Cacciari: ?Nessuna sinistra oggi può vincere in Europa? - La Stampa
La crisi della sinistra è venuta a noia a Massimo Cacciari, che pure l’ha indagata come pochi. Ma, nella difficoltà di afferrare il nuovo ordine (o disordine) globale, il Novecento si prende la rivincita sulla Storia e ci riporta sempre al bomba, tornando a proporre le logiche politiche di ieri.
Cosa possiamo dedurre dal trionfo di Hamon, la sinistra della sinistra francese?
«Ma di quale trionfo parliamo? Di quale vittoria parliamo? Il problema, in Francia e nel resto d’Europa, non è quale sinistra o cosiddetta sinistra vinca ma se la sinistra ce la fa poi alle elezioni che contano. E la risposta è no. È già capitato che alle primarie del centro-sinistra, anche alle primarie locali, prevalesse la sinistra sinistra. Come Hamon a Parigi, a Venezia passò Casson. Ma poi si perde regolarmente. Nessuna sinistra, socialdemocratica o meno, può vincere oggi in Europa».
Allora rovesciamo la domanda: perché la sinistra non vince più?
«Ci sono ragioni storiche e strutturali, ragioni obiettive. Da una parte è venuta meno la classe operaia, il suo blocco sociale di riferimento, dall’altra la sinistra non ha capito la crisi fiscale dello Stato. Non c’è più spazio per la sinistra tradizionale che si ricicli o meno, certamente non c’è più spazio per i D’Alema e i Bersani. Ma in realtà non ce ne sarebbe neppure per i grandi leader socialdemocratici del passato come Willy Brandt e non solo perché sono morti ma perché il mondo è cambiato e la sinistra tradizionale appartiene al mondo di ieri. Esattamente come la destra».
La destra, no. Altrimenti come spieghiamo l’elezione di Trump?
«Trump non viene dalla destra tradizionale, tanto che i repubblicani non lo volevano. La destra tradizionale non c’è più, non vengono da quella esperienza né i Grillo, né i Salvini e neppure i pro Brexit del Regno Unito, dove i Tory erano piuttosto europeisti come Churchill. L’unica forza politica un po’ riconducibile al passato è Fratelli d’Italia, che infatti conta il 2%. Allo stesso modo Renzi non viene dalla sinistra tradizionale. Tutto questo è il mondo di ieri. Basta pensare che la prima mossa di Trump è avvicinarsi a Putin e che nel frattempo Putin si avvicina alla Turchia per intuire la portata del cambiamento rispetto al quale i concetti di destra e sinistra non spiegano più niente. O capiamo che i parametri del passato sono finiti, e non per incultura ma per motivi strutturali, o andremo incontro alla catastrofe».
Per la sinistra o per il mondo?
«Per tutti. Lo Stato nazionale non ha più la sovranità politica sui flussi di capitale, il lavoro dipendente si è polverizzato, le diseguaglianze crescono a dismisura e i poteri politici non sanno per loro natura affrontare problemi di questo genere. L’unica cosa che potrebbero fare è smetterla di sbandierare la sovranità che non hanno più e dire la verità sul poco che possono fare».
Tipo il reddito di cittadinanza?
«Quella è la strada giusta. Se ci illudiamo che ci sarà di nuovo uno sviluppo capace di produrre più lavoro sbagliamo. È ancora il mondo di ieri, quello in cui si credeva che la rivoluzione tecnologica avrebbe aperto nuovi settori. È un fatto: sebbene in occidente la ricchezza continui a crescere si riducono le chance per il lavoro. Ma non per questo bisogna lasciare la gente senza le risorse minime. È una delle poche cose serie dette dal Movimento 5 Stelle: o ragioniamo per provare a evitare il disastro o siamo finiti. Credete che le misure imposte dalla Troika alla Grecia passerebbero in Italia senza sparare? Se cadi dal primo piano reggi, dal terzo crepi».