Quelle volte in cui vorresti essere anche tu veneto.
Lo spot di Zaia: «Scelgo il Veneto, scelgo la libertà»
di Filippo Tosatto 06 gennaio 2017
Referendum autonomia, un video-pilota sulle "chat amiche" per valutarne il gradimento
Lo spot di Zaia: «Scelgo il Veneto, scelgo la libertà» - Veneto - Tribuna di Treviso
VENEZIA. Luca Zaia anticipa l’avvio della campagna referendaria per l’autonomia del Veneto e lo fa lanciando uno spot su canali web “protetti”; è un video-pilota che proietta in rapida successione le immagini-simbolo della “piccola patria” nostrana: bellezze naturali e città d’arte, circuito industriale e lavoro artigiano, bioagricoltura ed eccellenze gastronomiche, fino al volontariato e al tempo libero; una carrellata lunga 2 minuti e 54 secondi conclusa dallo slogan perentorio «Scelgo il Veneto, scelgo la libertà».
Il governatore leghista sceglie di non comparire nel filmato («Questo non sarà il referendum di Zaia né della Lega ma esclusivamente dei veneti», il suo mantra) dove l’unica traccia sonora è rappresentata dal ritmo musicale sincopato che scandisce il susseguirsi di istantanee.
Un mix di tradizione e modernità, natura e presenza dell’uomo, che alterna piste innevate sulle Dolomiti e artigiani dell’occhialeria, mountain-bike e Arena di Verona, radicchio e Santo di Padova, Garda e colline viticole; e poi le calzature e le spiagge, le ville palladiane e la tecnologia sanitaria, il ponte di Bassano e la pesca nel Delta del Po; qua e là fa capolino la bandiera di San Marco né manca il tributo ai volontari della Protezione civile e del Soccorso alpino. Il finale è tutto per Venezia, tra basilica marciana, calli e laguna. Un appello all’orgoglio della “terra dei padri”, sì, con l’allusione conclusiva («Scelgo la libertà») all’agognata autonomia contrapposta alla soffocante ingerenza romana.
Tant’è. Come detto, si tratta di un’assaggio, quasi una prova tecnica in vista del battage elettorale. Che si annuncia breve ma intenso pur in assenza - a tutt’oggi - di una data certa: la consultazione, fa sapere Zaia, «si svolgerà certamente tra marzo e maggio» ma la “convocazione dei comizi referendari” (che per legge deve precedere il voto di almeno 60 giorni) è condizionata dal calendario della tornata amministrativa di tarda primavera; scontata la nuova richiesta di abbinamento da parte del governatore («Ci farebbe risparmiare 14 milioni»), altrettanto prevedibile il rifiuto all’Election-day dell’esecutivo.
Sul fronte politico, Lega impegnata “pancia a terra” per il Sì alla maggiore autonomia, favorevoli al quesito anche M5S (è artefice dell’analogo referendum in Lomabrdia), Forza Italia, Fdi e centristi. Scetticismo tra i tosiani e nel Pd, che ha caldeggiato invano il negoziato preventivo con il Governo giudicando «superfluo» il ricorso alle urne; tra i dem, però, non mancano le divisioni, testimoniate dalla polemica tra il gruppo in Regione e la senatrice Simonetta Rubinato che sollecita una scelta di campo autonomista «pena l’isolamento del partito dalla società veneta».