La Repubblica
A destra è tutto un fiorire di soggetti politici che puntano a conquistare l’eredità di Silvio Berlusconi da tempo in crisi di consensi. Qualche esempio? Gianni Alemanno e Francesco Storace hanno presentato alla Camera il loro nuovo partito di impronta sovranista, nato dalla fusione delle rispettive formazioni, Azione nazionale e La Destra.
A Roma Giorgia Meloni ha lanciato assieme a Matteo Salvini il progetto politico "Italia sovrana", nel tentativo di compattare le tante anime della destra: non solo Lega, i Popolari per l’Italia e il gruppo Idea di Gaetano Quagliariello, ma anche Forza Italia, tant’è che alla manifestazione era presente anche il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta.
Nelle stesse ore in cui nelle vie del centro della Capitale si snodava il corteo di Fratelli d’Italia Raffaele Fitto, leader di Conservatori e Riformisti, lanciava a pochi chilometri di distanza davanti a una platea di 2500 persone riunite all’hotel Ergife la sua proposta liberalconservatrice in opposizione alla linea lepenista di Meloni e Salvini. E poi c’è il gruppo Ala di Denis Verdini, che dopo il "tradimento" da parte di Matteo Renzi non sa bene da che parte stare, anche se un ritorno alla "casa madre" forzista sembra ormai poco probabile.
I punti in discussione: il voto, l'Europa e Trump. Insomma, nonostante i continui appelli all’unità, il centrodestra appare invece piuttosto diviso. E, se si dovesse andare a votare con l’Italicum corretto dalla Consulta, quindi con un sistema proporzionale, i vari leader o aspiranti tali dovrebbero digerire la convivenza forzata in una lista unica per avere più probabilità di successo. Del resto non c’è accordo nemmeno su quando andare a votare. Se Meloni, Salvini e Fitto hanno fretta di andare alle urne il prima possibile (addirittura ad aprile secondo il segretario del Carroccio), Berlusconi preferisce aspettare la scadenza naturale della legislatura. Il Cavaliere inoltre respinge l’idea di fare le primarie del centrodestra, reclamate invece a gran voce da tutti gli altri leader. A dividere le varie anime della destra è persino il giudizio su Trump: più cauto quello di Berlusconi rispetto all’entusiasmo dimostrato da Salvini. Con questi protagonisti, in definitiva, si allontana la nascita - forse impossibile in Italia - di una destra europea sul modello di quella inglese o tedesca.
In attesa dunque di capire come si presenterà il centrodestra alle prossime elezioni, ecco un breve ritratto delle varie anime da cui è composto.
I lepenisti. Prima gli italiani, stop all’immigrazione, via dall’euro. Sono gli slogan sovranisti e di ispirazione lepenista di Giorgia Meloni, presidente di Fdi, ma anche di Matteo Salvini, che li ha sostituiti alla vecchia e folkloristica secessione leghista, nel tentativo di allargare i confini geografici del Carroccio e partire alla conquista del Sud (finora, però, con scarsi risultati).
Forza Italia. La strada di Berlusconi e del suo partito appare sempre più divisa da quella dei lepenisti. Il Cavaliere dice no alle primarie e al partito unico con Salvini, rimane convintamente europeista al punto da venire premiato pochi giorni fa con l’elezione del forzista Antonio Tajani alla presidenza del Parlamento europeo, ottenuta anche grazie al sostegno di Angela Merkel. All'interno di Forza Italia, però, alcuni esponenti come il governatore ligure come Giovanni Toti e la deputata Daniela Santanché si sono spostati su posizioni filosalviniane. Mentre Renato Brunetta svolte il ruolo di "pontiere".
La destra-destra. Per Francesco Storace e Gianni Alemanno, in procinto di fondersi in un nuovo partito, non ci sono vie di mezzo: per loro il centrodestra si deve riaggregare a destra e non al centro. Lanciano la sfida di un "Polo sovranista" che abbia nella sovranità nazionale e popolare i propri valori di riferimento. Il congresso fondativo della nuova formazione è in programma a Roma per il 18 e 19 febbraio.
“L’Ala sinistra”. Verdini e i suoi sono alla ricerca di una collocazione. Lo "strappo" di Renzi ha pesato. Ma il vero spettro da allontanare è il dissolvimento del micro-partito. E allora il leader di Ala si sforza di mostrare ai suoi di tenere un canale privilegiato non solo con il governo in carica ma soprattutto con l’ex premier e i suoi uomini, come dimostra la cena chiarificatrice con il ministro renziano Luca Lotti.
Gal. Il volto del gruppo Grandi autonomie e libertà è Giulio Tremonti, senatore che non nasconde le sue simpatie per il populismo. L’ex ministro dell’Economia dei governi Berlusconi, presente anche lui alla manifestazione di Meloni, non crede più nell’Unione europea e ne propone la sostituzione con una confederazione di Stati che si uniscano sulla difesa. Dichiara finita l’era del Cavaliere e promuove l’idea centrodestra unito che dia sostegno collettivo a un nuovo leader.
I liberali. Raffaele Fitto, ex delfino di Berlusconi, ha appena lanciato "Direzione Italia" e lo ha definito come "un soggetto politico liberalconservatore inserito in un filone che richiama, in Italia, ciò che il centrodestra doveva essere e non è stato e, in Europa, la tradizione dei più moderni movimenti di centrodestra occidentale". L’ex forzista pugliese batte da mesi sulla necessità di primarie e, come spiega lui stesso, punta a conquistare "i delusi, gli astenuti, gli elettori in cerca di un centrodestra credibile, moderno, riformatore".
I "familisti". Il gruppo Idea (acronimo che sta per Identità e Azione) dei senatori Gaetano Quagliariello, Carlo Giovanardi e Andrea Augello è vicino alle posizioni di Meloni e Salvini soprattutto sulla difesa della famiglia tradizionale. Il trio di senatori, a braccetto con gli esponenti del Family day, ha condotto nei mesi scorsi una battaglia a tutto campo contro la legge Cirinnà sulle unioni civili. Nel mirino adesso ci sono le adozioni gay: "Ci piace dire mamma e papà", ha specificato Quagliariello sabato dal palco della manifestazione di Meloni a piazza San Silvestro a Roma.
CasaPound e Forza Nuova. L’estrema destra extraparlamentare italiana non sta a guardare e pensa a uno sbarco in Parlamento che potrebbe essere facilitato dal sistema proporzionale. Casapound e Forza Nuova hanno politiche e approcci diversi, ma condividono una simbologia che richiama quella del ventennio fascista. La loro propaganda viene veicolata anche attraverso associazioni e Onlus di diverso tipo, che possono usufruire di contributi pubblici italiani (il 5x1000). A gennaio 2016, per esempio, il Parlamento europeo ha stanziato complessivamente 600mila euro per sostenere Alleanza per la Pace e la Libertà (Afp), un'associazione con sede a Bruxelles di cui è presidente il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore, e che raccoglie tra i propri membri partiti come il greco Alba Dorata, il National Party inglese e altri movimenti di ultra-nazionalisti europei. I portavoci Ue, chiamati a spiegare il perché di questo finanziamento, si sono giustificati dicendo che sui rispettivi siti web delle fondazioni non appariva "nulla che fosse contro l'Europa, la libertà o la democrazia".