per gli economisti costituisce una violazione del principio della mano invisibile, ossia della tendenza del libero mercato a massimizzare l'utilità complessiva del sistema (data dalla somma delle utilità dei diversi individui). Gli individui arrestati preferirebbero essere prosciolti (negando di aver commesso il fatto) ma scelgono di patteggiare per non rischiare una detenzione ancora maggiore. Cioè non scelgono ciò che li soddisfa di più e quindi la loro utilità (e dunque anche quella complessiva) non è ottima.
Obiezione: scegliere è sempre scegliere ciò che soddisfa di più. Se ha patteggiato, il criminale ha valutato l'accoppiata libertà + rischio carcere prolungato meno soddisfacente della certezza di un periodo di carcere certo ma più breve. In altri, termini: le utilità individuali (e dunque l'utilità collettiva) sono comunque massime, no? questo perché oggetto di scelta non è solo lo stato oggettivo (libertà o carcere) ma anche la condizione epistemica (rischio o certezza).
Cosa ne pensate?
ps: mi rendo conto che un austriaco ribatterebbe subito che il concetto di utilità collettiva (somma delle utilità) non ha senso, ma credo che si potrebbe riformulare anche in senso ordinale