Un "Piano B" di sinistra per l'Euro | Risorgimento Socialista

Nella sinistra italiana, il dibattito sui limiti dell’Euro e dell’Unione Europea è ormai entrato nel vivo: un riferimento all’eventualità di superare la moneta unica, in maniera cooperativa e concordata, è già stato inserito nelle tesi congressuali di Sinistra Italiana, come alternativa nel caso non sia possibile procedere a una riforma in senso democratico dell’Unione e dell’Eurozona.I Pettirossi, i giovani di Sinistra Italiana, si sono riuniti oggi, 15 gennaio, a Milano per Eutopia, un convegno sull’Euro a cui partecipano scettici più accaniti, come Alberto Bagnai, e riformatori più possibilisti come Thomas Fazi. L’area di SI che fa riferimento a Stefano Fassina ha deciso di fare un passo in più, presentando un emendamento che chiama ad elaborare un preciso “Piano B” per l’Europa: una strategia chiara e una alternativa politica esplicita al sistema Euro, che recuperi alcune proposte e intuizioni del tedesco Oskar Lafontaine, tornando a un modello monetario simile al vecchio SME.Della proposta, un sistema di bande di fluttuazione per le monete aderenti, Fassina ha discusso al summit “Pour un Plan B en Europe“, organizzata assieme a molti partiti della sinistra europea e a cui hanno preso parte anche Melenchon, Lafontaine, Varoufakis.Da Die Linke al Front de Gauche, da Rifondazione Comunista alla Sinistra Rosso-Verde scandinava, sono ormai sempre di più i partiti della sinistra socialista che stanno lavorando, nelle parole del nostro rappresentante agli Esteri Giuseppe Angiuli, a “governare il processo di fuoriuscita dall’euro tenendoci lontani da impostazioni vetero-nazionaliste come quelle del Front National di Marine Le Pen o di Salvini e tutelando gli interessi dei lavoratori e delle famiglie italiane“.Secondo Angiuli, “Fassina è uno dei pochissimi dirigenti della sinistra italiana che ha bene compreso la realtà davanti ai nostri occhi e si comporta di conseguenza. Ormai la crisi dell’eurozona è una realtà di cui tutti dobbiamo prendere atto: occorrerà confrontarsi attentamente, oltre che con Fassina, con altre formazioni europee a noi vicine come il Partì de gauche francese e coi compagni della LINKE tedesca“.Sovranità nazionale e nuovo umanesimo del lavoro

La posizione di Fassina è stata da sempre giudicata da noi socialisti di sinistra come la più chiara nel rifiutare il “vincolo esterno” delle politiche comunitarie sulla dimensione sociale e fiscale delle politiche nazionali: come sottolinea Giuseppe Giudice, esponente lucano di Risorgimento Socialista, la sua posizione ha anche il pregio di fare chiarezza rispetto al rapporto con il Partito Democratico, che sul vincolo esterno è stato fondato .Secondo Giudice, infatti, “la posizione espressa nel documento di Fassina è diversa (e alternativa) sia ai tentativi del “campo largo e progressista” (Oggioni, Scotto, Furfaro, Ferrara) che dissimula un ritorno all’Ulivo e caudataria, nei fatti, al PD, ma è diversa dall’idea postmoderna di sinistra di Fratoianni e Vendola“.La critica a questa Europa viene inserita nell’idea che una una sinistra del XXI Secolo debba essere neo-umanista e porre il tema del lavoro e della dignità e cittadinanza al centro del progetto politico. E su questo calibrare un progetto alternativo al capitalismo neoliberista: è di un nuovo umanesimo socialista che abbiamo bisogno, per lottare contro le diseguaglianze, la mercatizzazione dell’individuo atomistico, e rivalutare la idea di dignità e libertà della persona nella sua relazionalità e cooperazione sociale-mettere l’economia al servizio della società e della ambiente.Il discorso critico sull’euro è il corollario di questa impostazione: non è possibile realizzare la politica sopra indicata senza mettere in discussione l’attuale struttura europea, antidemocratica, funzionale agli interessi del capitalismo finanziario ed al mercantilismo teutonico. Di fronte a una Unione Europea molto lontana da quella per cui i socialisti si erano impegnati, il recupero della sovranità nazionale è l’unico modo per rivitalizzare una democrazia partecipativa ed inclusiva, perchè essa è possibile , oggi, solo a livello di stato nazionale.Il rischio, altrimenti, è di lasciare che una rivolta contro la globalizzazione sregolata o meglio regolata da poteri ben individuabili, finisca per produrre gli Orban. Il recupero della sovranità nazionale non è in contrasto con l’internazionalismo , cosa diversa dal transnazionalismo capitalistico.Anzi il superamento dell’Euro è finalizzata ad una Europa cooperativa e collaborativa su grandi temi, una vera Europa progressista.I SOCIALISTI PER UN “PIANO B”

Risorgimento Socialista”, ha quindi dichiarato Ferdinando Pastore, responsabile delle Politiche Comunitarie, approva i contenuti dell’emendamento redatto dal compagno Stefano Fassina che sarà presentato al congresso fondativo di Sinistra Italiana”.La nostra scelta nasce dal fatto che l’emendamento chiarisce perfettamente i punti critici dell’odierno sistema di dominio neo-liberista e delle sue strutture di protezione, e incentra una prospettiva programmatica nella critica al sistema di governo dell’euro che impone scelte in contrasto con politiche di stampo socialista.Il fine è la protezione del lavoro, dei salari e più in generale dai ceti deboli che oggi oltre al vecchio proletariato inglobano anche il ceto medio ormai impoverito. L’ordine neo-liberale, che incentra la propria dottrina sulla stabilità dei prezzi e su misure deflazionistiche, aggrava le condizioni di vita della popolazione italiana, colpita dalla progressiva svalutazione del salario e da una disoccupazione che è diventata fattore endemico delle società condizionate dalle politiche di austerità. I vincoli esterni impediscono, di fatto, scenari improntati a modelli alternativi di sviluppo.Risorgimento Socialista auspica quindi una collaborazione con l’area rappresentata da Stefano Fassina all’interno di SI, anche se purtroppo il processo di costruzione di Sinistra Italiana è condizionato da scelte di stampo polticista, col rischio di configurarsi come veicolo per la ricostruzione di un anacronistico e pericoloso centro-sinistra, il quale permetterebbe un mero riciclaggio di personale politico senza sciogliere le questioni di malessere sociale emerse chiaramente nelle ultime tornate eletorali, non ultimo il Referendum Costituzionale del mese scorso.Una formazione che non dovesse sciogliere i veri nodi politici e che riguardano le strutture di protezione del sistema neo-liberista come l’euro e come le strutture tecnocratiche al suo servizio, non avrebbe la possibilità di operare critiche poliche/sociali che possano stravolgere lo status quo, a meno che la critica non si riduca ad una mera opposizione al PD Renziano.Ma in un quadro gestito dal sistema euro la figura di Matteo Renzi non è né migliore né peggiore di quelle espresse da altre stagioni politiche come quelle appunto dell’Ulivo o dei Governi tecnici, fino ad arrivare al dramma costituito dall’esperienza del Governo Monti. Inoltre all’interno di Sinistra Italiana persistono linee incompatibili con quelle espresse così limpidamente da Fassina e che ancora promuovono un’azione politica volta alla mera rappresentazione di interessi individuali che si incastrano alla perfezione con gli intendimenti della società neo-liberale e che si presentano come ponte per il dialogo con Giuliano Pisapia e per arrivare ad un accordo con il Partito Democratico. Oggi Risorgimento Socialista ritiene impossibile qualsiasi dialogo con il Partito Democratico a qualsiasi livello.In questo quadro -ha continuato Pastore – Risorgimento Socialista intende promuovere una discussione sul Piano B, presentato dal compagno Oskar Lafontaine e dai compagni del Front de la Gauche. Diversi segnali ci indicano una recrudescenza del sistema neo-liberale per impedire svolte antitetiche a quelle perseguite negli ultimi vent’anni”. Il riferimento è alla bocciatura del referendum sull’art. 18, una prova inconfutabile tenuto conto che la decisione della Corte è stata avallata dai tre Giudici nominati negli ultimi anni, tra i quali Giuliano Amato, e rappresentanti di quel sistema di potere che persegue pedissequamente le indicazioni ideologiche tracciate dal Trattato di Maastricht sulle politiche del lavoro.Seguendo questa linea il compagno Pastore, come responsabile delle politiche comunitarie, e il coordinatore nazionale Franco Bartolomei hanno promosso nella nostra sede di viale Giotto un incontro con l’associazione Programma 101, coordinata da Moreno Pasquinelli e che riunisce forze politiche e sociali che intendono promuovere la formazione di un campo largo di opposizione al neo-liberismo ben oltre il sistema euro in un nuovo quadro di collaborazione europea. A questo coordinamento Risorgimento Socialista parteciperà nelle vesti di invitato permanente, così come saremo ospiti osservatori della piattaforma Euro-stop, a cui aderisce Giorgio Cremaschi.Risorgimento Socialista intende mantenere una autonomia politica-organizzativa su tutto il territorio nazionale che sarà rafforzata dalla campagna di tesseramento di cui, a giorni, saranno indicati termini e modalità, con lo scopo di partecipare alla costruzione di un campo d’ispirazione socialista e che metta in discussione il Potere così come è stato rappresentato dalle classi dominanti e dal ceto politico negli ultimi venticinque anni. In questo contesto appare, oggi, difficile rappresentare una sorta di unità tra tutti i socialisti, dato che essi non hanno posizioni unitarie su questioni che riteniamo assolutamente dirimenti.SALVARE L’EUROPA DALL’EURO

Sul tema è tornato anche Franco Bartolomei, il nostro coordinatore nazionale, che ha sottolineato come la questione del superamento del sistema monetario esistente è il punto centrale da affrontare per tentare di ricostruire la sinistra in Europa, e per tentare di salvare la costruzione Europea attraverso un recupero di sovranità sostanziale degli stati come premessa ineludibile per avviare una libera ricontrattazione dei trattati europei . Su questa linea si può trovare una vasta collaborazione con tutto uno schieramento di nuove forze sociali e politiche che sono fuori dal sistema politico esistente che sentono la necessità di dare una nuova forma programmatica e propositiva alle loro tradizionali posizioni di opposizione sociale.Il tema del rapporto con il Partito Democratico, il partito del vincolo esterno, dell’Euro e di Maastricht, diventa a questo punto uno spartiacque anche nella comunità socialista: per Risorgimento Socialista infatti la contrapposizione tra il nostro progetto politico e quello del PD non può essere che assoluta.Vincolo esterno e mito dell’unità socialista

Se ripensiamo alle vicende dei Socialisti nella Seconda Repubblica, al ruolo del vecchio SDI di Boselli all’ interno dell’ Ulivo al servizio di Prodi e Amato, lo stesso Amato che ha avuto un ruolo determinante sul pronunciamento della Corte che ha respinto il referendum sull’ Art 18, dobbiamo quindi concludere che a noi non interessano tutte le proposte politiche fondate sulla esistenza di una sorta di presunta identità comune tra tutti i provenienti dal vecchio PSI.Questo rifiuto va ormai ben oltre l’inesistente linea politica di Nencini, il viceministro di Renzi/Gentiloni: la questione Socialista è ormai un problema storico e non più un problema politico attuale.Ben altra cosa e’ utilizzare il nostro patrimonio storico, politico e culturale di Socialisti italiani come elemento centrale di una nuova riaggregazione di un fronte ampio della sinistra, fuori dagli schemi precedenti di una antica incomunicabilità tra riformisti e movimentisti, o tra radicali e moderati, che non ha più ragione di fronte alla fine degli Stati costituzionali. Per costruire una nuova riaggregazione di massa su un progetto di ricostruzione dei poteri sovrani e Costituzionali in grado contrastare i processi di involuzione autoritaria e di impoverimento di massa a cui ci sta condannando questo sistema di relazioni finanziarie ed istituzionali che ci avvolge come una gabbia micidiale, che nulla ha ormai più di comunitario e men che meno di democratico.