Ndrangheta, il Tar del Lazio conferma lo scioglimento di Brescello
Respinto il ricorso presentato dall'ex sindaco Coffrini, insieme a due ex assessori e a un ex consigliere comunale
caso brescello
22 marzo 2017
Brescello sciolto per mafia, l'intervista all'ex sindaco Marcello Coffrini
BRESCELLO. Marcello Coffrini, che si era dimesso da sindaco dopo la fine del lavoro della commissione d'accesso nominata dal prefetto, commenta a caldo la decisione del Consiglio dei ministri di sciogliere per mafia il Comune del paese di Peppone Don Camillo (di Ermes Lasagna) LEGGI L'ARTICOLO
BRESCELLO. È legittimo il provvedimento con il quale il presidente della Repubblica, su proposta del governo, lo scorso anno ha sciolto il comune di Brescello, il paese dei film che hanno portato sullo schermo le opere di Giovanni Guareschi con le storie di don Camillo e Peppone.
Lo ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto dagli ex amministratori del primo comune dell'Emilia Romagna sciolto per l'accertamento di forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata.
In sintesi, alla base dello scioglimento - ne dà conto il Tar nella sentenza - «vi era l'assunto secondo cui forme di ingerenza della criminalità organizzata avrebbero esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialità comunale».
Mafia a Brescello, il sindaco Coffrini lascia: "Non fuggo dalle responsabilità"
BRESCELLO (Reggio Emilia) Il sindaco Marcello Coffrini lascia perchè è stanco del clamore mediatico e vuole restituire ai cittadini di Brescello «la possiblità di una vita normale». Precisa poi che il suo gesto, deciso «in totale autonomia e indipendenza», non è una «fuga», e che si assumerà le sue responsabilità. Infine, rivendica di essere una persona «onesta» e la correttezza del suo operato ed è pronto a difendersi «se ci sarà qualcosa da fare» dai rilievi della commissione parlamentare antimafia. (di E. Lasagna e E.L. Tidona)LEGGI L'ARTICOLO
Il Tar preliminarmente ha ritenuto ammissibile il ricorso, nonostante i ricorrenti (l'ex sindaco Marcello Coffrini, insieme con due ex assessori e un ex consigliere comunale) «al momento dell'adozione del provvedimento impugnato fossero già cessati dalle rispettive cariche a causa delle dimissioni del sindaco».
Per i giudici amministrativi «diversamente da quanto prospettato da parte ricorrente - si legge nella sentenza - il provvedimento gravato ha correttamente individuato la sussistenza dei presupposti di fatto che legittimano l'adozione del provvedimento» di scioglimento «evidenziando, con argomentazione logica e congruente, la sussistenza di una significativa rete di collegamenti e vicinanze, dalla quale si è logicamente inferita l'esistenza del condizionamento».
E il quadro individuato «non viene in concreto depotenziato dalle singole contestazioni, che, pur facendo emergere, a tutto concedere, l'esistenza di alcune inesattezze, non risultano idonee ad elidere i profili di forte e decisa valenza rivelatrice dei collegamenti esistenti tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata e dei conseguenti condizionamenti».
Ndrangheta, il Tar del Lazio conferma lo scioglimento di Brescello - Cronaca - Gazzetta di Reggio
2 cose:
1) cosa porta i calabresi a continuare ad appoggiare i loro mafiosi anche se sono a 1000 km da casa loro?
2) Saviano l'ha scritto un articolo per onorare l'impegno del Consigliere Lega Catia Silvia nel denuciare la mafia calabro-piddina? Vince la Lega, il Tar conferma lo scioglimento: a Brescello con la sinistra dominava la 'Ndrangheta - Il Populista