L'ULTIMO MARXIANO 24 gennaio 2017
Lo strano caso di "Dr. Toni Negri e Mr. Mario Monti"
Il noto cantore di Marx fa bene a criticare i drammi della globalizzazione capitalistica. Ma suggerisce una terapia ultraliberista in stile ex premier in loden: meno Stato, più mondializzazione. È un cortocircuito.
DIEGO FUSARO
Qualche sera fa mi sono trovato a un surreale dibattito televisivo con Toni Negri, il noto cantore del Marx talmudico dei Grundrisse e delle taumaturgiche moltitudini variopinte e desideranti. In Negri credo possa verosimilmente identificarsi uno dei tratti portanti dell’odierna riconversione delle sinistre dall’universalismo proletario emancipativo al nuovo universalismo ultracapitalistico della mondializzazione classista. L’avevo già rilevato leggendo la trilogia di Impero a suo tempo, ma ora ne ho avuto conferma.
LA MONDIALIZZAZIONE È LA CAUSA. Per un verso, Negri ha - in modo sacrosanto - criticato disuguaglianza, sfruttamento e classismo come cifre emblematiche del modo capitalistico della produzione oggi giunto alla sua fase assoluta. In ciò, una analisi toto genere marxista e marxiana. Ineccepibile. E, oserei dire, ormai a tal punto lampante da non dover nemmeno più essere dimostrata. Per un altro verso, ha fatto l’elogio sperticato della mondializzazione, senza precisare il fatto che essa è la causa degli effetti dallo stesso Negri criticati (classismo, sfruttamento, deterioramento della condizione dei lavoratori, eccetera).
Serve deglobalizzazione, cioè massicce dosi di risovranizzazione e ripoliticizzazione dell’economia
In altri termini v’è, a mio giudizio, nel pensiero di Negri una fallacia che caratterizza oggi le sinistre a ogni latitudine: manca, cioè, la consapevolezza che i drammi della mondializzazione possono essere sconfitti non con dosi più massicce di mondializzazione (che è come curare la tossicodipendenza con ulteriore somministrazione di droga), ma mediante la deglobalizzazione. Cioè invertendo la tendenza. Cioè rispondendo con massicce dosi di risovranizzazione e ripoliticizzazione dell’economia.
GLOBAL NON SIGNIFICA DEMOCRAZIA. Globalizzazione - spiace ricordarlo - non fa rima né con democrazia né con diritti sociali. Solo lo Stato sovrano nazionale democratico, mediante politiche che Toni Negri direbbe di “sinistra” (spesa pubblica, assistenza, tutela politica dei diritti), può giovare ai dominati, ai lavoratori, agli sfruttati.
AVVENTURE DELLA DIALETTICA. Insomma, sentendo Negri ho avuto la strana sensazione di vedere compresenti il dottor Marx e mister Mario Monti. Alla critica marxian-marxista dei drammi del mondialismo capitalistico faceva seguito, nell’argomentare negriano, una sorta di terapia ultraliberista in stile Mario Monti: meno Stato, più mondializzazione. Forse Toni Negri non si è accorto che nelle sue battaglie contro lo Stato sovrano nazionale sta combattendo in trincea fianco a fianco con i signori neoliberisti del competitivismo senza frontiere e limitazioni. Vuole combattere gli effetti rinsaldando le cause. Avventure della dialettica, avrebbe detto qualcuno.
Fonte:http://www.lettera43.it/it/articoli/politica/2017/01/24/lo-strano-caso-di-dr-toni-negri-e-mr-mario-monti/207924/