Fiat Chrysler: i problemi arrivano anche in Europa
Lo scontro sembra ormai essere a tutto campo. L’ultima tenzone dialettica per il gruppo Fca riguarda adesso il mercato europeo e le omologazioni comunitarie dei veicoli.
Facciamo però un passo indietro. Qualche giorno fa l’Autorità garante per la Protezione ambientale statunitense (EPA) ha avviato una inchiesta volta a stabilire la regolarità delle certificazioni per le emissioni nocive dei modelli di automobili Diesel appartenenti alla scuderia industriale Fiat-Chrysler Automobiles. L’analisi, ad oggi ancora in corso da parte degli organismi di controllo a stelle e strisce, riguarderebbe un segmento produttivo specifico costituito da 104.000 unità.
Fiat Chrysler: i modelli incriminati negli USA

Washington sta indagando sulla regolarità delle emissioni di alcune teste di serie di costruzione recente (filiera 2014-2016). Le tipologie sotto accusa sono quelle che montano un motore Diesel da tre litri di capacità. Tra queste il Pick Up Ram 1500 che nella versione “Eco-friendly” unisce alla doppia iniezione classica il 3.0 a gasolio da 240 cavalli. Questa categoria comprende una sostanziosa fetta del mercato di riferimento negli Stati Uniti e rappresenta un investimento chiave, per il gruppo Fca, sul territorio. L’altra grande esaminanda in questione è la gamma Jeep con il modello Grand Cherokee, vera e propria istituzione della strada americana.
La destabilizzazione dei titoli in borsa è stata immediata. All’indomani dell’apertura del Dossier, le azioni del gruppo hanno subito una perdita del 18% chiudendo una giornata di contrattazioni disastrosa e riprendendo soltanto parzialmente gli acquisti nei giorni successivi.
Fiat Chrysler: Berlino e l’Unione europea

Ad avvelenare ulteriormente l’aria già macilenta che avvolge in queste ore l’apparato industriale del gruppo Fca, ci ha pensato anche il ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt, il quale ha richiesto all’Unione europea di garantire “l’immediato ritiro dal mercato comunitario” di altri tre modelli importanti della manifattura del Lingotto: Fiat 500x, Jeep Renegade e Fiat Doblò. Tuttavia tali esemplari non sarebbero tra quelli incriminati ed al vaglio della Commissione d’inchiesta. Lunedì i portavoce ufficiali delle istituzioni di Bruxelles hanno rincarato la dose imponendo un “chiarimento entro breve termine” al governo di Roma.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha stigmatizzato il tutto bollando tali esternazioni alla stregua di “accuse irricevibili”. Più tranchant è stato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, il quale ha invitato Berlino a riflettere meglio sul caso Volkswagen prima di attaccare l’azienda amministrata da Sergio Marchionne. Più conciliante è stato infine il titolare del nostro Dicastero dell’Economia Piercarlo Padoan: “Non vedo elementi di scontro con la Germania, che ha avuto un caso simile”. Per domani è in programma un bilaterale economico tra il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il Cancelliere di Germania Angela Merkel.


Scritto da: Riccardo Piazza
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