ma appunto. Di ergerlo, non di negarlo.Questa è una tua interpretazione, Bakunin infatti ti bacchetta le mani:
Non c’è niente di più assurdo e al tempo stesso più dannoso e mortifero per il popolo che erigere il principio fittizio della nazionalità come ideale di tutte le aspirazioni popolari.
e lui non nega che un popolo si possa sentire legato al suo territorio e alla sua cultura. Semplicemente non ne fa un motivo per arroccarsi e sentirsi superiori agli altri.
Ma vedi che è molto più facile di quanto la metti: Bakunin dice solamente che se un gruppo di persone ama la nazione in cui è nato, ciò non è automaticamente prerogativa di amore anche verso l'entità statale. La differenza sta qui. Ma non dice che un italiano o un senegalese devono odiare l'altro.Tra l'altro non fa nemmeno un discorso di sangue, per cui un senegalese che vive in Sardegna può tranquillamente considerare quella la sua patria. Perchè la patria, secondo Bakunin, è rappresenta il diritto incontestabile e sacro di tutti gli uomini, associazioni, comuni, regioni, nazioni, di vivere, pensare, volere, agire a loro modo e questo modo è sempre il risultato incontestabile di un lungo sviluppo storico....
Appunto. Non avrebbe detto che in regime di anarchia sarebbe stato corretto che milioni di uomini si spostassero da un territorio all'altro alla ricerca di fortuna. Nella dimensione filosofica di Bakunin accade che una volta giunti a una società libertaria, se una o più persone vogliono spostarsi per motivi estranei alla necessità di vivere, non c'è nulla di sbagliato. Ma da filosofo scientifico (pur sempre vicino al comunismo anche se in antitesi a Marx) e dialettico, credo sapesse benissimo che la libertà può essere minacciata dal disordine, che è il contrario di una società libertaria. Dunque, superare le ingiustizie prodotte dal capitalismo dovrebbe portare a liberare gli uomini non solo dalla schiavitù ma anche dal crimine dettato dalla necessità.Avrebbe detto che non è bello che milioni di uomini siano costretti a spostarsi per fame, povertà o semplicemente per cercare la felicità. Se milioni di uomini sono costretti a fare questo, vuol dire che c'è una profonda ingiustizia che li spinge a sradicarsi...
Bakunin avrebbe detto che si sarebbe dovuto combattere l'ingiustizia e non le sue conseguenze..
"Sono contro tutti i sistemi, il più accettabile è quello di non averne nessuno"
Tristan Tzara
Je m'exalte, je degresse encore... Je vous ai reperdu mon histoire... Non! Non!
(L.F. Céline, Maudits soupirs pour une autre fois)
Certo, non ne fa nemmeno un argomento per perderci troppo a discuterne come stiamo facendo qui...
Dice soprattutto che talvolta, quest'amore naturale verso la propria terra (non necessariamente verso quell'entità i cui confini vengono delimitati dallo Stato) viene strumentalizzato politicamente in favore dello Stato e delle classi dominanti, ecco perchè è più importante la solidarietà tra gli sfruttati.
Il disordine non è apportato dalle masse migranti ma dalle storture capitalistiche, che creando ingiustizie sociali costringono milioni di persone a fuggire da casa propria.
quindi sei il tipico rousseauiano che crede che la natura umana è buona? E le devianze? Le manie? Capisco che una grossa percentuale di crimini avviene in condizioni di indigenza e diseguaglianza che, se corrette, le porterebbero a diminuire. Ma ci sono anche i malati di mente che in democrazia o in anarchia continuerebbero a fare danni. Se le galere le abolisci e anche la repressione, dovrai trovare soluzioni alternative.
comunque , su questo argomento , off topic qui , ci sono un sacco di libri interessanti da leggere
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(L.F. Céline, Maudits soupirs pour une autre fois)
come pensavo hai dato una risposta elusiva. invece il problema dell'armonia è fondamentale per costruire una società libertaria socialista o comunista. Non basta abolire la proprietà privata, perché é insito nella natura umana la prevaricazione e il furto, anche qualora di redistribuissero le risorse, poiché c'è sempre chi vuole più di altri. Idem, per ciò che riguarda le devianze. E su questo, purtroppo, buona parte dei filosofi anarchici non hanno dato risposte (a parte chi si esprime per la chiusura dei manicomi ecc.). Se ne deduce che ogni individuo libertario si fa un'idea soggettiva.
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Il fatto è che la proprietà privata è un privilegio di pochi, quando invece ogni essere umano dovrebbe avere il diritto di possedere un pezzo di terra, una casa e cosi via - proprio perché è insito nella natura degli esseri umani non dovrebbe essere un privilegio per pochi.
Io non sono a favore per l'abolizione della proprietà privata, ma perché essa diventi un diritto inalienabile di tutti. Il problema, come hai fatto notare tu, è che ci sono sempre coloro che vogliono avere più degli altri, prendendosi fette della torta in più che aspetterebbero ad altri.
Le carceri e le comunità psichiatriche posso benissimo esistere anche all'interno di società anarchiche. L'assenza di carceri dovrebbe far presumere l'assenza di criminalità e di omicidi, ma questa è un utopia - indipendentemente dal concetto anarchico, lo stesso vale per coloro che sono affetti da malattie psichiche.
Certo, io non ho le soluzioni in tasca.... evidentemente si troverebbe una soluzione collettiva, come per esempio l'allontanamento dalla comunità o addirittura il ricovero in strutture psichiatriche o qualcosa del genere per quelle persone con gravi problemi psichici, tipo Charles Manson per fare un esempio...
Questa è una stronzata perchè nelle cosiddette società primitive ancora oggi esistenti, ovvero laddove la proprietà è collettiva, non esiste nulla di tutto questo che tu paventi.
vedi prima risposta....