Però devo dire che in montagna non posso fare a meno, ogni tanto, di cucinare il mio celebre pollo al coccio, sotto la brace incandescente del camino. Una cosa davvero squisita.
Purtroppo il coccio che uso io, poroso, assolutamente non smaltato, non si trova più in commercio perchè proibito dalla legge. E d'altra parte con le altissime temperature della brace lo smalto si spacca e tutto va gettato via.
Fino ad oggi ero riuscita a trovare clandestinamente i cocci che mi servivano ( un nostro amico ce li portava dalla Calabria), ma ad oggi, scomparso lui, non riesco a reperirne da nessuna parte. Solo tramite conoscenze dovrei riuscire a farmene fare uno, ma è divenuto impossibile.
Mi si dirà: ma il coccio non smaltato è assolutamente antigienico e anche pericoloso....si, forse...ma s'impregna di sapori ed aromi che non potete immaginare e il pollo cotto viene una squisitezza: condito con aromi misti di provenza, pepe misto, olio, vino bianco e un po' di patate a tocchetti. Ovviamente dev'essere un pollo ruspante, di qualità, di quelli che camminano e hanno le carni più dure e consistenti. Dovrà stare alcune ore sotto la brace, nel coccio incoperchiato. Con mio marito mettevamo il pollo e poi andavamo al monastero di Camaldoli su per il sentiero tra i boschi, 3 km andare e 3 a tornare. Partivamo verso le nove e tornavamo dopo le 12. Il pollo era pronto, cotto nei suoi succhi e negli aromi. Vengono molto bene anche i piccioni con lo stesso sistema.
Una volta.
Oggi sono troppo vecchia per certe maratone. Son passati ben 18 anni circa da allora...ma il pollo finchè regge il coccio continuo a farlo....