È un vanto essere ignorati da utenti di livello 0.
Agli euradical snob antifà che danno del lei per sottolineare la distanza dal ceto del popolino rispondo con un voi (come usava quando c'era LVI) così imparano. Gradassi avvisati mezzi salvati.
Il ruolo di Bagnai nell'era dell'informazione filoeuropeista - Elzeviro
La narrazione dell’attuale sistema massmediatico ha trovato nel neosenatore leghista un osso molto duro. Come dimostra la sua ultima ospitata radiofonica.
Alberto Bagnai può essere estremamente nocivo per molti giornalisti mainstream, questo è fuor di dubbio. E’ colui che conduce la loro esasperazione al parossismo assoluto, è colui il quale, dopo aver messo a nudo insanabili cortocircuiti logici e valoriali, li porta a bollire nella bile che essi stessi secernono. In poche parole, è la loro bestia nera e lo è principalmente per tre ragioni.
1) La demolizione di un cliché
Innanzitutto, il neosenatore leghista abbatte quel cliché fortemente sedimentato nelle credenze popolari dell’apparato liberal-moderato, secondo cui tutti gli attori dell’area populista siano dei grezzi bifolchi in odore di analfabetismo -funzionale e non-. Una convinzione che all’interno delle formazioni filoeuropeiste, poggia su delle basi quasi genetiche. Una certezza che però, di fronte alla sua proprietà di linguaggio, alla sua competenza ed alla sua capacità di prevalere nei dibattiti con il solo strumento della ragione, crolla come un castello di carte in mezzo ad una giornata tempestosa.
2) Il cuore a sinistra
Il secondo motivo invece, ha un carattere squisitamente identitario. Bagnai possiede quell’onestà intellettuale e quella purezza di spirito, che gli hanno permesso di non arenarsi di fronte alla truffa delle etichette e di superarla, pur di continuare a combattere le sue battaglie prioritarie. Si tratta di un uomo che non fa mistero del suo retroterra culturale e che continua a definirsi progressista, ma che ha anche deciso di candidarsi con il Carroccio per una maggiore affinità programmatica e per opporsi a quella –sedicente- sinistra istituzionale che ha tradito sé stessa ed i suoi principi, sposando il progetto europeo.
3) L’evidenza di un disastro
Infine, non si può certo ignorare l’aspetto forse più drammatico per tutti i suoi detrattori, tanto al di là, quanto al di qua, del mondo dell’informazione: la strabiliante abilità, dell’ormai ex docente universitario, di screditare la narrazione del dogma liberista con delle semplici argomentazioni fattuali. Di fronte a quella retorica messianica di conduttori ed opinionisti, che con fare liturgico tentano di dissuadere gli spettatori dall’intraprendere un cammino euroscettico -conservando così una fiducia acritica nelle politiche comunitarie-, sono sempre arrivate repliche pragmatiche e coraggiose. A partire dalla presentazione della BCE come istituzione “legibus soluta”, capace di mettere in ginocchio i singoli stati e di governarli con il ricatto (vedi la Grecia), passando per l’indignazione verso l’Italia (in avanzo primario da 30 anni) quale unico stato rispettoso dei vincoli europei, per giungere all’evidente ruolo giocato dall’Europa nel processo di disgregazione occupazionale: mobilità incondizionata dei fattori produttivi che provoca delocalizzazioni deleterie, flussi migratori che causano concorrenza al ribasso e rigidità del cambio lire-euro che ha costretto a ridurre drasticamente il costo del lavoro in ragione della competitività.
Una conduzione inusuale
A fronte di queste credenziali dunque, non stupisce che Bagnai sia una delle vittime preferite dell’informazione partigiana, settaria e tendenziosa, la quale tenta di difendere disperatamente lo status quo sociale, politico ed economico dall’attacco della barbarie populista.
L’ultima attestazione in ordine di tempo, si è palesata durante una trasmissione radiofonica degli ultimi giorni, nella quale il senatore leghista ha dovuto confrontarsi con una conduzione quantomeno inusuale. Nei pochi minuti a disposizione per esprimersi su temi caldi e complessi, come spread, euro, revisione dei trattati e debito pubblico, il conduttore ha spesso interrotto il suo ospite per riportare le obiezioni di misteriosi esperti, intenti a suggerire repliche più puntuali al giornalista profano e coadiuvarlo nella sua opposizione.
Un modus operandi di fronte al quale Bagnai non ha nascosto la sua perplessità, rispondendo “Ma perché quando parlano loro non vengono mai riportate in trasmissione le critiche di chi trova che l’approccio mainstream ha fallito? Perché questo giochino lo fate solo con un economista che sta dicendo che quello che è stato fatto fino ad ora ha portato a dei disastri? Quanto vogliamo continuare a condurre le trasmissioni del servizio pubblico in modo così orientato? Chi sono questi illustri colleghi? Hanno un nome? Se hanno un nome lo facciano, si espongano in pubblico”. Una critica alla quale l’imbarazzato giornalista ha replicato in modo sorprendentemente garantista “Sì, hanno nomi e cognomi, ma non so se sia il caso citarli”. Neanche dovesse tutelare la loro incolumità fisica dalla potenziale ritorsione mafiosa di un collega imbufalito.
Rimedi contro l’informazione partigiana
Certo, l’ordine dei difensori della verità biblica, ovvero quello degli autoproclamatisi cacciatori di fake news, ha già dimostrato in passato di possedere un inesauribile repertorio di approcci per screditare persone ed opinioni sgradite alla galassia massmediatica, ma in questa occasione si è superato. La nuova strabiliante invenzione consiste nell’esperto occulto, dietro al cui anonimato si cela un’autorevolezza scientifica, probabilmente conseguita per diritto divino.
L’unica speranza per contrastare un sistema così spudoratamente fazioso e parziale, è rappresentata da persone intellettualmente oneste, competenti, integre, carismatiche ed anche con quella giusta dose di coglioni girati, dopo anni di informazione parapropagandistica. L’unica speranza è che emergano tanti altri Alberto Bagnai.
Filippo Klement
il miglior modo per evitare che un prigioniero possa scappare è essere sicuri che lui non sappia mai che si trovi in prigione
-Fyodor Dostoevsky
https://www.huffingtonpost.it/stefan...ia_a_23442488/
Savona al Mef sarebbe una buona notizia
Chi in questi giorni, da Bruxelles, da altre capitali europee e da Roma, insiste a richiamare il nascituro governo M5S e Lega al "rispetto delle regole", in particolare del Fiscal Compact, forse non ha chiara la portata della richiesta e le conseguenze da essa derivanti. Oppure, l'ha chiarissima e gioca al tanto peggio, tanto meglio.
Oppure ancora, tenta di normalizzare anche M5S-Lega, dopo aver normalizzato Syriza in Grecia. Per provare a realizzare l'obiettivo del Fiscal Compact, sarebbe necessaria una manovra correttiva per il 2019 di circa 31 miliardi di euro che dovrebbero diventare quasi 50 nel 2020 per raggiungere il pareggio di bilancio, obiettivo coerente con "le regole". A 31 miliardi di euro si arriva sommando i 16 miliardi necessari alla correzione indicata del saldo strutturale (0,2% del Pil mancante per il 2018 e 0,6% per il 2019), i 12 miliardi per disinnescare le clausole di salvaguardia, infine i 3 miliardi per finanziare le cosiddette politiche invariate (ossia finanziamenti per missioni internazionali, agevolazioni fiscali per autotrasporto, ecc). Ovviamente, 31 miliardi è l'importo netto della manovra. Interventi aggiuntivi sarebbero necessari per finanziare qualsivoglia punto del Contratto di Governo.
È evidente che un governo che si impegnasse a rispettare le sacre regole di bilancio del Fiscal Compact condannerebbe l'Italia a recessione, aumento della disoccupazione e, inevitabilmente, innalzamento del debito pubblico, ossia la spirale vissuta attraverso il governo Monti. Certo, la necessità di forzare le regole non implica che si ha mano libera. Come noto, oltre alle regole del Fiscal Compact, ci sono non generici mercati, ma le grandi istituzioni finanziarie compratrici dei titoli del nostro debito pubblico e i limiti veri dell'economia reale. Fissare l'obiettivo di deficit per ciascuno degli anni del triennio di fronte a noi al 2% del Pil sarebbe una ragionevole forzatura. Il "Contratto di Governo" M5S-Lega, nel suo insieme, è impraticabile sul piano di finanza pubblica. Vanno selezionate e messe in sequenza, in un orizzonte pluriennale, le priorità.
Oggi, le priorità sono: disinnescare in deficit le clausole di salvaguardia, ossia senza ulteriori tagli di spesa o aumenti di entrate; aumentare, in particolare nel Mezzogiorno, gli investimenti pubblici, portati e programmati dai Governi Renzi-Gentiloni al livello più basso dal secondo dopoguerra; incrementare le risorse per innalzare gli importi e estendere la platea del Reddito di inserimento; avviare la riscrittura della Legge Fornero, a cominciare dalla nona salvaguardia degli esodati e dalla proroga di "opzione donna", per poi introdurre "quota 100" e il via libera con 41 anni di contributi effettivi. Speriamo che una personalità consapevole e equilibrata come Paolo Savona arrivi al Mef.
Fassina
il miglior modo per evitare che un prigioniero possa scappare è essere sicuri che lui non sappia mai che si trovi in prigione
-Fyodor Dostoevsky
il miglior modo per evitare che un prigioniero possa scappare è essere sicuri che lui non sappia mai che si trovi in prigione
-Fyodor Dostoevsky
il miglior modo per evitare che un prigioniero possa scappare è essere sicuri che lui non sappia mai che si trovi in prigione
-Fyodor Dostoevsky
“Productivity isn't everything, but, in the long run, it is almost everything. A country’s ability to improve its standard of living over time depends almost entirely on its ability to raise its output per worker.”
— Paul Krugman
nessuno ne dubitava
voglio dire, si vede da quello che scrivi che sei facile vittima delle puttanate di qualunque ciarlatano che viene in piazza a dirti che forse domani il sole non sorge o che la terra è piatta
Io avevo capito che da quando siamo nell'euro il debito pubblico cresceva di più dei tempi della lira, perché se è vero che ci sono interessi più bassi sul debito hanno trovato il modo di ricaricare questo finto regalino in altri modi, per esempio paghiamo 3 euro per la stampa di ogni banconota. O non è andata così?
https://forum.termometropolitico.it/...l#post16915696
“Productivity isn't everything, but, in the long run, it is almost everything. A country’s ability to improve its standard of living over time depends almost entirely on its ability to raise its output per worker.”
— Paul Krugman
@Robert
la produttività è output/input, cioè il rapporto tra quello che produco diviso le risorse che utilizzo, la valuta non centra nulla
se impiego 100 ore di manodopera per fare un manufatto, mnetre c'è chi impega 60 ore, il secondo è piu' produttivo indipendentemente dalla valuta che usi
fai confusione tra costi e prezzi, se la tua moneta si rivaluta si abbassano i costi ma il tuo prezzo potrebbe non essere piu' competitivo all'estero, per cui devi prendere provvedimenti (o alzi il valore aggiunto o diventi piu' produttivo o abbassi gli stipendi)
ma questo non centra nulla col passaggio da una valuta ad un altra, in cui noi non abbiamo perso nessuna competitività, questa è forse la fola piu' grossa che il circo parassitario racconta
1997 Lira (arrotondo i cambi per semplicità)
Prezzo prodotto 10 ML Lire,10K DM, 5KEuro
Il prodotto è competitivo
1998 Euro
Prezzo prodotto 5KEuro
Nulla è cambiato, il prodotto è competitivo
quindi il passaggio Lira/Euro non ha prodotto nessuna perdita di competitività
“Productivity isn't everything, but, in the long run, it is almost everything. A country’s ability to improve its standard of living over time depends almost entirely on its ability to raise its output per worker.”
— Paul Krugman
ma cosa devo leggere mai, Mugabe sarebbe orgoglioso di te
i tassi nelle aste non li aggiusta nessuno, pure nei folli anni 70 la BI comprava i TDS a valori di mercato, non sai di quello che parli
e ultima istanza mica vuol dire che la BC stampa per coprire i deficit statali, ma che presta i soldi alle banche commerciali, in casi di crisi di liquidità,ma non in casi di crisi di solvibilità!
ti lascio libero al tuo totale delirio in cui ci si puo' indebitare come se non ci fosse domani, basta avere una BC che ti compra il debito a tassi calmierati
come mai in molti paesi i tassi sono alti e molto sono falliti, pur avendo la sovranità monetaria? Ma ci sei o ci fai?
ti ho detto sopra che una moneta forte comporta tassi piu' bassi rispetto ad una debole, a parità degli altri fattori
vatti a vedere l'inflazione negli usa e il prezzo del petrolio (altissimo, per cui il Dollaro era debole) nei periodi in cui i tassi erano alti e poi capisci perchè i tassi erano alti..voglio dire, è l'ABC
poi, ti sei dati di nuovo torto da solo..ma come mai la FED non ha comprato i TB a tassi calmierati? Erano sovrani o no?
e allora come mai sei felice che Trump mette dazi?
“Productivity isn't everything, but, in the long run, it is almost everything. A country’s ability to improve its standard of living over time depends almost entirely on its ability to raise its output per worker.”
— Paul Krugman