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  1. #1
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Turchia, Erdogan uomo solo al comando

    Turchia, Erdogan uomo solo al comando. Sultano di un paese spaccato a metà





    Recep Tayyip Erdogan resta un uomo solo al comando di un paese strategicamente e geopoliticamente molto importante per Europa e Medio Oriente. Dopo il golpe del luglio scorso, le elezioni si sono svolte in uno stato d’emergenza: diverse le denunce di brogli, con i repubblicani che hanno già annunciato forti contestazioni. Il prossimo passo di Erdogan potrebbe essere ora l’indizione di un nuovo referendum sulla reintroduzione della pena di morte. All’indomani della scelta della paese della mezzaluna, il mito del “ponte” tra Est e Ovest sembra scricchiolare sempre più
    di Alessia Chiriatti | 17 aprile 2017

    La Turchia ha scelto. Ha virato verso la repubblica presidenziale. Ha imboccato la via, probabilmente senza ritorno, verso la trasformazione in un’autocrazia di stampo mediorientale. E’ questa la prima fotografia del paese all’indomani del referendum costituzionale turco del 16 aprile, che ha visto l’Evet, il ‘sì’, vincere di misura con il 51.22% sull’Hayir, il no (al 48.64%), consegnando un paese del tutto spaccato, una volta espressione di un combinazione tra il conservatorismo religioso, il nazionalismo e la crescita economica delle trainanti Tigri Anatoliche.

    Il presidente Recep Tayyip Erdogan, leader dell’AKP, nel suo primo discorso al termine dello spoglio, ha parlato di cambiamento storico, della “democrazia matura” in Turchia. “Oggi è il giorno della vittoria”, ha detto, richiamando a gioire per il risultato anche chi ha scelto il fronte del ‘no’. “I risultati del referendum hanno portato a qualcosa che spero sia benefico per il nostro paese, a dimostrazione di una maturità eccezionale e che ha votato a favore del cambiamento costituzionale”, ha aggiunto Erdogan. Non è mancato un accenno, nelle sue parole, al golpe di luglio: da quando cioè nel paese vige lo stato d’emergenza, che ha scandito anche le operazioni di voto di ieri. “Il nostro è un sistema democratico. Oggi la Turchia ha compiuto una scelta storica”.

    La percentuale raggiunta dai sostenitori del ‘no’ ha assottigliato di molto il peso specifico della vittoria dell’Evet, in particolare a fronte dell’alta affluenza al voto (circa l’86% degli aventi diritto). A guardare la mappa fornita dall’agenzia di stampa filogovernativa, l’Anadolu Haber Ajans, che dopo la chiusura dei seggi alle 16 (ora italiana) ha cominciato a colorarsi regione per regione evidenziando la scelta referendaria, il ‘no’ si impone nelle città più grandi, come Istanbul e Ankara, roccaforti dell’AKP, e Smirne. Sorprende meno il no della zona del sud-est curdo e del più laico Mar Egeo. La protesta montata nelle settimane scorse da parte del fronte del no si è alla fine rispecchiata anche nelle percentuali di voto del Mar Nero e dell’Anatolia centrale, di ispirazione più conservatrice. Il voto all’estero sembra poi essere una delle notizie più interessanti: nel resto del mondo, i seggi consegnano una vittoria del sì ancora più forte che nella patria della mezzaluna, con punte in Olanda, Germania e Austria del 76,70% per il sì, contro il 23,30% per il no.

    E se la Turchia ha cambiato il suo volto in un giorno, dopo un processo riformista durato anni, in questa giornata campale non è mancata la prova per la sicurezza del paese. Il presidente Erdogan è arrivato al seggio nel quartiere di Uskudar a Istanbul, scortato da militari armati e con i cecchini schierati sui palazzi intorno. Non sono mancati gli incidenti ai seggi: 3 i morti nella zona di Diyarbakir, dove uno scontro acceso, degenerato in sparatoria, si è registrato tra membri del partito filo curdo, l’HDP, e alcuni dell’AKP. Un altro momento di tensione si è avuto quando Ali Bayramoglu, ex sostenitore del partito del Sultano e giornalista del quotidiano Yeni Safak, è stato fortemente contestato da alcuni simpatizzanti dell’AKP proprio mentre si stava dirigendo ai seggi per votare.

    L’ombra dei brogli intanto si fa sempre più spessa e pesante. A far sentire la propria voce sono i membri del Chp, il partito repubblicano del popolo: i laici sono decisi a contestare il 60% dei risultati e hanno parlato di 2,5 milioni di voti incerti. Merak Aksener, leader nazionalista, ha dal canto suo parlato di dati di scrutinio parziali e manipolati. Il tutto a fronte di una missione dell’OSCE, presente in Turchia con 24 osservatori da 7 paesi, che nei giorni scorsi ha prodotto un report (bollato poi come “nullo” dal presidente Erdogan) che evidenziava lo stato di emergenza in cui si è svolto il referendum.

    Con il sì non cambia solo la struttura statale di un paese che in tanti avrebbero voluto a modello dell’intero Medio Oriente già alla vigilia delle cosiddette ‘primavere arabe’ e che ha deluso le aspettative di molti che vedevano in lei il “ponte” con l’Europa. Dopo decine di emendamenti alla riforma presidenziale come presentata originariamente, il pacchetto arrivato al voto in questa domenica pasquale prevede 18 modifiche costituzionali, oggetto di discussione da quando Erdogan era ancora sindaco di Istanbul, e cambia totalmente l’assetto nella divisione dei tre poteri, che adesso risulta polarizzata. Nello specifico, il presidente verrà eletto direttamente dal popolo, potrà legiferare per decreto e assumere tutti i poteri finora in capo al primo ministro, la cui figura verrà abolita. Il presidente avrà inoltre il controllo sul potere giudiziario e sceglierà i ministri. Scende il numero dei giudici della Corte Costituzionale, che passano da 17 a 15 (12 dei quali nominati dallo stesso Presidente). I componenti dell’Assemblea di Ankara, seppur di fatto depotenziata nei suoi poteri, che da oggi potrà solo chiedere informazioni sull’operato del governo senza poter presentare la mozione di sfiducia, arrivano a 600. A loro il potere della messa di stato d’accusa del presidente, che richiederà la maggioranza assoluta. Un presidente che potrebbe restare alla guida della Turchia per più tempo del padre della nazione, Ataturk. La nuova costituzione sarà effettiva nel 2019 e azzererà di fatto il primo mandato di Erdogan, consentendogli di restare in sella fino al 2029, o addirittura fino al 2034 in caso di scioglimento anticipato del Parlamento.

    Ad ogni modo, Erdogan avrà adesso mano libera su tutto: il prossimo passo potrebbe essere l’indizione di un nuovo referendum, questa volta sulla pena di morte, abolita nel 2004 quando lo spirito europeista nel paese sembrava essere una certezza. Ed è così che la scelta referendaria fa allontanare ancora di più il paese del Sultano dalla vicina Europa, creando una frattura su quel ponte che in un tempo non tanto lontano rappresentava una finestra tra Est e Ovest.

    di Alessia Chiriatti | 17 aprile 2017

    Turchia, Erdogan uomo solo al comando. Sultano di un paese spaccato a metà - Il Fatto Quotidiano
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  2. #2
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    Predefinito Re: Turchia, Erdogan uomo solo al comando

    La vedo male
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  3. #3
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Turchia, Erdogan uomo solo al comando

    Citazione Originariamente Scritto da Hynkel Visualizza Messaggio
    La vedo male
    Molto. E non ho mai dato credito a chi lo dipingeva come "nuovo nemico degli USA" , quando iniziò a dialogare con Mosca e Damasco. I fatti recenti, basta leggere i quotidiani, dimostrano quanto sia viscido e vile quest'omuncolo.
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  4. #4
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    Predefinito Re: Turchia, Erdogan uomo solo al comando

    Emblematico, al lordo di eventuali brogli, il successo ottenuto dal SI tra i turchi all'estero.
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  5. #5
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Turchia, Erdogan uomo solo al comando

    Citazione Originariamente Scritto da Gianky Visualizza Messaggio
    Emblematico, al lordo di eventuali brogli, il successo ottenuto dal SI tra i turchi all'estero.
    Ottima osservazione. Il voto estero, ahinoi, ha contato molto.
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  6. #6
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    Predefinito Re: Turchia, Erdogan uomo solo al comando

    Salgariani sfrenati, i Turchi all'estero.
    Con un decreto speciale / è stata abolita la lingua del mio paese / sostituita da una nuova / tutto quello che finora avevo scritto / si considera non tradotto.

  7. #7
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    Predefinito Re: Turchia, Erdogan uomo solo al comando

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Molto. E non ho mai dato credito a chi lo dipingeva come "nuovo nemico degli USA" , quando iniziò a dialogare con Mosca e Damasco. I fatti recenti, basta leggere i quotidiani, dimostrano quanto sia viscido e vile quest'omuncolo.
    Come posizione politica è molto ambiguo, di base serve il più forte che al momento sono gli Stati Uniti ma l'assedio alla base alla Nato e gli accordi con Putin dimostrano che ha una larga basa di autonomia che sfrutta abilmente: di base sono più gli Usa ad aver bisogno di lui, che lui di loro. Comunque anche il sostegno atlantista al suo governo è tutt'altro che scontato, basta vedere quanta libertà si lascia ai lacchè giornalistici di sproloquiare contro il suo regime: gli Usa ci vedrebbero molto meglio un qualche fantoccio neoliberista o post-democratico oppure una dittatura militare a loro favorevole, ma per ora devono fare buon viso a cattivo gioco. Comunque secondo me non ci sono stati brogli: il suo regime ha un consenso molto vasto, soprattutto nelle zone più arretrate dell'Anatolia.

  8. #8
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    Predefinito Re: Turchia, Erdogan uomo solo al comando

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Attilio Visualizza Messaggio
    Come posizione politica è molto ambiguo, di base serve il più forte che al momento sono gli Stati Uniti ma l'assedio alla base alla Nato e gli accordi con Putin dimostrano che ha una larga basa di autonomia che sfrutta abilmente: di base sono più gli Usa ad aver bisogno di lui, che lui di loro. Comunque anche il sostegno atlantista al suo governo è tutt'altro che scontato, basta vedere quanta libertà si lascia ai lacchè giornalistici di sproloquiare contro il suo regime: gli Usa ci vedrebbero molto meglio un qualche fantoccio neoliberista o post-democratico oppure una dittatura militare a loro favorevole, ma per ora devono fare buon viso a cattivo gioco. Comunque secondo me non ci sono stati brogli: il suo regime ha un consenso molto vasto, soprattutto nelle zone più arretrate dell'Anatolia.
    Perfettamente in sintonia con le tue parole. Anche sull'analisi del voto. Purtroppo in Turchia, questa forma di "neo-ottomanesimo" destrorso ha ormai fatto breccia nei cuori dei più.
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  9. #9
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    Predefinito Re: Turchia, Erdogan uomo solo al comando

    Ci vorrebbe un nuovo Ataturk che rovesciasse sto cane rognoso, ma purtroppo l'infatuazione neo-ottomana dei turchi è tutt'altro che in riflusso.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  10. #10
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Turchia, Erdogan uomo solo al comando

    Citazione Originariamente Scritto da Kavalerists Visualizza Messaggio
    Ci vorrebbe un nuovo Ataturk che rovesciasse sto cane rognoso, ma purtroppo l'infatuazione neo-ottomana dei turchi è tutt'altro che in riflusso.
    E' un vero dramma. Vedrei bene una coalizione tra Partito Comunista, Vatan Partisi e Partito Popolare Repubblicano. Ma credo che per sconfiggere MERDOgan, ci voglia una mobilitazione popolare a carattere nazionale.
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