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Discussione: Osservatorio Donbass

  1. #11
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Osservatorio Donbass

    Peccato che vengano nascosti alcuni retroscena: una nazi-dirittoumanista incontra ed elogia un nazi-atlantista. Sappiate, infatti, che tale Andrij Parubij è un ex membro di Svodoba e di altre organizzazioni dell'estrema destra ucraina.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Andrij_Parubij




    Parubiy (second left on the table) at a Patriot Ukraine meeting


    A Boldrì! Elogerai ancora l'antifascismo?
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  2. #12
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Osservatorio Donbass

    Nuovi bombardamenti sui civili a Lugansk: le ultime dalla guerra in Europa (che l'Europa ti censura)




    di Fabrizio Poggi - Contropiano

    Poche ore fa è iniziata una forte offensiva ucraina contro la Repubblica popolare di Lugansk, con bombardamenti di quartieri civili nelle aree di Stakhanov, Donetskij, Frunze e Kalinovo. Ma nel frattempo, a Kiev, c’è chi si diletta di “storia” per arrivare a proclamare la supremazia ucraina sulla civilizzazione universale.

    Per non essere da meno del fratello, l’ex presidente ucraino Viktor Juš?enko – che qualche mese fa aveva ucrainizzato ?ajkovskij, Dostoevskij e Repin – Petro, storico ed ex deputato della Rada, omeliando di temi apostolici sul canale Rada, rivela che gli antichi filosofi greci disquisivano in lingua ucraina. Juš?enko ha parlato di un’antica unica civilizzazione che univa quasi settanta popoli, tra cui quello ucraino, sebbene quest’ultimo si trovasse alla sua periferia.

    “A sud di Somalia ed Etiopia non ci fu e non ci sarà alcuna civilizzazione. A est e nordest del Don ci fu una civilizzazione conquistatrice, mentre quella civilizzazione creativa, inclusa Scizia e Ucraina, che si trova ai confini – sì, l’Ucraina – l’ocraina, soltanto che si tratta dell’ocraina della civilizzazione”,ha detto Juš?enko, giocando sul significato slavo del nome: Ukraina è infatti okraina – la periferia. E quell’antica civiltà non solo parlava ucraino, ma addirittura Diogene avrebbe consigliato di usarla quale lingua statale, ha sottolineato Petro lo storico, attribuendo così al filosofo cinico una categoria che solo 24 secoli più tardi sarebbe divenuta la bandiera del nazionalismo golpista a Kiev.

    Gli ha replicato il politologo dell’Università di Lugansk, Dmitrij Krysenko, secondo il quale “i filosofi greci non avevano nemmeno idea dell’Ucraina e degli ucraini, dato che simili termini sono stati coniati dagli austro-ungarici, a cavallo tra i secoli XIX e XX e addirittura un grande letterato come Ivan Franko si definiva rusino” o rutheno. Inoltre “l’apparizione della prima formazione politica denominata “Ucraina” è legata al 1917, a differenza ad esempio della “Novorossija”, comparsa sulle carte dell’impero russo nel 1764”.

    Ormai, quella di ucrainizzare lo scibile umano, è diventata una costante degli esponenti dellanuova civiltà sorta sulle rive del Dnepr nel febbraio 2014. Una civiltà innalzata a battistrada delle nuove forme del modello liberale occidentale: se il “ce lo chiede l’Europa” significa, nei paesi di “più antica tradizione civile”, una crescita di tariffe energetiche di qualche punto percentuale, ecco che il FMI porta l’Ucraina all’avanguardia, con aumenti del 300, 350 e anche 700%; ecco che il 78% degli ucraini non è in condizione di pagare le tariffe municipali, cresciute di 10 volte in tre anni. Se l’Europa chiede che si innalzi l’età pensionabile, ecco che FMI e Banca Mondiale “chiedono” a Kiev di dare un colpo di acceleratore, con cui si annullano in pratica i contributi versati a fini pensionistici.

    Ma questo sembra essere ancora poco, se il paese, secondo il IMD World Competitiveness Yearbook 2016, citato da Novorosinform, si è ben posizionato al 60° posto – sui 63 paesi esaminati – per concorrenzialità internazionale, verificata su 333 criteri per situazione economica e imprenditoriale, efficienza degli organi statali e stato delle infrastrutture. E’ così che il Commissario europeo Johannes Hahn ha ammonito Kiev che resta appena un anno, prima delle elezioni presidenziali, per accelerare sulle “riforme” sanitaria, pensionistica e fondiaria e sulle privatizzazioni: cioè spalancare completamente le porte alla svendita di territorio e imprese ai capitali occidentali.

    Una svendita che sa tanto, scrive Aleksej Gumilëv, di “sindrome degli aborigeni”, i quali vendettero le isole di Manhattan per un pugno di bigiotteria del valore di 26 dollari. Nello specifico della riforma sanitaria, se ne sta occupando la ministra Uljana Suprun – cittadina americana, di genitori ucraini emigrati – contando sul calo dell’aspettativa di vita degli ucraini, con una popolazione che le cifre ufficiali danno a
    38 milioni (l’ultimo censimento è del 2001,) ma che pare avvicinarsi ai 25 milioni. Un calo nell’aspettativa di vita cui contribuisce direttamente la fuga di cervelli: nel 2015 sarebbero emigrati dal paese oltre 10mila medici (su 160.000) e altri 13mila specialisti nel 2016.

    Ovviamente, questi dati preoccupano soltanto quella fetta di popolazione caduta in miseria e passata dal 12 al 60% nei tre anni majdanisti; non turba certo quegli oligarchi e alti funzionari che, mentre sbraitano contro “l’aggressione russa”, non disdegnano di mantenere ville e palazzi nella Crimea “occupata”, come documenta RIA Novosti. Angustia ancor meno l’oligarca-presidente Petro Porošenko, accusato ora dalla rivale in affari – prima ancora che in politica – la martire del gas Julija Timošenko, di prolungare consapevolmente la guerra nel Donbass per coprire, lui e la sua cerchia, “l’inaudita corruzione” che dilaga nel paese.

    Non sono certo umanitari i motivi che spingono l’ex primo ministro, che nella primavera del 2014 fu intercettata mentre auspicava “una bomba atomica” sui russi del Donbass. Nell’Ucraina golpista la lotta è, come nella “rivoluzione arancione” di tre lustri fa, finalizzata solo ad assicurarsi posizioni indispensabili a controllare quel che resta delle ricchezze del paese.

    Alla Timošenko ha immediatamente replicato il “Blocco Porošenko”, che ha proposto di mandare sotto inchiesta la bionda “eroina” europeista per “alto tradimento”, avendo sottoscritto con Mosca, quando era primo ministro, nel 2009, il contratto di fornitura del gas russo: un atto qualificato dai deputati presidenziali non solo “delitto contro il popolo ucraino, ma anche tradimento degli interessi nazionali”.

    In questo quadro, suona l’allarme l’ex ambasciatore della Repubblica Ceca in Russia e Ucraina, Jaroslav Bashta che, commentando i risultati di un sondaggio – secondo cui il 60% dei giovani ucraini sarebbe disposto a lasciare il paese – ha posto l’accento sulla questione delle minoranze nazionali e dei problemi con Russia, Ungheria, Polonia, Moldavia, Romania e Bielorussia, di fronte al rifiuto governativo di ogni idea di federalizzazione e alla possibile disgregazione del paese.

    In questo senso, news-front.info paragona l’Ucraina golpista al Kosovo dominato dalla “ideologia sciovinista grande-albanese”, che aggredisce regolarmente la minoranza serba. In Ucraina, succede lo stesso coi rusini dell’Oltrecarpazia, uno dei territori accorpati all’Ucraina nel 1944 grazie al potere sovietico, così come il Donbass negli anni ’20, la Galizia nel 1939, la Crimea nel 1954. Kiev tenta con ogni mezzo, senza successo, di assimilare i circa 160mila ungheresi dell’Oltrecarpazia. Fa lo stesso con gli oltre 200mila bulgari di Bessarabia. Il metodo è quello dei battaglioni, i nazionalisti del “Karpatskaja Se?” in un caso, i nazisti di Pravyj Sektor in un altro, e ancora i nazionalisti di Svoboda nel caso delle minoranze polacche.

    Per quanto riguarda i russi del Donbass, l’ex capo di Pravyj Sektor, Dmitro Jaroš, ha dichiarato che “è sufficiente la volontà politica di attaccare; militarmente, siamo in grado di riprendere il Donbass in un attimo”. E la vice presidente della frazione parlamentare “Fronte popolare” (di Jatsenjuk e Tur?inov) Viktorija Sjumar, ha detto che “i generali ucraini sono pronti per l’attacco al Donbass”. Detto fatto: notizie di poche ore fa diramate da rusvesna.su indicano attacchi in forze ucraini nell’area di Želobok, una cinquantina di km a nordovest di Lugansk.

    Sembra dunque che stia per cedere l’ultimo freno venuto da Washington: appena cinque giorni fa l’ambasciatrice USA a Kiev, Mari Jovanovi? aveva dichiarato che il Segretario di Stato Rex Tillerson starebbe esaminando la possibilità di un più attivo intervento statunitense nel processo negoziale di pace, correggendo l’iniziale posizione di Donald Trump, che pareva scaricare sulla UE la questione ucraina. Può darsi che le parole di Tillerson abbiano messo fretta ai golpisti di Kiev.

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  3. #13
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    Predefinito Re: Osservatorio Donbass

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio

    A Boldrì! Elogerai ancora l'antifascismo?
    Davanti ad ordini superiori non c'è antifasssismo che tenga.

    P.S.: a parte che ormai in Italia ( come del resto in Europa ) l'antifascismo è diventato solo la scusa, buona per ogni stagione, che i soliti quattro idioti usano per giustificare qualche cassonetto bruciato, rompere una o due vetrine, e assaltare di tanto in tanto un banchetto di CasPound, giusto per sfogare una vita di canne e frustrazione.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
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  4. #14
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    Predefinito Re: Osservatorio Donbass

    Citazione Originariamente Scritto da Kavalerists Visualizza Messaggio
    Davanti ad ordini superiori non c'è antifasssismo che tenga.

    P.S.: a parte che ormai in Italia ( come del resto in Europa ) l'antifascismo è diventato solo la scusa, buona per ogni stagione, che i soliti quattro idioti usano per giustificare qualche cassonetto bruciato, rompere una o due vetrine, e assaltare di tanto in tanto un banchetto di CasPound, giusto per sfogare una vita di canne e frustrazione.
    Proprio così. Qui in Italia parole di fuoco contro CPI e FN , vabbè sono avversari, ma quando Washington comanda...si deve baciar la mano ai nazi-atlantisti. E prima della Boldrini c'era arrivato il PD (pubblicai l'articolo proprio su questo forum).
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  5. #15
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    Predefinito Re: Osservatorio Donbass

    Ministro del governo golpista ucraino a Roma si rifiuta di rispondere a un giornalista russo



    Fate questo piccolo e breve esperimento con noi. Pensate a quello che potrebbe accadere se oggi il ministro degli esteri della Bielorussia fosse in visita ufficiale a Roma, incontrasse il nostro ministro degli esteri, e, infine, in conferenza stampa congiunta, rispondesse a tutte le domande tranne a quella di un corrispondente nord-americano.

    A quest'ultimo si rifiutasse esplicitamente di rispondere ma, alla stessa domanda, si decidesse ad esprimersi quando a farla fosse un giornalista italiana.

    Titoli a nove colonne di giornali vari, edizioni speciali di trasmissioni eventuali. La libertà d'espressione violata da uno stato canaglia. Etc. Etc. Non proseguiamo conoscete le dinamiche di propaganda in atto nel paese.

    E' esattamente quello che è accaduto questo martedì, ma la vicenda resterà non nota ai più perché i protagonisti purtroppo erano di nazionalità diversa alla premessa. In conferenza stampa congiunta tra Alfano e il ministro degli esteri del governo golpista ucraino Klimkin, il corrispondente di RIA Novosti ha raccontato che prima dell'inizio della conferenza stampa un collaboratore del ministero degli Esteri italiano abbia raccolto le domande dei giornalisti.

    Successivamente il funzionario è tornato dicendo al giornalista russo che il ministro ucraino si è rifiutato di rispondere alla sua domanda. La stessa domanda è stata poi posta da un giornalista italiano e a quel punto la risposta è arrivata.



    La domanda del corrispondete di RIA Novosti riguardava il prossimo vertice "formato Normandia". Nel servizio di RIA Novosti che denuncia quanto accaduto si fa notare anche come le autorità italiane hanno acconsentito di buon grado al rifiuto di Klimkin di rispondere e non hanno difeso il diritto alla domanda del giornalista russo.

    Come nota a margine, Alfano, con una dichiarazione che abbassa ancora di più il già infimo livello di politica estera raggiunto dall'Italia, ha dichiarato: "Sono soddisfatto del livello raggiunto dalle nostre relazioni bilaterali. Esploriamo nuovi sentieri innovativi di partenariato, come quello tra le nostre agenzie anticorruzione". E lo ha dichiarato a Pavlo Klimkin, rappresentante di quello stato fallito vassallo del Fondo Monetario Internazionale e della Nato, criminale di guerra per le sue azioni contro il Donbass, espressione di nazisti e della peggior tecnocrazia europea. Soddisfatto Alfano.

    Ministro del governo golpista ucraino a Roma si rifiuta di rispondere a un giornalista russo - World Affairs - L'Antidiplomatico
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  6. #16
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    Predefinito Re: Osservatorio Donbass

    Il doppiopesismo da schiavetti ( Alfano, ma andrebbe benissimo qualsiasi altro ministro ) non conosce limiti di vergogna nè rigurgiti di dignità.
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  7. #17
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    Predefinito Re: Osservatorio Donbass

    Russia, CSR: l’Ucraina rompendo con Mosca ha perso un partner storico


    Kiev costruirà i rapporti con le istituzioni occidentali senza l'adesione alla NATO. Ne parla un rapporto del Centro russo per la ricerca strategica (CSR).

    "Durante la crisi ucraina, la Russia si è annessa la Crimea, ha risolto la quetione della flotta del Mar Nero, ha bloccato a tempo indeterminato l'adesione dell'Ucraina alla NATO. Ciò ha tuttavia generato una serie di nuovi gravi problemi. La Russia per l'Ucraina è un avversario strategico. L'ostilità è radicata a livello di ideologia politica e sensibilizzare l'opinione pubblica. L'Ucraina ha perso un partner storico", si legge nel documento.

    Kiev, secondo gli esperti, sarà costretta a costruire i rapporti politico-militari con le istituzioni occidentali, senza l'adesione alla NATO."Dobbiamo fare sforzi coerenti per risolvere il conflitto nel Donbas. Tale problema richiede il dialogo con Kiev, così come con l'Occidentale", aggiungono gli esperti.
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  8. #18
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    Predefinito Re: Osservatorio Donbass

    Più che il dialogo con Kiev... preferirei i carri armati.
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  9. #19
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    Predefinito Re: Osservatorio Donbass

    Perché tanto “misterioso” silenzio occidentale sul Boeing malese abbattuto in Ucraina nel 2014?



    Intanto il sito Soveršenno sekretno ha pubblicato materiali secondo cui nell'abbattimento del Boeing malese potrebbero essere coinvolti velivoli dell'areonautica militare ucraina

    di Fabrizio Poggi


    Il Ministero degli esteri della junta golpista di Kiev ha ritenuto doveroso porgere i propri sentiti ringraziamenti alla UE, per aver prolungato di altri sei mesi, fino al 31 gennaio 2018, le sanzioni contro la Russia. “Speriamo che a settembre 2017 siano prolungate anche le sanzioni individuali per azioni che intaccano l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina”, è detto nella nota di Kiev.

    Tra le diverse e variegate motivazioni addotte a suo tempo per l'adozione, da parte dell'amministrazione Obama – e, a seguito di quella, anche da parte UE – delle sanzioni contro la Russia, una, peraltro lasciata opportunamente nel dimenticatoio per evitare di incorrere nel vecchio adagio maoista secondo cui “i reazionari sono degli stupidi: sollevano una pietra per lasciarsela cadere sui piedi”, riguardava l'abbattimento del Boeing malese MH17, il 17 luglio 2014, nei cieli del Donbass.

    Da tempo si è detto che il silenzio caduto sopra il fatto, che costò la vita a quasi trecento persone, già di per sé la diceva lunga sulle accuse lanciate dai golpisti e dalle cancellerie occidentali, in primis contro le milizie popolari, additate come responsabili dirette dell'abbattimento e, per proprietà transitoria, contro Mosca, che avrebbe loro fornito il sistema terra-aria “Buk” atto alla bisogna, salvo poi riportarlo in territorio russo. A proposito del “improvviso silenzio USA sulla responsabilità russa”, alcuni media occidentali avevano da tempo notato come, se davvero Kiev e Washington non avessero avuto la “coda di paglia” e fossero state in possesso del pur minimo indizio contro le milizie del Donbass, non avrebbero mai cessato di accusarle, come invece hanno fatto da tempo.


    Bene, ieri, il giorno stesso in cui Kiev rivolgeva i propri ringraziamenti a Bruxelles per le sanzioni, il sito Soveršenno sekretno ha pubblicato materiali secondo cui nell'abbattimento del Boeing malese potrebbero essere coinvolti velivoli dell'areonautica militare ucraina. A dire il vero, la versione non è nuova: dalla testimonianza dell'aviere ucraino che, oltre ad aver visto decollare un caccia e poi rientrare senza i missili di bordo, aveva sentito anche le parole criptiche del pilota sconvolto, ai dati dei sistemi radar russi, che indicavano come un Su-25 ucraino fosse in volo a una distanza di 3-5 km dal Boeing malese, ai numerosi “misteri” della cosiddetta commissione d'inchiesta olandese.


    Soveršenno sekretno pubblica ora il piano di volo tracciato e firmato il giorno precedente la tragedia, il 16 luglio 2014, dal capitano Vladislav Vološin, della 299° brigata dell'aviazione tattica ucraina, e controfirmato dal colonnello Gennadij Dubovik. Secondo il piano, il velivolo sarebbe decollato dalla base ?uguev, nella regione di Kharkov, in direzione sudest, secondo una traiettoria che andava a incrociare il Boeing civile malese.



    Nella pubblicazione sono riportate anche le conversazioni intercorse tra i militari ucraini. Soveršenno sekretno non sostiene che il Boeing sia stato abbattuto dal capitano Vološin, ma si limita a sollecitare uno studio più attento dei materiali, compreso l'ordine di volo 734, preparato dal colonnello Dubovik all'antivigilia dell'abbattimento del Boeing e in cui sono indicati i vari velivoli (Su-25M1 N°08, Su-27 N°36, MiG-29MY1 N°29) che sarebbero stati impegnati in combattimento il 17 luglio. Nulla di sconvolgente, dunque, come scrive lo stesso Soveršenno sekretno; ma, in ogni caso, sufficiente quantomeno a sconfessare quanto si era affrettato a sostenere, alle 8 di sera di quel 17 luglio, Interfax-Ukraina, secondo cui “Oggi l'aviazione delle forze ATO” - l'operazione antiterrorismo, come la junta definisce la guerra contro il Donbasss - “non si è assolutamente alzata in volo: né elicotteri, né aerei, né caccia”. Nella conversazione con la fonte di Soveršenno sekretno, il tenente-colonnello Baturin, al comando del reparto 4104, ha dichiarato che il 17 luglio 2014, aerei militari ucraini “erano in volo per eseguire l'ordine N°1 per la distruzione di obiettivi aerei nella zona di Snežnoe e Torez”. Soveršenno sekretno aveva già in precedenza pubblicato una copia dell'ordine delle Forze armate ucraine per la distruzione di ogni indizio e testimonianza sull'abbattimento del Boeing.

    Forse anche per mettersi al sicuro da brutti scherzi che possono mettere a repentaglio “segreti” come quello sull'abbattimento del Boeing malese, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha annunciato ieri che l'Alleanza aumenterà il numero di aerei da guerra in grado di aggirare i moderni sistemi antimissile. Non solo, la NATO ha “intenzione di rafforzare anche i propri sistemi antimissile, compresi i vascelli con a bordo mezzi difesa aerea”.

    Così che nessuno possa intervenire a turbare il silenzio sulle responsabilità del prossimo, non così improbabile, abbattimento.

    http://www.sovsekretno.ru/articles/id/5719/

    FONTE: Perché tanto “misterioso” silenzio occidentale sul Boeing malese abbattuto in Ucraina nel 2014? - L'Analisi - L'Antidiplomatico
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  10. #20
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    Predefinito Re: Osservatorio Donbass

    Ucraina, svolta nell'indagine sulla morte del fotoreporter Rocchelli: un arresto 3 anni dopo





    L'italiano era nel Donbass per documentare il conflitto tra forze regolari ucraine e milizie separatiste filo-russe dell'autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk quando fu colpito da colpi di mortaio

    01 luglio 2017

    ROMA - I carabinieri hanno arrestato a Bologna un cittadino italo-ucraino, ritenuto responsabile, in concorso con altri non ancora identificati, dell'omicidio del foto-reporter italiano Andrea Rocchelli, dell'interprete russo Andrej Mironov e del ferimento del foto-reporter francese William Roguelon, avvenuti il 24 maggio 2014 a Sloviansk, in Ucraina. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere - emessa dal gip del Tribunale di Pavia, su richiesta della Procura di Pavia, è stata eseguita da personale del Ros - Reparto Anticrimine di Milano, e del Comando provinciale carabinieri di Pavia.

    L'INCHIESTA "Andrea fu ucciso da una granata"

    Il 31enne fotoreporter italiano si trovava in Ucraina, nella regione del Donbass, per documentare il conflitto tra le forze regolari ucraine e le milizie separatiste filo-russe, dell'autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk. Il fotoreporter - noto per i molteplici reportage realizzati sempre in zone di guerra e sempre tesi a documentare le sofferenze delle popolazioni civili - si trovava in Ucraina dall'inizio del mese di maggio 2014, insieme all'interprete russo Andrej Mironov, anche lui rimasto ucciso nell'attacco in cui fu ferito il fotoreporter francese William Roguelon .

    Le indagini, avviate dal Nucleo Informativo carabinieri di Pavia e poi successivamente condotte dal Ros di Milano, coordinate dalla Procura di Pavia (procuratore aggiunto Mario Venditti e sostituto procuratore Andrea Zanoncelli), avrebbero accertato la responsabilità dell'italo-ucraino negli eventi. Il giovane, alla fine del 2013, era tornato in Ucraina prendendo parte agli scontri di Piazza Maidan a Kiev. Subito dopo si arruolava nei neo-istituiti Battaglioni di volontari, inseriti nella Guardia Nazionale, alle dirette dipendenze del ministero dell'Interno ucraino. È dalla collina Karachun, alle porte della cittadina di Sloviansk, che il 24 maggio 2014, con armi a ripetizione e colpi di mortaio, fu aperto il fuoco indiscriminatamente verso i tre foto-reporter.

    Le autorità ucraine, al termine di una lunga indagine, classificarono l'episodio come 'danno collaterale' della guerra, un incidente senza responsabili né motivazioni precise. Ma, grazie alla spinta dei genitori di Andrea, Elisa e Rino, alla determinazione del loro avvocato Alessandra Ballerini, a al lavoro dei carabinieri del ros di Milano e della procura di Pavia, l'indagine è stata riaperta a maggio scorso.

    http://www.repubblica.it/esteri/2017...opo-169651933/
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