L’Europa dà ragione alla Svizzera «No a lezioni di nuoto separate per studentesse islamiche» - Corriere.it

No alle lezioni separate di nuoto per maschi e femmine: la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha dato ragione alla Svizzera e respinto il ricorso di due genitori di fede musulmana che chiedevano che la loro figlia, per motivi religiosi, non entrasse in piscina assieme ai compagni di classe di sesso opposto. Secondo i giudici di Strasburgo deve prevalere il criterio dell’integrazione a scuola per tutti i ragazzi e dunque non devono essere alzate barriere dettate dalla religione. Al tempo stesso la sentenza ammette che costringere maschi e femmine di religione islamica a lezioni di nuoto in comune è «una interferenza nella libertà di religione» e dunque ha multato la Svizzera con la cifra simbolica di 1.400 franchi (circa 1.100 euro)

No anche a burqa e minareti

Il caso era stato sollevato da una famiglia di Basilea di origini turche, cittadinanza svizzera ma di religione musulmana: il programma scolastico per le elementari prevede lezioni obbligatorie di nuoto ma le bambine si sarebbero trovate a tu per tu con maschietti pari età, situazione ritenute «sconveniente» per il costume religioso. Di conseguenza avevano impedito alle loro figlie di frequentare le lezioni, violando però nel contempo l’obbligo scolastico. Il tribunale federale svizzero aveva già bocciato il ricorso dei due genitori, che si erano così rivolti all’istanza superiore a Strasburgo. La questione della «laicità» dello Stato è negli ultimi anni molto dibattuta in Svizzera, nazione dove un residente su quattro è straniero e molti provengono da paese islamici. Due referendum indetti a breve distanza hanno introdotto per legge il divieto di costruire minareti e quello, per le donne, di indossare il burqa