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Discussione: Osservatorio Venezuela

  1. #101
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Citazione Originariamente Scritto da furioso2013 Visualizza Messaggio
    Qello che vorrei capire è: perchè il venezuela ricco di petrolio ha una popolazione così povera ?
    (maduro e i suoi parenti parrebbe di no)
    per come conosco io la storia: è crollato il prezzo del petrolio e l'economia venezuelana era impreparata a questo evento.
    tanto più che chavez nel tentativo di rendersi indipendente dal capitale straniero e fare la redistribuzione di ricchezza,
    ha affossato i ceti più intraprendenti imprenditorialmente (molti italiani tra questi) e tanti stranieri che possedevano know know.

  2. #102
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Citazione Originariamente Scritto da Kavalerists Visualizza Messaggio
    Ma tu hai idea di quanto fosse più povera e di quanto maggiore squilibrio e lontananza ci fosse tra le classi sociali prima di Chavez?
    che fosse povera lo so, che chavez abbia operato per il medio, lo penso, su maduro... ho molta diffidenza, perchè non credo che chi è sceso in piazza siano "fascisti" o "pagati dalla cia".

  3. #103
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Citazione Originariamente Scritto da furioso2013 Visualizza Messaggio
    che fosse povera lo so, che chavez abbia operato per il medio, lo penso, su maduro... ho molta diffidenza, perchè non credo che chi è sceso in piazza siano "fascisti" o "pagati dalla cia".
    Infatti non sono "fascisti" *, sono persone appartenenti a classi di privilegiati, privilegi che il chavismo ha fatto loro perdere e che vorrebbero recuperare, per tornare a spadroneggiare sul resto della popolazione. Io li chiamerei classisti liberali, estremisti sostenitori della più radicale disuguaglainza economica.
    Chi li organizza, li sobilla e li arma, la sedicente opposizione democratica, quella invece sì che è veramente un' emanazione di lobbies e potentati locali e stranieri, organizzata e sostenuta con cospicui fondi e mezzi direttamente dal governo americano.

    * io non uso mai questa parola, che per me ha un significato preciso, specifico, e anche limitato, come significante onnicomprensivo di tutto ciò che ciascuno di noi può considerare come il peggio: trovo sia una semplificazione stupida, ignorante, e degna di chi è a corto di argomenti. Ovviamente non mi riferisco a te, è solo una precisazione.
    Ultima modifica di Kavalerists; 11-08-17 alle 17:53
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
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    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  4. #104
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Non so perchè ma temo che avremo una riedizione siriana in Venezuela.

  5. #105
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    E gli anarco-cazzari , come i trotskos, si dimostrano per l'ennesima volta burattini della CIA.


    LE ANARCHICHE E GLI ANARCHICI DEI CARAIBI E DEL CENTRO AMERICA DI FRONTE ALLA “MADURACION” NEOLIBERALE E MILITARISTA DEL CHAVISMO: DOVE E CON CHI STIAMO

    articoli • in evidenza

    Per noi anarchiche e anarchici che abitiamo terre vicine al Venezuela quello che sta succedendo in quel paese non è distante né indifferente. Le ‘nostre’ economie hanno ricevuto durante quasi due decenni generosi sussidi in combustibile grazie agli accordi di PetroCaribe. E’ per questo che quasi tutti di Stati e buona parte degli attori della società civile della regione dei Caraibi manifestano oggi il loro silenzio complice di fronte all’apoteosi neoliberale (????), autoritaria, repressiva e militarista raggiunta dal governo di Nicolas Maduro Moro.

    Non neghiamo il valore di questi accordi per le nostre società, però non chiudiamo gli occhi di fronte alle immense contraddizioni sulle quali essi si basano. La prospettiva internazionale della rivoluzione bolivariana ha favorito settori sensibili dei nostri paesi, non disconosciamo i benefici dei servizi che ci hanno erogato grazie agli accordi ALBA-TCP, però non siamo solo utenti dell’assistenza governativa, partitari dell’unità delle regioni o antimperialisti; siamo anche antiautoritari, anticapitalisti, anarchici, proletari e gente del popolo (????). Così non vogliamo essere complici di un silenzio pagato con il petrolio.

    Le nostre affinità e simpatie sono per il popolo anonimo venezuelano che non ha aspettato le “condizioni oggettive favorevoli”, né ha preso per seria la cosìdetta “fine della storia”, e che fu protagonista nel 1989 del Caracazo, la prima grande rivolta popolare nel mondo contro le politiche neoliberali che poi si affermarono dappertutto.

    Quando agli inizi degli anni ’90 il Movimento V Repubblica si presentò sul mercato delle offerte della rappresentanza politica, i suoi portavoce non risparmiarono elogi al popolo ribelle e autorganizzato. Però oggi quando il chavismo è arrivato alla sua completa maturazione neoliberale, militarista, repressiva, quello stesso popolo è squalificato con epiteti di terrorista, criminale, estremista di destra; accuse che pretendono nascondere la mutazione genetica che hanno sofferto tutti i professionisti della politica rivoluzionaria al potere.

    Siamo con i protagonisti delle mobilitazioni nei quartieri popolari come El Valle, Coche, 23 de Enero, Baruta e 5 de Julio en Petare, Caracas; con la sollevazione generalizzata che si è manifestata nella zona sud della Valencia popolare e operaia. I nostri cuori stanno nelle occupazioni e nelle riappropriazioni nei supermercati, nei violenti scontri con la polizia a La Isabelica, San Blas, Los Cedros, los Guayos, Tocuyito, Estado Crabobo, i quali poi si sono riprodotti negli Stati di Tàchira, Mèrida, Maracaibo, Barquisimeto, Falcòn testimoniati dai compagni venezuelani affini alle nostre prospettive di lotta.

    Siamo contro la Polizia Nazionale Bolivariana, la Guardia Nazionale Bolivariana, e il Servizio Bolivariano di Intelligenza Militare, che nell’incorporare l’aggettivo ‘bolivariano’ non hanno dimenticato di essere supporto essenziale di uno Stato autoritario ed assassino. Siamo contro i ‘collettivi’ paramilitari, mostri creati con il Piano Zamora, alimentati dal degrado dell’autentico movimento organizzato popolare degli anni ’90, per mano della burocrazia e del militarismo chavista. Siamo contro la violenza a fini mediatici degli oppositori politici che cercano solo di esasperare la polarizzazione nel marasma politico per forzare un semplice cambio di oppressione come supposta soluzione della crisi in corso.

    Siamo con le migliaia di detenuti privi di assistenza legale che sono inviati come terroristi ai tribunali militari e nelle carceri sovraffollate. La Costituzione Bolivariana del 1999 stabilisce che la giustizia militare interviene solo nei casi di delitti di natura militare, ma come si può vedere è lettera morta, come tutte le regole quando si tratta di sostenere gli interessi delle classi dominanti.

    Siamo con i familiari delle decine di morti in maggioranza giovani e con i più di 1000 feriti. Siamo con la gioventù studentesca e popolare di quartiere che si sono autodifesi nei viali e nelle strade. Siamo con quei giovani che a Maracay innalzavano uno striscione con su scritto “Né MUD, Né PSUV, Siamo quelli di sotto contro quelli di sopra” perché un cambio di governo non risolverà la situazione.

    LA FOGLIA DI FICO DELL’ANTIMPERIALISMO DA SALOTTO

    L’antimperialismo che oggi ostenta la macchina mediatica chavista è una grossolana foglia di fico che pretende occultare fatti molto concreti: grandi avvoltoi del settore energetico e minerario (Chevron, Schlumberger, Halliburton e Barrick Gold) hanno già succose concessioni per 40 anni in Venezuela, ciò che permetterà loro di avere un buon protagonismo nel disegno della nuova Costituente. Il presidente Nicolas Maduro ha invitato i suoi mezzi di comunicazione a non criticare il neo eletto Donald Trump, qualificato ‘amico’ e ‘compagno’. Attraverso l’impresa statale CITGO, Maduro ha regalato mezzo milione di dollari per costruire ponti di dialogo con la nuova amministrazione yankee. Il governo venezuelano si è impegnato a pagare prioritariamente l’immenso debito estero del paese al capitale finanziario internazionale e si mantiene fedele socio del Consiglio Nazionale dell’Economia Produttiva, la cui massima espressione è l’intima relazione con l’oligopolio mediatico Organizacion CISNEROS, sostegno garantito della maggioranza dei mezzi di comunicazione privati. E’ un governo che ogni giorno che passa si presenta meglio che può in base agli interessi di Wall Street, però non vuole che si smetta di definirlo ‘bolivariano’, ‘di sinistra’ e ‘antimperialista’.

    Si tratta un’altra volta dei frustanti limiti delle rivoluzioni di ‘liberazione nazionale’, ‘socialiste’, ‘partecipative’, ‘antimperialiste’, ecc. basate sul saliscendi dei prezzi delle materie prime. E’ un’altra volta la crisi del ‘Venezuela Saudita’, oggi con maschera bolivariana, dalla quale emerge nuovamente una cupa scia di fame, disintegrazione comunitaria, incapacità di generare mezzi di vita autonomi, caos esistenziale di milioni di persone, violenza tra gli sfruttati e gli oppressi. E’ tutto questo è promosso dalla combinazione di feticismo nazionalista petrolifero – Venezuela potencia –clientelismo politico, ‘caudillismo’ messianico, culto machista dell’uomo forte capace di produrre magie dall’alto della piramide del potere, ciò che ha sempre inibito la solidarietà popolare, la convivenza, la cooperazione fraterna e l’armonia tra ‘quelli di sotto’.

    PACE TRA ‘QUELLI DI SOTTO’, GUERRA SOCIALE A ‘QUELLI DI SOPRA’

    Nessuna Assemblea Costituente sarà la soluzione per i tanto gravi problemi sociali, culturali e psicologici dei quali soffre il nostro popolo. Tra il fumo tossico, il fuoco spaventoso delle armi, le azioni di distruzione e di ardimento popolare violento, le autodifese di quartiere per affrontare i corpi repressivi, le migliaia di feriti, la morte e il dolore per la perdita dei propri cari, emerge qualcosa di più utile che una nuova Costituzione dello Stato venezuelano. Qualcosa che gli ideologi della nonviolenza e gli assertori del pacifismo non desiderano vedere: la possibilità pratica di una comprensione esistenziale e intellettuale su quelli che sono nostri antagonisti e quelli che sono nostri alleati per una vita senza oppressione, che permetta la pace tra ‘quelli che sono sotto’ e che sostenga la guerra sociale contro ‘quelli di sopra’ e i loro complici.

    Chiunque sia al potere in Venezuela nel futuro immediato, sia chavista o antichavista, non avrà altra opzione che riprendere le direttive del ‘Pacchetto economico’ del governo di Carlos Andrés Pérez del 1989 e indicato dal Fondo Monetario Internazionale come la formula provata per risparmiare sui costi e mantenere in vita l’essenziale dello Stato: la sua intima natura di corruzione piramidale, autoritarismo, militarismo e repressione nei confronti di ‘quelli di basso’. Dopo il Venezuela, i governi della nostra regione seguiranno, con ritmi e dinamiche leggermente differenti, lo stesso cammino. Solidarizzare ora con il governo di turno venezuelano sarebbe la cronaca annunciata di un tradimento dei nostri compagni e compagne e di noi stessi.

    Né PSUV, né MUD: per l’organizzazione di quartiere, operaia e popolare.

    La lotta continua!

    FEDERAZIONE ANARCHICA DEL CENTRO AMERICA E DEI CARAIBI

    LE ANARCHICHE E GLI ANARCHICI DEI CARAIBI E DEL CENTRO AMERICA DI FRONTE ALLA ?MADURACION? NEOLIBERALE E MILITARISTA DEL CHAVISMO: DOVE E CON CHI STIAMO | Umanità Nova
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  6. #106
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Citazione Originariamente Scritto da RibelleInEsilio Visualizza Messaggio
    Non so perchè ma temo che avremo una riedizione siriana in Venezuela.
    Non sei l'unico, purtroppo.
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  7. #107
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Intervista al Prof. Escarra, grande costituzionalista venezuelano: "Ho avuto differenze con il chavismo in passato. Difendo la Costituente, Maduro è un grande democratico"




    Sulle destre Escarra dichiara: "Nonostante la violenza di questi settori che oggi si sono impadroniti di tutta l'opposizione, dobbiamo fare uno sforzo di dialogo, che il presidente sta perseguendo in ogni modo."

    di Geraldina Colotti*,


    Caracas


    Il professore Hermann Escarra è uno dei più grandi costituzionalisti del Venezuela, uno degli ultimi venezuelani ad essere sanzionati dagli Usa. Nella hall dell'hotel Melia, a Caracas, ci porge una copia del suo ultimo libro, Ganar la Paz en la constituyente, appena pubblicato da Editorial Biblioteca Juridica. Escarra è stato coredattore della costituzione bolivariana del 1999 e ora è nella Commissione presidenziale che ha promosso l'attuale processo costituente in Venezuela.

    Che cos'è l'Anc, una grande sfida per la pace o un percorso autoritario come sostiene l'opposizione?

    Per convocare la Costituente, con il decreto del 1 maggio, il presidente Maduro ha posto il suo incarico nelle mani dell'Anc e ha evocato 9 assi principali. Il primo s'intitola “conquistare la pace” per tentare di aprire tutti i varchi possibili affinché, nonostante le differenze e anzi a partire da queste, possiamo incontrarci: nella costituzione, nella democrazia, nella libertà e nei diritti umani, nella difesa e nella collaborazione, per rispondere alle aspettative e alle aspirazioni del nostro popolo.
    Il secondo asse riguarda l'economia post-petrolifera, ovvero il tentativo di organizzare una economia produttiva alternativa che permetta di non subire una situazione come quella che abbiamo dovuto vivere, impedendole di determinare il corso e il destino del paese. Il petrolio è la risorsa fondamentale dell'economia venezuelana, ma abbiamo anche minerali strategici come il gas, e poi minerali preziosi come oro, diamanti. Abbiamo molta terra, non ha senso concentrarci sul petrolio, si devono aprire strade alternative.
    Il terzo asse ha a che vedere con il rafforzamento e l'ampliamento del sistema di giustizia. Sono apparsi delitti che non esistevano in Venezuela, noi guardavamo al fenomeno del terrorismo come a qualcosa di molto lontano, ma ora abbiamo dovuto subire azioni terroriste, l'odio, l'assassinio di persone dovuto alla loro fisionomia, alla condizione personale o alla posizione ideologica. In base all'articolo 7 dello Statuto di Roma del Tribunale Penale Internazionale, si tratta di delitti di lesa umanità. A questo dobbiamo aggiungere altri temi a cui non avevamo pensato nel '99. Mai avremmo pensato che l'Organizzazione degli Stati Americani, un organismo multilaterale, avrebbe violato il suo proprio statuto per effetto di una persecuzione e di una ostilità al Venezuela o a qualche altro paese come il Venezuela, anche se in questo caso è toccato a noi. Dobbiamo fare una revisione degli atti di ingerenza straniera, in particolare della visione imperiale che in alcuni settori predomina soprattutto in America Latina, di conseguenza rivedere in questa chiave quasi tutte le norme della costituzione del '99. Nel decreto di attivazione dell'Anc compare anche il tema del “conquistare il futuro” che implica un capitolo specifico dedicato ai diritti della gioventù, e infine un capitolo che si intitola “conquistare la vita”.
    Un punto che ha suscitato alcuni sorrisetti di sufficienza, e che invece implica il farsi carico della vita del pianeta. Se continuiamo a permettere o a determinare la contaminazione ambientale, se non proteggiamo i beni comuni, se non proviamo un sentimento di solidarietà molto più sociale, più umanista non così capitalista, sicuramente andiamo verso la distruzione. Sto parlando di quelli che oggi si chiamano i diritti transgenerazionali. Questo è lo spirito dell'Anc che per raggiungere la pace, per impostare un dialogo alto, sta facendo appello al potere originario, deputato a prendere le misure più adeguate e nel minor tempo possibile per risolvere la crisi in cui si dibatte il paese.

    L'opposizione gioca su più tavoli, ma il principale resta quello della violenza, come si risolve?

    Purtroppo, è così. L'ultimo esempio eclatante è stato l'attacco alla base militare di Paramacay. Non un golpe o un'insurrezione, ma un atto di terrorismo che ha coinvolto tre militari, uno dei quali espulso dalla Forza Armata Nazionale Bolivariana tre anni fa per ragioni disciplinari, più altri civili con uniformi militari. E continuano gli appelli ai blocchi stradali che impediscono alle persone di muoversi, di recarsi al lavoro, di avere una vita normale. Non solo vengono bloccate strade e autostrade, ma anche la circolazione del quartiere. Si minacciano i cittadini, li si aggredisce, in alcuni casi li si brucia vivi. In tre mesi di violenze, su oltre 120 vittime 29 sono state bruciate vive, e nove sono morte. Un fatto gravissimo a cui in Venezuela non eravamo abituati. Siamo sempre stati aperti, pacifici. Basta vedere che da noi coesistono tutte le religioni, ognuna col proprio credo, i propri riti e il proprio apostolato, e non ci sono conflitti di alcun tipo. Ora inoculare l'odio ha portato a un'enorme divisione. Il processo costituente ha come obiettivo di arrivare alla pace con il dialogo non con la violenza. Nonostante la violenza di questi settori che oggi si sono impadroniti di tutta l'opposizione, dobbiamo fare uno sforzo di dialogo, che il presidente sta perseguendo in ogni modo. Che la stragrande maggioranza dei partiti di opposizione abbia deciso di presentarsi alle elezioni è un fatto positivo.

    Leopoldo Lopez, leader di Voluntad Popular era agli arresti domiciliari, poi è stato riportato in carcere, poi di nuovo riportato a casa. Qual è la sua parte in commedia?

    A Lopez era stato concesso un beneficio contemplato nella legge. Una decisione politica, ma prevista dalla legge. E' stato condannato in primo grado nel corso di un processo con piene garanzie: per la responsabilità dimostrata nei fatti di violenza che, nel 2014, hanno provocato 43 morti. Lopez ha ricorso in appello e poi c'è la sentenza di Cassazione. Fino a che la sentenza non diventa definitiva, Lopez è soggetto a un'inabilitazione relativa dalle cariche pubbliche, che potrebbe diventare assoluta se la sentenza venisse confermata nei tre gradi di giudizio. Una volta ottenuto il beneficio, Lopez si è messo a fare proclami al golpe contravvenendo agli obblighi ed è stato riportato in carcere. Lì è tornato a chiedere di partecipare alla Commissione per la verità dell'Anc e per questo è stato riportato a casa. Andrà a deporre in Commissione. Io sono d'accordo che vada a parlare davanti alle vittime del suo operato, e magari riconosca la propria responsabilità morale. Nessuno è perfetto, tutti commettiamo errori. Io sono cattolico, considero una gran cosa il risarcimento. Non basta dire che si è pentiti, si deve risarcire moralmente la vittima, restituirle la dignità, riconoscere tutto il dolore che ha sofferto. Se fossi stato al posto di Lopez lo avrei fatto senza contropartita, avrei assunto con umiltà la sanzione morale e giuridica. E' bene che vada a deporre all'Anc e che lo faccia in un atto pubblico, non nel senso spettacolare, ma nel senso di non occulto, di un atto il più trasparente possibile. E che esponga ciò che vuole. Sempre si deve ascoltare.

    E la Procuratrice Generale Luisa Ortega, perché è stata rimossa?

    L'Anc l'ha rimossa dall'incarico in base all'articolo 279 della costituzione vigente che si attiva dopo una sentenza del Tribunal Supremo de Justicia. Attraverso il suo presidente, Maikel Moreno, il Tsj ha comunicato alla presidente dell'Anc, Delcy Rodriguez che esisteva materia per aprire un giudizio di merito sull'operato della Fiscal General Luisa Ortega. Per questo si sono disposte misure cautelari come il blocco dei beni e il divieto di uscire dal paese. La plenaria del Tsj ha ritenuto si debba processare Ortega per delitti di corruzione ma soprattutto per un atteggiamento di assoluta parzialità rispetto ai gravi crimini di odio che si sono verificati e che non sono stati sanzionati: un&#
    39;attitudine che ha favorito le violenze. Alla ex Fiscal General verrà garantito il debito processo e tutti i diritti civili e politici previsti dalla Costituzione. Al suo posto è stato nominato il Defensor del Pueblo, Tareck al Saab. Al contempo, l'Anc ha nominato Luis Amoroso a capo di una commissione che dovrà riorganizzare il Ministerio Publico, un'istituzione molto importante per la garanzia dei diritti umani che stava andando in malora.

    Secondo la Fiscal General, che è stata una chavista della prima ora, c'è un complotto autoritario per nascondere la corruzione legata all'impresa brasiliana Odebrecht.

    L'atteggiamento di Ortega mi risulta difficile da capire. Non so perché stia facendo tutto questo. Evito di fare congetture, mi limito al piano strettamente giuridico a cui accennavo prima. Quanto alla corruzione, uno dei primi punti che deve affrontare l'Anc, penso che non si dovrà guardare in faccia a nessuno: chiunque sia corrotto dev'essere perseguito dalla legge. Quel che si deve evitare, però, è il ricorso al , qualunque origine ideologico, posizione, intellettuale chiunque sia corrotto deve essere sottoposto alla legge prevista e se si prova sanzionato secondo la legge, quel che non si deve è accudire al principio res facti non iuris, alla situazione di fatto e non di diritto. Non lo si deve fare in alcun modo. Questo è un processo costituente nel segno dei valori e dello stato di diritto. Anche il potere fondativo e primigenio, il potere popolare, deve inchinarsi alla garanzia dei diritti umani fondamentali, alla tradizione repubblicana, alla progressività dei diritti umani fondamentali e al rispetto dei trattati internazionali, al valore del diritto internazionale. Non si possono saltare garanzie, procedimenti o valori propri della comunità internazionale, il nostro è uno stato democratico e come tale deve continuare a porsi.

    In passato, lei ha avuto differenze col chavismo e se ne è allontanato. Perché ora difende l'Anc?

    Ho avuto differenze con il presidente Chavez in merito all'elezione perpetua. Sono stato sincero e le ho esposte. Difendo la Anc perché rispecchia l'aspetto più genuino della nostra democrazia partecipativa e protagonista. Basta guardarne la composizione: vi sono pescatori, dirigenti operai, persone con disabilità. Non è un'assemblea delle élite. Rispecchia il volto meticcio del nostro popolo: marrone come la terra, diceva lo scrittore Romulo Gallegos. Siamo così: una mescolanza, se non nel fisico, nell'anima. Siamo melanconici poi appassionati, capaci di molte illusioni, o di ridere nei momenti tragici. Non era neanche terminato l'attacco alla base militare di Valencia che già sorgevano le prime battute umoristiche di un personaggio che balla. Siamo così, molto latini, un po' come voi italiani con cui io mi identifico molto perché ho studiato la Repubblica romana che ha ispirato il Discorso di Angostura del nostro Libertador Simon Bolivar. Seguo molto le riflessioni garantiste del giurista Luigi Ferrajoli, i suoi tributi al diritto costituzionale. Sono andato molte volte in Italia. Se potessi scegliere un posto dove morire, sceglierei un angolo appartato della Toscana. Credo che lì si posò Dio all'origine e lasciò una bellezza unica.

    Lei si considera più socialista o più democratico?

    Fondamentalmente sono un democratico, ma credo nel socialismo umanista. Non credo in quello totalitario, né tantomeno nel nazionalsocialismo, ma nell'umanesimo socialista, nell'idea della solidarietà, del condividere il patrimonio che Dio ha dato all'umanità. Non credo che siamo totalmente padroni dell'ambiente, per questo sostengo il diritto transgenerazionale, penso si debbano rispettare i diritti umani e soprattutto quelli di chi ha meno, dei più poveri a cui dovrebbe prioritariamente essere rivolta l'azione dello Stato. Un modello che esiste in prospettiva, e che è accennato in alcuni progetti di economia sociale, comunitaria. In questa tappa del nostro processo si deve essere molto creativi, si deve dare specificità alla nostra realtà storica, sociale, culturale.

    Alcune correnti del cosiddetto “chavismo critico” come Marea Socialista dicono che Maduro ha consegnato alle multinazionali l'Arco Minero con le Zone economiche speciali. E' così?

    Maduro è un grande democratico, basta vedere quanto insiste sul tema della pace. E' un uomo specchiato, che ha fatto un grande sforzo per impostare un modello produttivo in Venezuela, armonizzando gli interessi nazionali con gli investimenti diversificati a livello internazionale. Per un lungo periodo, tutti gli investimenti strategici provenivano dagli Usa. Poi arriva Chavez che ha una visione geopolitica molto chiara e crea un anello di sicurezza aprendo all'Asia, stabilendo relazioni con Cina e Russia. Maduro continua questa politica. Per questo, ogni volta che gli Usa si spingono troppo in là nella politica di ingerenza, i ministri degli Esteri cinesi e russi, e a volte lo stesso Putin, intervengono per chiedere rispetto per la nostra autodeterminazione. Una politica che ci ha consentito di non essere subordinati a un solo paese, ma di aprirci al mondo multipolare. Un tentativo, anche, di superare nel minor tempo possibile il problema della scala mobile sfavorevole del prezzo petrolifero: di aprirci agli investimenti con alleati e amici, che possono aiutarci non solo nello sviluppo ma anche nel rispetto della nostra autodeterminazione. Il presidente preserva più di tutti i diritti dei lavoratori. E' stato un lavoratore, un dirigente sindacale, un autista del metro. Ma, soprattutto, ha fatto per sei anni e mezzo il ministro degli Esteri di Chavez. Una grande scuola che gli ha consentito di tenere il timone del paese in momenti difficilissimi e di preservarlo dal caos istituzionale.

    Gli Usa stanno emettendo sanzioni a tambur battente...

    Lo hanno fatto molte volte. Sono rimasto stupito da una recente dichiarazione dell'amministrazione Trump, quantomeno ambivalente: hanno definito Maduro un dittatore legittimato dalle elezioni, un non-senso. Al contempo hanno detto di non riconoscere il governo parallelo annunciato dalle opposizioni. Mi sembra si possa intravvedere un dialogo che non dobbiamo lasciar cadere. Un dialogo basato sul mutuo rispetto. Io ho studiato molto l'avanzata costituzione statunitense, amo quel popolo straordinario. Dobbiamo fare in modo che si rispetti la Carta di Bogotà, costitutiva dell'Organizzazione degli Stati Americani, che all'articolo 3 dice: autodeterminazione, non interventismo, non ingerenza, principio di uguaglianza e reciprocità tra gli Stati. Una ripetizione della Carta di New York delle Nazioni Unite, su cui si deve centrare un dialogo rispettoso della reciproca sovranità.


    Il Venezuela è stato sospeso dal Mercosur anche con l'appoggio dell'Uruguay.

    Abbiamo subito l'attacco della Triplice Allenza che sostiene gli interessi degli Usa e dell'Europa. Al posto dell'Uruguay mi sarei astenuto dall'appoggiare un governo de facto come quello del Brasile, avrei preferito non intervenire. Tanto più che Trump deve affrontare una situazione interna tutt'altro che stabile, una vulnerabilità patente e dagli esiti incerti.


    *Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autrice

    http://www.lantidiplomatico.it/dettn...co/5496_21172/
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  8. #108
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    E gli anarco-cazzari , come i trotskos, si dimostrano per l'ennesima volta burattini della CIA.


    LE ANARCHICHE E GLI ANARCHICI DEI CARAIBI E DEL CENTRO AMERICA DI FRONTE ALLA “MADURACION” NEOLIBERALE E MILITARISTA DEL CHAVISMO: DOVE E CON CHI STIAMO

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    Per noi anarchiche e anarchici che abitiamo terre vicine al Venezuela quello che sta succedendo in quel paese non è distante né indifferente. Le ‘nostre’ economie hanno ricevuto durante quasi due decenni generosi sussidi in combustibile grazie agli accordi di PetroCaribe. E’ per questo che quasi tutti di Stati e buona parte degli attori della società civile della regione dei Caraibi manifestano oggi il loro silenzio complice di fronte all’apoteosi neoliberale (????), autoritaria, repressiva e militarista raggiunta dal governo di Nicolas Maduro Moro.

    Non neghiamo il valore di questi accordi per le nostre società, però non chiudiamo gli occhi di fronte alle immense contraddizioni sulle quali essi si basano. La prospettiva internazionale della rivoluzione bolivariana ha favorito settori sensibili dei nostri paesi, non disconosciamo i benefici dei servizi che ci hanno erogato grazie agli accordi ALBA-TCP, però non siamo solo utenti dell’assistenza governativa, partitari dell’unità delle regioni o antimperialisti; siamo anche antiautoritari, anticapitalisti, anarchici, proletari e gente del popolo (????). Così non vogliamo essere complici di un silenzio pagato con il petrolio.

    Le nostre affinità e simpatie sono per il popolo anonimo venezuelano che non ha aspettato le “condizioni oggettive favorevoli”, né ha preso per seria la cosìdetta “fine della storia”, e che fu protagonista nel 1989 del Caracazo, la prima grande rivolta popolare nel mondo contro le politiche neoliberali che poi si affermarono dappertutto.

    Quando agli inizi degli anni ’90 il Movimento V Repubblica si presentò sul mercato delle offerte della rappresentanza politica, i suoi portavoce non risparmiarono elogi al popolo ribelle e autorganizzato. Però oggi quando il chavismo è arrivato alla sua completa maturazione neoliberale, militarista, repressiva, quello stesso popolo è squalificato con epiteti di terrorista, criminale, estremista di destra; accuse che pretendono nascondere la mutazione genetica che hanno sofferto tutti i professionisti della politica rivoluzionaria al potere.

    Siamo con i protagonisti delle mobilitazioni nei quartieri popolari come El Valle, Coche, 23 de Enero, Baruta e 5 de Julio en Petare, Caracas; con la sollevazione generalizzata che si è manifestata nella zona sud della Valencia popolare e operaia. I nostri cuori stanno nelle occupazioni e nelle riappropriazioni nei supermercati, nei violenti scontri con la polizia a La Isabelica, San Blas, Los Cedros, los Guayos, Tocuyito, Estado Crabobo, i quali poi si sono riprodotti negli Stati di Tàchira, Mèrida, Maracaibo, Barquisimeto, Falcòn testimoniati dai compagni venezuelani affini alle nostre prospettive di lotta.

    Siamo contro la Polizia Nazionale Bolivariana, la Guardia Nazionale Bolivariana, e il Servizio Bolivariano di Intelligenza Militare, che nell’incorporare l’aggettivo ‘bolivariano’ non hanno dimenticato di essere supporto essenziale di uno Stato autoritario ed assassino. Siamo contro i ‘collettivi’ paramilitari, mostri creati con il Piano Zamora, alimentati dal degrado dell’autentico movimento organizzato popolare degli anni ’90, per mano della burocrazia e del militarismo chavista. Siamo contro la violenza a fini mediatici degli oppositori politici che cercano solo di esasperare la polarizzazione nel marasma politico per forzare un semplice cambio di oppressione come supposta soluzione della crisi in corso.

    Siamo con le migliaia di detenuti privi di assistenza legale che sono inviati come terroristi ai tribunali militari e nelle carceri sovraffollate. La Costituzione Bolivariana del 1999 stabilisce che la giustizia militare interviene solo nei casi di delitti di natura militare, ma come si può vedere è lettera morta, come tutte le regole quando si tratta di sostenere gli interessi delle classi dominanti.

    Siamo con i familiari delle decine di morti in maggioranza giovani e con i più di 1000 feriti. Siamo con la gioventù studentesca e popolare di quartiere che si sono autodifesi nei viali e nelle strade. Siamo con quei giovani che a Maracay innalzavano uno striscione con su scritto “Né MUD, Né PSUV, Siamo quelli di sotto contro quelli di sopra” perché un cambio di governo non risolverà la situazione.

    LA FOGLIA DI FICO DELL’ANTIMPERIALISMO DA SALOTTO

    L’antimperialismo che oggi ostenta la macchina mediatica chavista è una grossolana foglia di fico che pretende occultare fatti molto concreti: grandi avvoltoi del settore energetico e minerario (Chevron, Schlumberger, Halliburton e Barrick Gold) hanno già succose concessioni per 40 anni in Venezuela, ciò che permetterà loro di avere un buon protagonismo nel disegno della nuova Costituente. Il presidente Nicolas Maduro ha invitato i suoi mezzi di comunicazione a non criticare il neo eletto Donald Trump, qualificato ‘amico’ e ‘compagno’. Attraverso l’impresa statale CITGO, Maduro ha regalato mezzo milione di dollari per costruire ponti di dialogo con la nuova amministrazione yankee. Il governo venezuelano si è impegnato a pagare prioritariamente l’immenso debito estero del paese al capitale finanziario internazionale e si mantiene fedele socio del Consiglio Nazionale dell’Economia Produttiva, la cui massima espressione è l’intima relazione con l’oligopolio mediatico Organizacion CISNEROS, sostegno garantito della maggioranza dei mezzi di comunicazione privati. E’ un governo che ogni giorno che passa si presenta meglio che può in base agli interessi di Wall Street, però non vuole che si smetta di definirlo ‘bolivariano’, ‘di sinistra’ e ‘antimperialista’.

    Si tratta un’altra volta dei frustanti limiti delle rivoluzioni di ‘liberazione nazionale’, ‘socialiste’, ‘partecipative’, ‘antimperialiste’, ecc. basate sul saliscendi dei prezzi delle materie prime. E’ un’altra volta la crisi del ‘Venezuela Saudita’, oggi con maschera bolivariana, dalla quale emerge nuovamente una cupa scia di fame, disintegrazione comunitaria, incapacità di generare mezzi di vita autonomi, caos esistenziale di milioni di persone, violenza tra gli sfruttati e gli oppressi. E’ tutto questo è promosso dalla combinazione di feticismo nazionalista petrolifero – Venezuela potencia –clientelismo politico, ‘caudillismo’ messianico, culto machista dell’uomo forte capace di produrre magie dall’alto della piramide del potere, ciò che ha sempre inibito la solidarietà popolare, la convivenza, la cooperazione fraterna e l’armonia tra ‘quelli di sotto’.

    PACE TRA ‘QUELLI DI SOTTO’, GUERRA SOCIALE A ‘QUELLI DI SOPRA’

    Nessuna Assemblea Costituente sarà la soluzione per i tanto gravi problemi sociali, culturali e psicologici dei quali soffre il nostro popolo. Tra il fumo tossico, il fuoco spaventoso delle armi, le azioni di distruzione e di ardimento popolare violento, le autodifese di quartiere per affrontare i corpi repressivi, le migliaia di feriti, la morte e il dolore per la perdita dei propri cari, emerge qualcosa di più utile che una nuova Costituzione dello Stato venezuelano. Qualcosa che gli ideologi della nonviolenza e gli assertori del pacifismo non desiderano vedere: la possibilità pratica di una comprensione esistenziale e intellettuale su quelli che sono nostri antagonisti e quelli che sono nostri alleati per una vita senza oppressione, che permetta la pace tra ‘quelli che sono sotto’ e che sostenga la guerra sociale contro ‘quelli di sopra’ e i loro complici.

    Chiunque sia al potere in Venezuela nel futuro immediato, sia chavista o antichavista, non avrà altra opzione che riprendere le direttive del ‘Pacchetto economico’ del governo di Carlos Andrés Pérez del 1989 e indicato dal Fondo Monetario Internazionale come la formula provata per risparmiare sui costi e mantenere in vita l’essenziale dello Stato: la sua intima natura di corruzione piramidale, autoritarismo, militarismo e repressione nei confronti di ‘quelli di basso’. Dopo il Venezuela, i governi della nostra regione seguiranno, con ritmi e dinamiche leggermente differenti, lo stesso cammino. Solidarizzare ora con il governo di turno venezuelano sarebbe la cronaca annunciata di un tradimento dei nostri compagni e compagne e di noi stessi.

    Né PSUV, né MUD: per l’organizzazione di quartiere, operaia e popolare.

    La lotta continua!

    FEDERAZIONE ANARCHICA DEL CENTRO AMERICA E DEI CARAIBI

    LE ANARCHICHE E GLI ANARCHICI DEI CARAIBI E DEL CENTRO AMERICA DI FRONTE ALLA ?MADURACION? NEOLIBERALE E MILITARISTA DEL CHAVISMO: DOVE E CON CHI STIAMO | Umanità Nova
    Questi sono stati, sono, e resteranno sempre delle merde, i primi da abbattere.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  9. #109
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Citazione Originariamente Scritto da Kavalerists Visualizza Messaggio
    Questi sono stati, sono, e resteranno sempre delle merde, i primi da abbattere.
    va beh dai, in fondo non siete cugginnni ?

  10. #110
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Citazione Originariamente Scritto da furioso2013 Visualizza Messaggio
    va beh dai, in fondo non siete cugginnni ?
    NO!!!
    Troskoanarcosi et similia sono molto più "cugginnni" di liberali, libertarians, e dirittoumanoidi vari.
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