Ogni tipo di economia deve avere la sua moneta di riferimento. La moneta non è altro che uno strumento a disposizione della propria politica economica. Se questo strumento non viene legato all’economia del Paese si creano solo disastri. Chi sostiene l’Euro afferma che se l’Italia uscisse, la Lira si svaluterebbe. Allora io farei a questi signori una domanda: “Come pensano che un’economia come quella italiana, seconda forza manifatturiera in ambito europeo, possa non vivere, ma sopravvivere, con una moneta sopravvalutata?”. Bisogna avvalersi di una moneta che tenga conto dei fondamentali macroeconomici dello Stato di riferimento.
Un’uscita dall’Euro sarebbe il male minore. Chi sostiene l’uscita dalla moneta unica non sostiene che dal giorno dopo si instauri una condizione ottimale. Non sarebbero tutte rose e fiori. Ma afferma che sia il male minore rispetto a una permanenza nell’Euro. Aggiungiamo però che nel lungo periodo ci sarebbero dei vantaggi.
L’Italia è un Paese con vocazione esportatrice, quindi tutti gli esportatori sicuramente ne trarrebbero un vantaggio. Se poi pensiamo che molte delle esportazioni sono infraeuropee (tra Paesi con la stessa moneta, ndr), è logico che un’uscita dall’Euro sarebbe sicuramente uno stimolo. Inoltre va rimarcato che l’Italia ha una realtà industriale con un alto valore aggiunto, quindi se siamo soggetti a importazioni di materie prime il nostro valore aggiunto fa sì che la debolezza della moneta non sarebbe un dramma. Il problema fondamentale è tornare all’autodeterminazione della propria politica economica, cosa che ci è inibita dai vincoli europei.
L’Italia ha una sovranità limitata perché è soggetta ad alcuni vincoli europei - in primis ai vincoli di politica economica - che non sono più dettati dalle esigenze dell’economia italiana, ma da ciò che sta scritto nei Trattati. Poter ritornare alla piena sovranità non vuol dire solo tornare a un’autonomia monetaria, ma anche a una sovranità che riguarda altri temi. La Costituzione italiana prevede al suo interno un modello di Costituzione economica: un modello delineato dai nostri padri costituenti. Questo significa porre come base del modello economico quello della piena occupazione, che è in antitesi con il modello economico dell’aggregazione monetaria che prevede invece la stabilità dei prezzi e un rigore dei conti fino al perseguimento del pareggio di bilancio. In antitesi con il modello dettato dalla nostra Costituzione. Altro esempio: non possiamo perseguire i diritti previsti dalla Costituzione perché siamo soggetti ai vincoli europei. Nel caso in cui tornassimo a una sovranità monetaria, potremmo dare corso anche a tutte le altre sovranità (lavoro, tutela del risparmio, servizi sociali, pensioni, sanità) che al momento non possono essere messe in atto, perché non ne abbiamo la possibilità materiale non avendo per l’appunto una sovranità monetaria.