Mein Kampf, libro diventa bestseller in Germania nel 2016:

[Roul Duke]

Presumo che la traduzione sia la stessa di quella di Ar...........penso almeno, il prezzo era lo stesso

Non è così. L'edizione di Ar è una copia di quella edita da Bompiani nel 1934, tradotta dall'ebreo Treves.

[Roul Duke]

sarebbe bello in in un mondo in cui tutti hanno una certa capacità di analisi, ma se serve e ci si dedica a farlo come un servizio al lettore senza parte di sorta, ben vengano le note. Forse per certi versi, è più facile arrivare a una comprensione migliore attraverso il modo in cui le note ti spiegano il passaggio. Quello che è il pensiero di Hitler e dove più o meno si pone, è talmente noto che può essere un limite stesso per i lettori più giovani (secondo me)

Il punto è che certa letteratura non è alla portata di tutti ma, appunto, soltanto di coloro che hanno sufficienti basi per comprenderla. Lo stesso Hitler scrive che il suo Mein Kampf è diretto a coloro che sono già addentro al tema di cui tratta.

[Roul Duke]

onore a chi riesce a leggere 10 righe di seguito di quel mattone (il)leggibile

Ho letto entrambi i volumi per due volte ed in precedenza, altre due volte, ho letto la versione del 1934. Ritengo che sia Hitler scrivesse, al pari della sua sua oratoria, in maniera assolutante scorrevole e comprensibile.

[Roul Duke]

Il Mein Kampf va indubbiamente contestualizzato nell'epoca in cui è stato scritto, e Versailles fa parte di questa contestualizzazione, però le osservazioni di Hitler inerenti a Versailles sono di una attualità sconcertante se li confrontiamo con la situazione odierna e con la perdita di sovranità degli stati (non solo) europei. Ma aldilà di Versailles è tutto il discorso di "concezione del Mondo" hitleriano che è di una attualità assoluta, come quando Hitler preconizza una Francia negrizzata o come quando prende atto che se il popolo tedesco non riacquista la sua coscienza razziale è destinato alla fine (e così è). Certamente il MK è, aldilà delle considerazioni generali, un trattato sulla Germania e per i tedeschi, lo sviluppo hitleriano in senso pan europeista e non solo germanico, è degli anni della guerra, quando Hitler capisce che la sconfitta nella guerra che il mondialismo finanziario ha scatenato contro la Germania vorrà dire la fine non solo della Germania ma dell'intera Europa e dell'intera razza bianca. E purtroppo le cose stanno avvenendo esattamente così.

Riguardo al problema ebraico posso dirti che le idee si cambiano anche se personalmente su questo punto mi trovo a fare delle opportune distinzioni riguardo all'antisemitismo nazionalsocialista, una cosa è la finanza cosmopolita (anche) ebraica, una cosa è l'insieme di tutto il popolo ebraico che, personalmente, non ritengo essere il responsabile del declino dell'Europa e della razza bianca.

Bel commento. Peccato che ti sei perso nell'ultima frase.

[Roul Duke]

Quelli che si strappano capelli e vesti dovrebbero capire che non e un libro a far cambiare idea e opinione alle persone, non necessariamente leggere il Mein Kampf porta a diventare nazionalsocialisti. Spesso capita per altri motivi, che sono svariati e in genere quasi sempre tendenti alla negatività dell'esistenza quotidiana.

Anche perché, ribadisco, Hitler stesso scrisse che per leggerlo bisogna già conoscere abbastanza a fondo le tematiche trattate, la Weltanschauung espressa dal Führer, il che oggi è molto più complicato di ieri considerando il fango, la damnatio memoriae e l'oblio nei quali è avvolta.

[Jerome]

La maggioranza dei capitoli sono la storia della sua vita politica (Mein Leben), del primo NSDAP, del putsch della birreria, della situazione politica specifica tedesca dell'epoca e di alcune parti del programma nazionalsocialista, non c'è molto, in certe versioni tagliate specialmente, della dottrina hitleriana, si trova di più, filtrata da altri, nelle Conversazioni a tavola con Speer e altri.

[Jerome]

Bel commento. Peccato che ti sei perso nell'ultima frase.

gli ebrei non sono neri, o quelli che conosciamo oggi come ebrei sono perlopiù convertiti non ebrei, poiché sono bianchi.

[Roul Duke]

gli ebrei non sono neri, o quelli che conosciamo oggi come ebrei sono perlopiù convertiti non ebrei, poiché sono bianchi.

Per intendersi: il problema non è religioso ma essenzialmente razziale, di stirpe. Non faccio e non si dovrebbe fare differenza tra un ebreo religioso ed un ebreo ateo, agnostico o convertito ad altra confessione, che si dichiari o meno sionista, che abbia o meno cittadinanza israeliana. Un giudeo è tale ovunque si trovi nel mondo, qualunque posizione politica o religiosa esso dichiari, che appartenga o meno a famiglie famose (o meglio, famigerate), che svolga il ruolo di speculatore finanziario, di broker a Wall Street o di venditore di spazzole.

[Jerome]

Un bianco biondo nordico e ateo che non frequenta sinagoghe è giudeo perché suo nonno si chiama Levi e magari è un discendente di un romano convertito che non ha mai visto la Giudea in antichità.

Nemmeno Triangolo nero dice ste cavolate.

[Roul Duke]

Un bianco biondo nordico e ateo che non frequenta sinagoghe è giudeo perché suo nonno si chiama Levi e magari è un discendente di un romano convertito che non ha mai visto la Giudea in antichità.

Nemmeno Triangolo nero dice ste cavolate.

Cavolate le dirai tu. Questo era il pensiero dell'ultimo vero condottiero d'Europa ed è anche il mio in quanto perfettamente giusto. Del resto sono in buona compagnia, e non solo tra i nazionalsocialisti tedeschi ed europei che combatteremo con parola, penna e spada, ma anche gentiluomi d'Oltreoceano dissero e scrissero certe verità comunicandole al mondo, tra i quali un certo Henry Ford, che per chi non lo sapesse ha scritto un saggio importantissimo su questo argomento ed è citato nel libro oggetto di questa discussione dal di esso autore.