Monte del Pacco: regali di governo per gli italiani inermi e inconsapevoli | Rischio Calcolato
Monte del Pacco: cosa ne sarà del paese la cui classe politica, fatta di irresponsabili e inetti, continua a ignorarne la realtà, a manipolarla, il tutto a spese di milioni di persone, private del benchè minimo rispetto della loro dignità e della loro proprietà privata, della propria Libertà.
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L’ennesimo Monte del Pacco di Natale per gli Italiani[IMG][/IMG]
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Dallo scoppio della crisi finanziaria ad oggi, la strategia della politica
italiana, in fatto di banche, è stata una: la minimizzazione dei problemi.
Si capisce l’istinto della prudenza, non soffiare su un fuoco che può
divampare, si capisce di meno il nazionalismo bancario, quella specie di
esercizio di autoillusione per cui i nostri istituti di credito sarebbero più
prudenti, meno spericolati, meglio gestiti, anche perché fino a tempi
recenti vi si parlava poco l’inglese.
Per questioni di orgoglio nazionale, Mario Monti evitò di ricorrere, come
fatto dagli spagnoli, al fondo salva-stati per ricapitalizzare le banche
italiane. Prima di lui, per Monte Paschi erano stati utilizzati strumenti ad
hoc. Con il governo di Matteo Renzi, la banca senese è stata oggetto di
forte attenzione.
Il governo si è occupato di quella banca con tutta la sollecitudine di un
azionista, quale ormai è. Ma sappiamo bene che gli interessi di un
azionista di una banca non coincidono necessariamente con quelli del
sistema del credito, o del Paese nel suo complesso.
A noi sembra che, nel balletto di ipotesi sul futuro di MPS, stiamo
smarrendo persino quel poco di rispetto per il denaro dei contribuenti che
ha contrassegnato, sino ad ora, la prassi dei bail out bancari in Italia.
Prima ancora della direttiva europea sul bail in, prima del testo unico
bancario, prima delle direttive europee in materia di adeguatezza del
capitale delle banche, fin dal 1936, ci siamo attenuti a una regola senza
eccezioni: ogni qual volta al contribuente è stato è stato chiesto di
mettere i suoi soldi in una banca, si è prima azzerato il capitale. Così è
stato per la Banca Privata di Sindona, per il vecchio Banco Ambrosiano,
per il Banco di Napoli, e per tutti i casi minori che si sono verificati negli
scorsi ottant’anni. Il principio era semplice: se mi costringi a mettere soldi
pubblici, tu vecchio azionista ci rimetti il tuo investimento, e vieni
estromesso dalla gestione. Si salva la banca, non gli azionisti della banca.
Addirittura nel caso del Banco Ambrosiano, lo Ior non solo ci rimise il
proprio investimento in azioni, ma anche un di più legato al quasi-
capitale, costituito dalle lettere di patronage che aveva rilasciato al Banco.
In parte, MPS è già stata un’eccezione a questa regola: con i Tremonti
Bonds prima e con i Monti Bonds dopo. Ma all’eccezione non c’è fine, se è
vero che si sta pensando a una vera iniezione di capitale che riconosca un
valore residuo alle azioni già in circolazione. Il salvataggio della banca
comprende quindi il salvataggio dei suoi azionisti. Altro che bail in degli
obbligazionisti subordinati!
La crisi doveva insegnarci che un sistema finanziario più stabile è prima di
tutto un sistema nel quale viene fatta rispettare l’aurea regola del chi
rompe paga. Il governo italiano sembra invece essersi orientato a
premiare l’irresponsabilità. Quel che è peggio, coi soldi di tutti.
Istituto Bruno Leoni, 19 dicembre 2016
Istituto Bruno Leoni: idee per il libero mercato
il Monte del Pacco sarà gentilmente offerto dal governo in carica a tutti gli Italiani
il prossimo 24 dicembre per festeggiare degnamente le Sante
Ricorrenze