Graziano Delrio:"Non faremo salti nel buio ma serve un governo eletto.

[Dav. c. G.]

Graziano Delrio: "Non faremo salti nel buio ma serve un governo eletto. Alleanza da Alfano a Pisapia"

Il ministro delle Infrastrutture: "Dissento da Napolitano. La legge elettorale garantisca la governabilità. D'Alema? Lui si autoesclude. Capisco Bersani che vuole un confronto"
di TOMMASO CIRIACO

04 febbraio 2017

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Graziano Delrio.

Un tempo Matteo Renzi aveva saldamente in mano il governo e il partito. Adesso molto sembra sfuggirgli di mano. Dove avete sbagliato, ministro Graziano Delrio?

"Abbiamo perso il referendum, dopo aver condotto tante riforme in porto. Commesso tutti degli errori. Come previsto, è seguita una fase di instabilità. Le opposizioni chiedono le elezioni. E noi, che siamo un grande partito popolare, non possiamo avere paura del voto".

Sempre lì si torna, ministro: riuscirete a strappare elezioni a giugno?
"Senta, noi abbiamo innanzitutto a cuore che si voti con una legge elettorale che garantisca governabilità. Non abbiamo paura del voto, ma non possiamo accettare salti nel buio. Con il proporzionale rischieremmo l'ingovernabilità e nuove larghe coalizioni. Voglio che sia chiaro: senza un sistema valido non riusciremmo a risolvere dopo il voto i problemi dei cittadini, soprattutto quelli che sono rimasti indietro".

Se non riuscirete ad approvare la riforma entro aprile, però, slitteranno le elezioni?

"Sei mesi prima o dopo non mi preoccupano, ma teorizzare che si debba arrivare a fine legislatura solo per guadagnare pochi mesi mi sembra una posizione debole: cosa deve accadere, in questi sei mesi? Mi preoccupa piuttosto che qualcuno possa pensare che il Pd sia attaccato alle poltrone. Non permetteremo che si faccia melina".

Il suo collega Calenda, però, chiede di arrivare al 2018. Napolitano pure. Consa ne pensa?
"Sul punto, lo dico amichevolmente, non sono d'accordo. Abbiamo sfide decisive davanti e serve la legittimazione dei cittadini per affrontarle. Penso all'emergenza terremoto, alla povertà, alla lotta alla precarietà. E ancora, può un governo in scadenza varare la Finanziaria che ci attende in autunno?".

Magari vi conviene votare adesso, con il "caso Raggi" che fa traballare il M5S.
"Penso piuttosto ai cittadini romani, alle situazioni imbarazzanti a cui devono assistere". Torniamo al Pd: è ancora possibile evitare la scissione? "Bisogna assolutamente evitarla. Penso che si debba lavorare a un campo largo ulivista, con il Pd a fare da perno. E puntare al 40%, con una legge elettorale con le coalizioni. Solo così garantiremo la governabilità".

A dire il vero domina una forza centrifuga inarrestabile. Pensi a D'Alema.
"Mi sembra lontano dallo spirito ulivista. È lui che si autoesclude dal partito. Con un'operazione che sa di nuovo, ma anche di antico. Chi ipotizza un Ulivo fuori dal Pd, cade in una contraddizione in termini".

E Bersani?
"Lui e Speranza chiedono uno spazio di contendibilità e una discussione sui contenuti. Li seguo su questo terreno".

Chiedono anche il congresso, però. Glielo concederete prima del voto?
"Come dice Renzi, si può fare tutto, anche il congresso. Ma Matteo era disponibile a convocarlo e gli è stato detto di no. Adesso dobbiamo trovare il modo migliore per confrontarci".

Congresso o primarie?
"Le primarie di coalizione mi sembrano la formula migliore. Un modo per rendere contendibile la leadership, senza passare il tempo a costruire mini correnti. Queste discussioni non interessano il Paese: dobbiamo concentraci sulle idee".

Una coalizione, diceva: da Pisapia ad Alfano?
"Per me sì, perché dobbiamo valorizzare il centrosinistra che amministra sui territori, ma anche il cammino di governo comune fatto con questi settori del centro moderato".

Per approvare una legge con le coalizioni l'interlocutore torna ad essere Berlusconi?
"Sono tanti, gli interlocutori. Chi da sinistra e nel Pd chiede questa modifica da tempo. E sì, anche il centrodestra".

Davvero Renzi lancerà lei o Gentiloni come candidato premier di questa coalizione di centrosinistra?
"Il

fatto che Matteo lo ipotizzi è segno che non lavora per sé, ma per il Pd. Da statuto, il segretario è candidato premier. Si faranno le primarie. Per me ha le capacità e il diritto di proporsi. In ogni caso, deciderà lui".

[Iannis]

Coalizioni dunque.
Molto bene.
Lo dice anche Delrio, Matteo si dovrà adeguare

[Dav. c. G.]

Coalizioni dunque.
Molto bene.
Lo dice anche Delrio, Matteo si dovrà adeguare

Non hai capito nulla, come al solito.

[Iannis]

Non hai capito nulla, come al solito.

Delrio lo dice esplicitamente. Cosa non è chiaro?

[Gdem88]

Delrio lo dice esplicitamente. Cosa non è chiaro?

Quello che intende, probabilmente, è che Delrio non fa queste uscite a caso. L'uscita è probabilmente concordata con Renzi.

Questo tuttavia non vuol dire, aggiungo io, che Delrio non faccia opera di moderazione su Renzi, ma che semmai quell'opera ha in interviste come questa i primi (concordati) frutti.

Delrio, Guerini e Franceschini in questa fase valgono oro sotto molti aspetti.

[Desmond]

"Per me sì, perché dobbiamo valorizzare il centrosinistra che amministra sui territori, ma anche il cammino di governo comune fatto con questi settori del centro moderato".

Ecco, nel caso passo armi e bagagli nell'astensione.

[Gdem88]

Ecco, nel caso passo armi e bagagli nell'astensione.

Ecco, questa è la parte decisamente meno condivisibile di Franceschini e Delrio , se il centro sono Manziotti&friends, Dellai, Tabacci e Calenda allora penso si possa fare senza particolari problemi ( molti nel PD hanno posizioni sostanzialmente simili), se si parla di NCD o ALA la cosa non è assolutamente fattibile.

Spero in qualsiasi caso che ci sia chiarezza fin dall'inizio su quale sia la scelta.

Rimane da vedere se oltre ad avere quel chiaccherone di Iannis come sponsor i succitati hanno anche qualche voto al momento l'unico sicuramente con un seguito è Dellai in Trentino, mentre Tabacci riparte dallo 0,5% dell'altra volta.

[Dav. c. G.]

Ecco, nel caso passo armi e bagagli nell'astensione.

Io non sono mai stato per il Pd contro il resto del mondo e l'ho sempre detto.

Non mi va bene neanche l'Unione (brancaleone) presentata alle elezioni del 2006 che andava da Turigliatto, a Dini, da Mastella a Pecoraro Scanio, da Ferrero al centro democratico.

La futura alleanza deve essere programmatica ma anche basata sulla lealtà degli aderenti; non possiamo più permetterci personaggi che poi ti accoltellano alle prime difficoltà. Inoltre se non è certo che chi vince governa bisogna dire da subito se si è disposti a fare grandi coalizioni in caso di necessità; alle elezioni del 2013 Sel si è presentata con il Pd e poi è scappata alle prime difficoltà.

Non avrei difficoltà ad ammettere nell'alleanza (con liste proprie) l'alleanza popolare di Alfano; si è governato insieme dai tempi di Letta e non mi pare abbiano dato grossi problemi; con il governo Renzi ci fu una prima scrematura visto che escludemmo l'ex ministro della difesa Mauro, la moglie di Francesco Boccia (di cui non ricordo il nome), poi Lupi. Se qualcuno sbaglia esce dal governo come accaduto ad esponenti del Pd per i quali abbiamo autorizzato anche l'arresto.

Ho molti meno problemi ad avere dentro il centro di Alfano e Casini (sempre leali senza mai aver ostacolato i programmi concordati ed anche imposti dal Pd), che ad avere dentro sinistra italiana di Fassina, D'Alema e Frantonianni esperti storicamente nell'accoltallamento dei nemici interni (vedi il governo Prodi del 1998 e 2008; vedi Veltroni qualche anno dopo) a prescindere dagli accordi programmatici (ma con alcuni di loro sarebbero impossibili anche questi accordi programmatici).

[Desmond]

No, mi spiace, ma proprio non seguo su questo. Non puoi prima fare l'anatema della fu Unione e poi dire "però una bella coalizione che vada da Pisapia ad Alfano ci sta".

Non ci sta. Non ci può stare. E non è questione di premiare la lealtà, visto che mi pare che AP, dal basso del suo 2-3%, in questi anni il suo bel premio l'abbia ricevuto in termini di peso politico sproporzionato rispetto al loro valore elettorale. CDU e SPD hanno governato insieme in otto degli ultimi dodici anni in Germania, mica per questo si sognano di presentarsi insieme a settembre per onorare la lealtà reciproca.

E il problema non sono i "moderati". Figurarsi se posso io avere problemi con una lista di centro. Il problema sono loro. Non può esistere un csx con dentro Alfano, Lupi, Formigoni e Sacconi. Non può. Come in nessun paese europeo qualcuno si sogna di creare una coalizione PRE-elettorale con dentro membri del PSE e del PPE contemporaneamente. E sono fiducioso che così resterà, come d'altronde avvenuto in questi anni, dove, a livello locale, tolte poche eccezioni, le parti son rimaste ben distinte.

Se invece si deciderà diversamente, allora proseguirete da soli.

[Iannis]

In Germania non c'è il premio al 40%. Questo cambia tutto
Sia perché solletica la tentazione di raggiungerlo per quanto difficile, sia perché scatena il voto utile che alla fine, conti alla mano, sfavorisce il PD paradossalmente, facendo sparire i suoi alleati.
Nel Pd hanno fatto i conti ed ecco qui. La convenienza è una coalizione europeista che per raggiungere il 40% deve essere larga, senza estremisti, e che quindi deve andare oltre il solo renzismo.

Del resto c'è già al senato.

Se non va bene togliete il premio al 40%. È l'unica alternativa