Unesco Venezia, è tregua: stanziati 457 milioni per salvaguardia
La scorsa estate l’Unesco dava un aut-aut a Venezia: impegni seri e precisi entro il primo febbraio 2017 o rischio espulsione a 30 anni esatti dalla storica nomina a patrimonio mondiale dell’Unesco. La città veneta, insignita della nobile nomina nel 1987, l’anno scorso veniva accusata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura di non essere più nella condizione di permanere nel prestigioso elenco. Tre i motivi principali: turismo eccessivo e fuori controllo; presenza di grandi navi da crociera nel Bacino di San Marco; decrescita demografica apparentemente inarrestabile.
Ieri il sindaco veneziano, Luigi Brugnaro, ha incontrato a Parigi Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco. In questa sede il primo cittadino, forte anche del “Patto per Venezia”, sottoscritto il 26 novembre scorso da Brugnaro e Renzi, ha fornito garanzie concrete alla direttrice: l’accordo prevede investimenti per 457 milioni di euro in azioni di salvaguardia per Venezia e la sua Laguna nei prossimi quattro anni. Il sindaco ha inoltre aggiunto che nel recente piano strategico nazionale di sviluppo del turismo è contemplata una specifica azione pilota per il monitoraggio e la gestione dei flussi turistici sull’isola.
Unesco Venezia: i “Patti per le città”

Ora, i 457 milioni di euro stanziati fanno capo solo ed esclusivamente al “Patto per Venezia”. La città veneta è una di quelle che ha beneficiato della stagione pro grandi Comuni/Città Metropolitane, insieme ad alcune regioni (Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise, Sardegna, Puglia, Sicilia), messa in atto dal governo Renzi durante il 2016. Da sempre i governi hanno elargito finanziamenti ai Comuni con piani e investimenti ad hoc. Ma nell’era Renzi, osservava Monica Rubino per Repubblica, questo normale trasferimento di fondi fra Stato e amministrazioni locali ha acquistato una nuova enfasi.
“Il meccanismo è sempre lo stesso, ma è l’impacchettamento, ossia il modo di presentarlo all’opinione pubblica, che è diverso. E allora ecco che il Presidente del Consiglio firma i “patti per le città”, con reciproco interesse delle parti: i comuni incamerano fondi preziosi, il governo consensi”. Tra fine aprile e inizio novembre 2016, Renzi ha firmato una decina di “patti per le città” per un ammontare di circa 5 miliardi di euro.
In ordine decrescente, di seguito gli stanziamenti: Firenze 2,2 miliardi; Milano 2 miliardi; Palermo 770 milioni; Catania 740 milioni; Messina 332 milioni; Napoli 308 milioni; Bari 230 milioni; Reggio Calabria 132 milioni; Genova 110 milioni. Rimasti nel limbo, a causa della caduta del governo Renzi, il patto per Torino e la Regione Piemonte e quello per Roma. Ma mentre il primo era giunto quasi a conclusione (e verrà firmato nei prossimi mesi), prevedendo per capoluogo e regione piemontese uno stanziamento di circa 6 miliardi, il secondo non veniva neanche scritto.
L’iter del “patto per la città” inizia con la promozione da parte dell’ente locale/regionale e, in seguito, dopo analisi, trattative e modifiche da parte delle due amministrazioni coinvolte (Stato e Comune/Città Metropolitana/Regione), è sottoscritto da entrambe le parti. Il Comune di Roma ha iniziato a mettere su carta le richieste da rivolgere al Governo a inizio dicembre scorso. Non appena sarà pronto, commenta il neo Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, “sarò disponibilissimo ad incontrare la sindaca Raggi e a lavorare nell’interesse della Capitale”.
Unesco Venezia: la legge 77/2006

Tornando a Venezia, la città veneta in realtà poteva, può e potrà sfruttare anche altri canali per acquisire fondi per il suo rilancio. In particolare, la legge 77/2006, recante le “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella ‘lista del patrimonio mondiale’, posti sotto la tutela dell’UNESCO”, prevede interventi finanziari a sostegno delle attività di valorizzazione, comunicazione e fruizioni dei siti considerati.
Ogni anno, dunque, un sito italiano patrimonio dell’umanità può presentare un progetto, atto alla valorizzazione dello stesso che, se approvato, riceverà i fondi richiesti dallo Stato. In attesa di vedere quali siano i progetti vincitori presentati nel 2016, e soprattutto se Venezia ne sia una beneficiaria, la direttrice Unesco Bokova riammette a pieno titolo la città veneta tra i siti patrimonio dell’umanità, commentando: “ Venezia è un patrimonio comune dall’eccezionale valore universale. Lavoreremo insieme: Unesco, Governo, Comune e tutti gli stakeholder. È l’unica strada da percorrere. Il sindaco mi ha presentato in dettaglio le tante misure adottate e i progetti concreti che intende realizzare. Ho percepito la forza dell’impegno portato avanti dalla città e dal governo. Continueremo a lavorare con questo spirito”.
Da parte sua il sindaco Brugnaro conclude: “Ho dettagliato i progressi fatti negli ultimi 15 mesi, che dimostrano uno sforzo continuo per la rivitalizzazione della città e un chiaro segnale di discontinuità con il passato. Spero che questo incontro sia il punto di partenza per una collaborazione che disegni una nuova visione per Venezia per i prossimi 20 anni, dove tutti sono impegnati a costruire un futuro migliore per le nuove generazioni”.


Scritto da: Camilla Ferrandi
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