Appunto, è una scelta. Io non vedo quale sia il vantaggio di avere poche liste elettorali (non partiti, quelli non li puoi limitare per legge). A me non interessa niente di quante siano le liste che si presentano, mi interessa che quelle che raccolgono il consenso di centinaia di migliaia di elettori abbiano diritto ad accedere al parlamento nella proporzione dei voti ricevuti. Se non si vuole che abbiano parlamentari eletti basta non votarli, ma se la gente li vota usare marchingegni tecnici per cancellare la volontà di chi li ha votati è una prepotenza.
Già l'utilizzo del termine "partitucoli", ostentatamente dispregiativo, fa cadere le braccia.
Per il resto, a te evidentemente piace che un partito cambi il proprio programma e i propri ideali per ottenere una percentuale di consenso che superi uno sbarramento deciso, di nuovo con prepotenza, da chi trae vantaggio dall'istituire lo sbarramento stesso. A me invece no e torniamo al concetto espresso in precedenza: concepire la competizione elettorale come una gara dove conta vincere, quasi fosse un gioco, non credere nelle proprie idee.
Non pensavo riferissi a me in particolare il termine "stupido", ma neppure ai leader dei partiti minori. Perché io mi riferivo agli elettori di quei partiti quando dicevo che non si vede la ragione per cancellare con un colpo di spugna i loro voti. Quindi, evidentemente, l'epiteto da te usato pareva rivolto a quegli elettori.
Detto questo, mi cambia poco per le ragioni dette sul punto precedente.
L'esempio che proponi si presterebbe a una risposta molto lunga, ma cercherò di stringere. La storia del PSI è molto mutata nel tempo, con la segreteria Craxi si è verificata una vera e propria mutazione genetica. E forse, da lì in poi, quanto dici sulle scarse differenze di linea politica tra i due partiti potrebbe anche avere qualche aspetto di verità.
Prima di allora proprio no. Negli anni in cui lo guidava De Martino il PSI arrivò ad affermare, proprio per bocca del suo segretario, che la sua funzione era di scomparire, non prima di essere riuscito a portare (dall'esterno) il PCI su posizioni che ne consentissero l'ingresso al governo. E per anni il PSI si disse favorevole alla cosiddetta "alternativa di sinistra", vale a dire cacciare all'opposizione la DC e formare un governo di sinistra. Capisci bene che un partito (lo PSDI) nato proprio da una scissione socialista in chiave anticomunista ben poco aveva a che fare con quel PSI.
E ciononostante, in una fase precedente a quelle posizioni più spinte a sinistra del PSI i due partiti fecero pure ciò che indichi tu (nel 1966). Peccato che il risultato elettorale successivo (1968) fu così disastroso che i due tornarono a dividersi (e a raccogliere, da separati, una somma di voti decisamente superiore). Perché la gente mal digerisce operazione artificiali, dettate solo tecnicismi elettorali anziché da comunioni di ideali
Aridaje coi termini sprezzanti, che palle. A parte che non è del tutto vero, anche se lo fosse ti ripeto quanto già detto parlando di collegi uninominali vs preferenze. Il fatto che altrove vada/funzioni diversamente significa poco o niente. Siamo in Italia, parliamo di sistema elettorale italiano ed elettori italiani. E se la volontà di votare per tanti e non pochi partiti, di "disperdere" i voti su un'ampia pluralità di soggetti politici (o elettorali) è una peculiarità italiana occorrerebbe prenderne atto a farsene sì, in questo caso, una ragione.
E una volta preso atto di tale volontà sarebbe poi bene che la stessa venisse rispettata anziché calpestata
Je suis accozzaglia
Ma anche la "maggioranza relativa" è una minoranza (altrimenti sarebbe maggioranza assoluta). E dunque che una minoranza più consistente di altre debba trovare un accordo con minoranze di peso numerico inferiore mi pare una cosa del tutto naturale e tutt'altro che disdicevole. Si inserisce perfettamente in quanto dicevo nel post precedente.
Sarebbe come se in un condominio il condomino che ha più millesimi di tutti - ma ben meno della maggioranza assoluta - pretendesse di decidere da solo per l'intero condominio.
Il problema del mal funzionamento delle nostre istituzioni non sta nel sistema elettorale ma nel decadimento abissale del livello dei componenti del parlamento.
Che poi questo decadimento sia cominciato esattamente coll'abbandono del proporzionale che per oltre 40 anni abbiamo avuto è probabilmente una pura coincidenza e la causa è da ricercare altrove (ma il discorso sarebbe molto lungo e probabilmente OT)
Je suis accozzaglia
Opinioni diverse, non condivido affatto. Ma il punto è che non c'entra niente con quel che dicevo io e cioè che proprio dopo quei 45 anni e il cambio di sistema elettorale (ma ho specificato senza ironia che la tempistica è una coincidenza e la causa sta altrove) la qualità del personale politico e in particolare di quello degli eletti in parlamento è precipitata.
Niente di più lontano da me della DC, ma se penso allo spessore politico e culturale di quasi tutti i dirigenti di quel partito che tanto ho odiato e lo paragono a quello delle mezze calze che siedono in parlamento oggi mi viene da piangere
Je suis accozzaglia
Certo che mettendola così lasci poco spazio all'interlocuzione
Parti da affermazioni assiomatiche, prendere o lasciare... Dai per assunto che il ruolo dei partitini sarebbe quello di ricatto... e dove sta scritto? Ok, la vulgata da anni è quella, ce lo ripetono come un mantra i vari Cazzullo, Mieli, Mauro e compagnia ma alla fine 'sta sentenza su cosa si basa? Di ricatti ne ricordo fatti da altri, per esempio uno specialista fu tale Veltroni quando era segretario di un partito non tanto "ino".
Affermi poi, sempre come fosse un dato acquisito, che gli stessi partitini "non aggiungono nessuna idea". Ah sì? E su quale base ti senti di affermarlo in modo così apodittico? Forse non aggiungono idee che piacciono a te o che tu reputi di qualche rilievo ma magari per altri così non è. Del resto se fosse un dato assoluto e oggettivo nessuno li voterebbe, ti pare?
Mi pare abbia poco senso discutere tra noi se le idee dei partiti minori siano degne o meno. Quello che si sta dicendo è se abbiano diritto a essere contati come gli altri i voti di milioni di persone che scelgono "liste minori".
Ecco, hai messo il dito nella piaga. Questo è un equivoco di fondo e posta la questione come la poni tu, da liberal, mi stupisce non poco. Questo ribaltare il ruolo di una legge elettorale che anziché preoccuparsi di garantire che gli elettori siano rappresentati si debba far carico di garantire la governabilità fa parte dell'imbarbarimento della cultura istituzionale dei tempi correnti (sempre grazie ai pennivendoli che citavo prima). La governabilità è questione squisitamente politica, che si ottiene grazie a capacità politiche, all'arte della politica come dicevo in altro post. Se i politici non sono tali (ma cialtroni, arrivisti, demagoghi ecc., prestati alla politica ma incapaci di coglierne l'essenza e la funzione) non ci sarà nessun sistema elettorale che garantirà governabilità alcuna. E in ogni caso non spetta al sistema elettorale risolvere quel problema.
Je suis accozzaglia