GUY AMAUDRUZ E L’ORIGINE DEL NAZIONALEUROPEISMO NEL DOPOGUERRA

L’origine del nazional-europeismo nel dopoguerra è da ricercarsi prevalentemente nella Svizzera francofona e si riscontra nella figura di Gaston-Armand Amaudruz (detto “Guy”).

Nacque il 21 dicembre 1920 a Losanna e in gioventù fu militante della Fedèration Fasciste Suisse, il movimento fondato da Arthur Fonjallaz (1875-1944) che si proponeva l’eliminazione della massoneria tramite un referendum di iniziativa popolare che si svolse il 28 novembre 1937 ma che tuttavia venne respinto con il 68% dei voti.

La F.F.S. partecipò al Congresso internazionale fascista di Montreaux nel dicembre 1934. Amaudruz fu condannato a 3 anni di reclusione e alla privazione dei diritti civili dalla Corte Generale Federale con le accuse di essere un agente del Terzo Reich e di aver svolto propaganda antisvizzera. Fu scarcerato su cauzione nell’aprile 1943.

“Guy” Amaudruz iniziò a essere conosciuto al grande pubblico nel 1949 con la pubblicazione dell’opera Ubu Justicer au premier procès de Nuremberg1, un saggio revisionista che mette in dubbio l’effettiva volontà del genocidio degli ebrei. Partecipò brevemente ai lavori del Mouvement Social Europèen, fondato durante una conferenza della durata di tre giorni a Malmö nel maggio 1951.

Il M.S.E., soprannominata anche “Internazionale di Malmö”, fu il primo tentativo di unificare e far cooperare i diversi movimenti neofascisti d’Europa, ma le riunioni preparative si tennero a Roma nel marzo e nell’ottobre 1950.

Nella capitale italiana, infatti, a marzo la conferenza fu organizzata dallo scrittore Maurice Bardèche, cognato di Robert Brasillach, Oswald Mosley capo della British Union of Fascists, Per Engdhal del Movimento per la nuova Svezia e il tedesco Karl Heinz-Priester.

Nel congresso di Malmö ci si pose l’obiettivo di riunire le destre radicali europee con un programma comune, in vista delle elezioni europee. Furono presenti circa un centinaio di delegati ed ebbe un certo successo mediatico e fu la prima riunione pubblica di questo tipo dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

I lavori del M.S.E. proclamarono il «principio dell’indipendenza e dell’unità dell’Europa e la costruzione di un esercito comune europeo sotto comando continentale e una radicale opposizione al blocco sovietico-comunista e agli Stati Uniti d’America».

Bardèche lancio nel 1952 la rivista teorica Dèfense de l’Occident che sarà l’organo ufficiale del M.S.E., e il programma che egli preparò aveva l’intenzione di unire i suoi membri, ma i sostenitori della cosiddetta “Internazionale nera” furono subito avversati da quelli dell’” Internazionale bianca” che oltre ad Amaudruz vedeva come esponente principale Renè Binet (1913-1957).

Ex militante trotzkista quando abbandonò il comunismo nel 1940 Binet diventò fascista e si arruolò nelle Waffen-SS “Charlemagne”.

I due mettevano maggiormente l’accento sulla «necessità di una difesa della razza europea», ma si impose la linea guidata da Bardèche e i sodali di Binet e Amaudruz abbandonarono il movimento.

Nel 1953, al congresso di Lussemburgo del M.S.E. si verificarono dissensi sulla linea politica, mentre all’ultimo congresso tenutosi a Malmö nel 1958 furono assenti le delegazioni francesi e italiane, perché lo scrittore austriaco Wilhelm Landing, ex combattente delle Waffen-SS, chiese la «liquidazione immediata del sistema coloniale» e ciò per i transalpini che si battevano per l’Algeria francese era inaccettabile.

Amaudruz con Erwin Vollenweider fondo nell’ottobre 1951 il Volkspartei der Schweiz (Partito Popolare Svizzero). Dal 1946 pubblicò la rivista Courrier de Continent, che dal 1951, diventò organo ufficiale del Nouvel Ordre Europèen.

Durante gli anni Sessanta diede alle stampe opere sulla dottrina definita “razzismo sociale” ispirato agli studi di Binet e della biopolitica dell’ex Waffen-SS Jacques de Mathieu (1915-1990) a Montréal con le Editions Celtiques insieme al naturopata Jacques Baugè-Prevost autore di saggi di politica razzialista.

Il N.O.E. fu costituito a Zurigo il 30 settembre 1951 e riunì 150 delegati e nacque da una scissione razzialista e antigiudaica del M.S.E. I principali dirigenti di questo movimento furono oltre lo stesso Amaudruz, Vollenweider, Binet, Fritz Röẞcer, Winifred Schneider e Pierre Clèmenti; quest’ultimo di precedente militanza radical-socialista si avvicinò al fascismo nel 1934 con il Parti Française National-Communiste che successivamente mutò denominazione e divenne il Parti National-Collectiviste e nel 1941 fu tra i fondatori della L.V.F. e partecipò, tra il 1942-1943, a delle operazioni militari in Unione Sovietica.

Fu condannato a morte in contumacia ma rimase in Germania e Italia. Diversi anni dopo la fine della guerra aderì al Rassemblement Europèen Pour La Libertè, creato nel novembre del 1966 dal Moument Nationaliste du Progrès da personalità del calibro di Dominique Venner, Jean Mabire, Pierre Krebs e fu operativo fino al 1969.

Il R.E.L. presentò anche delle liste che raccolsero il 3,8% alla IV circoscrizione di Boucheus-De-Rhône (Provenza, Alpi, Costa Azzurra) e il 4,4% alla II circoscrizione della Mosella (Metz).

Erede delle posizioni del movimento e della rivista Europe-Action che vennero ulteriormente sviluppate dal GRECE (Groupement de recherche et études pour la civilisation européenne), l’innovativo labotatorio culturale di Alain de Benoist che fu determinante per lo svecchiamento della destra radicale d’Europa, nato nel 1968 a Parigi e ramificatosi in mezza Europa. All’origine di Europe-Action ci fu la Fedèration des Etudiants Nationalistes costituita nel 1960 da Georges Schmetz, Fabrice Laroche (pseudonimo di Alain de Benoist) François d’Orcival con i Cahiers Universitaries.

Alle Elezioni legislative del 1968, Edith Gèrard propose agli elettori il programma etno-differenzialista della Nuova Destra.

Per ritornare alle vicende di ”Guy” Amadruz, egli diede vita nel 1969 insieme a de Mathieu, all’Istituto Superiore di Scienze Psicodinamiche, Biologiche e Razziali del Quèbec.

Con il Coordination National, una federazione che si proponeva di connettere i gruppi della destra radicale in Svizzera, creata nel 1982, organizzò una serie di riunioni che si tenevano tre o quattro volte all’anno.

Tra la fine degli anni Ottanta e nel corso di quelli Novanta, Amaudruz ha tenuto regolarmente a casa sua delle serate di formazione ideologica per i giovani militanti.

In seguito alla pubblicazione di articoli revisionisti sull’Olocausto sul Courrier du Continent, venne ritenuto colpevole di propaganda razzista e negazione della Shoah e fu condannato a oltre un anno di reclusione.

Entrò in carcere il 16 gennaio 2003 e ne uscì il 13 aprile sempre di quell’anno.

Fu il referente ideologico nel 2013 di Action Europeène, che può ritenersi il successore del N.O.E. Dirigente ufficiale di questo nuovo movimento era Bernhard Schaub e il 20 gennaio di quell’anno A.E. organizzò una conferenza a Ginevra a cui parteciparono responsabili dei movimenti identitari europei tra cui: Pierre Vial (Terre et Peuple), l’ex professore universitario Jean Haudry che era membro della direzione di quel gruppo, il tedesco Pierre Krebs (Thule-Seminar), lo spagnolo Enrique Bisbal Rossel (Terra y Pueblo) e l’austiaco Hans Berger (A.E.- Austria), oltrechè naturalmente lo stesso Schaub.

Gaston-Armand “Guy” Amandruz morì in una casa di riposo il 7 settembre 2018 all’età di 97 anni.

Franco Brogioli

Note :

1. Prefazione di P. Hofstetter, Paris, Ch. de Jonquières, 1949. Nuova edizione e prefazione, Chire-En-Montreuil, Akribeia, 2008.

Solo un libro del politico, scrittore ed editore svizzero è stato tradotto in italiano:

Riflessioni di un detenuto, Independently published, 2020. Ed. originale: Réflexions d’un détenu, Lausanne, Courrier du Continent, 2003. Le sue sono riflessioni dalla prigione di Bochuz; incarcerato nella democratica Svizzera per reati di opinione a oltre 80 anni di età. Riflessioni pacate e solide sulla decadenza del mondo occidentale di uno spirito libero ed indomito. Un esempio eclatante del declino della libertà di pensiero nel “libero Occidente”. Il volume ha una prefazione sulla illegalità delle leggi liberticide dell’avvocato Edoardo Longo.

Le altre opere di Amaudruz, che si ispirava ai saggi di Binet e alla biopolitica di de Mathieu, e che non sono mai state tradotte in italiano sono le seguenti:

Nous est racistes : le manifeste social-raciste, Éditions Celtiques, « Institut supérieur des sciences psychosomatiques, biologiques et raciales », 1971 Montreal-Lausanne, 2a ed. 1988.

Les peuples blancs survivront-ils ? Les travaux du Nouvel ordre européen de 1967 à 1985, Montréal-Lausanne, Éditions Celtiques, «Institut supérieur des sciences psychosomatiques, biologiques et raciales», 1987.

Comment surmonter la décadence, Lausanne, Courrier du Continent, 1998.

Le peuple russe et la défense de la race blanche, 2000.

Nietzsche et le nihilisme européen, Diffusion du Lore, 2013.

Scrisse inoltre due prefazioni ai libri del suo camerata Renè Binet

Contribution à une éthique raciste, Montréal-Lausanne, Éditions celtiques, 1975.

Socialisme national contre marxisme, Montréal-Lausanne, Éditions Celtiques, «Institut supérieur des sciences psychosomatiques, biologiques et raciales», 1978.