LOL daemon è un particolare programma informatico che esegue comandi in background; anacron è un tipo di daemon
https://it.wikipedia.org/wiki/Anacron
Il camallo, termine genovese di origine araba, è lo scaricatore o facchino che operava sulle navi nel porto di Genova.
Nonostante l'evoluzione del Porto, dei mezzi operativi e delle modalità di imbarco e sbarco merci, l'originale Compagnia dei Caravana, evolutasi in seguito nella Compagnia unica del porto di Genova (CULMV) è attiva sullo scalo genovese e al Voltri Terminal Europa, con un organico superiore a 1.000 soci e un fatturato annuo di circa 30.000.000 di euro.
Storia del termine
Sebbene il lavoro di scaricatore di porto abbia assunto con l'industrializzazione connotati differenti, il termine mantiene una sua forte valenza nella città, resta comunque a definire la memoria una categoria di genovesi legata al porto ed alle sue attività, dotata anche di una sua connotazione politica ed un suo peso nella vita cittadina.
Come molti altri termini del dialetto, venne mutuato dall'arabo, dove "ḥammāl" significa "facchino", "portatore". Il significato del termine e della sua estensione "camallare" è conseguente: someggiare, trasportare, portare (solo a spalla). Per il trasporto su carrello il termine è rebellâ, appunto da rebellö, carretto con ruote.
I termini camallo e rebellö hanno assunto nel tempo anche una valenza metaforica per intendere persone dai modi non propriamente fini, o trasandate nel vestire o nel parlare.
Fino intorno al 1870 i “camalli” non erano genovesi, bensì bergamaschi in quanto gli scaricatori genovesi che c'erano in precedenza erano consorziati in organizzazioni molto potenti che influenzavano non solo la vita del porto ma anche quella della città con conseguenti danni all'attività commerciale del porto stesso. Fu deciso e scelto di rivolgersi a dei "foresti" e la scelta cadde sui bergamaschi.
Lo Scösalin da Camallo
Il termine Scösâ significa in genovese grembiule. Con l'espressione Scösalin da Camallo si intendeva identificare il gonnello blu indossato dai camalli sin dal medioevo, di tela di jeans, tessuto tipicamente genovese.
U scoselin era portato dai caravana e non dai camalli. I caravana erano i facchini ammessi dalla dogana ad operare negli appositi siti "franchi" ove la merce sostava in franchigia daziaria e poteva essere sottoposta a modifiche di imballaggio ecc., vedi merci preziose o soggette a particolari imposte come il caffè. Difficilmente nei depositi franchi si camallava come normalmente in altre zone del porto e per altre merci in transito normale.
Camalli popolari
A Savona, sin dagli anni settanta cresce la fama di Vittorio Vitaliano, “camallo” conosciuto con il soprannome di “Gilera”. Motociclista di passione, il soprannome se lo guadagna facendo acrobazie motociclistiche improvvise per le vie del centro, quando ancora lavora in porto. Appare con la sua moto rossa (Gilera), esibendosi in equilibrismi per catturare l'attenzione dei passanti e inveendo, con voce baritonale e potente, contro le moto giapponesi.
Era poi un camallo del porto di Genova Bartolomeo Pagano, il famoso "Maciste" reso celebre dalle sue apparizioni cinematografiche nei film muti di inizio Novecento.
Religiosità
I camalli del porto di Genova furono tra i primi a realizzare dei crocifissi artistici di notevoli dimensioni formando delle casacce. Ancora oggi il termine camallo viene usato nell'ambiente delle confraternite liguri per indicare la persona che trasporta il crocifisso. Il primo cristo di notevoli dimensioni, circa 160 kg, venne realizzato proprio in uno degli oratori del porto di Genova. Famoso ed antico è il così detto Cristo delle Fucine del XVII secolo ancora conservato nell'oratorio della marina di Genova.
Wewewewewewewewe
cioè come al solito tutti sono stupidi tranne lo scrivente.
una premessa veramente invogliante per una discussione.
che noia.
Nur wenn ich träume bin ich frei.
come noto l'intelligenza (nel senso proprio del Q.I. che differenzia Robert Oppenheimer da una blatta) non può essere per definizione un principio pericoloso dato il nesso rassicurante tra virtù e intelletto postulato dalla tendenza nota come intellettualismo etico
ovviamente dato che per vivere secondo virtù basta l'intelletto (che guarda caso dice di fare quello che sta a cuore a te) non hai bisogno delle istituzioni del potere e di un vegliardo presidente che offici i rituali della religione civile intorno al totem della Costituzione verso la quale il gregge deve provare timore reverenziale