila ebrei - spiega Debenedetti, confermando la sua teoria - perché ha costruito il campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia a Cosenza, al sud. Se lo avesse fatto al nord Italia, probabilmente quegli ebrei che erano internati non si sarebbero salvati. Il campo fu costruito nel 1940 e all’interno sono stati deportati soprattutto ebrei e anche qualche cinese. Era un vecchio campo usato per i prigionieri turchi nella prima guerra mondiale. Gli internati in quel campo di concentramento in Calabria furono poi liberati con l’arrivo delle truppe alleate".
Va comunque ricordato che Benito Mussolini emanò le leggi razziali fasciste, un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi (leggi, ordinanze, circolari, ecc.) applicati in Italia fra il 1938 e il primo quinquennio degli anni quaranta, inizialmente dal regime fascista e poi dalla Repubblica Sociale Italiana. I campi di concentramento furono utilizzate per far fuori prevalentemente – ma non solo – gli ebrei. Furono lette per la prima volta il 18 settembre 1938 a Trieste da Benito Mussolini, dal balcone del Municipio in Piazza Unità d'Italia in occasione di una sua visita alla città. Le norme furono finalmente abrogate con i regi decreti-legge numero 25 e 26 del 20 gennaio 1944, emessi durante il Regno del Sud. Lo studioso Fabio Galluccio afferma che il numero dei diversi tipi di campi era di 200, Luciano Casali, invece, ne ha invece contato 259. Non esiste una stima esatta delle persone che in totale transitarono nei vari campi. I deportati tra il 1943 e il 1945 saranno circa 7500, di cui ne sopravvivranno solo 610. Ai morti deportati vanno poi aggiunti gli ebrei uccisi sul territorio nazionale, stimati tra i 200 e i 400.
14 dicembre 2016