Già a settembre a Budaest era fallito il referendum sul muro voluto da Orban e a dicembre c'era stato uno stop agli euroscettici con la vittoria in Austria del candidato verde Van der Bellen che aveva fermato Hofer del partito di estrema destra, questa settimana ci saranno le elezioni politiche nei Paesi Bassi dove anche se il partito della Libertà (si fa per dire) del populista e antislamico Wilders dovesse essere il più votato non avrebbe i numeri per governare e si potrebbe formare un esecutivo di coalizione composto da forze democratiche e filo-europeiste. Ad aprile toccherà alla Francia e anche qui l’estrema destra razzista rappresentata dal Fronte Popolare della Le Pen pare spacciata e l'indipendente e centrista Macron sembrerebbe essere il più papabile candidato a sedere all’Eliseo. A settembre toccherà alla Germania e anche qui l'estrema destra euroscettica di Alternativa per la Germania guidata dalla Petry dovrebbe essere virtualmente fuori da ogni gioco. Insomma se nell’autunno scorso, con Trump, la Brexit e la ripetizione delle elezioni presidenziali a Vienna, sull’Europa era calata una cortina pesante, opprimente e irrespirabile al contrario alla fine di quest’anno l’Europa potrebbe tirare un sospiro di sollievo o i sondaggi sono tutti taroccati e alla fine le forze reazionarie avranno la meglio?