La domanda che fa da titolo al presente thread è affascinante.
È assolutamente certo che a volere l'avventura espansionista Piemontese-sabauda non sia stato il popolo bensì la classe dirigente Piemontese. Non è quasi mai la carne da macello a sostenere con vigore l'idea di andare in guerra a farsi massacrare.
È assolutamente certo che si sia trattato di un colpo di mano ordito da pochi intellettuali e dirigenti politici servi di potenze europee e poteri massonici.
Voglio solo far notare come la società Piemontese abbia da sempre una struttura rigidamente piramidale. I Piemontesi, anche quelli più onesti e liberali, sono in gran parte convinti della necessità dello stato padrone. Questo è un tratto distintivo che si avverte a molti livelli. Io ne ebbi un esempio nel lontano 2006, in occasione di una riunione che organizzai nel tentativo fallito di portare ad una costituente dei gruppi autonomisti e indipendentisti padano-alpini. In quella occasione scoprii che i Piemontesi presenti erano fieramente e radicalmente avversi all'idea di Sovranità Popolare ed erano convinti del fatto che per far partire un movimento fosse necessaria una guida forte e monolitica. In pratica una nuova leadership di stampo leghista. Anche l'amico stimatissimo Gilberto Oneto, Biellese, non mi ha mai nascosto la sua profonda perplessità circa l'idea di Sovranità dei Cittadini come quintessenza della rivoluzione federalista, idea molto cara al suo amato Lombardo Gianfranco Miglio. Infine, le mie frequentazioni accademiche mi hanno rivelato che i Piemontesi attivi nel contesto universitario sono attentissimi a rispettare gerarchie e dinastie, muovendosi nell'assoluta deferenza ad una struttura rigida, verticista e orientata al potere.
Sono solo piccoli esempi di vita vissuta, ma credo che rivolgendo uno sguardo d'inseme alla società Piemontese non si possa che confermare questa impressione. La massoneria Piemontese è ad oggi una tra le più forti e impenetrabili dell'intero stivale. Dunque non mi meraviglio che gli alti gradi di quella società abbiano avuto mano libera nel produrre alcuni tra i danni più incalcolabili mai visti in questa parte del mondo, e ne cito due:
1) l'unificazione a mano armata di una nazione inesistente
2) il richiamo della mano d'opera meridionale al nord.
Sono certo che il popolo Piemontese sia stato solo e unicamente vittima, come il resto di noi, di queste malefatte imperdonabili. Tuttavia non mi sorprende che pochi ignobili abbiano avuto una simile libertà d'azione in Piemonte. Vogliate credere che nelle mie considerazioni non c'è alcuna animosità o stupido campanilismo, ma anzi un senso di comunanza e vicinanza ai Piemontesi, gente laboriosa, decorosa e onesta. Mi piacerebbe leggere il vostro parere.