aMICI, NUOVO SCOOP DEL FATTO QUOTIDIANO, CHE COME AL SOLITO E' IN POSSESSO DI TUTTI I SEGRETISSIMI VERBALI DELL'INCHIESTA CONSIP (O MEGLIO, SOLO DEI VERBALI IN POSSESSO DI KAPITAN SKAFARTO CHE A QUESTO PUNTO POSSIAMO UFFICIALMENTE CONSIDERARE LA GOLA PROFONDA DEL FATTO QUOTIDIANO)
PARE CHE I CARABINIERI DI WOODCOCK FACCIANO PARECCHIO CASINO NELLE LORO INTERCETTAZIONI, PUTACASO METTONO SEMPRE IN BOCCA AI RENZIANI QUELLO CHE DICONO PERSONE SCELTE A CASO.
MA ANDIAMO A LEGGERCI L'ENNESINO SCOOP DI MARKOLILLO SUL CASO CONSIP, DOVE ORMAI GLI INDAGATI SONO DIVENTATI I CARABINIERI ECOLOGICI E GLI ONESTI SONO DIVENTATI I RENZIANI.
COME AL SOLITO VI INVITO A NON FIDARVI DEL TITOLO FATTISTA, IL VERO SCOOP VE L'HO SEGNATO IN NERETTO IO SOPRATTUTTO PER AGEVOLARE I GRULLINI DI SECONDA MEDIA SEDUTI IN SECONDA FILA.
A QUESTO PUNTO vi starete chiedendo: sì, va bene, ma che c’entra Carrai con Consip? Nulla. Però se il suo nome non è stato tirato in ballo ingiustamente lo si deve all’attenzione di Giampaolo Scafarto. I pm di Roma questo lo sanno, i lettori no. Vediamo come stanno le cose. Quando il presidente di una coop importante, la Manutencoop di Bologna, entra nella stanza di Luigi Marroni in Consip e l’avvocato Alberto Bianchi, presidente della Fondazione Open di Matteo Renzi,mentre le microspie registrano, lo presenta all’amministratore Marroni, il carabiniere all’ascolto nel trascrivere i nomi fa un errore. Il mister X che appare per la prima volta sulla scena si presenta con il suo nome di Marco Canale, mentre nella prima trascrizione il carabiniere scrive Marco Carrai. Leggendo il testo della conversazione a tre tra il presunto Carrai, Bianchi e Marroni, però Scafarto sente puzza di bruciato. Il presunto Marco Carrai parla come se la cooperativa fosse una cosa sua, non una società della quale vuole solo perorare la causa. Nel chiedere sostanzialmente a Consip di non punire troppo duramente la Manutencoop che era stata sorpresa a fare cartello per la gara sempre della Consip relativa alla pulizia delle scuole italiane, il presunto Carrai usava infatti la prima persona plurale: “Noi.”Sca farto ascolta e riascolta quella conversazione del 16 dicembre, probabilmente fa una ricerca su Google per vedere chi sono i rappresentantilegali dellaManutencoop, e alla fine si convince che la parola pronunciata non sia Carrai ma Canale. A quel punto trascrive correttamente il nome Marco Canale e i pm di Roma ricevono solo questa versione corretta. Quando Scafarto viene sentito dai pm Giuseppe Pignatone, Paolo Ielo e Mario Palazzi, racconta questo episodio come prova della sua buonafede. Il suo obiettivo è quello di far capire che gli errori del Noe nei vari passaggi non sono stati tutti suoi e che almeno una volta lui ha agito a favore di Renzi & C. è della verità. Ergo, quando –nel riportare nell’informativa un’altra intercettazione – ha scambiato Romeo per Bocchino alterando il senso del discorso in modo grave non lo ha fatto per fare emergere un elemento a carico di Tiziano ma proprio perché si era sbagliato.
QUESTA STORIA è da un lato l’ennesima dimostrazione dell’eccesso di fretta con la quale sono state fatte, da tutti e non solo da Scafarto, al Noe, le trascrizioni delle conversazioni intercettate, ma dall’altro è un fatto che depone a favore della sciatteria e non della malafede del capitano accusato di avere compiuto un reato doloso: il falso ideologico aggravato. Nel verbale del capitano con i pm romani, questa storia è raccontata ma non è mai arrivata sui giornali. O perché chi passa le notizie su Scafarto alla stampa non ha ritenuto di passare o segnalare ai cronisti questo particolare. Oppure perché i giornali hannosceltodi daresololenotizie contro il capitano del Noe.