Corriere della Sera
Si allarga la partita Mediaset. Dai mercati finanziari — sui quali la francese Vivendi di Vincent Bolloré ha iniziato la scalata al gruppo delle tv di Berlusconi, arrivando al 20% del capitale — all’arena politica. L’intervento di Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, che ha definito l’avanzata di Vivendi una «scalata ostile inappropriata» ha scatenato le opposizioni. In prima battuta il Movimento 5 Stelle. «È totalmente inappropriato un intervento dell’esecutivo a tutela di Mediaset — spiegano i deputati M5S della commissione Trasporti e Telecomunicazioni — quando lo stesso nulla fece contro l’aggressiva scalata di Vivendi a Telecom Italia, che invece era veramente strategica per il nostro Paese considerando l’infrastruttura di rete in suo possesso». Una posizione non condivisa da tutti all’interno del Movimento, dove c’è anche chi invita a guardare prima di tutto all’interesse nazionale, ovvero al mantenimento in Italia del controllo di un’azienda.
La nota di Agcom
L’autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcom), intanto, proprio oggi ha diramato una nota, sottolineando che le «operazioni volte a concentrare il controllo delle due società (in capo a Vivendi) potrebbero essere vietate» e aggiungendo che saranno raccolte tutte le informazioni necessarie a far rispettare la normativa vigente. In questo momento, secondo i dati 2015 in possesso dell’Authority, Telecom avrebbe il 44,7% del mercato delle telecomunicazioni a cui si aggiungerebbe il 13,3% riconosciuto a Mediaset.
«Non è strategica»
«E’ bizzarro — si legge nel comunicato del grillini contrari agli aiuti del governo — è sostenere, come ha fatto il ministro Calenda che la società di Cologno Monzese “opera in un campo strategico come quello dei media” quando rappresenta la principale concorrente dell’operatore radiotelevisivo pubblico. Mediaset è un’azienda totalmente privata e non è certamente più strategica di Unicredit e delle altre finite già in mano francesi. È chiaro che qualsiasi intervento pubblico a sostegno di Mediaset risulterebbe alquanto anomalo e discriminatorio verso realtà produttive del nostro Paese anche più importanti». «Le parole del ministro Calenda e del vicesegretario Pd Guerini — aggiunge Mirella Liuzzi — sottolineano come l’esecutivo `Renziloni´ abbia a cura gli interessi del proprio sodale Silvio Berlusconi, visto che i vertici di Mediaset si sono schierati pubblicamente per il sì al referendum costituzionale. Questi interventi di governo e maggioranza sono quindi una vera e propria ricompensa?».
Salvini: «Nessuno ha mosso un dito»
Ma non alza la voce solo il Movimento 5 Stelle. Sulla questione interviene anche la Lega, sebbene il discorso vada in altre direzioni: «È emblematico, secondo il leader della Lega, Matteo Salvini, che «il governo e gli organi di vigilanza non abbiano mosso un dito» per fermare la scalata di Vivendi a Mediaset. «In queste ore i francesi stanno cercando di fare shopping tra le aziende» di Silvio Berlusconi, «Mediaset è una delle principali aziende del Paese, ci sono migliaia e migliaia di posti di lavoro», ha sottolineato Salvini, intervistato da Radio Cusano Campus. «Il fatto che dalla sera alla mattina un finanziere francese riesca a scalare il 20% di una delle principali aziende italiane senza che il governo abbia mosso un dito, senza che gli organi di vigilanza abbiano mosso un dito, è emblematico», ha scandito Salvini. «In queste ore penso che Berlusconi sia giustamente preoccupato di salvare parte del suo patrimonio, ma di un patrimonio che è degli italiani tutti. Poi i suoi atteggiamenti su questo governo li vedremo nelle prossime settimane».
Vivendi: «Non è atto ostile»
Il gruppo francese che punta ha Mediaset ha precisato la sua posizione: «Certamente non è stato sollecitato, ma non è un atto ostile», ha spiegato una fonte di Vivendi rispondendo a una domanda dell’Ansa a Parigi sulla recente scalata a Mediaset. «Vogliamo estendere e rafforzare la nostra posizione in Europa del Sud che per noi è strategica. Per questo abbiamo deciso di acquisire le quote di Mediaset», ha aggiunto.
In Borsa calo dell’1,5%
In Borsa, intanto, dopo un calo delle azioni in apertura di seduta, Mediaset ha recuperato terreno fino a chiudere con un calo dell’1,5%. I broker scommettono su alcuni giorni di «pax armata» tra Fininvest e Vivendi mentre Telecom Italia ha chiuso in rialzo del 3,6% sulla scia di voci secondo cui la società telefonica, di cui Vivendi è il primo azionista, potrebbe rientrare nella partita. Allo stato attuale una scommessa dei mercati, visto che Giuseppe Recchi, presidente di Telecom Italia, si chiama fuori dalla partita: «Non abbiamo alcun ruolo nella vicenda Mediaset-Vivendi, né attivo, né passivo. Siamo del tutto estranei», ha spiegato a margine di un evento della compagnia telefonica.
Il supporto di Banca Intesa
Nella partita scenda in campo anche il principale gruppo bancario italiano, Intesa Sanpaolo: «Supportiamo Mediaset in questa operazione, è importante che le aziende italiane restino italiane», ha sottolineato Carlo Messina, consigliere delegato del gruppo bancario a margine della presentazione del progetto del nuovo asilo nido al reparto di Oncoematologia dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. «Abbiamo relazioni con Mediaset, le siamo vicini», ha aggiunto.