quella teorizzata da Marx non prevede l'immediata abolizione delle classi e dello stato (motivo per cui ci fu la polemica con gli anarchici). Engels, in alcune lettere, parla della dittatura proletaria come di un "semi-Stato", sul modello della Commune, che dovrà durare finche' i mezzi di produzione non saranno in mano ai lavoratori (evidentemente tramite decreti di esproprio, fatti da uno STATO) e dopo, allora, lo stato cesserà di esistere. E su questa prospettiva che, ripeto, è di Engels, sono d'accordo. Non a caso leggo Marx per capire le dinamiche di alienazione del capitalismo, da buon socialista e democratico, ma mi rifaccio ad Engels per ciò che riguarda lo stato e il governo della classe operaia.
Il Lenin di "Stato e rivoluzione" non era per nulla fascista, ma ancorato alla descrizione engelsiana fatta prima. Che poi il suo apparato sia degenerato in un meccanismo burocratico è un altro discorso. come ho già detto altrove, sono convinto che la rivoluzione bolscevica, abbia tradito il marxismo originario.Quella teorizzata da Lenin (dittatura sul proletariato da parte di una minoranza di avanguardisti) come società di transizione di durata indefinita e in un singolo paese (capitalismo di stato), invece no, la considero una cosa molto simile al fascismo.