Com'è difficile - in un mondo dove tutto viene etichettato - non riuscire a farsi capire dal prossimo, eh?
il dualismo antitetico è la prerogativa di questa "democrazia" che non ammette esseri pensanti, ma solo cani di Pavlov che reagiscano agli input e che siano in grado di contare al massimo fino a due, qualsiasi deragliamento dai binari imposti crea problemi alle pecore del gregge... o sei "pro" o sei "contro"... o sei "di destra" o sei "di sinistra"... in mezzo a questi opposti non è consentita (perché non prevista dalla logica mediatica) nessun tipo di riflessione critica.
Non è possibile rifiutare i concetti di "destra" e "sinistra"... di "fascismo" e "comunismo" come categorie socialmente insulse e decedute ormai settant'anni or sono (non mi sto riferendo agli ideali e alle simpatie personali) per ragionare su forme inedite di approccio ai problemi sociali.... e in questa festante leggerezza i media si preoccuperanno di ribadire incessantemente il pericolo di un ritorno del "nazismo" o del fascismo, o del comunismo per tenere in vita artificialmente l'universo rarefatto a cui ogni buon cittadino è chiamato ad adeguarsi se vuole rendersi comprensibile ai propri simili.
Esulare dalla dicotomia istituzionale significa violare il perimetro delle categorie di ragionamento definite dal potere e dunque condannarsi all'oscurità dialettica.... ponendosi ai margini di qualunque dibattito.
Prendine atto e pensa - sorridendo - che questo è - democraticamente s'intende - "il migliore dei mondi possibili".