@freeme tempo fa mi chiedeva di formulare una mia proposta di socialismo libertario. Ora, io non sono ne' un teorico ne' un dottrinario, e a parte non avere i titoli necessari per formulare una teoria economico-filosofica, non penso di esserne più di tanto interessato. Ho certamente una mia idea delle dottrine filosofiche e di come esse possono incontrare il mio gusto personale, e da qui formare quella 'visione del mondo' che ognuno di noi ha (e che spesso coincide con ideologie già formulate da altri).
Le mie idee, che ormai racconto da tempo, sono più o meno chiare ai più; così come si sa del mio temperamento libertario (non dico anarchico se no qualcuno si offende, ma forse è anche giusto così) ed invidualista, che è certamente prioritario rispetto a tutto il resto. Ragionando in questi giorni, e leggendo, ho provato a formulare una sorta di comunismo che io definisco 'epicureo', perché legato per alcuni aspetti (che spiegherò) proprio al pensiero del filosofo greco. Decisamente distante dalle teorie marxiste, soprattutto in ambito economico, e quindi, senza pretese ideologiche di alcun tipo, in un certo senso utopico.
Se rimaniamo sul terreno del comunismo ideologico (non marxista) mi vengono in mente grandi teorici (Platone a parte), come Campanella e Thomas More, definiti utopisti per la loro idea di comunità ideale. Contemporanei di Marx penso a Fourier e Saint-Simon. Ecco, il comunismo che piacerebbe a me è certamente più vicino a questi personaggi che non alla filosofia idealistica tedesca dell'800 (e pratica del '900). Epicureo perché? Perché, a mio parere, lo scopo di una società socialista o comunista, compiuta, non è solo quella di affrancare l'uomo dalla schiavitù e dall'alienazione capitalistica, ma di realizzare i suoi desideri. In che campi? Economico, certamente, ma - come direbbe Zizek, che a me piace - anche Estetico ed Etico. Tale filosofia dovrebbe, attraverso la lotta di classe (che si estende a tutte le forme di oppressione, lacanianamente, e non solo a quella lavorativa) giungere all'abolizione delle disparità, che il filosofo sloveno vede in vari aspetti, a partire dalla materia e dal rapporto tra le parti, non solo economiche, fino all'etica (pensiero) e all'estetica (bello e brutto). Il comunismo, quindi, non ha il solo scopo di abolire lo sfruttamento, la proprietà privata, il modo di produzione, ma ogni tipo di disparità, giugendo a una dimensione (ovviamente utopica) in cui l'uomo sia realizzato in ogni aspetto della vita, come desiderava Fourier (attivando quel meccanismo che per i post-strutturalisti come Foucault trasforma il privato in politico, idea rifiutata da Marx).
Ho scritto troppo... e spero di aver proposto una discussione dagli spunti creativi ed interessanti.
Ps. se i moderatori lo reputano possibile ed interessante, e non crea problemi alle linee culturali del forum, questa discussione potrebbe essere messa in rilievo in qualità di thread dedicato alla discussione filosofica...