di Gaia (a cura di) - 18/06/2009
Fonte: novoordo
Questa crisi era inevitabile? Gli Stati Uniti ne sono responsabili? Stanno davvero
risolvendo questa crisi, o piuttosto dobbiamo aspettarci che qualche potenza affondi? Ma
gli USA non erano i dominatori del mondo? Com’è che si ritrovano con le pezze al sedere?
Queste domande sono tutt’altro che oziose, pur (o meglio, a maggior ragione) nell’attuale
clima di incertezza in cui la gente vuole sapere solo cosa fare dei propri risparmi. Ma per
arrivare ad avere una qualche risposta concreta, bisogna partire dall’inizio e capire come si
è prodotta questa situazione.
Se diamo ascolto ai guru dell’economia, ai dirigenti delle banche, ai ministri del tesoro e
capi di stato, potremmo farci l’idea che nessuno in realtà sappia da dove venga l’attuale
crisi, che sia tipico del “sistema capitalista” questo ciclo di recessioni e boom economici,
che gli stessi operatori siano stati colti di sorpresa dalla crisi, che nessuno poteva
immaginare... che insomma l’origine vera è un gran mistero.
Lungi dall’esserlo, si tratta invece di una causa piuttosto chiara, almeno nei suoi tratti
essenziali: la crisi era inevitabile innanzitutto perché l’intero sistema poggia su basi
traballanti, che non possono farlo durare a lungo.
Questi “piedi d’argilla” dell’economia mondiale sono in sostanza:
A. Creazione di denaro dal nulla
B. Corso legale
C. Riserva frazionaria
Spiegherò brevemente questi tre concetti base, mentre suggerisco la lettura degli articoli
contenuti nelle Note per i necessari approfondimenti [1].
A. Creazione di denaro dal nulla (anche detta “magica stampante”)
Si stampano banconote che sono vera e propria carta straccia, perché non hanno alcun bene
reale a garanzia del loro valore. Semplicemente, sono foglietti a cui si attribuisce un certo
valore e si crede che valgano davvero la cifra impressa sulla carta.
Una volta, ogni banconota aveva un corrispettivo d’oro che la garantiva, in modo che
non si potesse stampare soldi a piacimento (almeno teoricamente, poi si può sempre
infrangere la legge, impunemente se chi lo fa è al potere): c’era cioè un limite, e questo era
dato dalla disponibilità reale di metalli rari e preziosi.
A più riprese questa convertibilità banconota-oro è stata sospesa da vari governi,
soprattutto per fare guerre (che richiedono letteralmente una montagna di denaro).
L’ultima volta che è stata presa una simile decisione, però, anziché essere temporanea è
divenuta permanente (proprio come la “guerra permanente” al terrorismo). E’ il 1971: il
presidente USA Nixon, per salvare il suo paese dalla bancarotta, annuncia la sospensione
totale della convertibilità dollaro-oro, che stiamo pagando ancor oggi [2].
Bene, anzi male: da allora è lecito stampare soldi a piacimento con la “magica stampante”,
senza ritegno. Che significa? Che si può immettere nel sistema una quantità spropositata,
virtualmente illimitata, di banconote, del tutto legalmente: una quantità slegata dai beni
reali in circolazione. Ma l’aumento della massa monetaria in circolo ha un nome ben
preciso: inflazione [3].
Dunque si tratta di una truffa legalizzata.
Ma se le attuali banconote sono carta straccia, com’è che le usiamo? Com’è che la gente ci
pensa due volte prima di bruciare una banconota da 50 euro? Queste ragionevoli domande
trovano risposta nel secondo fattore, che alla loro ragionevolezza oppone tutta l’assurdità
del sistema.
B. Corso legale (o corso forzoso)
Lo Stato obbliga i suoi cittadini ad usare esclusivamente le banconote da esso approvate
(da noi gli euro), anche se create dal nulla: è il meccanismo detto “fiat money”. In sostanza
abbiamo in mano pezzi di carta colorata senza alcun valore, ma siamo costretti a credere
che questi foglietti abbiano davvero un valore e siamo obbligati ad accettarli e usarli,
cioè a scambiare beni reali con quei foglietti colorati.
La gente non brucia le banconote, perché crede che valgano quanto scritto su di esse: pensa
“Non posso bruciare questa banconota, vale 100 euro!” quando materialmente quel
foglietto vale circa 3 centesimi di euro.
E’ un sistema basato sulla fiducia (ma sarebbe più attinente dire sulla fede): la banconota
ha valore nel momento in cui si crede che ne abbia, anche se essa è svincolata da qualunque
garanzia di avere realmente quel valore. Ma anche nel caso in cui la gente si renda conto
che ciò che ha in mano è solo carta colorata, resta incastrata comunque nel sistema, perché
lo Stato obbliga tutti ad usare quei foglietti.
Ma non è finita: c’è un terzo meccanismo, che assieme ai primi due costituisce i piedi
d’argilla del gigantesco mostro monetario attuale.
C. Riserva frazionaria
Ovvero un altro astuto modo per creare denaro dal nulla. In poche parole, il sistema
bancario può -anzi deve, essendo stabilito per legge- detenere solo una piccola parte dei
depositi dei correntisti, utilizzandone una buona parte per creare credito (cioè
moltiplicando magicamente il denaro esistente) [4]. Lo Stato stabilisce una riserva
minima da detenere e le banche devono tenere una quantità di denaro non inferiore ad essa.
In sostanza, se tutti noi volessimo ritirare i soldi che abbiamo depositato sui nostri conti
corrente, la banca ci direbbe “niet”: non li hanno, anche se io li avevo materialmente
depositati, perché buona parte dei miei risparmi è stata usata per fare credito ad altre
persone. Questo concetto astuto e subdolo, che la banca si guarda bene dal rivelarci
quando apriamo un conto, fa in modo che si crei dal nulla ulteriore denaro, come semplici
bit su uno schermo di computer. Nulla di più semplice.
Ma in questo modo si rafforza il danno già prodotto tramite fiat money, cioè si costruisce
un sistema destinato all’inflazione perenne.
Inoltre, se tutti nello stesso giorno andassimo a ritirare i soldi dai nostri conti correnti, le
banche fallirebbero all’istante per insolvenza (come già accaduto, peraltro).
Base monetaria degli Stati Uniti d'America:
Non è un caso che dal 2003 la FED (Federal Reserve, cioè la banca centrale statunitense) si
rifiuti di rendere pubblico un importantissimo valore, l’M3, cioè un dato relativo alla
massa monetaria in circolazione. Ci sono statistiche non ufficiali sull’M3 [5], di cui il
grafico sottostante è un esempio. La massa monetaria è completamente scollegata dai beni
reali esistenti, c’è uno scollamento imponente tra l’economia reale e i dollari prodotti dalla
FED.
Su queste basi si può ben capire come il sistema non possa durare a lungo: ogni volta si
ricorre ad astuzie, sotterfugi, trucchi di vario genere pur di mantenere in vita quel che è in
realtà un cadavere, rimandando così lo sfascio dell’intero sistema. Ma rimandare significa
solo aggravare il botto che farà quando scoppierà. Lo stiamo vedendo proprio ora.
A questi “piedi d’argilla” bisogna poi aggiungere altri elementi per capire l’attuale crisi
finanziaria: in particolare il comportamento dei governi e le speculazioni degli operatori
finanziari su derivati e altri prodotti [6].
Il secondo elemento è presto detto, almeno nel suo nocciolo: il “credito facile” erogato
dalle banche ha fatto sì che molti accedessero a mutui che poi non hanno potuto ripagare
[7]. Ma questi mutui subprime ad alto rischio di insolvenza venivano inseriti in pacchetti
azionari (i derivati) e immessi nel circolo finanziario. Erano null’altro che prodotti
“tossici”. Quindi questi crediti non ripagati hanno avviato un effetto domino, che sta
mandando gambe all’aria il sistema spregiudicato costruito anche su di loro. E oggi, quelli
che si stracciano le vesti con il mantra del “Non potevamo immaginare”, sono gli stessi che
per anni hanno giocato al monopoli con i soldi dei risparmiatori, ben consapevoli che
quella bolla sarebbe scoppiata, e facendo un botto tremendo.
"Pensavo stessimo solo comprando una casa!"
Che dire invece dei governi? Come interpretare il comportamento degli USA, “un impero
fondato sul debito”, che spendono cifre smisurate per le loro assurde guerre in giro per il
mondo, contraendo debiti esorbitanti che certo sanno di non poter ripagare? E perché
gli altri Stati accettano questa situazione?
Gli USA sono grandi esportatori di inflazione.
Il dollaro non vale più della carta igienica, eppure tutti accettano dollari negli scambi
internazionali.
La realtà è che viviamo in un sistema falsato, in cui nulla ha più il valore che dovrebbe
avere. La supremazia degli USA si basa fondamentalmente sul fatto che gli scambi nelle
borse petrolifere vengono effettuati con i dollari: il petrolio è scambiato con dollari, non
con euro o altre valute. Questo perché gli USA imposero quella condizione quando il
dollaro aveva ancora un valore, e ora semplicemente bombardano quei paesi che
vorrebbero vendere petrolio in cambio di euro [8]. Il dollaro ha l’apparenza di una moneta
“valida” perché viene scambiato con petrolio, bene con un forte valore reale. Paesi
come l’Arabia Saudita straripano letteralmente di dollari. E li spendono sui mercati
occidentali: questi sono ben contenti di tutta quella valanga di denaro, che però non fa
altro che peggiorare l’edulcorazione già presente nel sistema.
Un vero circolo vizioso, quindi, che non viene spezzato da nessuna delle parti in gioco
perché tutti ci guadagnano. Tranne la gente comune, su cui sempre si fa ricadere il peso
delle scellerate scelte dei governi.
La massa monetaria in circolazione a livello mondiale è totalmente scollata dalla
quantità di beni reali prodotti (vd. grafico seguente). Una situazione del genere non può
certo durare a lungo.
La moneta circolante nel mondo è cresciuta molto più che la produzione di beni
Tutti quei giochetti finanziari con cui per anni i vari operatori si sono “divertiti”, hanno
portato all’attuale disastro, che secondo molti è stato scientemente preparato: qualcuno
ha operato affinché oggi scoppiasse, con il massimo danno possibile, una crisi
finanziaria planetaria.
La “bomba da un quadrilione di dollari” dei derivati: quella dei mutui subprime, in confronto, è una
bazzecola (600 miliardi di dollari contro più di 1 milione di miliardi di dollari... cioè il 1760% del
prodotto interno lordo mondiale)
Da un certo punto di vista è vero che molti bancari si sono trovati spiazzati
(almeno non quelli ai massimi livelli che gestiscono il sistema, s’intende): in
quei giochetti le banche per cui lavoravano non avevano nulla da temere:
grosse compagnie assicuratrici, come AIG, erano nate apposta per coprire le
spalle alle banche in caso di investimenti e operazioni negative. Era già
accaduto, e le banche sono ricorse alle assicurazioni per non avere danni (un
ottimo sistema per perpetuare questo gioco truccato, senz’altro).
Ma oggi assitiamo ad una cosa mai vista: una dopo l’altra, le grandi
compagnie di assicurazioni bancarie sono fallite (sono state fatte fallire, per
meglio dire).
Per capire meglio questo aspetto del meccanismo, parliamo brevemente dei
CDS (Credit Default Swap), che sono strumenti derivati.
In sostanza, sono un sistema che permette alle banche finanziarie di
comprare qualsiasi cosa sul mercato -recentemente per es. i mutui subprimesenza
preoccuparsi del loro valore effettivo; in altre parole non importa più
se una cosa ha valore realmente o no, perché i CDS garantiscono che una
terza parte pagherà un’assicurazione se quelle aziende o quei bond perdono
di valore per un default o anche solo per un downgrade delle agenzie di
rating.
Ecco dunque il meccanismo perverso, secondo molti scientemente preparato
e attuato: a differenza del passato, questa volta nel momento stesso in cui
tutte le banche e tutte le istituzioni (persino i municipi) si sono esposte con i
CDS, con lo scoppio della bolla le assicurazioni finanziarie falliscono
misteriosamente a catena, lasciando banche e nazioni in debito di triliardi
con qualcuno, che di fatto è ora in grado di ricattare l'intera economia
mondiale. Ma in debito con chi? E a quale scopo?
2
Crisi finanziaria e NWO
[...] nel momento stesso in cui tutte le banche e tutte le istituzioni (persino i municipi) si
sono esposte con i CDS, con lo scoppio della bolla le assicurazioni finanziarie falliscono
misteriosamente a catena, lasciando banche e nazioni in debito di triliardi con qualcuno,
che di fatto è ora in grado di ricattare l'intera economia mondiale.
Ma in debito con chi? E a quale scopo?
Entrano qui in gioco gli hedge fund: i contratti CDS, e i contratti derivati da questi come i
CDO, non hanno un valore determinabile di per sè, per definirlo ci sono degli indici di
rating. C'è una borsa di questi indici dove si può speculare su tale valore. E chi specula su
questi indici? Gli hedge fund, molti dei quali sono controllati da famiglie come i
Rothschild e i Morgan, che controllano da sole quasi tutto il sistema finanziario mondiale.
In pratica, le compagnie che assicuravano i CDS (come per esempio AIG, Ambac, MBIA,
ACA, Monolines ecc.), nonostante avessero fatto bene i loro conti in vista dello scoppio
della bolla immobiliare -che sapevano perfettamente sarebbe scoppiata- non potevano
prevedere un attacco diretto degli hedge fund contro gli indici dei CDS. Hedge Fund
come quelli di Soros o dei Rothschild sono soliti fare operazioni speculative in borsa
bruciando miliardi con obiettivi politici e non di guadagno.
Quindi gli hedge funds fecero questo: dapprima si comprarono i CDS dei mutui
subprime che le banche vendevano per crearsi liquidità, sicure perché erano assicurate
da compagnie come AIG; poi andarono sul mercato degli indici e specularono al ribasso su
quei CDS facendogli perdere di valore; questo fece saltare AIG e gli altri istituti finanziari
che assicuravano le banche sui contratti CDS; le banche smisero di fare mutui sulle case,
perché non si fidavano più dei CDS, e questo accelerò ancor più la caduta dei prezzi delle
case, perché nessuno più le poteva comprare e la domanda scendeva a picco; tutto ciò
aggravava ulteriormente lo stato di istituzioni come AIG che alla fine falliscono, e in un
effetto domino trascinano con sè le banche; alla fine banche e intere nazioni sono indebitate
con gli hedge fund per trilioni di dollari di CDS.
In sostanza, qualcuno ha dapprima fatto in modo che le banche facessero mutui a più gente
possibile e senza il minimo controllo, sapendo benissimo che sarebbero andati per la
maggior parte in default, essendo le banche sicure che grazie ai CDS sarebbero state
coperte.
Poi è stato fatto in modo che aziende assicuratrici come AIG, che in passato avevano
protetto dalle ricadute degli scoppi delle bolle, fossero messe in crisi e fallissero. Hanno
scatenato un’orda di hedge fund pilotati per speculare sugli indici di rating dei CDS
accelerando il fallimento di tali istituti assicuratori in modo che avvenisse proprio a ridosso
delle elezioni. Quindi il sistema bancario si è trovato scoperto da tutti e due i lati: da
una parte mutui senza valore e dall'altra assicurazioni che nessuno avrebbe mai
pagato.
L’attuale crisi mondiale è stata scientificamente creata: l'andamento della bolla immobiliare
non solo è stato previsto, ma è stato creato. [9]
A tal proposito, giova ricordare qui una lettera che abbiamo segnalato a suo tempo sul blog
Nuovo Ordine Mondiale [10] e che trascrivo solo nei suoi punti salienti: la lettera è di
Samuel Rothschild, che a giugno 2008 scriveva al Financial Times:
Il Credito crea denaro.
[...]
Comunque, visto che denaro e potere sono sinonimi, e visto che il potere dovrebbe essere
concesso in modo selettivo, anche lo scopo del prestito merita considerazione.
Il recente "panico bancario" è stato autoinflitto.
I banchieri hanno abusato del loro privilegio di creazione del denaro.
[...]
Un dollaro sottovalutato ed una enorme liquidità, scatenata da un eccesso di prestiti
bancari, hanno fornito la scusa per la bolla speculativa del petrolio, delle case, delle
azioni e delle commodity.
Le bolle scoppiano.
La caduta dei prezzi minaccia le case, i mutui e l'intera struttura bancaria.
[...]
E' tempo di delimitare il privilegio dei banchieri della creazione del denaro.
Ripristinare il potere nelle mani dei pochi che tradizionalmente lo detenevano, ecco dunque
la ricetta di mr. Rothschild. Una buona ricetta, secondo lui, soprattutto perché quando dice
che il potere deve essere concesso in modo selettivo, intende dire che lui, con pochi altri
amici, rientra nella categoria di chi avrebbe diritto a detenere quel potere. Concentrato,
però. Quindi ancor più pericoloso.
Ma in tutto ciò, che cosa hanno fatto i grandi leader politici mondiali per affrontare questa
crisi di proporzioni colossali?
Misteriosamente, dapprima si sono affrettati a dire alla gente che non era nulla di grave e
che non bisognava preoccuparsi, poi hanno iniziato a dire che i nostri conti correnti “sono
al sicuro, perché tanto c’è il fondo interbancario che li assicura” (come a dire: sì, sono a
rischio, ma non ve lo diciamo apertamente), dopo di che hanno iniziato all’unisono a
suonare le trombe della crisi globale e le grancasse della recessione. Termine -sia detto per
inciso- che non veniva più pronunciato da decenni perché troppo “forte” alla percezione
della gente, preferendo sostituirlo con altri termini più soft.
Ora gli stessi che fino a un mese fa rassicuravano sul fatto che “il peggio è passato”,
parlano di recessione globale, di crisi profonda, di calo della domanda, invocando a gran
voce un intervento a livello globale per riformare l’intero sistema finanziario.
Ed ecco finalmente la perla, la punta di diamante che emerge dall’oscurità del caos: la
soluzione preparata per una crisi scientemente pianificata, soluzione offerta ai popoli del
mondo come panacea per sanare un sistema finanziario corrotto.
Serve una soluzione globale a una crisi globale (termine adorato dal mondialista Gordon
Brown, che infatti riesce a infarcire ogni suo discorso facendolo letteralmente straripare di
“globalismi” [11] ).
Innanzitutto gli stati devono farsi carico delle perdite delle banche, tramite
ricapitalizzazione delle stesse: in sostanza, la banca va in crisi e lo stato la salva (o meglio i
nostri soldi la salvano). Peccato che uno stato che si accolla i debiti di una banca debba
anche impegnarsi a restituire quei debiti: come? Facendo ricadere sui propri cittadini tutto
il peso di una simile sciagurata decisione. Aumento delle tasse, tagli alla spesa sociale,
inflazione, sono i mezzi principali con cui lo stato costringe i cittadini a sopportare l’onere
delle proprie decisioni.
La ricetta classica degli stati per superare crisi di questo genere, ci dicono i soloni della
politica e dell’economia, è “iniettare stimoli” sottoforma di nuova moneta, facendosi
carico di errori, malagestione e speculazioni degli istituti finanziari, finanziando alcuni
segmenti dell’industria e infine facendo partire grandi progetti infrastrutturali nel paese:
in sostanza, i cittadini sono con le pezze al sedere, lo stato si accolla i debiti delle banche,
la gente cerca di non spendere più del necessario, e la soluzione consisterebbe nel
realizzare colossali infrastrutture con i soldi di quegli stessi cittadini che già se ne trovano
pochi. [12]
Qualcosa non mi torna, ma nell’ottica dei soloni si tratta di un dovere imprescindibile: far
ripartire l’economia, in un modo peraltro piuttosto deleterio.
La soluzione per sanare questa crisi
dunque non starebbe nel ripensare da
zero il sistema monetario ed
economico, slegandolo innanzitutto da
quelle tre bestie nere di cui abbiamo
parlato all’inizio (fiat money, corso
legale, riserva frazionaria), e poi dal
gioco di speculazioni da quelle permesso.
Non sia mai: meglio invece continuare
sulle stesse fondamenta marce, soltanto
dando una ripulita alla polvere
superficiale. La gente paghi le
nefandezze altrui e non se ne parli più.
[13]
Anzi, diamo l’affondo finale: riformiamo l’intero sistema finanziario ed economico
mondiale in modo da accentrare ancor più il potere nelle mani di pochi: innanzitutto
promuoviamo l’idea della necessità di un coordinamento internazionale, che passi non
più tra i singoli stati ma tra aggruppamenti di stati; poi potenziamo il potere degli organi di
governo centrali e infine concentriamo le redini dell’intero sistema nelle mani di
pochissime persone al vertice di questa piramide globale.