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Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
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    Predefinito Ma il marxismo è davvero egualitario?

    Apro qui un argomento che a mio parere troverà sicuramente persone pronte a discuterne meglio che non in altri ambienti. Mi frulla in mente da tempo una domanda, cioè da quando ho ri-approcciato con la lettura marxista (alla cui domanda, in un certo senso, alla lontana, mi rispondono le interessanti tesi fusariane). Ma il marxismo è davvero è una teoria davvero egualitaria in senso morale?
    Sappiamo che per Marx occorre trasformare la società, gradualmente, passando dal capitalismo come organizzazione economica e amministrazione del lavoro, al socialismo e poi al comunismo. Nella seconda e terza fase (saltiamo avanti) dovrebbe scomparire il conflitto tra capitale e lavoro con la fine del capitalismo e la riorganizzazione della società trasferendo la gestione dei mezzi di produzione nelle mani della classe lavoratrice e, di conseguenza, redistribuendo i frutti della produzione in QUESTO senso in maniera egualitaria o legata alle necessità di ognuno. Ma dal punto di vista etico, essendo il marxismo (come altre ideologie) una filosofia morale derivante anche dall'idealismo tedesco, si preoccupa davvero dell'eguaglianza morale dei cittadini?
    Le tesi che noi moderni conosciamo bene, introdotte dal trionfo del modello progressista ed umanitario, dell'uguaglianza formale dei cittadini (diritto di voto, uguali diritti uomo-donna, diritti delle minoranze ecc.) sono davvero state estrapolate dalle dottrine socialiste legate al pensiero di Marx? Io non trovo una sola pagina in cui Marx parli di questo o dica formalmente (smentendo i filosofi idealisti come Platone - a cui anch'egli in alcuni punti si rifà - o Hegel) chessò che il diritto di voto sia da estendere a tutti o si erga in difesa del dirittoumanismo che è bandiera ideologica di tanti piccoli ipotetici eredi del comunismo storico.
    Traformiamola in una appassionata disputa e discussione.
    Ultima modifica di LupoSciolto°; 22-01-17 alle 16:10

  2. #2
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    Predefinito Re: Ma il marxismo è davvero egualitario?

    Che marx non sia democratico e non sia il diritto liberale mi pare ovvio. le dittature del proletario contro la borghesia sono del resto questo.
    Però marx non è inegualitario.
    Ovvero quando la società sarà di ognuno secondo le sue capacità e a ognuno secondo i suoi bisogni, la vita di coloro che sono più capaci non vale più della vita di coloro che sono meno capaci.
    Anche la sua filosofia, che esce dall'accademia e si fa prassi, impegnandosi per le classi più povere(e in ascesa) è un afflato egualitarista se non proprio pauperistico.

    La grande distinzione tra dottrine egualitarie (che siano liberali 0 socialisti) e dottrine inegualitarie sta:

    1) ogni vita umana vale quanto l'altra
    2) le gerarchie non sono connaturate alla natura umana ma sono un espediente, un male necessario, per sostenere la collettività
    3) non vi è nessuna istituzionalizzazione della gerarchia tra individui

    la separazione con il nazismo e con qualsiasi forma suprematista (che sia di sangue, economica, o altro) è netta e irriducibile.

    questi i miei due cent.

  3. #3
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    Predefinito Re: Ma il marxismo è davvero egualitario?

    Citazione Originariamente Scritto da MaIn Visualizza Messaggio
    Che marx non sia democratico e non sia il diritto liberale mi pare ovvio. le dittature del proletario contro la borghesia sono del resto questo.
    Però marx non è inegualitario.
    Ovvero quando la società sarà di ognuno secondo le sue capacità e a ognuno secondo i suoi bisogni, la vita di coloro che sono più capaci non vale più della vita di coloro che sono meno capaci.
    Anche la sua filosofia, che esce dall'accademia e si fa prassi, impegnandosi per le classi più povere(e in ascesa) è un afflato egualitarista se non proprio pauperistico.

    La grande distinzione tra dottrine egualitarie (che siano liberali 0 socialisti) e dottrine inegualitarie sta:

    1) ogni vita umana vale quanto l'altra
    2) le gerarchie non sono connaturate alla natura umana ma sono un espediente, un male necessario, per sostenere la collettività
    3) non vi è nessuna istituzionalizzazione della gerarchia tra individui

    la separazione con il nazismo e con qualsiasi forma suprematista (che sia di sangue, economica, o altro) è netta e irriducibile.

    questi i miei due cent.
    Di base mi trovo daccordo con te. Ma da nietzscheano mi domando, il feticcio del popolo è davvero la soluzione?
    cioè, dopo che abbiamo realizzato il socialismo come sistema di produzione e redistribuzione, e che quindi ognuno ha ciò che gli è consono per vivere, il mio dovere nei confronti del feticcio-massa finisce lì. Ecco che qui, personalmente, sposo le fascinazioni del socialismo di cui parlava Wilde nel suo "l'anima dell'uomo sotto al Socialismo". Oppure, se vogliamo, di Baudelaire. Ne parlavamo ieri in una discussione nel forum dedicato all'anarchismo.
    Ora, non so se tu sia marxista o meno, ma mi domandavo, al netto dell'utopia, se il popolo come entità astratta, cambierebbe davvero la sua essenza singolare (carattere morale del singolo, cultura, intelligenza ecc.) in una società socialista. Perché se l'uomo rimane ciò che è adesso, dove l'ignoranza è diffusa a macchia d'olio, ho i mie dubbi che il socialismo stesso possa essere realizzato (qualcuno mi obietterà che è il capitalismo, servendosi della pubblicità e dei media, a rimbambire le masse e a mantenerle ignoranti; ma certamente questo non crea terreno fertile per una presa di coscienza di classe)

  4. #4
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    Predefinito Re: Ma il marxismo è davvero egualitario?

    Citazione Originariamente Scritto da Dean M. Visualizza Messaggio
    Di base mi trovo daccordo con te. Ma da nietzscheano mi domando, il feticcio del popolo è davvero la soluzione?
    cioè, dopo che abbiamo realizzato il socialismo come sistema di produzione e redistribuzione, e che quindi ognuno ha ciò che gli è consono per vivere, il mio dovere nei confronti del feticcio-massa finisce lì. Ecco che qui, personalmente, sposo le fascinazioni del socialismo di cui parlava Wilde nel suo "l'anima dell'uomo sotto al Socialismo". Oppure, se vogliamo, di Baudelaire. Ne parlavamo ieri in una discussione nel forum dedicato all'anarchismo.
    Ora, non so se tu sia marxista o meno, ma mi domandavo, al netto dell'utopia, se il popolo come entità astratta, cambierebbe davvero la sua essenza singolare (carattere morale del singolo, cultura, intelligenza ecc.) in una società socialista. Perché se l'uomo rimane ciò che è adesso, dove l'ignoranza è diffusa a macchia d'olio, ho i mie dubbi che il socialismo stesso possa essere realizzato (qualcuno mi obietterà che è il capitalismo, servendosi della pubblicità e dei media, a rimbambire le masse e a mantenerle ignoranti; ma certamente questo non crea terreno fertile per una presa di coscienza di classe)
    Per Marx, come ben sai, la sovrastruttura è determinata dalla struttura: etica, cultura, religione etc. dipendono direttamente dalla condizione materiale su cui, per così dire, poggiano.
    Una volta trasformata la struttura, verranno a instaurarsi nuove interrelazioni tra soggetti e comunità, non più fondate sullo sfruttamento e l'ineguaglianza.
    A rinnovate condizioni materiali corrisponderanno perciò rinnovate condizioni etiche e culturali.
    In estrema sintesi, ciò e quanto dovrebbe avvenire, per lo meno sulla carta, secondo il processo dialettico marxiano, in cui tutto il proletariato sarebbe coinvolto in quanto protagonista.
    Passando, invece, in rassegna le varie riletture novecentesche, nonché l'analisi previana, la linearità lascia il posto alla problematizzazione.
    "Una salus victis, nullam sperare salutem"

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    Predefinito Re: Ma il marxismo è davvero egualitario?

    Direi anche giustamente.
    "Una salus victis, nullam sperare salutem"

  6. #6
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    Predefinito Re: Ma il marxismo è davvero egualitario?

    .
    Ultima modifica di Egomet; 22-01-17 alle 02:45 Motivo: Doppione
    "Una salus victis, nullam sperare salutem"

  7. #7
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Ma il marxismo è davvero egualitario?

    Citazione Originariamente Scritto da Dean M. Visualizza Messaggio
    Apro qui un argomento che a mio parere troverà sicuramente persone pronte a discuterne meglio che non in altri ambienti. Mi frulla in mente da tempo una domanda, cioè da quando ho ri-approcciato con la lettura marxista (alla cui domanda, in un certo senso, alla lontana, mi rispondono le interessanti tesi fusariane). Ma il marxismo è davvero è una teoria davvero egualitaria in senso morale?
    Sappiamo che per Marx occorre trasformare la società, gradualmente, passando dal capitalismo come organizzazione economica e amministrazione del lavoro, al socialismo e poi al comunismo. Nella seconda e terza fase (saltiamo avanti) dovrebbe scomparire il conflitto tra capitale e lavoro con la fine del capitalismo e la riorganizzazione della società trasferendo la gestione dei mezzi di produzione nelle mani della classe lavoratrice e, di conseguenza, redistribuendo i frutti della produzione in QUESTO senso in maniera egualitaria o legata alle necessità di ognuno. Ma dal punto di vista etico, essendo il marxismo (come altre ideologie) una filosofia morale derivante anche dall'idealismo tedesco, si preoccupa davvero dell'eguaglianza morale dei cittadini?
    Le tesi che noi moderni conosciamo bene, introdotte dal trionfo del modello progressista ed umanitario, dell'uguaglianza formale dei cittadini (diritto di voto, uguali diritti uomo-donna, diritti delle minoranze ecc.) sono davvero state estrapolate dalle dottrine socialiste legate al pensiero di Marx? Io non trovo una sola pagina in cui Marx parli di questo o dica formalmente (smentendo i filosofi idealisti come Platone - a cui anch'egli in alcuni punti si rifà - o Hegel) chessò che il diritto di voto sia da estendere a tutti o si erga in difesa del dirittoumanismo che è bandiera ideologica di tanti piccoli ipotetici eredi del comunismo storico.
    Traformiamola in una appassionata disputa e discussione.
    Sono esistite diverse forme di egualitarismo nella storia dell'uomo. Marx , a differenza di quanto si blatera in giro, non sostenne mai un egualitarismo livellante e nemico delle inclinazioni individuali. Per dirla con Preve, egli teorizzava: "una comunità di liberi individui associati".


    Comunque una buona sintesi del pensiero marxiano l'ha effettuata MaIn e credo che vada riportata per intero:


    Quando la società sarà di ognuno secondo le sue capacità e a ognuno secondo i suoi bisogni, la vita di coloro che sono più capaci non vale più della vita di coloro che sono meno capaci.
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

 

 

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