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Devono esserci le scuse perché secondo me lo spessore politico deve essere anche quello di ammettere l’errore”. A dirlo è Marika Cassimatis, l'ex candidata sindaco a Genova per i Cinque Stelle alla quale Beppe Grillo, il 17 marzo, ha tolto il simbolo del movimento perché ne avrebbe “danneggiato ripetutamente l’immagine”.

La vittoria delle Comunarie invalidata - Cassimatis aveva vinto le Comunarie nelle consultazioni online, il 17 marzo, con 24 voti in più della lista di Luca Pirondini. Ma, quella stessa sera, Grillo aveva invalidato il risultato annunciando la sua decisione con un lungo post sul suo blog. Dopo dieci giorni dalla vicenda, Cassimatis ha deciso di parlare: “È pesante pensare che un leader politico possa aver messo alla berlina delle persone che fino a ieri hanno lavorato per lui, gratuitamente, mettendoci tutta la passione”, ha spiegato l’ex candidata del M5S. Ora Cassimatis chiede chiarimenti e di poter vedere i documenti che provino le accuse. Ed è sicura che non ci sia nulla che “possa provare di aver fatto attività contro il movimento”.

Il ricorso al Tar e le querele per Grillo - Dopo che la vittoria di Cassimatis è stata annullata da Grillo, è stata aperta una nuova consultazione online, questa volta estesa a tutta Italia, per chiedere agli attivisti se erano d’accordo a presentare a Genova, come candidato, il secondo classificato del 17 marzo, ovvero Luca Pirondini. Gli elettori si sono espressi in maniera favorevole. Ma Cassimatis non ha approvato la decisione e ha annunciato il suo ricorso al Tar, dove presenterà "un’istanza di sospensione della lista di Pirondini” e dove l'ex candidata chiederà anche la riabilitazione della sua lista “nel caso non vengano fuori delle prove concrete e importanti relative a quelle accuse che ci sono state fatte”.

Le querele contro Grillo e Di Battista - L'ex candidata pentastellata ha anche denunciato Grillo e Di Battista per diffamazione, presentando due diverse querele. "Io e i candidati consiglieri che mi hanno sostenuto respingiamo tutte le accuse di Beppe Grillo", ha ribadito, "siamo profondamente offesi e ci sentiamo diffamati nel nostro onore da accuse che non sono sostenute da alcuna prova oggettiva".