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Discussione: Osservatorio Venezuela

  1. #21
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Oscurata marcia delle donne in favore del governo Maduro. Per i media mainstream in Venezuela esiste solo l'opposizione



    Le agenzie stampa e i media mainstream hanno annunciato entusiasticamente solo quella delle damas en blanco: che hanno sfilato vestite di bianco, per richiamare le anticastriste di Miami


    di Gerladina Colotti - Il Manifesto
    Ieri, in Venezuela, le marce delle donne sono state due, e hanno messo nuovamente a tema il quadro dello scontro in atto fra due modelli di paese. Da una parte le destre, i settori agiati e parte di quelle classi medie impoverite dagli anni di neoliberismo selvaggio, poi tornate a vivere periodi di vacche grasse con la ridistribuzione petrolifera voluta dal chavismo (e il barile sopra i 100 dollari) e ora di nuovo scomode in periodo di «guerra economica». Dall’altra le femministe dei settori popolari che appoggiano il socialismo bolivariano: i collettivi – Ni una menos, Lgbtq, Comitati di rifornimento e produzione (Clap), media alternativi, studenti, «classe media socialista»… – che muovono critiche, ma difendono le conquiste sociali.

    LE AGENZIE STAMPA – tutte, rigorosamente tutte – e i media mainstream hanno però annunciato entusiasticamente solo quella delle damas en blanco: che hanno sfilato vestite di bianco, per richiamare le anticastriste di Miami. Indubbiamente numerose. È così da un mese. È stato così ogni volta che «l’insopportabile ex operaio del metro» ha segnato qualche punto nella «diplomazia di pace», sostenuta dal papa, dalla Unasur e da un gruppo di ex presidenti guidati dallo spagnolo Zapatero. Impossibile essere informati da più fonti. Oltre una decina di lanci, invece, – su un profluvio dedicati a una sola campana – per lodare enfaticamente «la grinta e il coraggio delle donne venezuelane».

    QUALI? Quelle capitanate dalla fake-woman per eccellenza, Lilian Tintori, volto mediatico del partito Voluntad Popular, i cui leader erano in prima fila nella marcia di ieri. Un partito di estrema destra, che considera Trump «il vero difensore del popolo venezuelano», da cui hanno avuto il via libera per mettere a ferro e fuoco il paese: in nome della «democrazia». Freddy Guevara e alcuni sindaci di estrema destra sono stati fotografati mentre incitano gli incappucciati che pacifici non sono affatto. Ma di questo non si vedrà niente.

    QUELLA di Tintori è stata definita «la marcia contro la repressione». In uno scontro di queste proporzioni e implicazioni, non serve santificare i contendenti. Un governo legittimo ha il diritto di contenere le violenze? I paramilitari hanno licenza di ammazzare? I manifestanti hanno il «diritto» di incendiare il paese? I morti sono già 35. Chi uccide nelle piazze con le armi da fuoco – vere o artigianali – se la Guardia Nacional ha solo idranti e lacrimogeni? Il conto va tutto sulla «repressione».
    A rigor di logica, però, se un governo «dittatoriale» ha dalla sua le Forze armate, le milizie popolari e un partito di oltre il 40% senza contare gli alleati (l’estrema sinistra, la sinistra più moderata e quella reticolare come Redes), si sarebbe già risolta in un bagno di sangue.

    SIAMO l’unico giornale ad aver raccontato che il leader degli studenti, ucciso da sicari durante un’assemblea pro Maduro, era chavista e non di opposizione. Ora c’è anche il risultato delle perizie balistiche sulla morte del giovane violinista ucciso da un proiettile durante le manifestazioni: si trovava sulla linea di fuoco di chi stava sparando sulla Guardia Nacional. La morte del giovane ha provocato la reazione del noto direttore d’orchestra Gustavo Dudamel, tormentato in tutte le lingue perché considerato vicino al chavismo e infine obbligato a distanziarsi «dalla repressione»… Chi spinge il paese verso il caos? «I manifestanti pacifici non si toccano neanche con un petalo di rosa», ha detto il ministro della Difesa Padrino Lopez invitando l’opposizione ad «abbandonare la violenza perché siamo a un passo dalla guerra civile».

    MADURO ha lanciato la proposta di un’Assemblea costituente, che si sta già riunendo con diversi settori del paese. Le destre, che dal 2013 spingono per un’Assemblea costituente, ora la rifiutano. Perché? Perché a Washington si è deciso diversamente. Il capo del Parlamento (di opposizione), Julio Borges, è appena tornato dalla Casa Bianca. Con l’appoggio del Segretario dell’Osa, Luis Almagro («un pericolo per tutta l’America latina», lo ha definito Pepe Mujica) e dell’Europa, si sta già costruendo un governo parallelo. Imposto da fuori.

    E IERI, il papa Bergoglio ha inviato una lettera molto significativa al bellicoso episcopato venezuelano, apertamente schierato a destra. Li ha invitati a sostenere «soluzioni negoziate» e a riprendere il dialogo che le destre e le gerarchie ecclesiastiche rifiutano. «I grandi problemi del Venezuela – ha scritto – si possono risolvere solo se c’è la volontà di costruire ponti, di dialogare seriamente e di rispettare gli accordi realizzati. Vi invito a continuare a fare tutto il necessario perché questo difficile cammino sia possibile». La violenza – ha aggiunto il papa – «non aiuta a risolvere i problemi, provoca solo altra sofferenza e dolore»

    Oscurata marcia delle donne in favore del governo Maduro. Per i media mainstream in Venezuela esiste solo l'opposizione - World Affairs - L'Antidiplomatico
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  2. #22
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Il Presidente della Commissione Costituente a RT: «Il Venezuela avrà una nuova Costituzione»




    di Ernesto J. Navarro - RT

    La mossa del presidente Nicolas Maduro non solo è conforme alla Costituzione, ma ha l’obiettivo strategico di «porre fine alla polarizzazione e al conflitto politico».

    Questo è quanto spiegato dal Ministro dell’Educazione e Presidente della Commissione Presidenziale Costituente, Elias Jaua Milano.

    RT: Il lavoro dell'Assemblea Nazionale Costituente si tradurrà in una nuova Costituzione venezuelana?

    EJM: Sì! Il Venezuela avrà una nuova costituzione. Ampliando, rafforzando ed espandendo la base dottrinale della Costituzione pioniera del 1999.

    RT: La nuova Costituzione manterrà elementi di quella attuale?

    EJM: Una Costituzione non parte mai da zero. La Costituzione del 1999 ha aspetti fondamentali di quella del 1961. Ma ha ampliato, sviluppato, i concetti di democrazia e sovranità. Includendo nuovi diritti sociali e dando visibilità a quei soggetti che mai l’avevano avuta.

    RT: Il presidente Maduro ha proposto il miglioramento del sistema economico nazionale. In che modo?

    EJM: Uno degli obiettivi fondamentali della Costituzione del 1999 è stata la redistribuzione dei proventi del petrolio. Oggi, nella situazione attuale, siamo obbligati a pensare alla costruzione di un modello post-petrolifero, per garantire l’equa distribuzione del reddito nazionale.

    RT: Perché costituzionalizzare i programmi sociali conosciuti come Missioni e Grandi Missioni?

    EJM: Le missioni sono la grande conquista del comandante Hugo Chávez e viene proposto di costituzionalizzarle affinché nessuno possa privatizzarle. Come la la Gran Misión Vivienda Venezuela, che la maggioranza d’opposizione nell’Assemblea Nazionale ha tentato di privatizzare.

    RT: Risulta urgente apportare modifiche al sistema di giustizia?

    EJM: Uno dei grandi dibattiti nella società venezuelana ha a che fare con l’impunità, specialmente nei crimini commessi contro la persona, nella corruzione o nei crimini contro la Patria; bene che si discuta.

    I meccanismi di protezione della Repubblica, di difesa della Sovranità e dell’integrità della Nazione sono molto deboli nella Costituzione del 1999, dobbiamo riconoscerlo.

    RT: Avete analizzato uno scenario con l’Assemblea Nazionale Costituente senza opposizione?

    EJM: La proposta fatta dal presidente davanti al Consiglio Nazionale Elettorale prevede che non vengano avanzate domande di candidature (di costituenti) da parte dei partiti politici, ma su iniziativa personale, nei circuiti municipali e territoriali.


    Questo significa che qualsiasi cittadino che voglia candidarsi, raccoglierà un numero di firme secondo quanto stabilito dal Potere Elettorale e con questo requisito potrà essere candidato.

    La partecipazione di qualsiasi cittadino non sarà condizionata da un partito politico o dalla coalizione di opposizione Mesa de la Unidad Democrática (MUD).

    Ci auguriamo che, al di là della decisione da parte della dirigenza della MUD, ampi settori di dirigenti municipali, sindacali, imprenditoriali e studenteschi che sono contrari alla rivoluzione bolivariana, prendano l'iniziativa di candidarsi.

    RT: Il presidente Maduro ha giustificato l’iniziativa sulla della violenza dell’opposizione e dell’interventismo straniero. L’Assemblea Nazionale Costituente potrà fermarle?

    EJM: Senza dubbio, siamo in presenza delle forze più ‘cipayas’ (pronte a vendere la patria) che la storia del Venezuela abbia mai conosciuto. Abbiamo visto il deputato Julio Borges, che serve come presidente dell’Assemblea Nazionale, andare alla Casa Bianca a ricevere istruzioni. Un simile atteggiamento imbarazza i figli e le figlie del Libertador del Sudamerica, Simon Bolivar.

    Il testo costituzionale risultante dai dibattiti dell’Assemblea Nazionale Costituente, di sicuro rafforzerà le misure che consentiranno alla Repubblica di proteggersi dall’interventismo.

    RT: La nuova Costituzione comprenderà le proposte del Comandante Hugo Chavez che sono ancora in sospeso?

    EJM: Sì, ho già menzionato l’inclusione delle missioni e grandi missioni, così come il riconoscimento dei nuovi soggetti ‘protagonici’ come i consigli comunali, le comuni e i consigli operai.

    RT: La nuova Costituzione sarà ratificata mediante referendum?

    EJM: Sarà una decisione dell’Assemblea Nazionale Costituente. Nel 1999 il costituzionalista Manuel Quijada propose di inserire nella Costituzione il referendum per una futura Carta Magna, ma questo fu rifiutato, perché non si possono mettere condizioni a un’Assemblea Nazionale Costituente.

    Sarà una sua decisione se sottoporre il testo costituzionale a referendum popolare.

    (Traduzione dallo spagnolo per l’AntiDiplomatico di Fabrizio Verde)

    FONTE: Il Presidente della Commissione Costituente a RT: «Il Venezuela avrà una nuova Costituzione» - ALBA LATINA - L'Antidiplomatico
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  3. #23
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Venezuela: viaggio nei barrios dove non ci sono proteste e si difende la Rivoluzione
    Venezuela: viaggio nei barrios dove non ci sono proteste e si difende la Rivoluzione

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    In molte località le persone si sono mobilitate per difendere varie installazioni minacciate dalla violenza dell’opposizione


    di Fabrizio Verde


    Secondo la narrazione post-veritiera del circuito mainstream il Venezuela sarebbe una polveriera sul punto di esplodere. Con un popolo allo stremo in rivolta in ogni angolo del paese, dove il governo riesce a mantenere il controllo solo grazie al pugno di ferro e al decisivo appoggio dell’esercito.



    La realtà sul terreno è ovviamente ben diversa e confuta decisamente questa fallace descrizione che rispecchia una situazione desiderata e non concreta. In realtà le immagini che invadono il nostro etere, trasmesse in modo martellante e spesso mistificatorio, provengono da pochi e circoscritti punti della capitale Caracas. A cui vanno ad aggiungersi pochi altri luoghi del paese, come mostra con grande efficacia questa infografica.

    Infatti, quando vediamo strade chiuse, edifici pubblici dati alle fiamme, mezzi pubblici dati alle fiamme, assalti alla metropolitana, a scuole od ospedali, dobbiamo sapere che questi atti avvengono in zone ben precise della capitale Caracas. I quartieri ricchi per la precisione. Questi sono i luoghi dove l’opposizione monta i suoi show mediatici con maschere antigas e giubbotti antiproiettile. Dove le telecamere cercano di mostrare l’immagine di un paese in guerra devastato dall’inettitudine del governo socialista.



    Lo stesso scenario, come si evince dalla precedente infografica, che si ripete in pochi e selezionati punti in altri Stati del paese sudamericano. Di contro vi sono migliaia di quartieri, ‘barrios’, colline e settori popolari del paese che vivono la loro quotidianità normalmente.




    Uno di questi luoghi è il ‘barrios’ popolare 23 de Enero - come racconta MIsion Verdad - situato nella zona ovest di Caracas, dove circa 200mila abitanti continuano la propria routine quotidiana. Non vi sono giornate segnate da bombe incendiarie, gas lacrimogeni e guarimbas. I bimbi vanno a scuola con la classica divisa. La metropolitana viaggia senza problemi. I negozianti aprono i propri negozi senza il rischio di assalti o saccheggi.



    Insomma, la vita scorre normale, nessuno ha intenzione di replicare quanto avviene nella zona ricca della città dove le classi alte vorrebbero ricacciare i poveri nella condizione di povertà estrema dove languivano negli anni precedenti la Rivoluzione Bolivariana.



    Lo stesso accade in altri quartieri vicini: La Pastora, Catia, Lidice. Così come San Agustín, Mamera, Petare, El Cementerio e altre centinaia settori popolari. Oltre 6 milioni di persone solo a Caracas. I ricchi non sono riusciti a coinvolgere nella protesta contro il governo le classi popolari.



    A Caracas come nel resto del paese. Anzi, in molte località le persone si sono mobilitate per difendere varie installazioni minacciate dalla violenza dell’opposizione. Scuole, ospedali, palestre, non saranno distrutte dalla furia devastatrice dei militanti dell’opposizione e dalle squadre mercenarie ingaggiate per la destabilizzazione del paese.



    Mentre i ricchi reclamano ‘libertà’, i settori popolari difendono la Rivoluzione e le sue conquiste.



    I media mainstream continueranno a deformare la realtà per ingannare l’opinione pubblica internazionale.

    Venezuela: viaggio nei barrios dove non ci sono proteste e si difende la Rivoluzione - ALBA LATINA - L'Antidiplomatico
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    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
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  4. #24
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  5. #25
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Partito comunista portoghese: "Il Venezuela è vittima di una brutale operazione di aggressione."
    Partito comunista portoghese: Il Venezuela è vittima di una brutale operazione di aggressione.

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    di Pedro Guerreiro, Segreteria del Partito Comunista Portoghese (PCP)

    da avante.pt

    Traduzione di Marx21.it

    La Repubblica Bolivariana del Venezuela è vittima di una brutale operazione di destabilizzazione e aggressione.

    Nonostante si sia assistito alla sconfitta dei molti e diversi tentativi di golpe contro il processo rivoluzionario bolivariano dopo il 1999, gli Stati Uniti, con i settori più reazionari dell'opposizione venezuelana, compresi gruppi di natura fascista, decidono di attuare un nuovo tentativo eversivo violento e antidemocratico contro la Rivoluzione Bolivariana.

    Appoggiati da una colossale e pianificata operazione di disinformazione e menzogna, i settori golpisti e antidemocratici del Venezuela promuovono criminali azioni di violenza – compresi assassinii –, la distruzione del patrimonio pubblico e privato – incluse le strutture ospedaliere –, saccheggi, tentando di imporre una situazione che diventi incontrollabile.


    Questa violenta azione contro il Venezuela e il suo popolo è progettata e guidata dall'esterno, in particolare dagli Stati Uniti che, direttamente o indirettamente – recuperando l'OSA come mascheratura – hanno cercato fin dal primo momento di far retrocedere e di sconfiggere il processo di profonde trasformazioni sovrane e democratiche iniziato da Hugo Chavez 18 anni fa.

    Gli Stati Uniti non hanno mai accettato il processo di trasformazioni che ha permesso a milioni di venezuelani di avere accesso, dopo il 1999, alla sanità, all'istruzione, all'acqua potabile, all'energia elettrica, all'abitazione, alla cultura, e che ha aperto la prospettiva di un vasto progetto sovrano e di emancipazione, progressista e antimperialista, strettamente legato alla liberazione dell' America Latina e dei Caraibi dalla tutela e dal dominio statunitense. E' per questo che gli USA ipocritamente dichiarano il Venezuela come una minaccia alla loro sicurezza.

    Dal primo momento gli Stati Uniti, con la connivenza dei grandi gruppi economici in Venezuela, hanno scatenato una permanente guerra economica, che ha assunto una nuova dimensione con la strumentalizzazione delle difficoltà momentaneamente avvertite dalla popolazione in conseguenza della caduta dei prezzi de petrolio e delle sue ricadute sull'economia venezuelana, attraverso l'intensificazione dell'azione di boicottaggio economico, di accaparramento e speculazione sui prezzi, per ostacolare in tal modo l'accesso regolare e adeguato ai beni essenziali. Va ricordata anche la sistematica strumentalizzazione del Parlamento dopo le elezioni del 2015, con l'obiettivo di destituire il presidente Nicolás Maduro, di paralizzare l'azione del suo governo, di disattendere la Costituzione venezuelana e attaccare il processo bolivariano e le sue realizzazioni.

    Nel corso degli ultimi 18 anni, l'unità e la convergenza delle forze patriottiche, progressiste e rivoluzionarie venezuelane, insieme all'unione civico-militare, è stata determinante nell'avanzata e nella difesa del processo venezuelano, processo che assume un enorme significato per la lotta dei lavoratori e dei popoli dell'America Latina e dei Caraibi e di tutto il mondo.

    Di fronte all'intensificazione dell'azione di destabilizzazione golpista contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela, che minaccia la sovranità e i diritti del popolo venezuelano, acquista ancora maggiore importanza l'affermazione della solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana e il suo popolo.

    Partito comunista portoghese: "Il Venezuela è vittima di una brutale operazione di aggressione." - World Affairs - L'Antidiplomatico
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  6. #26
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    il venezuela non è mai stato mai così presente in questo forum. due 3d dedicati in parallelo

  7. #27
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Citazione Originariamente Scritto da MaIn Visualizza Messaggio
    il venezuela non è mai stato mai così presente in questo forum. due 3d dedicati in parallelo
    E' un nostro dovere!
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  8. #28
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Venezuela: viaggio nei barrios dove non ci sono proteste e si difende la Rivoluzione



    In molte località le persone si sono mobilitate per difendere varie installazioni minacciate dalla violenza dell’opposizione

    di Fabrizio Verde

    Secondo la narrazione post-veritiera del circuito mainstream il Venezuela sarebbe una polveriera sul punto di esplodere. Con un popolo allo stremo in rivolta in ogni angolo del paese, dove il governo riesce a mantenere il controllo solo grazie al pugno di ferro e al decisivo appoggio dell’esercito.

    La realtà sul terreno è ovviamente ben diversa e confuta decisamente questa fallace descrizione che rispecchia una situazione desiderata e non concreta. In realtà le immagini che invadono il nostro etere, trasmesse in modo martellante e spesso mistificatorio, provengono da pochi e circoscritti punti della capitale Caracas. A cui vanno ad aggiungersi pochi altri luoghi del paese, come mostra con grande efficacia questa infografica.



    Infatti, quando vediamo strade chiuse, edifici pubblici dati alle fiamme, mezzi pubblici dati alle fiamme, assalti alla metropolitana, a scuole od ospedali, dobbiamo sapere che questi atti avvengono in zone ben precise della capitale Caracas. I quartieri ricchi per la precisione. Questi sono i luoghi dove l’opposizione monta i suoi show mediatici con maschere antigas e giubbotti antiproiettile. Dove le telecamere cercano di mostrare l’immagine di un paese in guerra devastato dall’inettitudine del governo socialista.

    Lo stesso scenario, come si evince dalla precedente infografica, che si ripete in pochi e selezionati punti in altri Stati del paese sudamericano. Di contro vi sono migliaia di quartieri, ‘barrios’, colline e settori popolari del paese che vivono la loro quotidianità normalmente.


    Uno di questi luoghi è il ‘barrios’ popolare 23 de Enero - come racconta MIsion Verdad - situato nella zona ovest di Caracas, dove circa 200mila abitanti continuano la propria routine quotidiana. Non vi sono giornate segnate da bombe incendiarie, gas lacrimogeni e guarimbas. I bimbi vanno a scuola con la classica divisa. La metropolitana viaggia senza problemi. I negozianti aprono i propri negozi senza il rischio di assalti o saccheggi.

    Insomma, la vita scorre normale, nessuno ha intenzione di replicare quanto avviene nella zona ricca della città dove le classi alte vorrebbero ricacciare i poveri nella condizione di povertà estrema dove languivano negli anni precedenti la Rivoluzione Bolivariana.

    Lo stesso accade in altri quartieri vicini: La Pastora, Catia, Lidice. Così come San Agustín, Mamera, Petare, El Cementerio e altre centinaia settori popolari. Oltre 6 milioni di persone solo a Caracas. I ricchi non sono riusciti a coinvolgere nella protesta contro il governo le classi popolari.

    A Caracas come nel resto del paese. Anzi, in molte località le persone si sono mobilitate per difendere varie installazioni minacciate dalla violenza dell’opposizione. Scuole, ospedali, palestre, non saranno distrutte dalla furia devastatrice dei militanti dell’opposizione e dalle squadre mercenarie ingaggiate per la destabilizzazione del paese.

    Mentre i ricchi reclamano ‘libertà’, i settori popolari difendono la Rivoluzione e le sue conquiste.

    I media mainstream continueranno a deformare la realtà per ingannare l’opinione pubblica internazionale.

    http://www.lantidiplomatico.it/dettn...ne/5694_20098/
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  9. #29
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    "Basta ipocrisie sul Venezuela. Maduro come Allende: o con lui o con le destre violente".



    Intervista a Giorgio Cremaschi (Eurostop): "Chi oggi dice che non c’è nessun parallelo possibile tra il Cile di Allende e il Venezuela di Maduro o è un mascalzone o un ignorante. Spesso entrambe le cose".

    Nell'importante e partecipato momento di solidarietà al Venezuela bolivariano ieri pomeriggio a Roma a Piazza delle Cinque Lune, significativa è stata l'adesione di Eurostop. Abbiamo chiesto a Giorgio Cremaschi di spiegarci le motivazioni che hanno spinto una piattaforma che unisce diverse e importanti sigle politiche e sindacali a prendere questa decisione. "Il sostegno al Venezuela di Maduro segna una linea di cesura netta tra chi si oppone realmente alle forze globalista dell'ingiustizia sociale e al modello del neo-liberalismo con chi fa solo chiacchiere. Esattamente come fu uno spartiacque il sostegno al Cile di Allende negli anni '70". Partiamo nell'intervista proprio da questo parallelo che non va giù a molta ex sinistra.


    Intervista


    Intervenendo ieri in Aula subito dopo l’informativa di Alfano, il senatore del Partito Democratico Sangalli ha dichiarato anche abbastanza alterato: “Il Venezuela di oggi non è il Cile di Pinochet. Smettetela”. E’ un paragone che non si può fare?

    E’ la falsa coscienza di certa pseudo sinistra che fa parlare il senatore del PD. La situazione del Cile del 1973 è esattamente uguale a quella del Venezuela di oggi. E io, personalmente, la ricordo benissimo perché l’ho vissuta in prima persona come giovane attivista che insieme ad altri 20 mila andarono ad assaltare la sede della Democrazia Cristiana di Bologna gridando contro il golpe.


    E come andò all’epoca? La costruzione del colpo di stato contro Allende in che modo è paragonabile a quello che sta accadendo oggi in Venezuela?

    Sono esattamente le stesse identiche dinamiche. Il Parlamento cileno era controllato da una maggioranza di destra fascista e Democrazia cristiana che aveva un unico obiettivo: far fallire il paese (come oggi in Venezuela). Il golpe fu preceduto da un’immensa campagna di disinformazione mondiale contro il governo di Allende e le destre nazionali e internazionali iniziarono un immenso boicottaggio per i beni di prima necessità e medicinali (esattamente come oggi in Venezuela).


    E Allende nella fase di guerra economica e mediatica precedente al golpe tenne comunque fede alla questione sociale come Maduro oggi…

    Esattamente. Allende conservò tutte le tutele sociali per lavoratori e fasce meno abbienti della popolazione. Tutte. E questo fece ancora di più arrabbiare le classi alte della popolazione cilena che aumentarono l’accerchiamento economico e le manifestazioni. Manifestazioni che, come il caso del Venezuela oggi, partivano tutte dai quartieri ricchi delle città.
    Particolarmente deprecabile e in linea con quello che sta accadendo in Venezuela ci fu il famoso sciopero dei camionisti che affamò il paese vista la geografia del paese. Fu organizzato da Cia e mafia, oggi lo sanno tutti.
    Esattamente come il Venezuela di oggi, infine, i terroristi di destra protagonisti di vari attentati passavano negli Usa e in Europa come “martiri”, “combattenti per la libertà”. Mi ricordo bene una vignetta che circolava all’epoca con uno di questi terroristi cileni con un coltello insanguinato in mano che davanti all’ambasciata degli Stati Uniti gridava: “Sono perseguitato per le mie idee politiche”. Esattamente come il Venezuela di oggi, cos’è cambiato?


    Ma Allende alla fine cadde.
    ..

    Allende cadde l’11 settembre 2013 perché commise un errore grave. Si fidò della Democrazia cristiana cilena per un accordo di normalizzazione del paese e permise la sostituzione del generale Prats con Pinochet alla guida dell’esercito. Mentre Prats, da lealista democratico, aveva salvato il paese dal primo golpe tentato nel giugno del 1973, Pinochet fu il protagonista diretto del secondo tentativo che andò a buon fine. E il potere non lo spartì poi con nessuno. I media, esattamente come oggi in Venezuela, hanno giocato un ruolo importante. Ricordo ancora la Rai come diffusore della menzogna del fatto che “Allende si fosse suicidato con la mitragliatrice di Fidel”. Allende è stato ucciso, ma si portava quella mitragliatrice che Fidel gli regalò in una visita molto sentita e emozionato di due anni prima con queste parole: “Ti servirà. Gli Stati Uniti non permetteranno mai che tu possa portare avanti queste politiche che hai in mente”.


    E la storia del Cile con Pinochet prese subito un indirizzo chiaro, così come non è difficile immaginare le politiche che perseguirebbero le destre venezuelane al potere…

    Il Cile fu il topo da laboratorio delle politiche che viviamo oggi in tutto il mondo. Il paese fu dato in mano ai Chicago Boys che lo trasformarono nella prima cavia del noe-liberalismo. Privatizzazioni di massa, macelleria sociale e tutto quello che oggi conosciamo bene fu possibile perché la sinistra fu letteralmente spazzata via con migliaia e migliaia di morti. Quindi chi oggi dice che non c’è nessun parallelo possibile tra il Cile di Allende e il Venezuela di Maduro o è un mascalzone o un ignorante. Ma spesso sono entrambe le cose insieme.


    Il Venezuela che resiste non è solo. Ieri a Roma c’è stata una partecipata e importante manifestazione corale a difesa del processo bolivariano che resiste. Manifestazione a cui ha aderito anche la piattaforma Eurostop…

    L’adesione di Eurostop al Venezuela chavista è in linea con la nostra lotta alle forze globaliste attuali. Il nostro no ad euro, Unione Europea e Nato è anche un no chiaro ai golpisti venezuelani mossi da Trump e quindi da Bruxelles. Voglio dire di più, il sostegno al Venezuela chavista, come il sostegno al Cile di Allende prima del golpe, segna la linea di cesura netta tra chi contrasta realmente le forze globaliste dell’ingiustizia sociale e chi fa solo chiacchiere. A differenza dell’Europa dove esistono due destre – quella liberale con i vari Macron, Renzi e Merkel e quella xenofoba della Le Pen e di Salvini – in America Latina e a livello globale ne esiste una sola. Il sostegno e la solidarietà al Venezuela non è certo quello che fu al Cile degli anni ’70 quando partiti di massa come il Pci e il Psi si schierarono contro il golpe, ma qualcosa sta emergendo. Ieri a Roma, oggi a Firenze, domani a Milano. E’ un inizio.


    Dal Donbass da dove è tornato recentemente al Venezuela sono tanti i focolai di resistenza che si stanno creando. Come unirli?

    Serve una strategia per un nuovo internazionalismo. Un internazionalismo che chiaramente non punti alla suddivisione in campi, ma che sappia unire tutte le forze popolari e democratiche che nel mondo lottano contro la sopraffazione e le ingiustizie del modello neo-liberale. Noi come Eurostop stiamo lavorando a questo.

    Alessandro Bianchi

    "Basta ipocrisie sul Venezuela. Maduro come Allende: o con lui o con le destre violente". - L'intervista - L'Antidiplomatico
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  10. #30
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Venezuela, ennesima vergogna dell'opposizione: bambini minacciati e costretti a partecipare alle violenze



    La partecipazione di ragazzini alle manifestazioni è stata ostentata attraverso le reti sociali da alcuni dirigenti dell’opposizione


    di Fabrizio Verde

    Bambini costretti a partecipare alle violente manifestazioni organizzate dall’opposizione contro il governo Maduro. Questo è quanto emerge dalla denuncia di una madre che ha rivelato come suo figlio sia stato costretto a partecipare agli atti violenti organizzati dai settori radicali delle destra venezuelana.

    La partecipazione di ragazzini alle manifestazioni è stata ostentata attraverso le reti sociali da alcuni dirigenti dell’opposizione, forse vogliosi di mostrare che finanche i bambini prendono parte alle proteste contro Maduro. Minori incappucciati, armati di pietre, bombe molotov e fionde.


    In questo video, realizzato da Venezolana de Television, la denuncia della madre e la testimonianza di alcuni bambini minacciati per costringerli a prendere parte agli scontri violenti.



    Si tratta dell’ennesimo atto vergognoso e inammissibile compiuto dall’opposizione venezuelana. Ma siamo certi che i media mainstream lo ignoreranno e continueranno a presentarla come una forza democratica che si oppone al ‘regime’ di Maduro.

    L'Antidiplomatico
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

 

 
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