Un fattore fondamentale, sotto gli occhi tapini di tutti, che esploderà presto tra le mani del Sistema e tra le frigna dell'opinione pubica, è quello che si configura con maggiore preoccupazione e sfrontatezza nel macro-problema del lavoro allogeno: la straordinaria simbiosi tra popoli quali quelli provenienti dal Bangladesh e dalla Cina tra il concetto di sfruttamento votivo al lavoro ed esistenza tour court. Quando denoti la famelica concorrenzialità, la rabbia, l'assenza di scrupoli e il serpeggiante nomadismo del cinese, quando denoti l'incredibile allegria del bengalese entrando nel suo putrido market nei giorni e negli orari più allucinanti, a suo agio nel condividere uno scantinato con altri 10 fetidi compari, poiché provenienti da un posto con 150 milioni di abitanti stanzianti in un territorio grosso come l'Emilia Romagna, abituati al vuoto cosmico, capisci che l'assenza dello Stato nel regolarne la sussistenza e l'esistenza in sacche parassitarie, non ponendo come contraltare nulla che non sia il voler ridurre il lavoro ad un ridicolo stadio concorrenziale di facciata, è non solo preoccupante, ma fatale. Sono loro, queste categorie, che generano concorrenza sulla forza lavoro reale, a dover destare maggiormente timore. Vedrà questo gran popolo di Dottori, tutto fatalismo e capacità d'analisi da psichiatra, come avrà contribuito con la connivenza morale a ridurre i suoi efebici figli, vedrà...