Estratto da un articolo di Aleteia del 04/04/2017:
Quattro mesi, come quattro sono gli anni di pontificato di Bergoglio. L’edizione argentina dell’Osservatore Romano, la prima al mondo nel suo genere, è arrivata al quarto numero. Un numero anch’esso speciale, come i precedenti, dedicato al quarto anniversario del papa argentino. Poco tempo, troppo poco tempo per pronosticare qualcosa sul futuro di un giornale, e per giunta speciale com’è l’organo ufficiale di un papa, dei suoi atti, della curia che lo assiste, della diplomazia che agisce in suo nome. Speciale anche per un’altra ragione. Il primo editor dell’edizione argentina – ma già ci stiamo sbilanciando predicendo che dopo di lui ne verranno altri – è un protestante. Marcelo Figueroa infatti è biblista, teologo e pastore della Chiesa presbiteriana di S. Andrea; per venticinque anni ha diretto la Società biblica argentina formando anche parte di molti Comitati internazionali dell´Alleanza biblica universale. Eppure non si sorprende che Bergoglio Papa lo abbia chiamato a dirigere l’organo ufficiale per eccellenza della Santa Sede con unicuique suum scolpito sotto la testata. “No, sorpresa no ma capisco che in Europa ci si possa meravigliare che un incarico così venga affidato a un protestante”. risponde. L’idea dell’edizione argentina è stata sua. “Gliel’ho suggerito dialogando come dialogando sono venute altre decisioni, un parto posso dire senza abusare dell’immagine”. Infatti la gestazione della testata vaticana made in Argentina è durata esattamente nove mesi, né un giorno più né uno meno fa notare Figueroa. “Abbiamo iniziato a parlarne il 30 marzo (2016), il giorno del mio compleanno quando mi ha chiamato, e il primo esemplare è uscito il 30 dicembre, nove mesi esatti dopo”. Un tempo che è servito per esplorare il terreno e sondare gli animi: “tutto è stato consensuale” spiega Figueroa: “con la Conferenza episcopale argentina, con la Segreteria vaticana per le comunicazioni, con i vertici dell’Osservatore Romano”.