Gasdotto, in Salento i No Tap bloccano i lavori: tensione nel cantiere blindato dalla polizia

Momenti di tensione sul cantiere del gasdotto (ansa)

A Melendugno diverse decine di persone hanno occupato le strade per non far passare i camion. Il governatore Emiliano accusa: "L'espianto degli ulivi è illegittimo". I lavori sono stati sospesi

di CHIARA SPAGNOLO



da Gasdotto, in Salento i No Tap bloccano i lavori: tensione nel cantiere blindato dalla polizia - Repubblica.it

LECCE - La protesta ha fermato per qualche ora i lavori di espianto degli ulivi sul tracciato del gasdotto Tap: cantiere militarizzato e tensione alle stelle, nella mattinata, con forze dell'ordine e manifestanti che in alcuni momenti sono sembrati vicini allo scontro e, nel pomeriggio, una serie di incontri in prefettura a Lecce per cercare di scongiurare l'esplosione della rabbia contro gasdotto



L'intenzione di Trans Adriatic Pipeline (che sta realizzando l'opera in grado di trasportare il gas dall'Azerbaijan all'Europa) è proseguire nei prossimi giorni le operazioni di espianto degli ulivi, che hanno già portato all'eradicazione di 32 alberi, trasferiti nell'area di stoccaggio nei pressi della Masseria del Capitano. Il governatore Michele Emiliano ha ribadito "l'illegittimità dello spostamento degli ulivi", precisando al contempo che "la Regione non ha strumenti per fermare un lavoro che il governo considera strategico e per il quale ha dato mandato alle forze di polizia di favorire questa operazione".
Gasdotto Tap, in Salento tensione tra i manifestanti e la polizia
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La giornata è iniziata all'alba, con circa trecento persone che hanno raggiunto a piedi il cantiere in località San Basilio, occupando le strade interpoderali, che avrebbero dovuto essere percorse da camion e ruspe delle ditte subappaltatrici di Tap. I tentativi di mediazione effettuati dai dirigenti della questura di Lecce non hanno avuto l'effetto di far smobilitare il presidio, anzi i manifestanti si sono seduti per terra e hanno impedito il transito dei mezzi.

A sostegno del sindaco di Melendugno, Marco Potì, sono arrivati diversi colleghi salentini, a partire dal primo cittadino di Vernole, Luca De Carlo, cofirmatario dell'appello alle comunità per presidiare la zona dei lavori, nonché i parlamentari pentastellati Daniela Donno e Diego De Lorenzis. Il braccio di ferro tra manifestanti e forze dell'ordine è andato avanti per ore sotto il sole, con urla e momenti di forte tensione, fino a quando nel primo pomeriggio la maggior parte dei mezzi che avrebbero dovuto effettuare gli espianti hanno abbandonato l'area, scortati da decine di militari. Intorno alla recinzione sono rimaste decine di persone, intenzionate a effettuare dei turni per consentire al presidio di rimanere a oltranza davanti al cantiere.

La tensione è lentamente diminuita e il confronto si è spostato sui tavoli istituzionali, per la precisione quelli della Prefettura di Lecce, dove il prefetto Claudio Palomba ha convocato il sindaco Potì. Quest'ultimo continua a ritenere illegittimo l'avvio dei lavori di espianto, così come il presidente Emiliano, che ha ricordato come "la Regione non considera ottemperata la prescrizione A44". Il governatore ha anche precisato di non avere raggiunto Melendugno "per non eccitare ulteriormente gli animi e non scatenare meccanismi di confronto politico che in questo momento sono pericolosissimi".

Tap, dal canto suo, è certa di avere tutti i permessi in regola per espiantare gli ulivi, senza tralasciare l'esigenza di doverlo fare entro il 30 aprile per rispondere alle necessità del loro ciclo vegetativo. Mentre la Procura di Lecce, investita del problema da Potì, ha ritenuto
che allo stato non vi siano elementi utili per poter bloccare gli interventi".

Mercoledì 22 marzo, stando al cronoprogramma della multinazionale, i lavori dovrebbero riprendere, a meno che lo stop non venga imposto dalle istituzioni per motivi di ordine pubblico. I manifestanti, del resto, non hanno nessuna intenzione di terminare la loro battaglia e non ci sono dubbi sul fatto che all'alba di mercoledì saranno nuovamente in gran numero davanti al cantiere.