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    Predefinito La polemica sui duecento ulivi secolari e il gasdotto

    Un freno agli interessi della collettività, s'intende .

    In Puglia ci sono i No TAP, degli attivisti che contestano, non si capisce se più l'approdo del gasdotto sulla costa pugliese o se l'espianto di duecento ulivi secolari, tutto per scavare una fossa, posarvi un tubo, reinterrarlo .
    Ma la cosa comica che ho sentito è che si starebbero uccidendo ulivi secolari. Io considero l'ulivo una pianta sacra e importantissima per l'ovvio motivo, ma anche perché gli esemplari secolari sono di una bellezza stupefacente . Tuttavia non mi scandalizzo per la rimozione delle piante dato che ho visto che l'operazione viene fatta con accorgimenti atti a preservarli onde poi reimpiantarli. Eppure i No TAP parlavano ieri di "assassinio" . Ci manca soltanto che tirino in ballo la dignità delle piante strappate alle loro radici e che invece avrebbero il diritto di finire i loro giorni dove sono nate .

    Per quanto abbia cercato non ho trovato ancora nulla sui motivi per cui questi attivisti tentano di boicottare i lavori. Da noi pare un vero e proprio sport quello di mettersi di traverso ogni qualvolta ci siano di mezzo gli interessi del paese .

    E a Roma, città che per la sua storia, architettura, arte etc è UNICA al mondo abbiamo cantieri per la Metropolitana aperti e più o meno attivi (più meno che più !) e i No TAV-TAP no comunque e a prescindere 'ndocazzo stanno ?

    Sono sempre più disgustato per una politica che non sa decidere e se lo fa lo fa spesso male mandando in vacca il paese intero .
    Meglio far tesoro degli insulti ricevuti . Essi sono il modo
    migliore per valutare l'inutilità della vita di chi li profferisce

  2. #2
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    Predefinito Re: Duecento ulivi, secolari, possono essere un freno ?

    Michele Emiliano dice che “la Puglia non è mai stata messa in condizione di scegliere il luogo di approdo del gasdotto, noi lo volevamo da un’altra parte” e preannuncia un ricorso al Tar contro la decisione della stessa commissione di valutazione.


    Gasdotto Tap, alta tensione nel Salento: sassi contro gli agenti e manganellate - Repubblica.it


    Michele Emiliano
    Martedì

    Le drammatiche notizie che giungono da San Foca descrivono una situazione nella quale il Governo della Repubblica sta utilizzando le Forze dell’ordine per risolvere una questione politica che non ha mai voluto affrontare ascoltando le popolazioni residenti ed in particolare l’indicazione della Regione Puglia e dei Comuni, che avevano chiesto di localizzare l’approdo del gasdotto più a nord, nell'area del comune di Squinzano, che ha dato il suo consenso, evitando di impegnare....
    Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono.
    (Pablo Neruda - Attribuita)

  3. #3
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    Predefinito Protesta NO TAP in Puglia

    Il gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP) in Puglia è al centro delle cronache nazionali per le proteste di gruppi di cittadini, sindaci di alcuni Comuni del territorio, comitati e momenti di forte tensione con le forze dell’ordine per l’avvio del progetto. Con questo lavoro ricostruiamo l’intera vicenda, raccontando cosa prevede il piano, i motivi dell’opposizione di istituzioni e movimenti e i diversi e intricati passaggi politici e giuridici che si sono succeduti negli anni e hanno portato all’avvio dei lavori per la costruzione del gasdotto.

    Cos’è il Trans Adriatic Pipeline e cosa prevede il progetto
    TAP è il progetto di un gasdotto che, passando per Grecia e Albania approderà in Italia, consentendo l’arrivo di gas naturale in Europa dal Mar Caspio, in Azerbaijan. Il gasdotto partirà in prossimità di Kipoi, al confine tra Grecia e Turchia, dove si collegherà al Trans Anatolian Pipeline (TANAP), proseguirà sulla terraferma, attraversando la Grecia settentrionale, nel suo tratto più lungo, per dirigersi poi sul litorale Adriatico attraverso l’Albania, dove inizierà il tratto sottomarino verso l’Italia. La realizzazione dell’opera ha una storia lunga. Nasce su iniziativa della Elektrizitäts-Gesellschaft Laufenburg (EGL) (ora denominata Axpo), che nel 2003 diede inizio a uno studio di fattibilità del tracciato conclusosi tre anni dopo con una valutazione positiva dal punto di vista tecnico, ambientale ed economico. Nel giugno del 2013, il Consorzio Shah Deniz II seleziona TAP come progetto vincente per il trasporto del gas, preferendolo a quello concorrente, Nabucco Gas Pipeline, che invece prevedeva l’arrivo del gasdotto in Austria.



    Il gasdotto sarà lungo 878 km (di cui 550 km in Grecia, 215 km in Albania, 105 km nell’Adriatico e 8 km in Italia) e sarà realizzato dal consorzio svizzero TAP, costituito da società che si occupano di distribuzione del gas, tra le quali anche l’italiana Snam. L’opera è stata finanziata con l’aiuto della Banca Europea per gli Investimenti e riconosciuta dall’Unione europea come “Progetto di Interesse Comune” perché, si legge su Tap Italia, “funzionale all’apertura del Corridoio Meridionale del Gas, uno dei 12 cosiddetti corridoi energetici, reputati prioritari dall’Unione europea per il conseguimento degli obiettivi di politica energetica”.



    Nella parte italiana, l’opera sarà in gran parte invisibile. Dopo aver attraversato l’Adriatico, la condotta sottomarina passerà sotto la costa attraverso un microtunnel di approdo lungo 1,5 chilometri, che verrà scavato a circa 700 metri dalla spiaggia, a una profondità di 25 metri, per poi sbucare in mare a circa 800 metri dalla costa. Il gasdotto, sempre interrato, proseguirà per 8 chilometri fino al terminale di ricezione, situato nel Comune di Melendugno, in provincia di Lecce, a 8,2 chilometri di distanza dalla costa. Lungo il percorso dovranno essere spostati circa 1900 ulivi (che saranno poi reimpiantati). Per allacciare l’infrastruttura alla rete nazionale, riporta Reuters, occorrerà estendere il gasdotto di altri 55 km fino a Mesagne (Brindisi) da dove partirà la dorsale del gas della Snam.

    Per l’approdo del microtunnel sono stati valutati cinque tracciati alternativi: alternativa 0, con arrivo a nord di San Foca; alternativa 1, a nord del comune di Lendinuso; alternativa 2, presso la centrale elettrica di Cerano; alternativa 3, presso l’impianto petrolchimico di Brindisi; alternativa 4, a nord dell’aeroporto di Casale (Brindisi). Nella concessione della Valutazione di Impatto Ambientale (Via) da parte del ministero dell’Ambiente, arrivata a settembre 2014, il percorso che approdava a San Foca è stato valutato “l’alternativa migliore sotto i profili tecnico, ambientale e paesaggistico.”

    I motivi della protesta e le rassicurazioni di TAP Italia
    Da quando Tap è stato selezionato come progetto vincitore per la realizzazione del gasdotto nel 2013 e si è cominciato a parlare di San Foca come suo punto di approdo, le amministrazioni locali di alcuni dei comuni interessati dal progetto, gruppi di cittadini e associazioni ambientaliste, poi confluite nel Comitato No Tap, hanno portato avanti diverse iniziative legali (finora respinte dalla giustizia amministrativa), monitorato il territorio e organizzato momenti di protesta, come in questi ultimi giorni di marzo, in cui sono iniziati gli spostamenti degli ulivi per l’avvio del cantiere. I No Tap sono tanti ed eterogenei, scrive Francesca Paci su La Stampa: “C’è l’anarchico Adriano irriducibile a prescindere, l’ambientalista Marianna che capisce «le ragioni geopolitiche» e si accontenterebbe di uno spostamento dell’opera in una zona già industrializzata come Brindisi”. I motivi per cui il comitato e le amministrazioni protestano sono diversi. Uno dei punti più delicati, riporta Il Post, è lo spostamento degli ulivi che, secondo alcuni, potrebbero essere danneggiati durante le fasi di espianto, trasporto o conservazione prima di essere piantati di nuovo sul luogo originale. A questo si aggiungono i timori per gli impatti ambientale, economico e sociale sul territorio dell’opera e le ricadute sul turismo e sull’utilizzo delle spiagge per la balneazione, la pesca e la navigazione.

    Inoltre, racconta a Re:Common il portavoce del comitato No Tap, Gianluca Maggiore, non è calcolabile cosa accadrà alla produzione di olio e alle aziende interessate dal tragitto che porterà dal punto di approdo del microtunnel a San Foca al Prt di Mesagne: «Quest’opera, da come la vediamo noi e da come ci risulta sulle carte, non è nell’interesse pubblico, quindi non è assolutamente strategica. L’interesse è esclusivamente legato a chi costruirà l’opera». A queste critiche, Tap Italia ha ribattuto in varie occasioni: gli ulivi saranno curati secondo le migliori pratiche agronome; rispetto alle colture, specifica ancora la società, non ci sarà alcuna restrizione sull’utilizzo agricolo dei terreni perché il “gasdotto sarà interrato a una profondità di almeno 1,5 metri e non avrà alcuna interferenza con le colture. Il proprietario potrà fare del suo terreno l’uso che ritiene più opportuno, salvo il divieto di costruire su una fascia di rispetto di 40 metri, a ulteriore garanzia della protezione del paesaggio”; infine, intervenuto alla trasmissione di Radio 3, Tutta la città ne parla, l’amministratore delegato di Tap Italia, Michele Elia, lo scorso 29 marzo, ha assicurato che «la spiaggia di San Foca non subirà alcun deterioramento, nessun danno ambientale perché (...) sotto la spiaggia passerà a una profondità di 15 metri e uscirà nel mare a una profondità di 28 metri. Nessun collegamento dei contenuti del gasdotto uscirà in mare».

    Fonte: Gasdotto TAP e proteste: cosa succede in Puglia ? Valigia Blu

  4. #4
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    Predefinito Re: Protesta NO TAP in Puglia

    Se non si fa partecipe la collettività e le istituzioni locali questi sono i risultati. Queste manifestazioni sono una conseguenza di 20 anni di governi di destra e opposisizioni di sinistra quando queste ultime nel nome del " tanto peggio tanto meglio" quando solo per motivi ideologici era sempre un no, un esempio classico? L'abolizione dell Articolo 18: al tempo del governo Berlusconi, (2002), la sinistra disse no all abolizione dell articolo 18. Oggi 2016 la sinistra lo ha abolito.... Un altro esempio il rientro dei capitali scudati accumulati e detenuti illegalmente all'estero.......Unn altro esempio Finanzoiamento della scuola privata......la sinistra ha confermato i finanziamenti.-

  5. #5
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    Exclamation Re: Protesta NO TAP in Puglia

    Se la Tav e la Tap fossero fatte da Top-ografi e non da top ingegnery non c'era bisogno di fare l'asse con gli indiani per evitare il tubo nei luoghi sacri
    Oil, Gas & Pipeline | Design & Development | Westwood Professional Services

    Questo è solo l'inizio

    Trans Adriatic Pipeline (TAP) in Puglia, Italy | EJAtlas

    La linea finisce a Minerbio
    Gasdotto “Rete adriatica” Brindisi – Minerbio e centrale di compressione di Sulmona
    Gasdotto ?Rete adriatica? Brindisi ? Minerbio e centrale di compressione di Sulmona | Atlante Italiano dei Conflitti Ambientali

    Questa è un opera privata, che farà arricchire parecchio qualcuno, ... ma se continuano in questa maniera toccherà fare come a Cuba.
    Dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro è come dire che un ingegnere non può costruire strade per mancanza di chilometri - Ezra Pound

  6. #6
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    Predefinito Re: Protesta NO TAP in Puglia

    C'e' espianto ed espianto. Quello di 200 ulivi Tap e' molto male, quelli di Emiliano per l'acquedotto, 38 km con 2.500 piante ricollocate e' bene....

    Puglia, inaugurato l'Acquedotto del Sinni: è lungo 37,5 chilometri e approvvigionerà il Salento - Repubblica.it
    Legenda: NCUC: non c'entra un cazzo, NRAC: non rispondo ai cazzari
    4 Dicembre 2016: Lutto Nazionale

  7. #7
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    Predefinito Re: Protesta NO TAP in Puglia

    200 ulivi è solo per il cantiere per mettere la trivella del microtunnel


    E questi dell'acquedotto non mi sembrano ulivi secolari.
    Dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro è come dire che un ingegnere non può costruire strade per mancanza di chilometri - Ezra Pound

  8. #8
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    Predefinito Re: Protesta NO TAP in Puglia

    Tap, mafia e soldi sporchi dietro il gasdotto - l'Espresso


    Nel contestato maxi-progetto per portare il gas dell'Azerbaijan in Puglia spuntano manager in affari con le cosche, oligarchi russi e casseforti offshore

    Un'inchiesta de "l'Espresso" – in edicola da domenica – svela i retroscena del maxi-progetto partendo dagli interrogativi alla base delle proteste esplose in Puglia contro lo sradicamento dei primi 231 olivi: chi ha scelto l’attuale tracciato? Perché è un consorzio privato svizzero a gestire un'opera dichiarata strategica dalle autorità europee? E' davvero necessario far passare miliardi di metri cubi di gas tra spiagge meravigliose e oliveti secolari, anziché in zone già industrializzate?

    Il Tap è la parte finale di un gasdotto di quasi quattromila chilometri che parte dall'Azerbaijan. Il costo preventivato è di 45 miliardi. In Salento, a Melendugno, sono iniziati gli scavi del tunnel in cemento autorizzato dal ministero dell’Ambiente per passare sotto la spiaggia. Da lì sono previsti altri 63 chilometri di condotte fino a Mesagne. Il consorzio Tap Ag prevede di dover trapiantare, in totale, circa diecimila olivi.

    L'Espresso ha potuto esaminare documenti riservati della Commissione europea, che svelano il ruolo cruciale di una società-madre, finora ignota: l’azienda che ha ideato il Tap. Si chiama Egl Produzione Italia, ma è controllata dal gruppo svizzero Axpo. Le carte, richieste dall’organizzazione Re:Common, dimostrano che Egl ha ottenuto, nel 2004 e 2005, due finanziamenti europei a fondo perduto, per oltre tre milioni, utilizzati proprio per i progetti preliminari e gli studi di fattibilità del Tap. Gli ultimi fondi pubblici sono arrivati nel 2009. I ricercatori avevano chiesto altri atti, ma la Commissione li ha negati «per rispettare segreti industriali, sicurezza e privacy» delle multinazionali interessate.
    In copertina, il gioco degli scacchi che oppone i 'democratori' Putin ed Erdogan, spalleggiati da Trump, in campo contro l'Europa: un dossier di grandi firme per capire che speranze e opzioni ha il nostro continente per resistere a chi vuole indebolirlo. Tra gli altri servizi, l'inchiesta di Paolo Biondani e Leo Sisti sul "mafiodotto": nel contestato maxi-progetto per portare il gas dall'Azerbaijan in Puglia spuntano manager in affari con le cosche, oligarchi russi e casseforti di offshore #domenicaEspresso








    In questa Egl, la società-madre del Tap, anche l’amministratore delegato è un cittadino svizzero: Raffaele Tognacca, un manager che in Italia ha lavorato anche con il gruppo Erg. Tornato in Svizzera, ha lanciato la finanziaria Viva Transfer. Che un'indagine antimafia ha additato come una lavanderia di soldi sporchi. Intervistato dalla tv svizzera italiana, il pm Michele Prestipino descrisse la vicenda come «un caso esemplare di riciclaggio internazionale di denaro mafioso».

    Tutto inizia nel 2014, quando la Guardia di Finanza scopre un presunto clan di narcotrafficanti collegati alla ’ndrangheta. Il gruppo, capeggiato dal calabrese Cosimo Tassone, è accusato di aver importato oltre mezza tonnellata di cocaina. E viene intercettato mentre deve versare un milione e mezzo di euro ai narcos sudamericani. I calabresi reclutano un promotore toscano e i suoi due figli, che accettano di «portare quei soldi in contanti, dentro due trolley, a Lugano, nella sede della Viva Transfer», come confermano le confessioni degli stessi corrieri poi arrestati. A ricevere i pacchi di banconote è «Raffaele Tognacca in persona». Proprio il manager che ha tenuto a battesimo il Tap.

    Tra sudamericani e calabresi scoppia anche una lite: i narcos hanno ricevuto mezzo milione in meno. Tassone sospetta dei corrieri toscani: «Gli spacco la testa!». Un figlio del promotore viene sequestrato in Brasile. Finché il clan si convince che è Tognacca ad aver incamerato una parcella di oltre 400 mila euro («il 35 per cento!»). Quindi scattano gli arresti. Al processo, in corso a Roma, i pm hanno formulato una specifica accusa di riciclaggio. E hanno chiesto ai magistrati svizzeri di indagare sulla parte estera. Tognacca si è difeso pubblicamente dichiarando di «non essere stato oggetto di nessuna misura penale». Per i pm italiani il reato resta assodato. Ma i giudici elvetici potrebbero aver archiviato per «mancata prova del dolo»: Tognacca poteva non sapere che erano soldi di mafia. Magari mister Tap pensava di aiutare onesti evasori.

    Dopo aver ottenuto i fondi europei, la Egl è stata cancellata e assorbita da Axpo. Questo spiega perchè oggi il gruppo svizzero è azionista della Tap Ag con l'inglese Bp, l’italiana Snam, la belga Fluxys, la spagnola Enagas e l’azera Az-tap.

    L'articolo integrale de l'Espresso racconta molti altri retroscena. Come un accordo segreto per favorire un oligarca russo rappresentato da amici di politici italiani. E le tesorerie offshore, documentate dai Panama papers, dei manager di Stato in Azerbaijan e Turchia.
    Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono.
    (Pablo Neruda - Attribuita)

  9. #9
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    Predefinito Re: Puglia: 100mila ulivi sani sradicati ogni anno per finire nelle ville del nord.

    Poi ci sono i 2500 eradicati per i 38 km di scavi dell'acquedotto di Emiliano. Ormai é evidente che non c'é traccia di onestá intellettuale in queste battaglie finto ambientaliste.
    Legenda: NCUC: non c'entra un cazzo, NRAC: non rispondo ai cazzari
    4 Dicembre 2016: Lutto Nazionale

  10. #10
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    Predefinito Re: Puglia: 100mila ulivi sani sradicati ogni anno per finire nelle ville del nord.

    Citazione Originariamente Scritto da chichibio Visualizza Messaggio
    Poi ci sono i 2500 eradicati per i 38 km di scavi dell'acquedotto di Emiliano. Ormai é evidente che non c'é traccia di onestá intellettuale in queste battaglie finto ambientaliste.
    Bhe in effetti Emiliano a parte l'acquedotto non mi pare abbia inscenato manifestazioni contro le costruzioni abusive sulla cosa come peraltro i governatori di Campania, Calabria e Sicilia....e senza volerne fare una questione politica (in quanto sappiamo perfettamente in quale schieramento militano i governatori di queste regioni) si può ben dire che la vocazione turistica a cui si appella sia solo un pretesto per contestare l'opera del governo (e lex premier che comanda dietro le quinte).... governo che come il precedente possa comunque tranquillamente esser contestato per il nulla che ha realizzato in ambito ambientale / turistico.

 

 
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