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    Ghibellino
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    Predefinito San Pietroburgo: tra vergogna e rabbia

    Dà i nervi chi si lamenta per le dichiarazioni di relitti umani come marchetta travaglio, l’eterno guitto fallito john riotta, la susseguiosa nullità paolo mieli, che se non fosse per il paparino che dirigeva un’agenzia anticomunista di Gladio, non sarebbe profumatamente pagato dal volgo italidiota per presentare calunnie storiche alla cloaca massima che si chiama RAI, o il trucido bimbominkione vittorio zucconi, ennesimo ‘giornalista’ per eredità, e gli altri fenomeni da baraccone del complesso mediatico-spionistico occidentale (Ulfkotte), oggi bottarianamente impazziti una volta realizzato che alle loro oscene favole, spacciate per ‘informazione’, ci credono solo loro e i cretini che s’indignano per le loro affermazioni, mentre fanno numero seguendone morbosamente le cazzate, facendosi followers a centinaia del paginone fakebook del pacco quoti-daino e/o dei twitter del vecchio cazzettiere zucconi. Eppure tutte queste dichiarazioni vomitevoli dimostrano solo che il baraccone mediatico occidentale si disfa come cartone fradicio nel fango, e l’autorità di tali bimbiminkia prezzolati svanisce come scorreggia al vento. Il liberalismo è la democrazia dei subumani, ha detto un insegnante russo, ed è vero. Come è vero che lo smascheramento di simili ‘scienziati e analisti’ di carta igienica usata (alla CICAP e Angele, per intendersi), è così lampante che ne sabota il compito assegnatogli dai padroni: non lo studio della realtà, ma il mero spaccio di spazzatura mediatica, propaganda pecoreccia e menzogne padronali (disinformazione è una parola troppo elevata per questo circo di rondolinei pidocchiosi). Ma il fatto che adottino simili toni irosi e capricciosi, da veri bimbiminkia in età da tomba, dimostra che la loro presa, il loro dominio sul mondo dell’informazione, è finito (profilandosi un licenziamento in massa che li disporrà nel posto che meritano, sotto i ponti). Nessuno crede più alla loro spazzatura se non chi ci vuole credere: il piddiota medio, i sicari dei cessi sociali, i neofascisti renziani e dalemiani, e i loro sodali della sinistra italidiota, tutta, dal gerarca beghino ferrero all’ultimo ratto anarco-wahhabita uscito dalle fogne ‘sociali’.
    In sostanza la mascherina è caduta, e dietro non si svela un volto, ma il culo zozzo di una scimmiettta ammaestrata, oramai impazzita da una realtà di cui sa solo che non comprenderà mai nulla (NdT).All’indomani dell’attentato terrorista assassino che ha colpito la Russia nel cuore storico e simbolico di San Pietroburgo, la lega politico-mediatica francese, stronzi d’élite della “Società dello spettacolo” occidentale, non si dsiturba…
    Dove sono i “Charlie” e i “Je suis San Pietroburgo”?
    Tale silenzio offensivo verso la Russia non è nuovo, ricordiamoci ad esempio della scomparsa tragica del coro dell’Armata Rossa l’anno scorso. Disprezzo totale della maggioranza dei francesi a cominciare dal tartufo che hanno scelto come padrone.
    Ciò dimostra 2 cose:
    1. che la russofobia portata dalla guerra di propaganda occidentale ha completamente condizionato la maggioranza dei francesi che non sono più che stupide pecore.
    2. che le manifestazioni “Je suis Charlie” and co. presentate come slancio umanista dei liberi cittadini della “Patria dei diritti dell’uomo”, non erano in realtà che buffonate di schiavi sventolanti fazzoletti ai loro padroni.
    Ma ricordiamoci anche delle migliaia di fiori posti a Mosca davanti alle ambasciate di Francia, Gran Bretagna o Germania nei precedenti attentati…
    Questo è ciò che voglio ricordare…
    Perché in Russia, la compassione non è un circo organizzato per creare un diversivo narcisistico dai buffoni mediatici che guidano un gregge idiota sceso in strada come il maiale nella propria feccia…
    Qui, per i popoli della Federazione Russa e i loro fratelli del mondo slavo, la compassione è un atto di coscienza, libero e individuale, e che ubbidisce solo all’appello del cuore e non ad una moda il cui cinismo invita gli assassini Netanyahu e Poroshenko a depositare fiori insanguinati mentre i loro soldati massacrano le popolazioni civili.
    All’indomani degli attentati del Bataclan, nel Donetsk bombardata dall’esercito ucraino che la Francia sovvenziona (tramite FMI e UE), degli amici mi espressero tristezza e cordoglio. Nonostante le disgrazie, la popolazione del Donbas rimane attenta alla sorte degli altri popoli europei, umilmente, senza pose pretenziose, ma sempre con la mano sul cuore. Immagino già la prossima defecazione dello straccio “Charlie Hebdo” per cui migliaia di russi posero fiori all’ambasciata di Francia, al momenti degli attentati che lo colpirono. Gli occidentali in generale e i francesi in particolare, nel loro servilismo volonteroso, mi fanno vomitare di vergogna perché sono disumanizzati totalmente, sminuendo il proprio senso critico, la propria libertà di coscienza e la propria intelligenza del cuore, ben al di sotto degli animali, di cui molti capaci di darci quotidiane lezioni di compassione. E temo che i risultati della reptazione presidenziale in corso confermino presto questa mia amarezza. Stamattina sono andato a depositare un fiore sul prato della Chiesa locale, per riconciliarmi con l’umanità, soffocare la mia rabbia e ringraziare il popolo russo del Donbas per offrirmi in ogni istante la libertà e l’umanesimo che molti dei miei hanno tradito e perso…
    Oggi non sono più “San Pietroburgo” di quanto fossi “Charlie” nel 2015, voglio solo essere “umano”…Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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  2. #2
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    Predefinito Re: San Pietroburgo: tra vergogna e rabbia

    Il liberalismo è la democrazia dei subumani, vero...specialmente quando pretende di ammantarsi di una patina di sinistra.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

 

 

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